5.3.1. Caratterizzazione tecnologica e genetica dei microrganismi autoctoni e interazione con alcuni potenziali cloni del vitigno Nero d’Avola
Un‟altra parte del progetto153
“VVAS” prevede degli studi e ricerche sui lieviti autoctoni dei vitigni siciliani. Nell‟ambito di questa attività è prevista la collezione dei lieviti autoctoni isolati da fermentazioni spontanee di uve prelevate direttamente in vigna, la loro caratterizzazione tecnologica e genetica, l‟individuazione di ceppi con caratteristiche enologiche che esaltino la qualità del vino, la selezione di lieviti più idonei a condurre il processo fermentativo e capaci di esprimere le caratteristiche di tipicità del vitigno, nonché l‟ottimizzazione del processo produttivo con
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Peronospora (Plasmopara viticola): L‟andamento meteorologico nei mesi di aprile e maggio è stato il fattore che più ha limitato la proliferazione del patogeno.
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Oidio (Oidium Tuckeri): Come riscontrato nel 2012 anche in quest‟annata l‟oidio è stata la malattia più presente in provincia di Trapani. La diffusione rispetto al 2012 è stata più contenuta, probabilmente grazie, sia alla favorevole condizione meteorologica, che alla maggiore regolarità di esecuzione dei trattamenti fitosanitari.
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Botrite (Botrytis cinerea): Gli eventi piovosi concomitanti ai lunghi periodi caratterizzati da rugiade mattutine e da temperature medie non troppo elevate, verificatisi nel mese di agosto hanno permesso alla botrite di svilupparsi.
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Patrizia Romano., “Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Infrastrutturali, Università della Basilicata -Dipartimento Biologia, Difesa e Biotecnologie Agroforestali”, Aziende viticole, 2013.
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l‟individuazione della migliore combinazione clone-lievito starter. L‟attività ha previsto anche la valutazione di alcune attività enzimatiche dei lieviti correlabili alla qualità salutistica del vino. Un‟altra parte di questa attività riguarda la Caratterizzazione genetica del vitigno Nero d‟Avola e l‟individuazione di eventuali potenziali migliori cloni.
5.3.2. Realizzazione del Centro per l’innovazione della filiera vitivinicola “E. Del Giudice” di Marsala
Una parte del progetto154 “VVAS” riguarda la caratterizzazione enologica basata sullo studio della composizione varietale delle uve, dell‟influenza delle caratteristiche ambientali e colturali sulla sintesi dei metaboliti primari e secondari dei vitigni e dei biotipi individuati ed infine la microvinificazione delle stesse, previa definizione di protocolli enologici destinati ad esaltare il livello qualitativo dei vini siciliani prodotti con uve autoctone. Gli studi sono effettuati presso il Centro per l‟innovazione della filiera vitivinicola “E. Del Giudice” U.O.S. 35 di Marsala, nato da un accordo di collaborazione tra l‟Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste ed il Comune di Marsala. Altra finalità del Centro è quella di svolgere un‟azione di supporto alla produzione viticola ed enologica siciliana attraverso lo studio dei problemi reali del settore ed il trasferimento, in tempi brevi, dei risultati della ricerca al mondo produttivo. Risultati raggiunti
Per le finalità previste, il Centro per l‟innovazione della filiera vitivinicola “E. Del Giudice” è stato attrezzato di un laboratorio chimico-strumentale e di biologia molecolare, un laboratorio di analisi sensoriale ed una cantina di microvinificazione. Dopo un breve periodo dedicato alla formazione del personale ed alla messa a punto dei metodi di analisi, è iniziata l‟attività di ricerca che come detto in precedenza è legata alle attività del progetto “VVAS” ma anche per soddisfare particolari esigenze legate a problematiche specifiche del mondo vitivinicolo. Le ricerche fino ad ora condotte sono state impostate, in molti casi, come tesi di laurea, stages di lavoro o di aggiornamento, svolte in collaborazione con diversi partner (cantine sociali e aziende vitivinicole), nonché come supporto a studi in corso presso Istituti universitari.
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Rocco Di Stefano., “Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Infrastrutturali - Centro per l’innovazione della filiera vitivinicola “E. Del Giudice” U.O.S. 35 di Marsala”, Trapani, 2013.
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Laboratorio del Centro per l’innovazione della filiera vitivinicola “E. Del Giudice” U.O.S. 35 di Marsala
5.3.3. Gestione del suolo nella viticoltura siciliana per il contenimento del rischio erosivo
Il presente progetto155 sta affrontando i problemi di carattere agronomico-ambientale cui è soggetta la viticoltura siciliana, e in particolare della tecnica dell‟inerbimento del suolo come possibile soluzione per il contenimento del rischio erosivo. La ricerca prevede anche la valutazione del contenuto dei nitrati del suolo e dell‟influenza dell‟inerbimento sulla qualità del mosto.
