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Il ruolo educativo della Musica nel II libro delle Legg

APOLLO NELLE LEGGI DI PLATONE

5.3 Apollo all'interno dei 12 libri delle Legg

5.3.1 Il ruolo educativo della Musica nel II libro delle Legg

E' importante precisare il ruolo educativo che Platone attribuisce alla musica e alla danza nel processo di formazione. Queste discipline sono viste come elementi ordinatori e hanno lo scopo di educare all'equilibrio e all'armonia. Nel passo che abbiamo sopra riportato285 colui

che guida le Muse è proprio Apollo, il cui appellativo è, appunto, Musagete. Proseguendo nella lettura del II libro viene confermato dai personaggi del dialogo:

Ora, mentre le altre creature animate non hanno la percezione dell'ordine o del disordine insiti nei loro movimenti, e dunque di ciò a cui diamo il nome di <<ritmo>> e di <<armonia>>, a noi quegli stessi numi di cui abbiamo detto che ci furono assegnati come compagni di danza hanno trasmesso la percezione

del ritmo e dell'armonia unita al senso del piacere, e subito ci spingono a muoverci e dirigono le nostre evoluzioni intrecciandoci gli uni algli altri con danze e cori, e hanno scelto il nome di <<cori>> in relazione alla <<gioia>> che in essi è connaturata. Vogliamo accogliere innanzi tutto questo principio? Stabiliremo dunque che la prima educazione è opera delle Muse e di Apollo? CLINIA Sì.286

Nella cultura greca e romana il termine mousikè non si riferisce solo all’arte dei suoni, ma comprende anche il testo poetico e le danze che accompagnano il canto; per cui un unico artista è artefice della melodia, delle parole e dei movimenti di danza.

La musica greco-romana si espresse fondamentalmente attraverso la melodia. Il canto, era accompagnato da una melodia che lo seguiva all’unisono. Il mito ci ha tramandato numerose figure di musicisti e compositori, allo scopo di sottolineare l’importanza che la musica ha sempre avuto nella civiltà classica e in quella greca in particolare. Ad esempio l’invenzione della lira era attribuita ad Hermes287, il quale, con un guscio di tartaruga e dei nervi di pecora,

si era costruito questo strumento musicale, rubatogli poi dal fratello Apollo in seguito ad una lite. Apollo divenne il nume protettore della musica e, secondo una tradizione, uccise il cantore Lino288, di cui era invidioso perché aveva perfezionato la lira, rendendone il suono più

melodioso.

Il Musagete divenne anche l’ispiratore di Orfeo, poeta, al quale, egli aveva donato la cetra. Le Muse gli avevano insegnato a suonarla e con essa il poeta incantava le belve e tutta la natura.

286 PLAT. Leg. II 653d-654a.

287 Cfr. Inno ad Hermes: si tratta di un inno omerico in cui viene descritta la costruzione della lira insieme agli effetti del suono di questo strumento, che riesce a placare il risentimento di Apollo, a cui Hermes aveva sottratto una mandria di cinquanta vacche. Nell’inno ci si riferisce sia al canto simposiale che all’inno in onore di un dio, sottolineando come il banchetto, la festa e la danza siano le occasioni della musica e del canto nella cultura greca. Una indicazione molto importante sugli effetti della musica sugli spettatori ci è fornita nei versi 448-449, in cui si afferma che con essa «è possibile raggiungere tutte insieme tre cose: la gioia, l’amore, e il dolce sonno».

288 Secondo un’altra tradizione Lino era stato ucciso da Eracle che, rimproverato dal proprio maestro, gli ruppe la lira sulla testa.

Per quanto riguarda la formazione degli adolescenti, come afferma Flacelière nell'opera che riflette intorno alla vita quotidiana in Grecia:

I giovani spartiati ricevevano un’educazione musicale che non era comunque priva di rapporti con la guerra perché la ben regolata cadenza dei cori preparava alla manovra disciplinata dei battaglioni e sappiamo che l’aulos (oboe) e i canti ritmavano gli spostamenti dell’esercito spartiate.289

Ad Atene è probabile che in certe scuole venissero impartite, oltre che letteratura e scrittura, anche i rudimenti della musica.

Il nome stesso di “Musica” deriva da Muse, e l’uomo colto era definito musikòs anér (Temistocle poi ammetteva di avere avuto una educazione incompleta perché non aveva imparato a suonare la cetra290). Anche in palestra gli esercizi ginnici erano accompagnati dal

suono dell’aulòs. Certamente ogni palestra aveva almeno un suonatore di aulòs. Il suo compito consisteva nel segnare il ritmo non solo agli esercizi di addestramento ma anche, ad esempio, al lancio del disco o del giavellotto e agli altri sport.

