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Diffusione cronologica della tipologia

PUDICITIA O PUDICITIAE?

GT 2 Diffusione cronologica della tipologia

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TIPOLOGIA

II

Le figure appartenenti alla Tipologia II sono accumunate dai seguenti tratti: la gamba d’appoggio è quella destra, quella sinistra è leggermente flessa e un poco spostata verso l’esterno e all’indietro. Il braccio sinistro è portato in grembo, il destro è piegato verso l’alto parallelamente all’asse del corpo, la mano afferra un lembo della veste all’altezza, grosso modo, della spalla destra. Caratteristica è la foggia della veste che si tende al braccio sinistro e, nella gran parte degli esemplari, si avvolge intorno all’avambraccio ricadendo con un lembo sul davanti. La veste può presentare, in alcuni casi (e.g. nr. 9, 12, 13, 53), un bordo frangiato.

La Tipologia II è attestata tanto per la statuaria, quanto per il rilievo, ed è una di quelle cui sono riconducibili un numero maggiore di esemplari.

Dal punto di vista della diffusione geografica, tutti gli esemplari riconducibili a questo tipo provengono dall’area microasiatica: dalle città della costa egea dell’Anatolia, partendo dalla Bitinia (compreso un esemplare da Amasra sulla costa del mar Nero, nr. 23) fino ad arrivare ad Antalya oltre che dalle isole dell’Egeo meridionale e settentrionale. Sembra che questa tipologia abbia goduto di un particolare successo nella città di Smirne. Unica eccezione è l’esemplare nr. 20, una statua proveniente da Tegea, il quale, oltre ad essere così isolato, risulta problematico anche dal punto di vista della datazione. Linfert discute la cosa, affermando, prima, che si tratterebbe del «Frühestes freiplastisches Beispiel» del tipo Saufeia (addirittura riportando una proposta di datazione al III sec. a C.), concludendo però che «eine gesicherte Datierung kann jedoch schon wegen geographischen Isolation der Figur kaum gegeben werden.»45 In effetti anche Alexandridis46 ed Eule47, menzionando l’esemplare, dissentono riguardo

alla proposta di datazione: la prima ipotizza si possa addirittura collocare in epoca adrianea, la seconda propone un periodo compreso tra il 220 ed il 200 a.C.. In entrambi i casi si tratta di ipotesi che esulano da quella che sembra essere il torno di tempo in cui la tipologia si dovrebbe collocare: nessun altro esemplare è infatti anteriore al II sec. a.C. e solo una stele, la nr. 40 proveniente da Sardi, sembrerebbe doversi datare al II sec. d.C.. Anche per la statua nr. 15 da Nicomedia, sono state avanzate due proposte di datazione, l’una al I sec. a.C. (Eule), l’altra ad epoca traianea/adrianea (Kruse): per l’esemplare che sembra, in verità, di fattura piuttosto modesta, sembrerebbe che l’ipotesi da preferire sia la prima. Al netto di questi casi controversi, la stragrande maggioranza degli esemplari è riconducibile al periodo che va dalla metà del II sec. a.C., alla metà del I a.C.. In particolare, la gran parte delle stele funerarie con questo soggetto, si concentra proprio a cavallo tra i due secoli; nessuna statua è databile oltre questo periodo. Poche stele, invece, stilisticamente piuttosto lontane dagli esemplari

45 Linfert 1976, pag. 149.

46 Pag. 265, nr. 10.

55 ellenistici, sarebbero invece da datare in epoca compresa tra I se II sec. d.C.: si tratta comunque di casi piuttosto isolati per i quali, più che di appartenenza alla Tipologia II strictu sensu, si potrebbe parlare di una generica ispirazione all’attitudine del tipo Pudicitia.

Riconducibili, in qualche modo, a questa tipologia sono anche alcuni esemplari seduti: due di questi (nr. 69, 70) provenienti dall’Italia e databili tra la fine dell’epoca repubblicana e l’inizio di quella imperiale; un altro (nr. 71) di datazione molto alta (intorno al 320 a.C.) e provenienza greco-orientale. Anche per questi esemplari vale il ragionamento per cui, più che di un’effettiva appartenenza alla tipologia I, si può parlare semplicemente di un’attitudine analoga al tipo della Pudicitia.

VARIANTI:

 Nr. 64: si tratta dell’esemplare proveniente da Magnesia, ritratto di Saufeia ed eponimo delle tipologie Pinkwart e Linfert. Il braccio destro è parzialmente perduto, tuttavia sembra di intuirne un’inclinazione anomala rispetto alla norma della tipologia.

 Nr. 65: esemplare, oggi presso Bergamo, e di provenienza ignota, rispetto alla norma della tipologia la gamba portante è la sinistra e non la destra.

 Nr. 66, 67: l’attitudine generale sembra analoga a quella del tipo I, tuttavia manca il lembo della veste avvolto intorno all’avambraccio sinistro e la mano destra stringe il velo in modo peculiare. Si potrebbe con qualche ragione sostenere la loro vicinanza, quantomeno stilistica, alla tipologia VI.

 Nr. 68: frammento di lastra con rilievo. Lo stato di conservazione è talmente frammentario da non poter con totale sicurezza attribuirlo alla tipologia II: potrebbe essere invece riconducibile alla tipologia IX?

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MP 7 - Diffusione geografica della tipologia II

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TIPOLOGIA

III

Le figure appartenenti alla Tipologia III sono accumunate dai seguenti tratti: la gamba d’appoggio è quella destra, quella sinistra è leggermente flessa. Il braccio destro è portato in grembo, il sinistro è piegato verso l’alto parallelamente all’asse del corpo, la mano afferra un lembo della veste all’altezza, grosso modo, della spalla sinistra. La mano destra stringe la veste che avvolge completamente il braccio andando a disegnare una linea diagonale tra la spalla destra e la mano. In diversi esemplari (nr. 72, 75, 77, 78, 82, 83, 84, 85) un lembo della veste scende dalla spalla sinistra lungo tutto il fianco sinistro della figura.

La tipo III è attestato unicamente in riferimento a rilievi funerari e risulta diffuso in un numero piuttosto limitato di esemplari.

Piuttosto omogenea è la distribuzione della tipologia, tanto sotto il punto di vista geografico, quanto dal punto di vista cronologico. Tutti gli esemplari (con l’eccezione del nr. 83 da Madytos, sulla costa tracica) provengono da ambito microasiatico. In questo quadro è eccezionale il numero di pezzi riconducibili alla città di Smirne. Cronologicamente tutte le stele sono databili alla fine del II sec. a.C..

VARIANTI:

 Nr. 86, 87, 90: il primo dei tre esemplari è la Cleopatra di Delo, esemplare eponimo del tipo Pinkwart; il secondo è una statua del tutto simile, oggi conservata ad Oxford; il terzo è una stele funeraria con rilievo figurato proveniente da Rineia. Peculiari di questi oggetti sono, da una parte la resa della veste che tanto strettamente sembra avvolgere il fianco destro, dall’altra la posizione del braccio sinistro, il quale, anziché salire in modo verticale, parallelamente all’asse della figura, incrocia sul petto in direzione della spalla opposta. È possibile si tratti di una variante deliota?

 Nr. 88, 89: l’elemento che differenzia i soggetti di questi tre rilievi dalla tipologia II è costituito dal braccio sinistro che incrocia sul petto anziché salire verticalmente verso la spalla sinistra.

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GT 4 - Diffusione cronologica della tipologia I