5.3.4. Meccanizzazione di vigneti su pendici terrazzate a forte declività nell’isola di Pantelleria
Nell‟isola di Pantelleria156
, negli ultimi decenni, la superficie vitata si è notevolmente ridotta, a causa della sempre maggiore difficoltà di reperire la manodopera indispensabile per lo svolgimento delle attività connesse alla coltura della vite che peraltro sono rese ancora più difficoltose dall‟ubicazione e dalla dislocazione degli
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Lucio Gristina., Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Infrastrutturali, Università di Palermo – Dipartimento DAAT., Aziende vitivinicole, 2013.
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Felice Pipitone., Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Infrastrutturali, Università di Palermo - Sezione Meccanica del Dipartimento ITAF, Università degli Studi di Palermo - Dipartimento ESAF, 2013.
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impianti, che si sviluppano spesso su terrazzamenti a forte pendenza. A tal fine è stata avviata la presente attività in materia di meccanizzazione dell‟intera filiera che va dalla potatura della vite alla raccolta dell‟uva, valutando anche gli aspetti relativi alla compatibilità con le particolari condizioni orografiche caratterizzanti l‟isola. Infatti, i problemi legati all‟introduzione delle macchine nella coltivazione di vigneti posti su pendici terrazzate sono molteplici, primo fra tutti l‟accessibilità ai siti coltivati senza danneggiamento di eventuali muretti a secco o altre infrastrutture, quindi la necessità di impiegare macchine di ridotto peso per via della bassa capacità portante dei muretti stessi. L‟obiettivo è quello di dimostrare che, operando con opportuni e mirati interventi meccanici si avranno ricadute positive sulla economia viticola e sul paesaggio in virtù del mantenimento, ed eventuale ripristino, degli impianti ad alberello tradizionali posti su terrazzamenti, che rappresentano oggi un‟immagine paesaggistica di notevole valore. Le attrezzature e le macchine provate sono le seguenti:
− forbici elettroniche;
− trattore cingolato modello UT 60 della potenza di 45 kW, dotato di cingoli in acciaio con soprasuole in gomma intercambiabili. Il trattore è stato scelto tenendo conto del concetto di “centrale mobile di potenza”, delle ridotte dimensioni , del peso e della semplicità costruttiva, nonché per la modalità di trazione di tipo idrostatico; coltivatore leggero a 5 corpi lavoranti di cui i due esterni ribaltabili in modo da ridurre la larghezza di lavoro;
- trinciatrice della larghezza di 0,80 m;
- irroratrice dotata di dodici ugelli provvisti di antigoccia con ventilatore di tipo assiale mentre l‟intero apparato nebulizzatore è collocato direttamente sul telaio della macchina;
- impolveratore dotato di due diffusori laterali orientabili;
- benna in acciaio inox a ribaltamento idraulico posteriore (per trasporto prodotti); - cassone per il trasporto dell‟uva in cassette;
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Terrazzamenti agricoli di Pantelleria5.3.5. Il mal dell’esca della vite: ricerca e sperimentazione in vivaio e in campo per la prevenzione e la cura della malattia (MESVIT)
Il mal dell‟esca157
rappresenta una patologia della vite che negli ultimi anni è divenuta sempre più diffusa nei vigneti italiani; da circa un decennio la malattia è in continua espansione soprattutto in vecchi vigneti, ma anche in impianti di recente costituzione. La sindrome si manifesta con disseccamenti delle foglie, dei germogli e dei grappoli, apoplessia ed alterazioni del legno (punteggiature, striature e carie). Con il presente progetto di ricerca si intendono studiare i diversi aspetti della malattia, ed in maniera particolare la verifica dei funghi associati a malattie del legno della vite, la messa a punto protocolli di diagnosi di facile applicazione, l‟individuazione delle fasi di produzione delle barbatelle a maggior rischio di infezione, la costruzione di modelli statistici di distribuzione e previsione della malattia, l‟individuazione di fattori che sono alla base della gravità della malattia, la messa a punto di strategie di lotta sostenibili in vivaio e in campo, infine l‟adozione di idonee strategie per la divulgazione e disseminazione dei risultati.
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Santella Burruano., Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Infrastrutturali, Università degli Studi di Palermo – Dipartimento SENFIMIZO, Unità operative di ricerca - aziende vitivinicole - ditte private, 2013.