2.3.1. Recuperare i valori e le tradizioni del passato, coniugarli con i nuovi sistemi economici e produttivi, proiettarsi verso un futuro di dialogo e sviluppo sostenibile
Fino alla sua costituzione ufficiale, avvenuta nel marzo 2006, il Distretto31 Produttivo della Pesca ha operato attraverso il Consorzio di Valorizzazione del Pescato COSVAP, costituito nel 1989, che comprende oggi soggetti pubblici e privati tra i quali il Comune di Mazara, la Provincia di Trapani, l‟Associazione Industriali, la Camera di Commercio, il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, la Fondazione Banco di Sicilia e le organizzazioni professionali di categoria. L‟obiettivo è quello di innalzare la competitività del sistema pesca, attraverso azioni che favoriscano la qualità del prodotto e dei servizi delle pmi, sfruttando in maniera sistemica e pianificata la tecnologia e dotando l‟ente delle necessarie infrastrutture. Il consorzio COSVAP ha di fatto la governance del Distretto, ponendosi come strumento di promozione, coordinamento e gestione delle attività del Distretto.
2.3.2. La mission
In un contesto come quello del sistema ittico-produttivo32 siciliano che, pur caratterizzato da noti fattori di debolezza, ha manifestato nel corso degli ultimi anni interessanti segnali di risveglio, e dato che i piccoli operatori del settore solitamente non dispongono singolarmente delle risorse necessarie per adeguarsi ai frequenti cambiamenti che contraddistinguono i mercati, le tecnologie e le dinamiche competitive, incorrendo così in notevoli difficoltà per far fronte all‟esigenza di sviluppare al loro interno nuove funzioni e competenze, il COSVAP33 si propone come strumento di promozione e coordinamento nonché come rappresentante delle esigenze di un intero settore, per definire una politica strategica che permetta di realizzare in cooperazione interventi finalizzati a specializzare e sostenere il settore stesso. La missione del distretto è quella di innalzare la competitività del sistema pesca, attraverso azioni che favoriscono la qualità del prodotto e dei servizi, sfruttando in maniera
31
http://www.distrettopesca.it/ 32
D'Angelis Erasmo., Irace Alberto, Come riparare l'Italia. Rilanciare l'economia e salvare il territorio con la Blue Economy, Milano, Dalai Editore, 2012.
33
Irepa Onlus., Rapporto annuale strutture produttive di pesca , Dipartimento regionale degli interventi per la pesca, Regione Siciliana, 2012.
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sistemica e pianificata le leve del Marketing, della finanza, dell‟ITC, della formazione aziendale manageriale e distrettuale, dotare il distretto delle necessarie infrastrutture.
2.3.3. La proposta che la Sicilia ha portato nel settore della pesca in questi anni è la costruzione di un modello di sviluppo economico e sociale mediterraneo ispirato ai principi della Blue Economy
Cos‟è la Blue Economy34? È l‟economia della responsabilità, individuale e collettiva,
che parte dal mare, dalla Sicilia, ma che non si esaurisce nel mare e con il mare. La sperimentazione di un tale modello di sviluppo riguarda non soltanto la pesca, ma si estende a tutte le filiere produttive, dall‟agroindustria, al manifatturiero, al turismo. La Blue Economy nasce dal classico concetto di sviluppo sostenibile, ma va oltre, sviluppandosi verso quattro specifiche direttrici di sostenibilità: economica, sociale, ambientale e culturale. Blue Economy significa ispirare le scelte migliori per il pianeta e le persone che lo abitano. Blue Economy significa compiere un cambiamento, che parte dalla considerazione che 3/4 del pianeta è costituito da risorse acquatiche. Blue Economy significa generare più posti di lavoro35 e più opportunità economiche, provenienti dal mare e dalle risorse costiere. Negli Stati Uniti più di 50 milioni di posti di lavoro ed oltre il 60% del PIL derivano già dalla Blue Economy. Immaginiamo cosa si potrebbe fare nel Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo rappresenta il 0,3% del volume e 0,8% della totale superficie degli Oceani. La sua posizione tra tre continenti, il suo bacino semi-chiuso e la gamma di stagioni, hanno reso questa regione un melting pot della biodiversità, ospitando oltre il 7% della flora e della fauna oceanica finora note. Il Distretto Mediterraneo è la locomotiva della Blue Economy. Il Distretto Produttivo della Pesca36, l‟Osservatorio della Pesca e il Forum per il Mediterraneo hanno da tempo avviato e realizzato numerosi studi, progetti e ricerche economiche, giuridiche, sociali e scientifiche afferenti alla Blue Economy, in particolare sul piano del trasferimento di tecnologie da applicare alle piccole e micro-imprese e sul piano internazionale. La Sicilia, l‟Italia, il Mediterraneo sono costellati da centinaia di micro-imprese familiari ed artigianali. Un formicolio di uomini e donne che si muovono ed operano in un
34
Messa Silvia, Blue Economy: quando la Green Economy va al mare, in “Millionnaire”, giugno 2012 pp. 78-83.
35
Pauli Gunter, Blue economy., Nuovo rapporto al Club di Roma. 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro, Milano, Edizioni Ambiente, 2010. Pp. 44-45 , p.281.
