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I FALLIMENTI DELL’UOMO DEL SOTTOSUOLO

Nel documento Il doppio vincolo di Cristo. (pagine 63-67)

CAPITOLO 2: LA FOLLIA DI DIONISO

2.1 NIETZSCHE E IL DESIDERIO MIMETICO

2.1.1 I FALLIMENTI DELL’UOMO DEL SOTTOSUOLO

Nel capitolo precedente abbiamo visto come Satana rappresenti, per Girard, il principio mimetico che governa il mondo umano di cui la rivelazione cristiana smaschera la violenza. Un principio che ha plasmato le civiltà arcaiche, attraverso il sistema del sacro, e che minaccia pericolosamente il futuro dell’uomo, tramite il neopaganesimo nascente che rischia di mettere a repentaglio il sentimento di cura per le vittime.

Girard individua due figure-simbolo per indicare la violenza del passato e quella del presente dell’uomo, unite da un profondo legame filosofico: Dioniso e Nietzsche.

Fin dalle sue prime opere, Girard si confronta con il pensiero di Nietzsche, privilegiando i testi degli ultimi anni, quelli precedenti la pazzia, in cui vengono sviluppate le idee principali del filosofo tedesco: la critica al cristianesimo, la filosofia dionisiaca, la morte di Dio, l’oltreuomo, l’eterno ritorno e la volontà di potenza. Più volte, egli dichiara di porsi agli antipodi della riflessione nietzschiana, di essere, cioè, «il rovesciamento di Nietzsche» 109.

Come spiega Giuseppe Fornari:

Un aspetto appare subito chiaro: Nietzsche per più aspetti è speculare a Girard. Non è esagerato affermare che questo filosofo nega esplicitamente o rovescia di valore tutto ciò che Girard ha indagato, dal desiderio imitativo o mimetico al cristianesimo, ma occorre aggiungere che il modo in cui egli lo fa è del tutto unico, e non poteva non provocare la risposta, la caccia sorniona e tenace del pensatore francese 110.

Per Girard, Nietzsche rappresenta un caso lampante di malattia mimetica: «Nietzsche è perfettamente leggibile alla luce della concezione mimetica da me sintetizzata in Menzogna

romantica e verità romanzesca (1961) e in Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo (1978)» 111.

109 M. Müller, Intervista con René Girard, op. cit.

110 R. Girard, G. Fornari, Il caso Nietzsche, Marietti 1820, Genova - Milano, 2002, p. 130. 111 ibidem, p. 13.

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Ricorrendo a un’altra opera di Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo 112, fondamentale agli

occhi dello studioso francese per comprendere le dinamiche del desiderio mimetico, Girard definisce Nietzsche l’esempio perfetto di uomo del sottosuolo. L’uomo del sottosuolo è un mostro romantico. Accentuando la sua assoluta autonomia ed esasperando il suo senso di onnipotenza volto al dominio del mondo, maschera i legami mimetici che intrattiene con gli altri. Il disconoscimento della sua dipendenza relazionale lo condanna alla schiavitù del desiderio e al senso d’inferiorità. Più idealizza la propria libertà illusoria, più è cocente la delusione per gli smacchi subiti:

Allorché raggiunge un certo livello di entusiasmo l’uomo del sottosuolo crede che gli basti mettere il piede fuori di casa per “conquistare il mondo”, con l’unico risultato di incontrare le delusioni più cocenti, o peggio. Ogni minimo incidente spiacevole, che il suo fisico gracile e l’insignificanza complessiva della sua persona possono con facilità provocare, assume proporzioni irreali. Anche solo l’indifferenza è sentita come un insulto, e persino degli sconosciuti che lo trattano in modo villano diventano figure affascinanti intorno le quali il «topo della coscienza ipertrofica», come il protagonista si definisce, non cesserà di gravitare. […] Tutto ciò è perfettamente riscontrabile in Nietzsche 113.

Chi sono queste figure affascinanti attorno alle quali Nietzsche gravita? Per Girard, i suoi numerosi mediatori. Secondo l’antropologo francese, la vita di Nietzsche è un susseguirsi di emulazioni di personaggi da lui considerati autorevoli. Le relazioni imitative instaurate sfociano nella competizione. Nietzsche perde ogni confronto. Nell’ottica girardiana, le rivalità non superate sono tenacemente rifiutate dal filosofo, intensificando la sua illusione romantica. L’esasperazione ripetuta di quest’ultima, a detta di Fornari, lo trascina al rinnegamento della realtà, culminando nel dramma finale, la follia:

Girard ci aiuta a capire qual è la risposta, concreta e riconoscibile, alla domanda sul perché della catastrofe mentale di Nietzsche: la sua follia, la follia dell’uomo moderno, sta nella rivalità non superata. Nietzsche è impazzito per le premesse stesse della sua vita e del suo pensiero, e i sintomi del suo squilibrio nervoso sono chiaramente rintracciabili fin dai suoi primi scritti, per non parlare dell’epistolario e delle testimonianze. Sono sintomi nei quali ci possiamo tristemente specchiare. La mente di questo pensatore è crollata nel tentativo

112 F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo (1864), tr. di I. Sibaldi, Mondadori, Milano, 1989. 113 R. Girard, G. Fornari, Il caso Nietzsche, op. cit., pp. 38-40.

