Come si è potuto leggere nei paragrafi precedenti la NATO oltre a partecipare attivamente al Dialogo Mediterraneo prende parte ad una serie di altre iniziative che prendono il nome di “Grande Medio Oriente”. La partecipazione dell’Alleanza a tali attività si basa sostanzialmente su 3 punti centrali, ovvero le azioni militari in Afghanistan, l’addestramento delle forze di sicurezza in Iraq e la conduzione dell’Iniziativa di cooperazione di Istanbul. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 il governo americano era estremamente convinto che bisognasse intervenire nella regione mediorientale con lo scopo di superare l’arretratezza sociale, economica e politica. Nel tentativo di limitare le minacce poste dal terrorismo, il cui epicentro era considerato proprio il Medio Oriente, era necessario
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104 promuovere delle riforme democratiche e economiche nei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente157. Fu verso la fine del 2003 che l’area del “Grande Medio Oriente” iniziò ad essere considerata un obiettivo della politica di sicurezza nazionale, soprattutto per ciò che concerne la lotta al terrorismo; dal punto di vista geografico l’area presa in considerazione è piuttosto grande in quanto comprende Nord Africa e Medio Oriente estendendosi inoltre fino all’Asia Centrale e al Pakistan158. Tuttavia, il progetto americano circa il “Grande Medio Oriente” era dato da due versioni tra loro differenti: quella originaria che circolò in modo non ufficiale all’inizio del 2004 includeva in maniera unilaterale anche il Pakistan; la versione definitiva presa in seno al Vertice del G8 di Sea Island prendeva in considerazione un ambito più ristretto dal punto di vista geografico limitato al “Broader Middle East and North Africa- BMENA”.159
Il governo americano estremamente interessato a sviluppare delle politiche nel contesto del Grande Medio Oriente pensò ad una serie di politiche integrate tutte in una sola Iniziativa. L’Iniziativa suddetta venne poi scissa in due progetti maggiori:
- Il Partenariato per il Grande Medio Oriente del G8, approvato da Capi di Stato e di Governo del G8 a Sea Island nel giugno del 2004;
- Il secondo progetto venne approvato sempre nel giugno del 2004 in seno al Vertice di Istanbul con il nome di Iniziativa di cooperazione di Istanbul che verrà qui di seguito analizzata più dettagliatamente.
Il progetto del G8 prende in considerazione non solo le riforme politiche e sociali ma anche la cooperazione in campo economico. Questa Iniziativa riguarda tutti i Paesi dell’Occidente e della regione del Mediterraneo che risultavano interessati ad avviare tali riforme; si tratta di un “Partenariato per il Progresso e un Comune Futuro con il Medio Oriente allargato e il Nord Africa”. Questo Partenariato è organizzato in un Forum per il Progresso formato dai Ministri degli Esteri dei Paesi aderenti e in una serie di dialoghi paralleli promossi dal Forum nei confronti della società civile; il Partenariato inoltre si basa su una forma di co-operazione
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L. PEZONE (a cura di), Sicurezza e Cooperazione nel Mediterraneo contemporaneo, Fondazione Mezzogiorno Europa num. 20, Napoli, 2012 [ Disponibile all’indirizzo:
http://www.mezzogiornoeuropa.it/admin/files_upl/120229040203%20sicurezza_e_cooperazione_nel_mediterraneo_contemporaneo.pdf ]
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R. ALIBONI, La Nato e il Grande Medio Oriente, Istituto Affari Internazionali, Roma, 2005 [ Disponibile all’indirizzo: http://www.iai.it/pdf/oss_transatlantico/20.pdf ]
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L. PEZONE (a cura di), Sicurezza e Cooperazione nel Mediterraneo contemporaneo, Fondazione Mezzogiorno Europa num. 20, Napoli, 2012 [ Disponibile all’indirizzo:
105 regionale fra i Paesi del G8 e i vari Governi dell’area e su uno sviluppo della società civile relativa a quell’area geografica.160 Il Progetto delle NATO invece mira a stabilire la cooperazione a livello economico e della sicurezza e si rivolge ai sette Paesi del Dialogo Mediterraneo e ai membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo: Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Oman, Bahrein, Emirati Arabi Uniti. Il programma della NATO in sostanza è dato da un avanzamento del Dialogo Mediterraneo verso un vero e proprio partenariato e dal programma approvato con l’Iniziativa di cooperazione di Istanbul; questo programma consisteva in un progetto per portare non solo ai Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo ma anche ad altri Paesi limitrofi a tale regione, le attività e i programmi che vennero in precedenza adottati con i Paesi del Mediterraneo.161
3.7.1 Gli obiettivi del Grande Medio Oriente
Il governo americano era impegnato in una strategia di punta basata sulla libertà, il cui fine ultimo era quello di migliorare le situazioni sociali, economiche e politiche dell’area del Grande Medio Oriente. L’obiettivo cardine era inoltre quello di promuovere la democrazia e il rispetto per i diritti umani nel mondo intero; la strategia di punta (forward), come la descrive Tamara Cofman Wittes, analista americana, “ è così la faccia politica, da tempo anticipata, dello sforzo dell’America contro il strategy terrorismo… la democrazia del mondo arabo ( e nel più vasto ambito musulmano) è necessaria per marginalizzare gli estremisti dell’islamismo, delegittimare la violenza politica e, perciò, rendere il mondo più sicuro per gli americani.”162 La promozione americana della democrazia nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa trova il suo scopo ultimo nell’annientamento del pericolo proveniente dal terrorismo.
In generale si può affermare che la strategia americana, quale pilastro della sua politica estera, è fondata essenzialmente su due diversi livelli; il primo, di carattere internazionale, è dato dal Partenariato per il Progresso e un Comune Futuro con il Medio Oriente allargato e il Nord Africa, mentre il secondo a livello transatlantico attraverso un dialogo su temi di sicurezza facente capo al Dialogo Mediterraneo e all’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul.
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http://www.affari-esteri.it/Affari_Esteri_148.pdf
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R. ALIBONI, La Nato e il Grande Medio Oriente, Istituto Affari Internazionali, Roma, 2005 [ Disponibile all’indirizzo: http://www.iai.it/pdf/oss_transatlantico/20.pdf ]
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106 Per ciò che concerne le attività militari della NATO nella regione del BMENA, il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul sono simili in quanto quello che fu dapprima sperimentato dai Paesi del Mediterraneo, venne successivamente “trasportato” ai Paesi membri dell’Iniziativa di cooperazione di Istanbul.163
Dopo aver analizzato in breve il contesto del Grande Medio Oriente focalizzerò la mia attenzione al progetto della NATO circa l’Iniziativa di cooperazione di Istanbul.