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5. Differenti approcci di critica delle traduzioni

5.2. Metodi di natura comparativa

5.2.2. Werner Koller

Un altro approccio di tipo comparativo alla critica delle traduzioni è contenuto nel volume di Werner Koller, Einführung in die Übersetzungswissenschaft del 1979125, dove l’argomento compare in brevi accenni, senza, tuttavia, godere di una più ampia e specifica trattazione.

All’interno della prefazione al volume, il riferimento alla critica delle traduzioni (in tedesco, Übersetzungskritik) è inserito nel discorso a proposito dei vari fattori intorno ai quali verte l’analisi della traduzione: il tipo di testo (genere); l’analisi testuale; l’analisi del testo nell’ottica del tradurre. A ciò si aggiunge l’opinione che la traduzione debba essere anche valutata e giudicata: è qui che si colloca la competenza della critica delle traduzioni (Koller, 1979/1992:23).

Ancora nella prefazione, inoltre, Koller accenna alla concezione secondo cui i principi essenziali, sulla base dei quali viene stabilito il grado di adeguatezza di una traduzione, devono trovare fondamento nello studio della traduzione ed essere rispecchiate dalle teorie traduttologiche.

125 Nel presente lavoro si fa riferimento alla quarta edizione del volume: W. Koller, Einführung in die Übersetzungswissenschaft , Quelle und Meyer Verlag, Heidelberg/Wiesbaden, 1992.

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Su questo punto lo studioso tedesco ritorna poco oltre, nel primo capitolo, dove ribadisce che spetta alla critica delle traduzioni il compito di enucleare i principi che guidano una traduzione, ovvero trovare quelle che Koller definisce le “teorie traduttive implicite” (implizite

Übersetzungstheorie), a cui si contrappongono le “teorie traduttive esplicite” (explizite Übersetzungstheorie) (Koller, 1979/1992:35).126

Il metodo da adottare a tal fine è quello del confronto tra testo originale e testo tradotto: si tratta, essenzialmente, di ricostruire la gerarchia seguita dal traduttore nel tentativo di ottenere l’equivalenza tra i due testi.

La concezione della critica delle traduzioni, in secondo luogo, verte sulla nozione di interpretazione. Poiché il traduttore, nel produrre il testo nella seconda lingua, ha compiuto delle scelte, vale a dire, ha preso le proprie decisioni sulla base del suo modo di interpretare il testo originale, dunque, anche il critico si deve avvalere dello stesso principio, ovvero l’interpretazione. Nel caso del critico, tuttavia, si tratta di ricostruire le interpretazioni del traduttore e la sua ricerca di adeguatezza (Koller, 1979/1992:49).

Un ulteriore compito della critica delle traduzioni riguarda le intromissioni che il traduttore può aver compiuto nel produrre il testo di arrivo. Concretamente, si tratta di scoprire gli interventi nel testo sul piano contenutistico, indagare la loro fondatezza e cercare di rivelare il contesto che ha condotto a tali intromissioni. Il critico deve, pertanto, indagare in che modo e in quale parte del testo siano stati lesi tanto l’autonomia dell’originale, quanto l’interesse del nuovo pubblico di leggere un testo privo di intromissioni. È necessario, altresì, accertarsi che certe intromissioni non siano realmente attribuibili al traduttore, ma riconducibili allo stesso autore dell’originale, ad esempio per mezzo di nuove edizioni della stessa opera (Koller, 1979/1992:112).

Koller concepisce la traduzione di opere letterarie come la concretizzazione di un testo in dato momento storico e rispetto ad un certo pubblico di lettori, e considera il traduttore come uno dei destinatari all’interno di un certo contesto storico e allo stesso tempo come colui che realizza una possibile concretizzazione storica sulla base dei criteri linguistici e stilistici della traduzione. E a tal proposito richiama l’attenzione sul fatto che l’ambiguità e l’indeterminatezza, che caratterizzano i testi letterari, fanno sì che essi vengano concretizzati in modo differente in situazioni storiche diverse e in virtù delle differenti ipotesi interpretative dei lettori. In altri termini, poiché la concretizzazione di testi letterari tradotti cambia a livello diacronico e sincronico (diversi lettori e diversi traduttori dello stesso testo in un certo periodo di tempo), sono possibili diverse traduzioni che rispecchiano le differenti concretizzazioni da parte del destinatario del testo tradotto. Si pone, dunque, la questione su quale sia l’interpretazione o la concretizzazione corretta delle

126 Per teorie traduttive esplicite (explizite Übersetzungstheorie) Koller intende “le asserzioni

teoriche circa i metodi, i principi e i procedimenti traduttivi con cui il traduttore porta avanti il suo lavoro”; mentre per traduttive implicite (implizite Übersetzungstheorie) intende “le decisioni preliminari e i principi traduttivi che si possono estrapolare dalla traduzione stessa, ovvero dal confronto tra originale e traduzione” [Trad. nostra] (Koller, 1979/1992:35).

