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Che cosa si intende oggi per arte di strada?

La tipologia di spettacolo che stiamo considerando in questo lavoro e che abbiamo raccolto sotto il nome di arte di strada è riconosciuta, tanto in Italia come all'estero, anche con moltissimi altri nomi. A seconda del luogo, delle opinioni e della storia degli operatori che lavorano con questi spettacoli, infatti, il suo nome può variare molto. Abbiamo ad esempio già citato il Belgio, dove al termine arts de la rue, considerato generico, viene preferito arts

forains: ciò è dovuto alla scelta di ricollegarsi all'antica tradizione della fiera, del mercato, e

quindi alla natura originaria dell'arte di strada. Di tutti i vari nomi con cui essa viene chiamata, alcuni ci sembrano sostanzialmente sovrapponibili, altri meno. Usare locuzioni come “teatro di strada” o “spettacolo di strada” non pone particolari difficoltà. Più incerte sembrano invece “teatro in situ”, “espressioni artistiche di strada”, “performances urbane” o l'equivalente inglese “urban performing arts”. Tutte, in ogni caso, si riferiscono sempre alla medesima tipologia di spettacolo110.

Uno dei principali problemi che riguardano la promozione e la diffusione di queste forme d'arte è che spesso manca una buona chiarezza, al di fuori degli appassionati o degli “addetti ai lavori”, circa quali discipline debbano essere considerate sotto queste etichette.

Prima di vedere quali siano le più moderne accezioni con cui ci si riferisce all'arte di strada, vorremmo offrire un prospetto di alcune caratteristiche che sono emerse nei paragrafi precedenti, e che possiamo riassumere come segue. Si tratta di specificità che accomunano ogni spettacolo, che si tratti dell'esecuzione di una fanfara ciočarlia rumena, di una rivisitazione in chiave circo-teatrale di uno spettacolo di Shakespeare o di un numero di fachirismo. In linea di principio, è infatti ormai chiaro che uno spettacolo di strada:

• Avviene in uno spazio pubblico o almeno ad uso pubblico, quasi sempre all'aperto (ma ciò non costituisce una regola: si pensi alle piazze o ai mercati coperti), in forma statica o itinerante111. Ciò che contraddistingue veramente i luoghi dove si svolge l'arte

di strada, d'altronde, è la totale estraneità di questi da qualsiasi forma di spettacolo. Si tratta cioè di spazi o strutture non concepite per ospitare eventi artistici.

• Può essere svolto in una molteplicità di luoghi e contesti diversi, rurali e urbani, senza pregiudicare la qualità e la natura della performance. Tra i luoghi annoveriamo piazze, strade chiuse o aperte al traffico, centri commerciali, parchi pubblici, ecc. Per quanto riguarda i contesti possiamo trovare feste paesane, fiere, manifestazioni, festival, oppure può non presentarsi alcun contesto particolare: si tratta della vita quotidiana

110 Si veda anche il paragrafo 3.1. III

111 Quest'ultimo caso è più raro ed è praticamente circoscritto alle parate di giocolieri, clown, e mimi in eventi particolari.

della città. Altre volte, invece, l'arte di strada costituisce un supporto ad eventi di altra natura.

• Si contraddistingue da ogni altro spettacolo dal vivo perchè non è il pubblico a entrare nello spazio dello spettacolo, ma è lo spettacolo che entra nello spazio (del) pubblico. Gli spettatori, di conseguenza, accedono alla performance gratuitamente, ma possono comunque corrispondere un'offerta libera e facoltativa attraverso il cappello. Intraprende dunque con gli spettatori una relazione democratica in cui l'artista è sullo stesso piano del pubblico e non esistono intermediari fra essi.

