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DEFINIZIONE TIPOLOGICA

MP 3 - Diffusione geografica del tipo c.d. Pudicitia nel corso della fase ellenistica

Il motivo che abbiamo descritto, il quale in qualche modo circolava già da tempo, conobbe, probabilmente verso la fine del III sec. a.C., la propria trasposizione in quella che davvero, a partire da questo momento, possiamo definire tipologia Pudicitia. Cominciano a circolare ora, e con intensità sempre crescente nel corso del II sec. a.C., per raggiungere il massimo picco di diffusione a cavallo tra II e I sec. a.C. una serie di raffigurazioni femminili in tutto somiglianti e standardizzate, prodotte evidentemente ad imitazione di uno o più modelli.

Dal punto di vista geografico la diffusione della tipologia è piuttosto omogenea: un ruolo di primo piano sembra essere stato giocato dalle città greche della costa dell’Asia Minore dalla Bitinia fino alla Licia, Smirne ed Efeso tra tutte, ma anche alcune città dell’interno, quali Magnesia sul Meandro o Afrodisia. Grande successo ebbe il tipo anche presso anche le poleis delle isole dell’Egeo meridionale e Settentrionale, Rodi, Chio, Delo, Taso, fino a raggiungere le più nordiche propaggini del mondo greco come Panticapeo. Sorprendentemente estranea a questo fenomeno sembra sia stata invece la madrepatria greca, per la quale, forse, è possibile indicare un solo esemplare di Pudicitia.

36 Una svolta di tal fatta, presuppone, evidentemente, l’esistenza di un artista o di una bottega che, in un dato momento, abbia deciso di realizzare una statua di tali fattezze, raffigurando un soggetto determinato.

Gli archeologi hanno molto discusso nei primi decenni del secolo scorso riguardo alla possibile identificazione di questo personaggio. Le ipotesi fatte sono in definitiva due, entrambe, per la verità, piuttosto deboli. La prima fu formulata da Amelung26, sulla base della somiglianza che egli notò tra la

nostra tipologia e le muse raffigurate sul famoso rilievo dell’apoteosi di Omero realizzato da Archelao di Priene. Egli sostenne, dunque, che tanto quelle, quanto l’originale del tipo Pudicitia, fossero da ricondurre alla cerchia dell’artista Filisco di Rodi27. La seconda ipotesi assegnerebbe invece la

paternità dell’originale ad Atenodoro di Rodi, padre o avo (ma questa è puramente una congettura) di quell’Atenodoro che lavorò alla realizzazione del Laocoonte: la tesi si basa su di un passo di Plinio28, il

quale per la verità non dice altro che questo Atenodoro sarebbe stato un famoso autore di ritratti di donne celebri29.

Questo per dovere di cronaca: in verità la questione è, ai fini della nostra trattazione, piuttosto irrilevante. Intanto perché, come si vedrà nei prossimi capitoli, dal momento che più di una sono le sotto-tipologie del tipo Pudicitia, bisognerebbe ipotizzare l’esistenza di più originali e, probabilmente, di più artisti; la tipica gestualità delle statue poi, come abbiamo visto, non sarebbe da ricondurre ad un atto di creazione artistica ma ad una più generale e, probabilmente, reale modalità femminile di atteggiarsi in determinate situazioni. Ma, cosa più importante, quello della Pudicitia sembra aver rapidamente assunto i caratteri di un vero e proprio cliché figurativo, una modalità di rappresentazione canonica legata a forme di ritrattistica privata. È vero, un prototipo della serie dovette pure esistere, così come il soggetto di questo primo esemplare dovette essere una ben determinata donna, così come ben determinata deve essere stata l’occasione per la realizzazione dell’opera. Tuttò ciò, comunque, risulta essere stato del tutto ininfluente nella vicenda della diffusione del tipo: quel che rapidamente assunse rilevanza fu invece il significato attributivo che la tipologia portava seco, di modo che essa risultò in breve del tutto “spersonalizzata”, e che qualunque riferimento al prototipo passasse in deciso secondo piano.

Si è spesso ripetuto come forme di rappresentazione di questo tipo, che realizzino cioè il proprio valore semantico attraverso la giustapposizione di elementi replicati e dal carattere, appunto, attributivo, appartenessero ad una modalità di comunicazione artistica tipicamente romana. Il caso

26 Amelung 1895, pag. 82, nota 3; Amelung 1905, pag. 35.

27 «Es ist sehr wahrscheinlich, dass das Original der Pudicitia derselben Zeit und dem gleichen Kreise angehört,

wie das Werk des Philiskos.» Amelung 1895, pag. 82, nota 3.

28 Plin. N.H. XXXIV, 86: «Nunc percensebo eos, qui eiusdem generis opera fecerunt, ut Apollodorus, Androbulos,

Asclepiodorus, Aleuas philosophos, Apellas et adornantes se feminas, Antignotus et perixyomenum tyrannicidasque sopra dictos, Antimachus, Athenodorus feminas nobiles, Aristodemus et luctatores bigasque cum auriga, philosophos, anus, Seleucum regem.» vedi Laurenzi 1939.

37 della Pudicitia fa parte di quelli che dimostrano come fenomeni di questo tipo non fossero estranei al mondo tardo ellenistico.

Interessante è notare come la diffusione della tipologia sia, in questa fase, legata alla realizzazione di monumenti onorari e, solo in derivazione da questi ultimi, alla diffusone di stele funerarie aventi come soggetto politai o comunque figure di individui caratterizzati in senso civico. Il fenomeno, come si vedrà meglio, fu dunque più ampio, e non riguardò unicamente la tipologia di cui si tratta in questa sede. Le sue radici sono legate alla crisi del sistema polis per come lo si era conosciuto in età classica ed alla crescente importanza che nel corso dell’età ellenistica assunsero, nella gestione della vita comune, forme di evergetismo e beneficienza privata da parte di individui tanto di sesso maschile che femminile. Il rapporto che si instaurava tra evergete e comunità di riferimento era, in certa misura, di scambio, laddove, a fronte della munificenza privata, la polis riconosceva all’autore di questa forme particolari di pubblici onori: i ritratti onorari, realizzati a pubbliche spese e collocati in spazi comuni, erano uno dei più diffusi riconoscimenti in questo senso. Il prestigio di cui queste forme di rappresentazione dovettero godere è testimoniato dal fatto, già menzionato, della loro massiccia trasposizione in ambito funerario.

Insomma, l’origine e il successo di cui il tipo Pudicitia godette in questa fase deve essere ricondotta a questo più ampio fenomeno che l’accomuna, tra l’altro, ad altre tipologie della statuaria femminile, tra tutte quelle della Grande e Piccola Ercolanese.

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