36
Sul Distretto v. Fazio-Ricciardi (a cura di), Il Distretto della pesca di Mazara del Vallo. Una buona pratica di cooperazione tra aziende internazionali, Milano, 2008.
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territorio. Esso rappresenta l‟ossatura delle economie regionali, sovra-regionali e di intere nazioni. Questo è l‟humus dei Distretti Industriali. In questa chiave il Distretto assume una dimensione non solo economica ma anche sociale, ambientale e culturale. La creazione di piccoli clusters, di tanti piccoli Distretti nella Regione mediterranea, è la premessa del Distretto Mediterraneo, che rappresenta la Rete delle reti: network essenziale per la creazione di posti di lavoro in loco nei territori della sponda Sud e frenare così “l‟emorragia” di migliaia di esseri umani che ogni giorno tentano di raggiungere l‟Europa. La proposta è la costituzione di una Blue Economic Zone.
Principi per la Blue Economy37
Pensare alle risorse ittiche e marine sulla base dell‟effettiva capacità produttiva del mare;
Protezione e preservazione dell‟ambiente marino;
Internazionalizzazione, intesa non come conquista di nuovi mercati ma in termini di cooperazione fra mercati;
Gestione attraverso l‟approccio scientifico, privilegiando ricerca e formazione; Disponibilità pubblica delle informazioni;
Procedimenti decisionali trasparenti ed aperti; Approccio cautelativo;
Approccio sistemico;
Utilizzo sostenibile ed equo delle risorse;38
Responsabilità degli Stati quali controllori dell‟ambiente marino globale e dei singoli individui;
2.3.4. Identificazione Dei Prodotti Ittici «Gambero Del Canale Di Sicilia» Da Parte Del Consumatore
I prodotti legati al presente disciplinare sono commercializzati attraverso un sistema di tracciabilità informatico che garantisce il passaggio delle informazioni, fino al consumatore finale.
Tali informazioni sono presenti nelle etichette fornite ai consumatori e in ogni caso, devono comprendere, in ogni stadio di commercializzazione, la denominazione commerciale, la denominazione scientifica, il metodo di produzione e la zona di cattura.
37
www.blueeconomy.eu 38
AAVV, IV Rapporto sull’Economia del Mare, Cluster marittimo e sviluppo in Italia e nelle regioni a cura della Federazione del Mare e del Censis, Roma, 2011.
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INFORMAZIONI OBBLIGATORIE IN ETICHETTAL‟etichetta deve riportare obbligatoriamente le seguenti informazioni: • Denominazione scientifica della specie ittica39
; • Denominazione commerciale della specie;
• Metodo di produzione (Reg. CE 2065/2001 - Reg. CE 104/2000);
• Zona di cattura (Reg. CE 2065/2001 - Reg. CE 104/2000) con le indicazioni dell‟areale di pesca;
• Nominativo impresa di pesca o identificativo imbarcazione;
• Codice di tracciabilità del lotto (eventualmente espresso dal codice a barre se riconosciuto dal sistema prescelto).
Nelle etichette potranno essere riportati anche il logo dell‟Ente terzo di certificazione ed eventuali altre certificazioni ottenute. Le indicazioni in etichetta devono essere riportate nella lingua dello Stato membro in cui viene commercializzato il prodotto; è consentito riportarle anche in più lingue. Nel caso di menzioni che non abbiano corrispondenti nella lingua dello Stato membro in cui viene commercializzato il prodotto è consentito riportare le menzioni originarie. Il marchio “Gambero del Canale di Sicilia” deve essere utilizzato esclusivamente secondo la forma integrale, i colori e i caratteri descritti al regolamento d‟uso e deve avere dimensioni che, rapportate alla specificità della eventuale confezione, siano tali da renderlo ben visibile. Deve, inoltre, essere sempre apposto in modo tale da non poter:
a) essere confuso con elementi grafici addizionali, sottolineature, ornamenti o aggiunte di testo che ne rendano difficile la lettura;
b) essere snaturata la caratteristica originaria del logo o il suo significato;
c) essere confuso o associato con le altre scritte comunque presenti sull‟etichetta del prodotto (es. nome del produttore, marchi privati).
Ferme restando le prerogative degli Organismi di controllo, il Consorzio si riserva la facoltà di revocare la licenza d‟uso nei casi in cui si verifichino delle palesi inosservanze di tali prescrizioni.
RINTRACCIABILITÀ
In tutte le fasi della produzione deve essere assicurata una completa rintracciabilità attraverso l‟utilizzo di un sistema informatico. In particolare, per ogni unità minima di prodotto deve essere garantita, all‟atto dell‟acquisto, la facoltà di accesso alle
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informazioni inerenti alla tracciabilità (caratteristiche del prodotto, flussi dei materiali coinvolti, tipologia delle organizzazioni coinvolte, aspetti organizzativi tra le stesse). In allegato sono riportate le fasi di processo nelle quali è previsto dal protocollo operativo del sistema adottato un rilevamento obbligatorio di informazioni da parte dell‟utilizzatore del marchio e una successiva immissione di queste nel sistema stesso. I soggetti tracciati sono:
imprese di pesca e relative imbarcazioni; grossisti;
trasportatori;
dettaglianti (grande distribuzione); ristoratori;
fornitori di materiali utilizzati nel processo.