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Dialogo 5+5

Nel documento La sicurezza nel Mediterraneo: un'utopia? (pagine 87-91)

Il progetto, auspicato da parte del Presidente francese Mitterand a partire dal 1983, emerse per la prima volta nella Conferenza di Roma del 10 ottobre 1990 con il nome di “Processo di Cooperazione del Mediterraneo Occidentale”. A livello governativo la cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo occidentale ebbe origine formalmente nell’ottobre del 1991 ad Algeri. Venne costituito dunque il Dialogo 5+5 che vedeva protagonisti da un lato Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Malta e dall’altro i paesi che appartenevano all’Unione del Maghreb Arabo ovvero Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritana. Agli arbori della sua istituzione in Dialogo visse un decennio di stallo dovuto alle sanzioni ONU imposte alla Libia legate all’affare Lockerbie; dopo la “pausa” decennale, l’iniziativa venne ripresa nel gennaio 2001 grazie alla Conferenza Ministeriale di Lisbona, seguita da quella a Tripoli nel maggio 2002 e in Tunisia nel dicembre 2003. Nel gennaio 2003 in seno alla Riunione dei membri del Dialogo 5+5 avvenuta in territorio libico, scelta geografica che sottolineava come le precedenti sanzioni ONU fossero acqua passata, fu approvata una Dichiarazione finale che evidenziava il concetto di responsabilità condivisa della pace e delle sicurezza della regione. Veniva posto inoltre maggiore interesse nell’approfondire la cooperazione in campo economico, culturale e sociale tra i 10 paesi membri. 109 Durante la seconda Riunione svoltasi a Parigi il 7 dicembre 2004 gli stati del Dialogo, in un clima di assoluta collaborazione, iniziarono a porre maggiore attenzione alla questione dell’immigrazione clandestina, sottolineando così come questa questione necessitasse una risposta globale. L’obiettivo era

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L. PEZONE (a cura di), Sicurezza e Cooperazione nel Mediterraneo contemporaneo, Fondazione Mezzogiorno Europa num. 20, Napoli, 2012 [ Disponibile all’indirizzo:

http://www.mezzogiornoeuropa.it/admin/files_upl/120229040203%20sicurezza_e_cooperazione_nel_mediterraneo_contemporaneo.pdf ]

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http://www.diplomatie.ma/Politique%C3%A9trang%C3%A8re/M%C3%A9diterran%C3%A9e/DialogueenMediterraneeOccidentale/tabi d/185/language/en-US/Default.aspx

82 quello di portar ad un più alto livello di sviluppo i paesi della sponda Sud, diminuendo così il divario tra le due sponde del bacino del Mediterraneo e rendendo possibile di conseguenza una condizione di maggior equilibrio tra le parti. Una situazione più omogenea e più equilibrata contribuirebbe sicuramente a rendere la regione mediterranea più stabile e sicura, alleviando inoltre le situazioni di tensione sia interna e internazionale. La terza Riunione svoltasi in Marocco a Rabat il 23 e il 24 novembre 2006 ebbe come ordine del giorno “ Le sfide del Mediterraneo”; vennero analizzati in questa sede i problemi legati alla sicurezza, come per esempio il fenomeno dell’emigrazione, al dialogo tra le civiltà e ai processi di democratizzazione e crescita economica; per ognuno di questi temi gli Stati membri cercavano sempre di trovare gli strumenti a loro più adatti. È a partire dal 2002 che il Dialogo 5+5 può essere considerato come un efficace forum per l’apporto di nuove idee e dibatti riguardanti temi di interesse comune nell’area del Mediterraneo occidentale; con il passare del tempo il processo è andato via via assumendo sempre più una struttura informale e flessibile, finendo poi per aprirsi progressivamente ad ambiti di lavoro differenti non più limitati al contesto economico-politico. Questa flessibilità di azione si rivelò un elemento cardine per lo sviluppo del Dialogo e favorì una stretta collaborazione di natura collaborativa e pragmatica tra i Paesi membri passando così da un piano meramente politico a uno più pratico.

