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Una disparità fra la pista e la strada

Nel documento L'arte di strada come patrimonio culturale? (pagine 178-183)

Su un piano generale, bisogna osservare che le arti circensi godono di un livello di riconoscimento senza dubbio maggiore rispetto alle arti di strada. Se le cose stanno così è probabilmente a causa della sovrapposizione che spesso viene operata, in materia di organizzazione istituzionale delle competenze, fra i due settori. Sebbene ci siano delle differenze qualitative in materia circense fra le politiche culturali dei differenti paesi (ad esempio, la predilezione per il nouveau cirque in Francia a fronte del circo tradizionale di Fiandre e Danimarca), esistono tuttavia delle identificazioni e dei programmi di finanziamento, comuni a molti paesi dell'Unione Europea, che pongono il circo sullo stesso piano del teatro o dell'opera222. Le politiche di sostegno alla formazione in ambito circense

sono allo stesso modo più sviluppate e di conseguenza più strutturate al loro interno.

Invece, riguardo alle arti di strada, la questione dell'intervento pubblico semplicemente sembra non esistere. O meglio, esiste nella misura in cui i finanziamenti pubblici debbano essere attribuiti a dei festival o a degli eventi collegati direttamente all'arte di strada in modo molto specifico. Tuttavia, la politica culturale non deve necessariamente prendere in considerazione il settore delle arti di strada perché ciò avvenga e, di conseguenza, la presenza di tali finanziamenti non può essere interpretata come una testimonianza di una chiara volontà di riconoscere e sostenere queste discipline. Semplicemente, si tratta di politiche culturali non specifiche. Spesso avviene quindi che le organizzazioni che lavorano con l'arte di strada, le associazioni o le singole compagnie, debbano rivolgersi ai dispositivi legislativi specifici del teatro o del circo.

Fortunatamente però esistono alcune realtà che si distinguono per un atteggiamento particolarmente virtuoso e che tengono conto in modo specifico della caratteristiche dell'arte di strada. Il che significa non solo adottare una politica puntuale, ma anche disporre e monitorare la funzionalità di organismi dedicati al settore, garantirne la visibilità e la promozione al pubblico, sostenere in maniera non ambigua le iniziative e assistere la formazione in seno alle discipline del settore.

Si preferisce, per ora, rimandare una trattazione più dettagliata ai paragrafi successivi anticipando qui il ruolo dello Stato francese come vero e proprio motore trainante, in ambito europeo, delle politiche culturali specifiche per l'arte di strada. Questo impegno è già evidente

da qualche anno anche per la situazione delle arti circensi. Secondo lo Studio per il Parlamento Europeo sulla situazione del circo nei Paesi membri dell'Unione Europea, “la

Francia e l'Italia sono decisamente i Paesi più generosi in termini di sostegno finanziario ai circhi”223. In ogni caso, secondo alcuni specialisti francesi, “bisogna ammettere comunque

che, in Francia, il settore del circo e delle arti di strada restano dei «parenti poveri» rispetto ai dispositivi ed alle somme concesse al teatro, all'opera o alla danza”224.

E’ importante soffermarsi, invece, sull'interessante differenza che esiste fra le politiche culturali a livello nazionale e quelle a livello sub-nazionale. Se gli Stati non mostrano una particolare attenzione verso le arti di strada, lo stesso non si può dire per le comunità locali o linguistiche, le regioni e, soprattutto, le amministrazioni comunali.

Sarebbe ingiusto ritenere che si tratti solo di interessi di piccola portata. Queste realtà rivestono allo stesso tempo, a seconda delle circostanze, il ruolo di organizzatori e finanziatori di eventi e manifestazioni in strada. L'obiettivo è spesso duplice, da una parte quello di sfruttare il potenziale attrattivo di questi spettacoli per incrementare l'afflusso turistico, dall'altra quello di integrare gli spazi pubblici con performance di qualità che possano impreziosir il contesto ambientale. Certamente allora si tratta di azioni intraprese al fine di ottenere un vantaggio – sostanzialmente di tipo economico, anche se indiretto – piuttosto che per affermare una volontà politica in favore della creazione di nuove forme artistiche. Tuttavia non è in errore chi ritiene che le due questioni possano andare di pari passo.

