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Diogene Laerzio e le Vite dei Filosof

APOLLO NELLE EPISTOLE DI PLATONE

7.5 Diogene Laerzio e le Vite dei Filosof

Non sappiamo pressochè nulla di Diogene Laerzio. Il nome è forse un “nome d'arte”, la città di nascita e gli ambienti dove visse sconosciuti, la stessa cronologia incerta: gli autori più tardi citati nella sua opera appartengono all'inizio del III secolo d.C., a sua volta Diogene è menzionato nel V secolo; è probabile che sia stato attivo nel pieno del III secolo, più che nel successivo. A noi resta il suo magnum opus in dieci libri, dedicato alla vita e alla dottrina dei filosofi illustri, dall'età arcaica fino ad epoca imperiale, e informato a una visione evolutiva della storia della filosofia greca basata sulla nozione di “successione” dei filosofi l'uno nell'ambito delle diverse “scuole”. La grande opera di Diogene riveste un'importanza eccezionale per la conoscenza del pensiero greco: oltre a notizie di ogni genere di carattere biografico e a preziosi dati di natura bibliografica circa i vari pensatori, vi è preservata una messe ricchissima di dati dossografici, oltre che molte citazioni testuali delle opere filosofiche originali359. Come riscontrabile anche nella biografia di Apuleio360, Diogene introduce

elementi mitici e favolosi che assumono un particolare rilievo quando sono utilizzati per sottolineare le relazioni intercorse tra Platone e Pitagora (De Plat. 3,186-187; Diog. III, 8-9). Tali elementi dovevano essere divenuti tradizionali assai presto: la tendenza a riallacciare Platone a Pitagora, così diffusa nel medioplatonismo, era già tipica nella Accademia antica

359 GIANGIULIO M. (TRAD. DI), BURKERT W., Pitagora le opere e le testimonianze, Milano 2000, p.237.

(come indicato sopra a pagina nove) e si riscontrano anche in Seneca361.

7.5.1 Libro Terzo: Platone

Il libro III delle Vite dei Filosofi è dedicato a Platone, mentre a Pitagora è dedicato il libro VIII. Cominciamo la ricerca del legame con Apollo a partire dalla biografia platonica:

Apollodoro nella sua Cronologia pone la nascita di Platone nella LXXXVIII Olimpiade, nel settimo giorno del mese Targelione, nello stesso giorno in cui i Delii dicono che nacque Apollo.362

Sembra quindi che entrambi abbiano il medesimo giorno di nascita. “Targelione” era il nome dell'undicesimo mese del calendario attico ed andava dalla seconda metà di maggio alla prima metà di giugno circa. Il nome del mese era legato alle Targelie, feste in onore di Apollo e Artemide che si svolgevano ad Atene.

I destini di Platone ed Apollo sono uniti da un animale, il cigno:

Si narra che Socrate abbia sognato di avere sulle ginocchia un piccolo cigno che subito mise ali e volò via e dolcemente cantò e che il giorno dopo, presentatosi a lui Platone come alunno, abbia detto che il piccolo uccello era appunto lui.363

Il cigno è sacro ad Apollo: si narra che in seguito alla sua nascita uno stormo di cigni venne a volteggiare per sette volte sopra l'isola di Delo che ospitò Latona durante il parto del divino figlio.364

361 Epist. 58, 30-31.

362 DIOG. LAERT. VITE dei Filosofi III 2,6-8.

363 DIOG. LAERT.Vite dei Filosofi III 5, 8-12.

Diogene Laerzio rintraccia il legame tra Platone e la divinità all'interno di due epigrammi sepolcrali iscritti sulla tomba del filosofo:

Se Febo non avesse dato la vita a Platone nell'Ellade, come avrebbe potuto curare con le lettere le anime degli uomini? Suo figlio Asclepio è il medico del corpo: dell'anima immortale è Platone.365

L'altro recita così:

Febo generò agli umani Asclepio e Platone: l'uno per la cura del corpo, l'altro dell'anima. Da un banchetto nuziale venne alla città, che un gorno per sé fondò e costruì sul suolo di Zeus.366

In questi due epigrammi oltre al legame fra Apollo e Platone, intercorre anche quello fra loro ed Asclepio, figlio di Apollo, generato da quest'ultimo per esercitare l'arte della medicina; l'altro figlio di Apollo, che sarebbe Platone, è generato invece per la cura dell'anima:

E ancora dalla circostanza della sua nascita deduciamo che è apollineo: infatti nacque il sette del mese di Targelione, giorno in cui i Delii celebrano la festa di Apollo.367

Apollo cfr. primo capitolo “Apollo nella cultura greca, una panoramica”, all'interno del quale il mito è ampliamente esposto.