Le cerimonie pubbliche e private sia religiose che civili diedero poi sempre ampio spazio alla musica. Tuttavia questa larga diffusione, non possediamo molte testimonianze delle tipologie di rappresentazioni musicali in Grecia. La musica cominciò ad essere scritta tra il V e il IV secolo a.C., anche se la sua composizione e trasmissione rimasero per lo più orali, venendo continuamente modificata a seconda delle esigenze, per essere poi dimenticata col subentrare di nuove melodie. Se gli antichi non ci hanno tramandato che scarsi testi musicali, tuttavia ci è dato conoscere le loro “teorie musicali“. I Greci non conoscevano né l’armonia né la polifonia, ma si espressero solo attraverso la melodia.

Platone si occupa, nella Repubblica e nelle Leggi, della modalità in cui i fenomeni musicali

interferiscano sulla formazione del carattere dei giovani e, in generale, sul comportamento dei cittadini. Egli rifiuta così la musica “mimetica” dei ditirambografi e di Timoteo, rimpiangendo le forme musicali precedenti che obbedivano a norme rigorose291 di composizione e

rispettavano i canoni etici ed estetici della tradizione. Partendo proprio dai presupposti di Damone, Platone afferma che non possono trovare posto nello stato harmoniai che turbino gli animi dei cittadini292:

ATENIESE Allora per noi chi non ha competenza dei cori sarà da considerare ineducato mentre diremo educato chi ne ha sufficiente esperienza?

CLINIA Senza dubbio.

ATENIESE Ma la <<corea>> rappresenta l'abbinamento di danza e di canto. CLINIA Naturalmente.

ATENIESE Perciò chi è educato bene sarà in grado di cantare e danzare bene. CLINIA E' logico.293

E' opportuno ora tornare, con questa analisi sullo sfondo, al secondo libro delle Leggi. Apollo ritorna nuovamente in questo secondo libro, sempre a proposito della disciplina a lui consacrata:

ATENIESE Se ci resta un po' di memoria, abbiamo detto a principio della discussione che la natura dei giovani, ardente com'è, non riesce a stare in quiete né con il corpo né con la voce, ma urla e salta continuamente in modo disordinato e che la percezione dell'ordine in relazione a entrambe queste funzioni sfugge completamente agli altri esseri viventi rappresentando una

291 Notiamo anche in questo caso come il filosofo preferisca musica armonica e di un certo equilibrio, elementi tutti dell'apollineo non certo del furore dionisiaco.

292 PLAT. Resp. III, 398c-399d.

facoltà esclusivamente umana;e ancora, che la scansione ordinata del movimento ha il nome di <<ritmo>>, che quella della voce, quando il tono acuto fonde col grave, si dice <<armonia>> e che l'abbinamento di ritmo e armonia si chiama <<corea>>. E dicevamo che gli dèi, provando compassione per noi, ci hanno assegnato come compagni di cori e a guida delle nostre danze Apollo e le Muse e per terzo, se ci ricordiamo, Dionisio.

CLINIA Come non ricordare?

ATENIESE Del coro di Apollo e di quello della Muse si è già parlato ; ora si deve dire del terzo e ultimo, quello di Dionisio.294

Notiamo come si continui a nominare Apollo Museo ed il suo canto, il peana295. Esso sarà

invocato come canto propiziatore da parte dei cori di fanciulli, i quali, durante i cortei cittadini costituiti al fine di onorare le divinità, saranno in prima fila ad allietare lo spettatore.

Platone ritiene giusto che la musica e la danza siano, quindi, supporti, dei quali l'educazione deve servirsi per condurre gli uomini alla virtù. E' necessario prevedere diversi tipi di cori, che corrispondono alle differenti età dei cittadini. Il primo sarà il coro delle Muse, composto da bambini, subito dopo viene il coro di Apollo, del quale faranno parte uomini con età inferiore ai trenta anni. Essi invocano il dio come testimone delle verità appena pronunciate; segue quindi un terzo coro di uomini tra i trenta e i sessanta anni, consacrato a Dioniso. Gli uomini oltre i sessanta anni, non potendo cantare o ballare a causa della vecchiaia, avranno il compito di narrare miti sui costumi della città, secondo l'ispirazione divina:

ATENIESE E non fu un tale avvio – dicevamo – a conferire a noi uomini la percezione del ritmo e dell'armonia? E fra gli dèi non ne furono promotori Apollo, le Muse e Dionisio?

CLINIA Certamente.296

All'interno della discussione intorno a Dioniso, dio del “furore bacchico“, Apollo si colloca, nei suoi confronti ed in opposizione come divinità portatrice di un melodico ritmo ordinato.