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Le dinamiche dal lato della domanda: polarizzazione e andamenti settorial

Evoluzione dell’occupazione: intensità, polarizzazione e soddisfazio ne del lavoro

6. Le dinamiche dal lato della domanda: polarizzazione e andamenti settorial

Le tendenze della composizione dell’occupazione per livelli di qualificazione sono in- trecciate all’andamento della struttura dell’occupazione per settore economico, anche se il cambiamento della composizione socio-demografica (in particolare la crescita de- gli immigrati e l’invecchiamento) dell’offerta di lavoro può influenzarne l’esito. Come mostra una recente analisiXI che adotta la stessa definizione dei tre livelli di qualifica-

zione proposta dall’OCEDXII, in Italia il ruolo del settore è rilevante. La crescita delle

occupazioni a bassa qualificazione dipende, infatti, in misura importante dall’effetto settore, ovvero dalla crescita dei settori caratterizzati da un basso profilo di qualifi- cazione dell’occupazione, anche se non è trascurabile l’effetto di composizione. La riduzione del peso dell’occupazione a livello intermedio di qualificazione, invece, è molto più interessata dall’effetto del settore, mentre tra le occupazioni a elevata qua- lificazione risulta meno chiaro il contributo delle diverse componenti.

Nella ripresa i settori che più hanno creato occasioni di lavoro sono quello degli alber- ghi e ristoranti (+247 mila occupati, ma con una dinamica nulla tra il 2017 e il 2018), quello dei servizi alle imprese e delle attività immobiliari (+236 mila), quello dei ser- vizi sociali (+226 mila), seguiti dall’industria che è in deciso recupero dopo molti anni (+217 mila occupati, di cui quasi 95 mila tra il 2017 e il 2018). Il commercio, l’edilizia

XI. Gaetano Basso, The evolution of the occupational structure in Italy in the last decade, «Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers)», n. 478, Banca d’Italia, gennaio 2019.

e la pubblica amministrazione, invece, sono settori in cui il bilancio dell’occupazione tra il 2013 e il 2018 è ancora negativo.

Come è ovvio, la crescita dell’occupazione a elevata qualificazione è alimentata dai servizi alle imprese (informazione e comunicazione, servizi professionali, trasporti), che assorbono oltre il 40% dell’aumento registrato nel periodo. Invece la crescita del peso delle occupazioni a bassa qualificazione è in larga misura alimentata dai settori nell’area dei servizi personali (soprattutto alberghi e ristoranti). La riduzione delle posizioni intermedie, infine, è trainata dalla contrazione di questa fascia nei settori dell’industria manifatturiera e delle costruzioni. Entrando in un maggiore livello di disaggregazione, la figura 12 mostra la variazione del peso dell’occupazione di ogni settore, suddivisa nei tre consueti livelli di qualificazione, sul totale degli occupati tra il 2013 e il 2018.

La crescita più significativa in assoluto è quella delle professioni a bassa qualificazione nell’ospitalità turistica e nella ristorazione (+0,7 punti percentuali), settore a eleva- ta intensità di lavoro e bassa produttività, la cui espansione complessiva (+0,8 punti percentuali) tende a esaurirsi nel fabbisogno di addetti alle vendite e di occupazioni elementari. Segue l’aumento degli occupati a elevata qualificazione (+0,3 punti per- centuali) nel settore dei servizi alle imprese, delle attività immobiliari e delle altre atti- vità professionali che, pur essendo un settore a elevata qualificazione, cresce in misura non trascurabile anche nella componente scarsamente qualificata (+0,2 punti). Di pari intensità è l’aumento degli occupati in posizioni qualificate nel settore dell’istruzione, sanità e altri servizi sociali (+0,3 punti percentuali) e, in questo caso, le professioni al- tamente qualificate alimentano gran parte della crescita complessiva del settore, come avviene anche nel settore dell’informazione e delle comunicazioni dove l’aumento de- gli occupati ad alta qualificazione (+0,2 punti) più che compensa la riduzione del peso

Figura 12 - Tendenze dell’occupazione per settore e livello di qualificazione degli occupati, 2018/2013 (varia- zione in punti percentuali)

dell’occupazione a media e bassa qualificazione. Cresce in misura non trascurabile an- che il peso dell’occupazione qualificata dell’industria (+0,2 punti), settore che cresce in misura rilevante anche nella fascia dell’occupazione poco qualificata (+0,2 punti), ma che si ridimensiona molto nel peso che rivestono le posizioni intermedie (-0,4 pun- ti). Si tratta del settore che, dopo le costruzioni, vede più ridimensionata l’importanza delle occupazioni intermedie, con l’esito di una sostanziale stabilità dell’occupazione industriale sul totale degli occupati. Tra i settori in crescita, i trasporti e il magazzinag- gio e l’agricoltura sono trainati dal fabbisogno di occupazioni a bassa qualificazione, mentre tra quelli che perdono importanza il ridimensionamento interessa soprattutto le occupazioni a qualificazione intermedia, con l’eccezione del commercio ove la ri- duzione più importante si registra tra le occupazioni a bassa qualificazione (-0,3 punti percentuali). Nella pubblica amministrazione, che è tra i settori più ridimensionati nel corso del quinquennio (-0,5 punti), si riduce in misura non trascurabile anche il peso dell’occupazione a elevata qualificazione (-0,1 punti).

Sinora sono state osservate le dinamiche tra settori (between sectors), ovvero il cambia- mento della quota di occupazione a bassa, media ed elevata qualificazione di ciascun settore sul totale degli occupati. L’analisi delle tendenze nei settori (within sectors), ov- vero il cambiamento del peso dell’occupazione a bassa, media ed elevata qualificazio- ne all’interno di ognuno, a prescindere dalla sua crescita o riduzione sull’occupazione complessiva, evidenzia invece come anche i settori più importanti per la domanda di lavoro qualificato scontano una certa debolezza. Come mostra la figura 13, che pre- senta le tendenze in quattro macro settori, escluse agricoltura e costruzioni, nell’indu- stria la polarizzazione è perfettamente simmetrica, con le professioni a elevata quali- ficazione e le occupazioni a scarsa qualificazione che crescono in misura equivalente, mentre le occupazioni intermedie si ridimensionano. Nel settore dei servizi personali, che comprende il commercio e il turismo, la tendenza non è quella di una polarizza- zione, ma il processo in atto è di dequalificazione: infatti, si riduce il peso non solo del- le occupazioni intermedie, ma anche di quelle a elevata qualificazione a favore delle occupazioni scarsamente qualificate. Ma anche nel settore dei servizi alle imprese, che comprende le attività a maggior valore aggiunto (servizi di informazione e comuni- cazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, servizi alle imprese e servizi professionali, trasporto e magazzinaggio), l’aumento delle occupazioni a ele- vata qualificazione non è superiore a quello delle occupazioni a bassa qualificazione. Ciò indica che la domanda di lavoro qualificato è meno dinamica di quella rivolta al lavoro poco qualificato anche nel comparto che più dovrebbe essere interessato dalla crescita delle posizioni molto qualificate. L’unica area che registra una tendenza alla maggiore qualificazione è quella dei servizi collettivi, che comprendono l’istruzione, la sanità e i servizi sociali, la pubblica amministrazione e gli altri servizi collettivi (at- tività ricreative e cultura, sport ma anche il lavoro presso le famiglie), dove il lavoro a elevata qualificazione è l’unica componente che cresce a scapito del lavoro a scarsa qualificazione e soprattutto delle occupazioni mediamente qualificate.

7. Le dinamiche dal lato dell’offerta: una polarizzazione “negativa” soprattutto per

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