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intenzioni dell’originale. È qui che interviene il ruolo della critica delle traduzioni, la quale deve analizzare le concretizzazioni della traduzioni rispetto ai suoi effetti linguistici e stilistici (Koller, 1979/1992:121-122).

La critica delle traduzioni, inoltre, rappresenta per Koller uno dei nove ambiti principali che costituiscono lo studio della traduzione: (1) le teorie traduttologiche; (2) lo studio di tipo linguistico; (3) l’analisi incentrata sul testo; (4) l’analisi del processo traduttivo; (5) la critica scientifica della traduzione; (6) lo studio applicato della traduzione, che fornisce gli strumenti utili alla pratica traduttiva, quali i dizionari di vario tipo; (7) la connessione con altre discipline scientifiche, quali la linguistica, la letteratura, la filosofia, etc.; (8) lo sviluppo delle varie teorie traduttive nella storia e l’analisi della ricezione delle traduzioni nelle varie epoche; (9) la didattica della traduzione (Koller, 1979/1992:125-127).

All’ambito di competenza della critica, di fatto, Koller ricollega i primi tre punti sopramenzionati, in quanto ognuno di essi gioca un ruolo determinante ai fini dell’analisi critica delle traduzioni.

La prospettiva teorica, ad esempio, fornisce al critico le risposte ai quesiti fondamentali sul tradurre, relativi alla concezione traduttiva, alle strategie, ai metodi, alla ricezione del prodotto, al processo traduttivo, all’equivalenza, e così via.

In secondo luogo, lo studio di tipo linguistico, inteso a descrivere i potenziali equivalenti tra due testi (o meglio, tra i lessemi, i sintagmi e le frasi appartenenti al testo originale e alla traduzione), fornisce i criteri e chiarisce i fattori che stanno alla base di una determinata scelta da parte del traduttore tra le possibili varianti equivalenti. Questo stesso approccio può essere utilizzato dal critico che vuole condurre un’indagine mirata a chiarire il rapporto di equivalenza tra l’originale e la traduzione, stabilendo un confronto sul piano semantico, sintattico e stilistico, ma anche individuando le soluzioni adottate nel caso di particolari difficoltà traduttive (ad esempio, metafore, elementi culturali, giochi di parole, etc.).

L’analisi incentrata sul testo, inoltre, rientra nell’ambito metodologico e nei criteri della critica delle traduzioni, in quanto fornisce i fondamenti teorici e metodologici per indagare l’adeguatezza del testo tradotto rispetto alle norme linguistiche, stilistiche e letterarie del sistema culturale ricevente, alle situazioni comunicative e alle esigenze del nuovo pubblico di lettori. Tale tipo di approccio, infatti, pone a confronto il testo originale e la traduzione al fine di enucleare, sistemare e correlare gli elementi relativi alla lingua, allo stile e alle peculiarità estetiche del testo di partenza con i loro equivalenti nel testo di arrivo e le norme corrispondenti, tenendo conto sia del livello linguistico e stilistico micro-strutturale che del livello testuale macro-strutturale.

A nostro avviso, nell’ottica della critica delle traduzioni rientra anche il quarto dei nove ambiti di studio della traduzione, vale a dire quello dell’analisi del processo traduttivo, che invece Koller non considera. Tuttavia, dalla sua stessa descrizione, lo studio del processo traduttivo risulta del tutto pertinente ai criteri, alla metodologia e alle finalità della critica della traduzione: indagare i

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processi mentali del traduttore e in particolare le strategie che il traduttore professionale applica nel risolvere problemi relativi alla comprensione, all’analisi, al trasferimento e alla formulazione del testo nella lingua di arrivo (Koller, 1979/1992:127).

Il punto fondamentale relativo alla critica delle traduzioni nell’ottica di Koller, infine, consiste nell’obiettività dei criteri valutativi messi in atto nel giudicare una traduzione (Koller, 1979/1992:125-127).