Vari settori vennero presi in considerazione nel corso del tempo nell’ambito del Dialogo 5+5; tra questi è possibile menzionare le questioni internazionali e interne, le migrazioni, l’occupazione e le questioni sociali, le relazioni parlamentari, la difesa, il turismo, i trasporti, l’educazione, la questione ambientale e quella energetica.

Ad oggi si tenne solo un Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei 10 paesi membri nel 2003 in quanto il secondo Vertice programmato per il 2011 fu annullato a causa della situazione di crisi in Libia. Si promosse allora nel settembre 2010 un Vertice informale a Tripoli durante il quale gli Stati del Dialogo ribadirono e posero nuovamente in primo piano quelle che erano le caratteristiche essenziali dell’iniziativa del 5+5.110

Per ciò che concerne i Ministri degli Esteri questi programmarono una Conferenza Ministeriale che si riunisce con cadenza annuale; in seno dell’ultima Conferenza tenutasi a Roma il 20 febbraio 2012 venne posto l’obiettivo di rilanciare l’Unione Araba del Maghreb come elemento cardine nel programma di lavoro nel bacino del Mediterraneo occidentale.

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83 Il carattere multidisciplinare del Dialogo viene inoltre sottolineato dalla celebrazione periodica di Conferenze Ministeriali Settoriali durante le quali vengono discussi nuovi progetti di cooperazione e nuovi piani per la loro attuazione da raggiungere in tempi piuttosto brevi. Le riunioni ministeriali vengono organizzate ad hoc e si celebrano almeno con una cadenza biennale; tra le ultime che hanno avuto luogo troviamo la Seconda Riunione dei Ministri dell’Educazione celebrata a Tunisi nel marzo del 2010, la Settima Riunione per l’Immigrazione celebrata e Tripoli nel dicembre del 2010, la Riunione dei ministri della Difesa per l’Iniziativa 5+5 svoltasi a Nuakchot nel novembre 2011 e la Settima Riunione dei ministri dei Trasporti del Mediterraneo Occidentale sviluppatasi il 13 marzo sempre del 2011 ad Algeri.111 Il Dialogo 5+5 venne considerato come un progetto agile, informale e originale; la sua originalità dipendeva essenzialmente da due elementi ovvero per la sua considerazione del Mediterraneo Occidentale come un’area integrata e caratterizzata da un’affinità tra i Paesi che vi si affacciano e per la sua valutazione a carattere multidimensionale del concetti di sicurezza.

2.9.1 Iniziativa 5+5 della difesa

Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 gran parte dell’attenzione dei Paesi del Dialogo fu rivolta alle questioni riguardanti il terrorismo e la proliferazione del crimine organizzato. Fu dunque in questo clima di paura e sfiducia che la Francia nel luglio del 2004 propose una nuova iniziativa per raggiungere la sicurezza nel Mediterraneo. La formazione iniziale della proposta era 4+3 ovvero Portogallo, Spagna, Francia e Italia da un lato e dall’altro Tunisia, Marocco e Algeria ma bene presto a questi Paesi si aggiunsero anche Malta, Libia e Mauritania recuperando così la formazione originale del Dialogo 5+5. Il 21 dicembre 2004 i Ministri della Difesa dei 10 Paesi membri firmarono a Parigi una Dichiarazione d’Intenti portando così alla nascita l’Iniziativa 5+5 per la sicurezza del Mediterraneo. Nella Dichiarazione presentata da parte del Ministro spagnolo furono indicati i meccanismi di regolazione e gli obiettivi quali il mutuo riconoscimento dei paesi membri, il rafforzamento della confidenza tra questi al fine di sviluppare la cooperazione multilaterale e di promuovere appunto, come fine ultimo, la sicurezza nel Mediterraneo. La cooperazione multilaterale di difesa viene approvata e sviluppata in seno al Comitato Direttore e si materializza attraverso un Piano di Azione Annuale; il Comitato è formato da due rappresentanti del Ministero della Difesa di ciascun dei 10 Paesi che provvedono a riunirsi semestralmente. Tra le attività

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84 dell’Iniziativa si possono menzionare tre assi cruciali concernenti la sorveglianza marittima, la sicurezza aerea e la cooperazione in materia di protezione civile in caso di catastrofi naturali o di crisi umanitarie.