Ciò non significa che i rapporti con le autorità locali siano privi di inconvenienti. Nel paragrafo precedente si sono illustrate le difficoltà che possono insorgere da questa frammentazione, o meglio da questa suddivisione delle competenze fra unità locali, limitate. Se a questo si affianca la considerazione che esistono pochissime realtà di formazione e insegnamento specifico dell'arte di strada225, tutto quanto porta a pensare che le politiche

culturali in questo ambito, dove presenti, vengano elaborate a partire da una necessità specifica. Mentre per i settori artistici più tradizionali e classici (teatro, musica, danza e, con qualche riserva, il circo) le politiche culturali si esplicitano in una precisa volontà

223 “The situation of the circus in the EU Member States”, op. cit. pag. 10

224 L. di Gioia, A. Gonon, S. Chaumier, “Politiques culturelles en faveur des arts de la rue et des arts de la piste en Europe”, studio coordinato dal Centre de Recherche sur la Culture, les Musées et la Diffusion des savoirs (CRCMD) de l’Université de Bourgogne, pubblicato da Hors les murs, Francia, 2006

amministrativa che mette in moto interventi legislativi, per l'arte di strada sembrano esistere soprattutto delle azioni basate su politiche-tampone, nell'intento di reagire ad una situazione specifica a seguito della contingente richiesta delle categorie interessate226.

3.2 ALCUNI ESEMPI DI POLITICHE CULTURALI

3.2.1 Premessa

Il livello del riconoscimento politico ed artistico dell'arte di strada, come è ora intuibile, è assolutamente variabile. In Europa le differenze con cui tale riconoscimento si manifesta o non si manifesta varia molto a seconda dei Paesi presi in esame e, addirittura, a livello sub-nazionale o comunale.

Resta in ogni caso certo che, se paragonata ai trattamenti riservati ad altre forme d'arte, l'arte di strada si trova in una posizione molto modesta. Da quanto detto si può dedurre che la situazione europea non è affatto estranea a un percorso di avvicinamento alle espressioni artistiche in strada: bisogna solo prendere atto che questo movimento di legittimazione sta procedendo, negli ultimi anni, a macchia di leopardo. In questo processo sono evidenti differenti tipologie di approccio alla questione: alcuni Paesi si mostrano virtuosi ed attenti mentre altri non sono che all’inizio di un percorso di riconoscimento. Altri ancora, semplicemente non considerano il fenomeno in nessun modo.

Una variabile di cui si deve necessariamente tenere conto nel momento in cui si cerca di esaminare le varie normative presenti nel territorio comunitario è, in questo caso, il rapporto che gli strumenti giuridici fanno intercorrere fra le arti circensi e le arti di strada, di cui si è detto sopra. La politica culturale in favore di queste discipline dipende in gran parte dalla configurazione che esse assumono di fronte al legislatore, sarà quindi importante considerare le differenze che intercorrono fra i Paesi che assimilano le une alle altre, creando una politica non specifica di intervento, e quelli che, al contrario, mantengono una separazione di fatto, con una politica specifica di intervento per ciascuna disciplina.

Si potrà allora catalogare i vari Stati in base al livello di riconoscimento accordato alle arti di strada ed alle arti circensi ottenendo tre gruppi principali:

conseguenza nelle proprie specificità, in modo diverso dalle arti circensi. Le politiche culturali relative prevedranno quindi l’attuazione di dispositivi dedicati e di finanziamenti tanto agli eventi artistici quanto agli enti di formazione. Si tratta naturalmente della situazione ideale, sul piano delle politiche culturali, per l'esistenza dell'arte di strada.

• Paesi dove le arti di strada e le arti circensi sono riconosciute, ma non distinte fra di loro. Le politiche culturali saranno quindi non specifiche, mettendo a disposizione sovvenzioni per progetti generici a cui si dovranno rivolgere di volta in volta gli interessati. Gli enti di formazione professionale sono, solitamente, molto meno avvantaggiati da questa politica.

• Paesi dove le arti di strada non vengono riconosciute. Si osserverà quindi una lacuna giuridica, a cui corrisponde una totale mancanza di considerazione per queste discipline. Si può verificare ciononostante la situazione di un riconoscimento ufficiale delle arti circensi che, naturalmente, non è in grado di coprire le specificità delle espressioni artistiche in strada.

Nei prossimi paragrafi si cercherà di offrire una visione quanto più ampia possibile delle realtà afferenti a queste categorie. Non è lo scopo di questa trattazione di offrire un compendio di tutte le casistiche europee che riguardano le arti di strada, né tanto meno sarebbe utile. Si tratta piuttosto di una panoramica generica degli ordinamenti di alcuni Paesi campione, scelti in base a diverse caratteristiche che li rendono particolarmente interessanti per illustrare le varie declinazioni con cui gli ordinamenti possono accogliere – o non accogliere – l'argomento oggetto di interesse. Lo scopo è di offrire infatti una serie di realtà-tipo come strumenti di paragone con cui leggere più in dettaglio la situazione normativa delle politiche culturali che Francia ed Italia hanno scelto di adottare. Questi due Paesi, a causa di alcune particolarità, rivestono un significato profondo ai fini della presente ricerca, si è deciso pertanto di trattarli separatamente e in modo più approfondito.

3.2.2 Riconoscimento specifico delle arti di strada

Nel documento L'arte di strada come patrimonio culturale? (pagine 178-183)