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Criticita’ e fabbisogni: l’esperienza della progettazione integrata territoriale

1.9.1. Criticità

Le criticità riscontrate sono relative non tanto alle competenze di cui l‟Ufficio comune si è dotato e che hanno supportato il raggiungimento di importanti obiettivi di avanzamento del progetto integrato e della spesa quanto, invece:

- alla necessità di attivare un dialogo, più approfondito di quanto la regione non abbia

già meritoriamente avviato con l‟organizzazione dei collegi di vigilanza e dei tavoli di confronto e proposta. Il dialogo deve necessariamente essere incardinato sui due soggetti rilevanti: da un lato la Presidenza Direzione Programmazione e, dall‟altro, il soggetto coordinatore del PIT19 che diviene uno snodo centrale per la tenuta delle azioni di sviluppo. Questo dialogo in costanza di nuove attività di programmazione, innanzitutto riferite al PIR reti per lo sviluppo locale consentirebbe alla Regione di agganciare con i soggetti coordinatori anche le posizioni delle amministrazioni che lavorano insieme all‟interno del PIT. Il dialogo diviene così strategico anche per le attività di programmazione in corso di espletamento da parte delle Province.

- alla capacità di gestione amministrativa complessiva di tutte le amministrazioni

pubbliche locali impegnate nei percorsi di sviluppo individuate dai PIT.

- All‟accesso alla programmazione dello sviluppo locale, in qualità di soggetti titolari di

una legittimazione politica e, in sede operativa, di un modello evoluto per lo sviluppo locale, anche se migliorabile, soprattutto con riguardo alle procedure di gestione dei regimi di aiuto, condizionati dalla polverizzazione dei responsabili di misura.

- Al nodo della scarsità di risorse, per cui il PIT deve imparare a dialogare con gli altri

strumenti ed all‟interno del territorio più vasto per mostrare di avere un disegno progettuale scaturente dall‟idea forza che potrà proseguire nella sua esplicazione solo in presenza di percorsi programmatori coerenti.

- Al sistema di osservazione e monitoraggio dei fenomeni di sviluppo che risulta carente

a livello locale, argomento di cui investire nel suo ruolo istituzionale la Provincia regionale.

Dalle criticità sopra rilevate discende che occorre agire in fretta per migliorare nell‟attuazione dei prossimi programmi la qualità intrinseca degli interventi, anche quando gli stessi risultano integrati all‟interno di un programma. Ovvero, non si può

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prescindere da una valutazione nel merito del progetto pur in presenza di una forte coerenza tra interventi e con gli obiettivi del Progetto Integrato Territoriale. La qualità degli interventi (che coincide in linea di massima con la qualità della progettazione esecutiva degli stessi) dipende nel procedimento PIT dagli enti locali.

Pertanto, è indispensabile nella formulazione di nuovi piani o programmi che si passi dalla mera enunciazione di coerenza (che è figlia del sistema delle misure) ad una valutazione di potenza degli stessi interventi (ovvero il loro impatto in termini di efficacia: di risultati). Il nuovo circuito programmatico dunque va centrato stavolta sul binomio qualità-efficacia, senza per questo trascurare i concetti di integrazione e coerenza che hanno ben lavorato nella costruzione del processo di sviluppo.

Ruolo essenziale delle competenze e partenariato

Sono le competenze concrete che portano a modelli organizzativi altamente produttivi ed efficaci in termini di avanzamento. Il nuovo concetto di potenza-efficacia abbisogna, però, di un innesto forte in termini di azioni migliorative dell‟organizzazione interna degli EE.LL. e del partenariato. Ai fini dell‟innovazione dei processi nelle PP.AA. i PIT hanno svolto e stanno svolgendo un lavoro molto utile ed approfondito.

1.9.2. Fabbisogni

Ai fini dell‟innovazione dei processi nelle PP.AA. i PIT hanno svolto e stanno svolgendo un lavoro molto utile ed approfondito.

Tuttavia, occorre rilevare che sono principalmente due i versanti sui quali concentrarsi nelle prossime azioni di sviluppo ed in relazione alle potenzialità dello strumento PIT:  la velocizzazione delle procedure amministrative,

 il rafforzamento della logica di progettazione integrata territoriale e di gestione integrata delle risorse a livello locale,

 una più stretta corrispondenza tra l‟idea-progetto presentata in una prima fase dei PIT ed il progetto (miglioramento del processo di ideazione e verifica di prefattibilità). Quest‟ultimo punto è il nodo centrale per non sprecare risorse, ovvero una verifica puntuale del quadro logico di un progetto e, in caso di opere pubbliche, una previsione di fattibilità a monte della proposta. Ciò attiene al miglioramento effettivo delle capacità di progettazione e una maggior tempestività nell‟attivazione delle risorse. Un nodo cruciale che ha a lungo condizionato l‟avvio effettivo dei PIT sarà la disponibilità di risorse finanziarie destinate alla progettazione o la copertura preventiva delle stesse.

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Riguardo ,invece, alla velocizzazione delle procedura è essenziale che vi sia un regime di responsabilità condivise tra finanziatore e beneficiario sull‟ammissibilità del progetto e della spesa, nonché sulla coerenza e sui risultati attesi dagli interventi. Si realizzerebbe, attraverso questi concetti semplici ma difficili da configurare una declinazione a livello procedurale del principio cardine della nuova programmazione fissato dalla Commissione Europea: il principio di cooperazione.

Tale principio risponde in termini strumentali all‟esigenza di una maggiore coesione a livello locale e un raccordo più stretto tra le amministrazioni responsabili dello sviluppo, in una logia di programmazione orizzontale, in parte già avviata con i PIT. Tali principi potranno rafforzare lo sviluppo locale e permettere anche ai PIT di svolgere appieno il loro compito contribuendo in maniera efficace al disegno di interventi e azioni necessari al completamento del disegno dei PIT.

Fonte: C.C.I.A.A.

N.band Bando Numero domande Investimenti (euro) Agev. Conc. (euro) Incremento n.occupati Anno I - II Industria 100 209.113.398 142.815.826 1.196 1997 III Industria 90 108.507.594 66.106.483 1.027 1998 IV Industria 122 130.715.241 91.877.682 1.022 1998 VIII Industria 109 191.414.421 75.955.316 1.422 2000 XI Industria 64 138.722.905 57.670.072 795 2001 XIV Industria 56 115.297.022 42.684.735 1.249 2002 Totale Industria 541 893.770.582 477.110.115 6.711 VI Turismo 12 17.897.814 7.402.304 153 1999 IX Turismo 19 34.881.499 9.429.10 247 2000 XII Turismo 9 19.555.072 5.758.030 303 2002 XV Turismo 18 46.345.00 13.739.365 430 2003 Totale Turismo 58 118.679.385 36.328.839 1.132 X Commercio 15 16.313.324 6.216.199 232 2001 XIII Commercio 8 2.458.025 1.074.902 50 2002 XVI Commercio 5 3.354.000 1.437.043 57 2003 Totale Commercio 28 22.125.349 8.728.144 339 Totale 627 1.034.575.316 522.167.097 8.183

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CAPITOLO SECONDO I Settori di maggior sviluppo