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inconsiderato di superare e respingere quei modelli imitativi che Girard ci mostra essere alla base stessa della nostra esistenza come esseri umani 114.

Per Fornari, un primo esempio di rivalità mimetica irrisolta è la relazione con il padre, aggravata dalla morte di quest’ultimo che viene vista dal giovane Friedrich, a causa di un processo mentale comune a molti soggetti, come un abbandono definitivo provocato dalla ripulsa che il genitore - modello avrebbe provato in vita nei suoi confronti:

Il Friedrich bambino è stato “condannato” dal padre, e l’idealizzazione irreale del genitore che compare nei suoi scritti, unita alla polemica contro tante cose legate al milieu famigliare e paterno a cominciare dalla religione, fa intravedere la lotta coi suoi sensi di colpa, e il rancore profondo e deviato che una condanna enigmatica e priva di appello deve aver suscitato 115.

Nella teoria girardiana, quando il modello si tramuta in ostacolo e rigetta l’imitatore, quest’ultimo è spinto a emularlo ancor più fedelmente, poiché interpreta il rifiuto come un’ulteriore conferma della superiorità ontologica del mediatore, di cui è imprescindibile appropriarsi, e della propria mancanza d’essere, a cui si deve rimediare. L’odio iniziale per lo smacco subito rinsalda, quindi, la dipendenza dell’imitatore, convertendosi in amore. La gerarchia metafisica, che trova espressione nel double bind, si presenta, quindi, come alternanza dissociativa di odio e amore, di rigetto e ammirazione per il modello. Nietzsche, a parere di Girard e Fornari, nei confronti del padre morto prova quest’ambivalenza emotiva, costitutiva del desiderio mimetico:

È facile comunque osservare che il padre rimpianto da Nietzsche […] è la figura da amare e da cui essere amati di cui Friedrich avverte la radicale mancanza: l’ambivalenza di amore e odio segue, non precede l’amore paterno. Purtroppo, una volta fissata la struttura del trauma, di cui l’origine familiare non è tanto la spiegazione esaustiva quanto il primo orientamento, Nietzsche l’avrebbe trasformata nel principio cardine del suo rapporto con gli altri 116.

114 ivi, p. 149. 115 ibidem, p. 151. 116 ibidem, pp. 152-153.

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Un ribaltamento persistente e traumatico che, per lo studioso italiano, si ripresenta ciclicamente all’interno delle relazioni con la sorella Elisabeth. A segnare il rapporto con Elisabeth è un graduale accrescimento dell’incomprensione tra i due: in questo caso, Nietzsche assume il ruolo del mediatore che ostenta la propria superiorità, presentandola come una dimensione inaccessibile a quella che ritiene la mediocre intelligenza della sorella. Il risultato è, ancora una volta, l’abbandono:

Sorella mia, ho ricevuto la Tua lettera, e dopo averla riletta più volte mi vedo seriamente costretto a prendere congedo da Te. Ora che il mio destino si è deciso, sento ciascuna delle parole che mi rivolgi come se fossero dieci volte più taglienti: non hai la benché minima idea di essere strettamente imparentata con un uomo e con un destino in cui si è decisa una questione millenaria – ho letteralmente in mano il futuro dell’umanità. […] Tu, per l’assoluta incapacità di vedere le cose in mezzo a cui vivo, dovevi trovare rifugio in qualcosa che è quasi il contrario di me. […] Ti prego fervidamente di non farTi tentare da gentili e in questo caso pericolose curiosità di leggere i miei scritti che vengono pubblicati in questo momento. Cose del genere potrebbero ferire Te oltre misura – e anche me, al pensiero…117

L’incapacità relazionale di Nietzsche, derivante dal desiderio mimetico, si riversa, secondo Fornari, anche nei suoi rapporti amorosi. Essi prevedono sempre una situazione triangolare in cui si trovano coinvolti, a volta a volta, alcuni dei più cari amici del filosofo i quali, fungendo da suoi modelli, indicano le donne da desiderare. È il caso, ad esempio, del triangolo con Paul Rée e Lou Salomè. Le rivalità che si vengono a instaurare, tuttavia, corrispondono ad altrettante sconfitte. Nietzsche è sempre rifiutato:

Mai troverà il coraggio di prendere l’iniziativa con nessuna donna, collezionando una serie struggente o patetica, a seconda dei punti di vista, di fallimenti, o meglio di umiliazioni. Nel gioco feroce tra i sessi che i maschi devono saper affrontare per giungere alla meta dell’accoppiamento, e il cui apprendimento è ritenuto singolarmente superfluo da ogni pedagogia e morale ufficiale, nessuno è mai stato più sprovveduto e perdente del povero Nietzsche 118.

117 F. Nietzsche, Lettere da Torino, tr. di V. Vivarelli, Adelphi, Milano, 2008, pp. 72-73. 118 R. Girard, G. Fornari, Il caso Nietzsche, op. cit., p. 160.

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Ad ogni modo, tra tutte le drammatiche rivalità e sconfitte mimetiche che hanno caratterizzato la vita dell’uomo del sottosuolo - Nietzsche, quella che più di tutti l’ha segnato, per Girard e Fornari, è senz’altro la sfida con il suo doppio per antonomasia: Richard Wagner.

Nel documento Il doppio vincolo di Cristo. (pagine 63-67)