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Oltre alla proposta della denominazione Translation Studies, a James S. Holmes si deve, altresì, l’importante contributo fornito nel tentativo di delimitare il campo di studi della traduzione, che agli inizi della sua formalizzazione si trova ancora disseminata tra differenti discipline.

In particolare, Holmes definisce la traduzione come una disciplina empirica che ha due principali obiettivi:

(1) to describe the phenomena of translating and translation(s) as they manifest themselves in the world of our experience, and (2) to establish general principles by means of which these phenomena can be explained and predicted. The two branches of pure translation studies concerning themselves with these objectives can be designated descriptive translation studies (DTS) or translation

description (TD) and theoretical translation studies (ThTS) or translation theory

(TTh)33. (Holmes, 1988/1994:71)

Nello specifico, gli studi descrittivi rappresentano il ramo della disciplina che mantiene il contatto più stretto con i fenomeni empirici oggetto di studio, secondo una prospettiva analitica tripartita che rivolge l’attenzione al prodotto, alla funzione e al processo della traduzione (product-

oriented DTS, function-oriented DTS e process-oriented DTS). Gli studi teorici della traduzione,

invece, utilizzano i risultati degli studi descrittivi, associandoli alle informazioni fornite da altri campi e discipline affini, per elaborare principi, teorie e modelli che serviranno a spiegare e predire cosa sono e cosa saranno il tradurre e la traduzione (Holmes, 1988/1994:72-73).

Lo scritto di Holmes sottolinea tuttavia il fenomeno caratteristico della teoria della traduzione: piuttosto che di teoria generale, occorre parlare di teorie parziali e specifiche, ciascuna delle quali tratta un particolare aspetto dell’intera teoria della traduzione – teorie condizionate dal mezzo, dall’area, dal rango, dal tipo di testo, dal tempo, o dal problema (medium, area, rank, text-

type, time, problem) (Holmes, 1988/1994:73-76). Oltre alla pura ricerca fine a se stessa, la teoria

della traduzione descritta da Holmes, prevede un ulteriore ramo di indagine: gli studi traduttologici applicati (applied translation studies), che si concretizzano nel campo della didattica della

33 “(1) Descrivere i fenomeni del tradurre e della(e) traduzione(i) come si manifestano nel mondo

della nostra esperienza, e (2) stabilire principi generali per mezzo dei quali tali fenomeni possono essere spiegati e predetti. I due rami degli studi puri della traduzione riguardanti se stessi con questi obiettivi possono essere designati studi descrittivi della traduzione (SDT) o descrizione della traduzione (DT) e studi teorici della traduzione (STT) o teoria della traduzione (TT).” [Trad. nostra].

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traduzione, nella necessità di sussidi alla traduzione (lessicografici e terminologici, e grammaticali), nella politica della traduzione e infine nella critica della traduzione. Secondo la visione di Holmes, dunque, la teoria della traduzione prevede un rapporto dialettico tra i tre filoni di indagine, quello descrittivo, quello teorico e quello applicato

La sistematizzazione globale del campo d’indagine dei Translation Studies, messa a punto da Holmes nel 1972, può essere più chiaramente visualizzata attraverso lo schema successivamente presentato da Gideon Toury (1995:10), esponente della Scuola di Tel Aviv:

Figura 1. Mappa di Toury che mostra la strutturazione dei Translation Studies concepita da Holmes.

Holmes individua due principali aree di ricerca nel campo degli studi sulla traduzione: da un lato “studi della traduzione puri” (pure translation studies) e dall’altro “studi della traduzione applicati” (applied translation studies), con l’ulteriore specificazione che gli studi puri si distinguono in descrittivi (descriptive), ovvero finalizzati alla descrizione dei fenomeni della traduzione, e teorici (theoretical), in quanto intendono stabilire i principi generali per spiegare e predire tali fenomeni; inoltre, il ramo teorico è ulteriormente diviso in teorie generali e teorie parziali: le prime consistono nelle concettualizzazioni che si riferiscono ad ogni tipo di traduzione e propongono generalizzazioni valide per la traduzione in quanto tale, le seconde, invece, sono distinte secondo sei ulteriori restrizioni – mezzo, area, rango, tipo di testo, tempo, problema; il ramo descrittivo, parimenti, si orienta a tre differenti aspetti della traduzione, il prodotto, la

funzione e il processo. Gli studi della traduzione applicati, a loro volta, prevedono tre direzioni

d’indagine – formazione del traduttore, supporti alla traduzione, critica della traduzione (translator

training, translation aids, translation criticism), con ulteriori sottoclassificazioni, come mostra la

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Figura 2. Classificazione di Holmes degli studi applicati della traduzione, nella griglia di Toury (1995:11).

