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DIONISO E IL NAZISMO

Nel documento Il doppio vincolo di Cristo. (pagine 99-103)

CAPITOLO 2: LA FOLLIA DI DIONISO

2.3 L’EREDITÀ DI DIONISO

2.3.3 DIONISO E IL NAZISMO

Per Girard e Fornari la filosofia di Nietzsche non è stata adeguatamente sviscerata. Il mondo intellettuale è stato cieco dinanzi alla follia del pensatore tedesco, minimizzando le conclusioni violente della sua opera. Tuttavia, esse hanno segnato negativamente il mondo occidentale.

Scegliendo Dioniso, spiega Girard, Nietzsche approva l’aggressività delle concezioni del darwinismo sociale:

Egli porta all’esasperazione il peggior darwinismo sociale, suggerendo che le società umane, se non vogliono degenerare, devono sbarazzarsi dei rifiuti umani che sono loro d’ingombro […]. il filosofo condanna qualunque misura in favore dei diseredati, e denuncia nella preoccupazione per le vittime la causa di ciò che egli interpreta come invecchiamento precoce della nostra civiltà. Tale atteggiamento è per lui il fattore di accelerazione della nostra epoca 182.

181 ivi, p. 135.

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Esattamente per questo, il suo pensiero sarebbe colpevole di aver ispirato e incoraggiato l’ideologia distruttiva del nazionalsocialismo, che ha considerato Nietzsche l’anima intellettuale del proprio movimento:

Questo filosofo condivideva con molti intellettuali del suo e del nostro tempo la passione per i giochi polemici irresponsabili. Disgraziatamente per loro, però, i filosofi non sono soli al mondo. Degli autentici forsennati li circondano, e giocano loro talvolta lo scherzo peggiore, quello di prenderli alla lettera. […] il filosofo tedesco non cessa per questo di essere l’autore degli unici testi capaci di gettare luce sulle mostruosità del nazismo. Se vi è un’essenza spirituale di questo movimento, è Nietzsche ad esprimerla 183.

Secondo Girard, il nazismo rappresenta il tentativo di abolire la rivelazione cristiana dell’innocenza delle vittime, progettando la restaurazione dell’ordinamento sacrificale come fondamento della vita politica e sociale. La religione dei nazisti è intrinsecamente dionisiaca. Il loro odio per l’ebraismo si deve proprio alla fede rinnovata nell’idolo della distruzione:

Ciò che contraddistingue il regime nazista anche rispetto ai più violenti episodi della nostra storia è il suo sforzo titanico di capovolgere le cose per quanto riguarda le vittime. I precetti ebraici e cristiani sono sempre stati onorati più violandoli che rispettandoli, ma ciò nondimeno hanno sempre avuto qualche influenza restrittiva, che i nazisti hanno invece voluto annientare, e Nietzsche ha sicuramente avuto un ruolo nel concepire e legittimare tale impresa 184.

In particolare, il ricorso nietzschiano ai sacrifici umani, prospettato come unico procedimento possibile per ristabilire l’egemonia di Dioniso, ha posto le premesse ideali necessarie alla pianificazione della soluzione finale dei nazisti:

L’individuo fu tenuto dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté

sacrificare; ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani… […] Questo amore universale è in pratica un trattamento preferenziale per tutti i sofferenti, falliti, degenerati: esso ha in realtà abbassato e indebolito la forza,

la responsabilità, l’alto dovere di sacrificare uomini. […] La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura, è piena di autosuperamento, perché abbisogna del sacrificio dell’uomo. E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo, vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga

sacrificato…185

183 ivi, p. 229.

184 R. Girard, G. Fornari, Il caso Nietzsche, op. cit., p. 97.

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Argomenta Girard che, secondo Nietzsche, bisogna, dunque, abolire il cristianesimo e lasciare che gli uomini superiori scarichino le loro tensioni sui più deboli. Eliminare questi ultimi rientra nel processo di soluzione naturale del Wille zur Macht, per la quale solo i signori sono degni di esistere. Il sacrificio consolida la loro posizione gerarchica e incoraggia la loro determinazione. Il culto di Dioniso non ammette pietà o compassione. Sacrificare i miserabili è una prova d’iniziazione per gli spiriti migliori. In tal senso, per Girard, l’Olocausto non può che essere una conseguenza della mistica della volontà di potenza, il dissennato tentativo di concretizzarla:

L’esito estremo del gioco sacrificale di Nietzsche è l’ecatombe, l’autodistruzione di massa, e non v’è alcun dubbio che un’umanità che seguisse inconsapevolmente il consiglio del filosofo della volontà di potenza ne segnerebbe il più ironico e macabro dei trionfi, o per meglio dire la più macabra e ironica delle confutazioni. A partire dalla prima guerra mondiale, la filosofia dell’ecatombe sarebbe stata avidamente applicata nel secolo successivo a quello di Nietzsche e che si è appena concluso, ed è inevitabile chiedersi, con non poca apprensione, cosa ci riversa il secolo che adesso si schiude. Ci sarà l’oltreumanità del terrorismo di massa, dell’olocausto nucleare ed ecologico? 186

Per Girard, scegliere Nietzsche equivale a lasciarsi guidare da Satana. L’uomo che vive nella situazione apocalittica della società contemporanea deve seguire un’altra via.

L’unica alternativa a Nietzsche, il filosofo della morte, il discepolo di Satana, è, sostiene l’antropologo, accogliere l’amore infinito di Dio, imitando Cristo e affermando l’Assoluto della preoccupazione per le vittime nella storia:

È la preoccupazione verso le vittime che abbatte ogni barriera, che abolisce ogni frontiera intorno a noi. Vi è in questo grandioso processo, a tutta evidenza, l’affermarsi di qualcosa di unico nella storia del nostro mondo, un’avventura senza precedenti, le cui radici sono però nel nostro passato, nelle nostre tradizioni umanistiche, e più ancora in quelle religiose 187.

La critica a Nietzsche rileva il Trionfo della Croce e la centralità del cristianesimo nel progetto di salvezza dell’umanità dalla sua stessa natura mimetica e sacrificale.

186 R. Girard, G. Fornari, Il caso Nietzsche, op. cit., p. 207. 187 ibidem, p. 118.

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Ad ogni modo, possiamo chiederci, l’analisi girardiana della filosofia nietzschiana è davvero esaustiva? Siamo sicuri che Dioniso incarni soltanto la violenza linciatrice e che Nietzsche lo intenda così? La concezione del sacrificio del pensatore comporta realmente l’urgenza di annientare le vittime? Sarebbe possibile formulare altre modalità di sacrificio? Esistono realmente per l’uomo maniere alternative di imitare Cristo, oltre a quella luciferina di Nietzsche? Come può, infatti, l’essere umano, animale mimetico, imitare Dio, massimo mediatore immune dalla mimesi? Perché Girard non mostra mai i percorsi da intraprendere per la giusta imitazione, limitandosi soltanto a deplorare l’uomo per il suo fallimento e invitandolo a stravolgere la sua esistenza? Il cristianesimo è davvero la soluzione ai mali mimetici? Girard e Fornari non commettono nei confronti di Nietzsche lo stesso errore che gli imputano? Considerandolo l’unico colpevole dei mali della storia contemporanea non lo rendono una vittima demoniaca da espellere dalla comunità intellettuale? La loro vittimizzazione di Nietzsche non è attuata in nome del cristianesimo, che dovrebbe rappresentare proprio la fine di ogni tipo di espulsione? Il Crocifisso è davvero antitetico a Dioniso?

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Nel documento Il doppio vincolo di Cristo. (pagine 99-103)