La sorveglianza marittima risulta essenziale in quanto il Mediterraneo viene considerato in una prospettiva di cooperazione per divenire poi uno spazio comune; anche la sicurezza aerea ottenne una maggior attenzione in seguito alle crescenti minacce poste dal terrorismo internazionale. Il controllo delle reti aeree porta infatti ad un incremento delle misure difensive collettive a disposizione dei singoli stati. Infine la protezione civile si sviluppa in un contesto di crescente attenzione verso il tema della human security.112

La maggior snellezza dell’Iniziativa porta ad un più alto livello di dinamismo grazie al clima di fiducia che si è venuto a sviluppare; l’Iniziativa 5+5 della difesa, come il Dialogo 5+5, costituisce un progetto che riguarda solo il Mediterraneo occidentale il quale però viene inteso in una prospettiva di cooperazione collettiva più ampia. Questo può essere in definitiva un ulteriore passo per il tanto atteso incontro Nord/Sud in quanto la Governance del bacino viene considerata in questo contesto come una responsabilità condivisa.

Essendo il mio lavoro focalizzato nel contesto del Mediterraneo presterò maggior attenzione all’esercizio della sicurezza marittima. A partire dal 2008 Spagna e Portogallo svilupparono in forma alternata un programma per la sicurezza marittima nelle acque di entrambi i Paesi chiamato “Seaborder” ; in contemporanea Malta e Italia esercitavano l’operazione “Canale” che interessava la zona più orientale dello spazio marino dell’Iniziativa.

Nel concludere il discorso sul Dialogo 5+5 e sull’Iniziativa 5+5 della difesa è doveroso affermare come il primo successo del Dialogo è di aver permesso l’unione di tutte le nazioni della zona superando le possibili controversie di vicinato. Nel Mediterraneo occidentale questo ha infatti permesso la creazione di una maggiore omogeneità geografica che rese più facile la fiducia e la comprensione tra le 10 nazioni. La proposta dell’allargamento del Dialogo a più paesi pur essendo di estremo interesse non è affatto semplice; ad oggi l’unica proposta è quella del Dialogo 6+6 includendo nel progetto anche Grecia e Egitto.

Tornando all’Iniziativa 5+5 della difesa bisogna sottolineare come questa abbia dimostrato la capacità da parte di tutti i Paesi membri di attuare delle reti comuni efficaci per la sicurezza e la difesa, dimostrando così di essere in grado di scambiarsi informazioni e di lavorare in maniera congiunta. La cooperazione economico-politica ha facilitato la fiducia e la

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85 trasparenza, quali fattori essenziali per ridurre i possibili conflitti soprattutto in riferimento alle guerre civili. Se gli obiettivi del piano politico vennero realizzati grazie allo stretto legame tra pace, sicurezza e sviluppo, il piano economico non fu altrettanto trionfante in quanto i 10 Paesi membri non furono in grado di incrementare il flusso di Investimenti Esteri Diretti nei Paesi a Sud del Mediterraneo Occidentale. Il Dialogo ottenne modesti successi anche a livello sociale soprattutto nello studio dell’immigrazione illegale e nello scambio di informazioni tra gli Stati per contrastare questo fenomeno; nella lotta contro l’immigrazione infatti il Gruppo 5+5 può esser considerato come un forum di mediazione utile sia ai Paesi della sponda Nord che a quelli a Sud. Il Dialogo 5+5 fu in grado di mantenere nel tempo un ruolo di prominenza grazie alla sua funzione complementare al Processo di Barcellona, del quale è stato già discusso in precedenza. È doveroso concludere questa sezione evidenziando come il Dialogo 5+5 resti comunque un progetto consolidato e costituisca un vero e proprio modello di cooperazione e integrazione regionale.

Nel documento La sicurezza nel Mediterraneo: un'utopia? (pagine 87-91)