• Ha un carattere prevalentemente di intrattenimento degli astanti, non legato o motivato da tradizioni culturali, popolari e religiose, come processioni e riti

• Rientra nel dominio delle arti dello spettacolo dal vivo e non in quello delle arti visive. Ognuno di questi punti potrebbe essere ragionevolmente messo in discussione, giacchè come abbiamo visto poco sopra quella dell'arte di strada è una natura più ricca di eccezioni che di regole. In particolare sarà l'ultimo punto a far muovere delle contestazioni. Già in alcuni studi112 diversi autori hanno deliberatamente annoverato le arti visive (ed in particolare le

installazioni) fra le possibili discipline con cui si esprime l'arte di strada. L'approccio francese è forse fra i più risoluti nell'abbracciare questa scelta metodologica.

Noi abbiamo invece alcuni dubbi al riguardo, non certo dettati da un'ostilità verso le installazioni negli spazi urbani – che invero offrono agli artisti una grande possibilità di riqualificazione e trasformazione degli ambienti sociali – quanto invece dalla necessità di giungere ad una definizione calzante e poco generica di arte di strada, che possa facilmente essere presa in carico da interventi giuridici e culturali specifici. Innanzitutto bisogna considerare che già solo a livello quantitativo le installazioni e gli interventi di strada legati alle arti visive sono molto più rari di quelli che si inseriscono nello spettacolo dal vivo, che è quindi una categoria dominante. Inoltre l'installazione, essendo scevra di ogni interazione immediata fra artista e pubblico, non può che rivolgersi agli spettatori a posteriori, a cose già

112 D. MICKLEM, Street Arts Healthcheck, Arts Council England,, 2006; Arts de la rue en Europe, Hors les murs, 2007; P. CHAUDOIR, Discours et figures de l’espace public à travers les arts de la rue, Éditions l’Harmattan, Parigi, 2000.

concluse. Non è quindi un processo in atto che si svolge davanti agli occhi del pubblico e di conseguenza vengono a mancare tutti quegli elementi che sono propri dell'arte di strada da secoli. Ci sembra dunque che quelle attività finalizzate alla produzione di un'opera destinata a permanere per un tempo superiore all'attività stessa, che non sia insomma hic et nunc, non si adattino a rappresentare i propositi e le ragioni che spingono un artista a eseguire una performance in strada.

Lo stesso discorso si può fare per altre forme di arte visiva, come i più classici ritrattisti: ebbene, non è un caso che i più moderni ed avanzati regolamenti a nostra disposizione – come il recentissimo regolamento di Milano sulle “espressioni artistiche di strada” – dispongano una disciplina diversa per il dominio dello spettacolo dal vivo e quello dei cosiddetti mestieri artistici, come il caricaturista o il ritrattista113. Una situazione particolare è invece quella dei

madonnari. Non c'è dubbio che la loro attività sia finalizzata alla produzione di un “oggetto” - un disegno eseguito solitamente a gessetto – ma la coinvolgente modalità con cui essi operano e la caratteristica usanza di fare cappello allo stesso modo di musicisti e performer ci spinge a considerarli a pieno titolo come artisti di strada.

Anche la scelta di non includere manifestazioni a carattere religioso, tradizionale e popolare potrebbe suscitare legittimi dubbi: se una parata di giocolieri rientra nella definizione proposta, perchè non dovrebbe farlo anche un corteo storico? Quid delle processioni religiose? E per quanto riguarda gli spettacoli di sbandieratori, che sono dopotutto una forma di giocoleria?

A tali quesiti, senza alcuna pretesa di esaustività, dobbiamo ancora una volta rispondere con la necessità di trovare una definizione che si presti ad un uso prevalentemente giuridico, che è proprio di questo studio. È chiaro che affrontare il già complesso tema della tutela e della salvaguardia dell'arte di strada su scala europea pone difficoltà notevoli, tali per cui è assolutamente necessario restringere il campo di definizione in modo da rendere agevole l'indagine. In caso contrario poi, si corre il rischio di collocare sotto la stessa qualifica un grande numero di attività molto diverse fra loro, tale da rendere vano lo sforzo: se tutto è arte di strada, allora nulla lo è. Peraltro gli strumenti internazionali e regionali di tutela,

salvaguardia e promozione del patrimonio culturale si prestano senza alcuna difficoltà a porre sotto la propria egida le manifestazioni come quelle sopra citate114.