Volendo entrare nei particolari della teoria di Holmes per avere una panoramica più chiara della ripartizione del campo di studi della traduzione nelle diverse prospettive di indagine, occorre partire dall’approccio descrittivo, che, come già espresso, focalizza su tre aspetti (il prodotto, la funzione e il processo):

a) Gli studi descrittivi della traduzione orientati al prodotto (product-oriented DTS) esaminano le traduzioni esistenti. Ciò può implicare la descrizione o l’analisi di una singola coppia formata da testo di partenza e testo di arrivo, ma anche l’analisi di più testi di arrivo a partire dallo stesso testo originale, in una o più lingue di arrivo. Su scala ridotta, questi studi possono essere condotti su un ampio corpo di analisi traduttive riguardanti un certo periodo, una certa lingua o un certo tipo di testo/discorso; su larga scala, invece, si può seguire un percorso diacronico (seguendo lo sviluppo nel tempo) o sincronico (in un singolo momento o periodo di tempo).

b) Gli studi descrittivi della traduzione orientati alla funzione (funcion-oriented DTS) sono intesi da Holmes come l’analisi della situazione socioculturale in cui la traduzione è recepita, quindi, a suo dire, si tratta di “uno studio del contesto piuttosto che del testo” (Holmes, 1988/1994:72). Le questioni sulle quali si indaga sono: quali libri tradurre, quando e dove, e quali influenze essi esercitano. Quest’area di ricerca sulla traduzione, ancora poco indagata al tempo di Holmes, e che lo studioso inglese definisce “socio-translation studies” (lett. studi di socio- traduzione), gode oggi di maggiore popolarità e viene piuttosto identificata come “cultural-studies- oriented translation” (lett. traduzione orientata agli studi culturali), secondo l’analisi di Jeremy Munday, autore di un prezioso volume sui Translation Studies.34

34 J. Munday, Introducing Translation Studies: Theories and Applications, Routledge, London/New

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c) Gli studi descrittivi della traduzione orientati al processo (process-oriented DTS), infine, sono connessi alla psicologia della traduzione, ovvero all’indagine di ciò che avviene nella mente del traduttore.

I risultati della ricerca degli studi descrittivi della traduzione possono essere condotti nell’area degli studi teoretici, al fine di delineare tanto una teoria generale della traduzione quanto teorie parziali limitate a certi aspetti sopra menzionati, da cui si ricavano le seguenti teorizzazioni:

a) le teorie circoscritte al mezzo (medium-restricted theories), che fanno la distinzione tra la traduzione umana e la traduzione automatica;

b) le teorie circoscritte all’area (area-restricted theories), che dipendono dalle specifiche lingue o gruppi di lingue e/o culture implicate nella traduzione:

c) le teorie circoscritte al rango (rank-restricted theories), ovvero circoscritte ad uno specifico livello di parola o frase, che risentono della nascente tendenza dell’epoca di Holmes per l’analisi linguistica nella traduzione;

d) le teorie circoscritte al tipo di testo (text-type restricted theories), che prendono in considerazione le traduzioni sulla base del tipo di discorso o di genere testuale, per es. traduzione letteraria, economica, tecnica, etc.;

e) le teorie circoscritte al tempo (time-restricted theories), che si riferiscono a certi periodi o a certe sequenze temporali, come avviene per la storia della traduzione; f) le teorie circoscritte al problema (problem-restricted theories) che riguardano

specifiche problematiche, quali l’equivalenza o la questione se gli universali linguistici e la lingua tradotta esistono.

Come lo stesso Holmes sostiene, differenti limitazioni teoriche possono essere applicate nello stesso tempo allo studio della traduzione (Munday, 2001:11).

Per ciò che riguarda il ramo applicato degli studi sulla traduzione, invece, lo schema di Holmes prevede:

a) formazione del traduttore: metodi d’insegnamento, tecniche di verifica, stesura del curriculum;

b) supporti alla traduzione: per es. dizionari, grammatiche e tecnologia dell’informazione;

c) critica della traduzione: la valutazione delle traduzioni, ivi incluse le traduzioni degli studenti, e la revisione delle traduzioni pubblicate.

I tre rami di studio – teorico, descrittivo e applicativo – si influenzano reciprocamente. Tuttavia, la suddivisione, per quanto flessibile e aperta ad incorporare sviluppi successivi, è utile al fine di fornire una chiarificazione delle differenti direzioni d’indagine e una scissione nelle varie aree di lavoro, tentando così di superare la confusione e la mescolanza tra i vari settori della ricerca traduttologica. Pertanto, sebbene dal 1972 ad oggi la traduttologia abbia fatto considerevoli

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progressi, la mappa di Holmes risulta ancora utile come punto di partenza per lo studio di questa disciplina.