365 DIOG. LAERT. Vite dei Filosofi III 45. 1-4.

7.5.2 Libro ottavo: Pitagora

Il libro ottavo si occupa della vita di Pitagora. I primi quarantanove capitoli della trattazione sono riservati a Pitagora, iniziatore del “ramo” italico della filosofia greca. I primi tre capitoli rivestono carattere spiccatamente biografico: il primo tratta delle origini di Pitagora; il secondo e il terzo della sua famiglia, del discepolato e dei viaggi in Grecia, in Egitto e in Oriente. Infine, Diogene Laerzio narra della partenza alla volta di Crotone e della fondazione della scuola. Segue poi (capitoli quattro e cinque) una caratterizzazione di Pitagora come figura dalle prerogative prodigiose: protagonista di una serie di precedenti reincarnazioni (si narra che avesse visitato l'oltretomba e serbava il ricordo delle sue trascorse esistenze).

Nella vita di Pitagora di Diogene abbiamo chiari rimandi ad Apollo:

Inoltre si dice che Pitagora ebbe un portamento così grave e dignitoso, che i suoi discepoli credettero che fosse Apollo venuto dagli Iperborei368.

Qui Pitagora è proprio assimilato ad Apollo, come se fossero una unica persona. Ed ancora si leggono due rimandi ad Apollo, all'interno della biografia pitagorica:

Aristosseno dice pure che Pitagora attinse la maggior parte delle dottrine etiche da Temistoclea, sacerdotessa di Delfi.

Ione di Chio nei Triagmi attesta che Pitagora attribuì a Orfeo alcune sue opere.369

Nel passo successivo si fa presente anche l'altare di Apollo Genitore:

E' sicuro che egli abbia venerato solo l'altare di Apollo Genitore in Delo, che è

368 DIOG. LAERT., Vite dei Filosofi, VIII, 11, 1-3.

dietro l'Altare Cornuto, per il fatto che si deponevano su di esso soltanto frumento, orzo, focacce senza bisogno di fuoco, e che non vi erano vittime d'animali, come dice Aristotele nella Costituzione dei Delii.370

In questa sezione delle Vite dei filosofi notiamo un legame, oltre che con Apollo, anche con Orfeo. L'attribuzione a Pitagora di dottrine orfiche come la metempsicosi può essere ricondotta in fondo al sapere straordinario del filosofo, un sapere che comprende anche la matematica, la taumaturgia e la mistica371.

Probabilmente la radice di questa tradizione è da rintracciare nel passo della Repubblica372 già

citato, che rappresenta l'unico riferimento esplicito a Pitagora in tutta l'opera di Platone. Qui Pitagora viene introdotto come un maestro influente, il fondatore di un certo stile di vita (bios pythagorikos), ma non è incluso né nel novero di coloro che hanno contribuito al buon governo di una città, né tra i grandi generali. Per Platone, l'attività di Pitagora si colloca piuttosto nella sfera privata: egli è il modello del maestro amato dai suoi discepoli, che continuano a essere famosi per la loro osservanza delle regole di vita da lui indicate. Le testimonianze più antiche sono insomma concordi nel caratterizzare Pitagora come un uomo venerato dai suoi fedeli, capace di insegnare a ciascuno come comportarsi in questa vita in modo da essere graditi agli dèi e assicurare alla propria anima un destino nell' al di là373.

Per concludere, Diogene Laerzio si inserisce in un filone di letteratura che, mediante racconti biografici e una vasta aneddotica pone in stretta correlazione Platone, Pitagora tra loro ed entrambi con Apollo, confermando in questo l'importanza della divinità apollinea nella

370 DIOG.LAERT., Vite dei Filosofi, VIII, 13, 9-14.

371 Per questo concetto così ampio è necessario approfondire con l'ausilio di autori che si sono occupati del lato misterico di Pitagora, si rimanda quindi a: ROHDE E., Die Quellen des Iamblichus in

seiner Biographie des Pythagoras, in Kleine Schriften, Tübingen 1901, p.105; Psyche. Seelenkult und Unsterblichkeitsglaube der Griechen, Tübingen 1925, II, p.159; MONDOLFO R. in ZELLER E., La

filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Firenze 1938, p.361 e sgg.; BURKERT W., Lore and Science

in the Ancient Pythagoreanism, Cambridge 1972.

372 PLAT. Resp. 600b.

373 Fondamentali nella riflessione corrente in questo capitolo sono: CENTRONE B., Confraternite

storiografia filosofica antica.