Sgombrato il campo da questi dubbi, vorremmo concludere con una prospettiva sulle più recenti letture del fenomeno dell'arte di strada. Negli ultimi dieci anni si sono infatti affermate alcune interpretazioni degli spettacoli di strada che, partendo dalla tradizione di spettacolo popolare, di puro intrattenimento, giungono a identificarvi un importante ruolo culturale, educativo e formativo tanto per il pubblico quanto per gli artisti. È in questo che le arti di strada differiscono, ovviamente, dalla condizione in cui versavano prima del Novecento. Allo stesso modo sono gli aspetti più interessanti e stimolanti di tali spettacoli ed è facile identificarvi le influenze e le contaminazioni delle estetiche contemporanee. Moltissimo si deve qui alle reti di cooperazione attive su scala europea che coinvolgono le principali realtà associative sull'arte di strada115, grazie ai numerosi incontri organizzati durante gli ultimi anni.

Questa nuova visione pone innanzitutto l'accento sul fatto che le arti di strada costituiscono una modalità alternativa di esecuzione di tutte le altre forme di spettacolo dal vivo. Portando all'estremo questo concetto, si arriverebbe a sostenere – e non siamo lontani dal farlo – che ogni spettacolo teatrale, musicale, operistico, circense, che venga rappresentato sullo spazio pubblico rispettando le condizioni di cui sopra si traduca automaticamente in uno spettacolo di arte di strada. Questo approccio, pur presentando il vantaggio di una grande flessibilità, porta con sé il rischio di porre più attenzione al contesto piuttosto che all'oggetto di interesse, con evidenti difficoltà in termini di tutela e promozione.

Un altro asset notevole è quello che riguarda l'incontro fra artista e pubblico, elemento fondante di molti spettacoli contemporanei di strada. Il pubblico, in generale, gioca sempre un ruolo basilare ed è proprio in funzione di ciò che il performer modifica in tempo reale il proprio spettacolo, cercando di mantenere lo spettatore vivo e reattivo e coinvolgendolo con vari espedienti. “La rencontre, le face-à-face, que suscitent les arts de la rue instaure une

distanciation radicalement différente du théâtre en salle et, par-là même, une médiation

114 In particolare le più recenti convenzioni UNESCO, UE e COE. Cfr. Capitolo 2

115 Fra tutti rimandiamo il lettore agli studi pubblicati da Hors les murs e Circostrada disponibili sui siti di questi enti associativi (cfr. sitografia, pag. 304)

théâtrale nouvelle”116.

Sempre in questo senso interviene lo studio di Franceline Spielmann per il Ministero francese della cultura. Secondo la studiosa, l'intenzione che muove gli artisti dello spettacolo urbano è di fare uscire dalla banalità quotidiana lo spazio pubblico, che può invece diventare per un certo periodo di tempo un luogo di “convocazione artistica”.117 Allo stesso modo questi

luoghi, grazie all'uso collettivo che viene veicolato dallo spettacolo, perdono l'unicità della propria funzione per divenire degli “spazi non sacralizzati di dialogo” fra un pubblico momentaneo ed un artista.

Concludendo possiamo affermare senza dubbio che le arti di strada costituiscono un ampio movimento polimorfo che si distingue da qualsiasi forma di spettacolo dal vivo perchè in realtà le contiene tutte. La definizione di arte di strada si basa su un delicato equilibrio fra oggetto e contesto, che non deve venire troppo alterato da letture parziali del fenomeno. Le estetiche contemporanee offrono spunti e letture metodologiche altamente qualificanti, anche in virtù della funzione sociale che questa forma di spettacolo ha rivestito durante l'ultimo quarto del XX secolo: ciò nonostante, l'arte di strada resta sempre legata a quel lungo processo storico che l'ha vista nascere e che trova il proprio nucleo originario nella fiera delle merci medievale, e del suo sviluppo nei secoli successivi.