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Il sistema di prevenzione dei conflitti

Nel documento La sicurezza nel Mediterraneo: un'utopia? (pagine 159-161)

La regione mediterranea, come già accennato in precedenza, è costituita da un insieme di fattori di instabilità come per esempio il sottosviluppo e la mancanza di un buon governo, ovvero problemi che affliggono soprattutto la sua sponda meridionale. Le situazioni critiche possono trasformarsi in veri e propri rischi, i problemi transnazionali della sicurezza del bacino non risultano appropriatamente controbilanciati da un’adeguata cooperazione intergovernativa e mancano inoltre tutte quelle politiche che stanno alla base della prevenzione dei conflitti. Verranno qui di seguito forniti i concetti di base della teoria della prevenzione dei conflitti che è costituita essenzialmente da otto punti. Per prima cosa è opportuno sottolineare che lo scopo della prevenzione dei conflitti è quello di diminuire il livello delle tensioni politiche attraverso azioni preventive indirizzate a limitare la durata e l’intensità dei conflitti. In secondo luogo la teoria si occupa delle tensioni prima che queste possano degenerare in conflitti armati; le componenti fondamentali della prevenzione sono date dall’allerta preventiva e dalla risposta preventiva. Mentre l’allerta consiste nel raccogliere informazioni provenienti dalle ipotetiche aree di crisi, la risposta preventiva è costituita da azioni rapide volte ad evitare lo scoppio di violenti conflitti. La teoria analizzata prende in considerazione solo i potenziali conflitti armati; per conflitti potenziali inoltre si intendono tutte quelle situazioni di tensione politica durante le quali la violenza armata è pressoché assente o rara. In ultima istanza l’analisi dei conflitti è costituita da una serie di parametri specifici come per esempio gli attori coinvolti e lo stadio del conflitto preso in causa.

Nell’adattare questa teoria al contesto euro-mediterraneo è opportuno prendere in considerazione due punti essenziali : per prima cosa il sistema di prevenzione dei conflitti “deve essere modellato sui caratteri specifici della conflittualità dell’area cui si rivolge; in

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154 secondo luogo, deve essere commisurato agli obiettivi e alle risorse dei principali attori capaci di svolgere un’azione di prevenzione dei conflitti nel contesto euro-mediterraneo”.249

4.9.1 La struttura dei conflitti in Nord Africa e in Medio Oriente

Le situazioni dei paesi dell’area meridionale del Mediterraneo sono caratterizzate da alcuni fattori comuni, in primis vale la pena menzionare la condizione di fragilità interna in cui versano gran parte degli stati arabi. Questa fragilità dei governi e dei sistemi politici è aggravata della vulnerabilità esterna, che risulta essere anche una delle principali cause dell’instabilità della regione mediterranea.

E’ stato analizzato che le cause principali dei conflitti intra-statali sono attribuibili “alle linee di frattura strutturale della geografia etnica, religiosa e comunitaria dei vari stati e alla debolezza dei processi di formazione nazionale e democratica”.250 Lo sviluppo di conflitti interstatali è legato alla presenza di questioni nazionali irrisolte tra cui quella palestinese con le sue implicazioni ad ampio raggio nella questione arabo-israeliana, il problema della supremazia nel Maghreb in relazione soprattutto al conflitto sul Sahara occidentale e la questione dell’identità nazionale e internazionale della Turchia considerata un elemento influente nelle relazioni con l’Europa e il Medio Oriente. Nonostante gran parte di conflitti fossero considerati risolti questi ad oggi non risultano tali, ma al contrario sono ancora attivi e fanno spesso sentire la loro “presenza”. Il conflitto arabo-israeliano-palestinese riveste in questo senso un ruolo cardine in quanto la risoluzione per esso adottata risultò del tutto inefficace e non portò i risultati sperati, come dimostrato dai recenti avvenimenti.

I conflitti intra-statali di tipo etnico e religioso non sono considerati un fattore di rischio a livello interstatale poiché non ritenuti in grado di provocare il collasso di uno Stato.

4.9.2 La catena operativa per la prevenzione dei conflitti nell’area euro-mediterranea

Il sistema di prevenzione dei conflitti dovrebbe essere fondato su un mandato politico, su delle risorse ad esso dedicate e su una sequenza formalizzata di procedure; la catena di prevenzione è composta da quattro elementi: “allerta preventiva, analisi delle possibili opzioni di azione preventiva, pianificazione delle azioni preventive, implementazione e valutazione delle risposte.”251

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L. BARDI, F. BICCHI, S. GIUSTI (a cura di), Dimensioni e dilemmi della sicurezza nel Mediterraneo, cfr. cit. pag. 28

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L. BARDI, F. BICCHI, S. GIUSTI (a cura di), Dimensioni e dilemmi della sicurezza nel Mediterraneo, cfr. cit. pag. 35

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155 In ambito della prevenzione dei conflitti prenderò in considerazione il software Med Country Conflict Profile, uno strumento utile a sviluppare un indice dei potenziali conflitti aventi origine in un Paese del Mediterraneo; si tratta di un sistema computerizzato il cui obiettivo è quello di identificare la causa, la tipologia e il grado di intensità dei conflitti. Partendo da una base di dati indicanti i potenziali valori di rischio, il programma è in grado di studiare i conflitti e le loro evoluzioni; questo software sino ad oggi è stato usato in via sperimentale in relazione a dei programmi per la cooperazione circa la sicurezza tra i Paesi membri del Partenariato Euro-Mediterraneo specialmente tra Italia e Giordania.

In base alle più recenti evoluzioni dei conflitti questa politica di prevenzione dei conflitti può a tratti sembrare inadatta e nonostante le iniziative di cooperazione in materia di sicurezza siano evolute nel corso del tempo, queste non si sono dimostrate sempre pienamente efficaci. La politica di prevenzione rimane tuttora un patrimonio ingente di riflessioni e considerazioni. Dopo avere focalizzato l’attenzione sulla teoria dei conflitti e le peculiarità mediterranee metterò a confronto l’approccio statunitense e quello europeo.

4.10 Gli approcci degli USA e dell’UE in Medio Oriente e in Nord Africa:

Nel documento La sicurezza nel Mediterraneo: un'utopia? (pagine 159-161)