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Finanziamento interno ed esterno a confronto

Il processo di raccolta del capitale

3. Finanziamento interno ed esterno a confronto

[…] Ad ogni entrata monetaria ottenuta mediante accensione di un finanziamento corrisponderà un’uscita monetaria futura legata al momento dell’estinzione del debito. Tale momento differisce a seconda del tipo di finanziamento scelto e la composizione del passivo dovrà pertanto essere adeguata alle necessità di mantenimento di un equilibrio finanziario e monetario nel corso del tempo. L’analisi e la conoscenza delle tipologie di strumenti finanziari potenzialmente ottenibili diviene perciò di fondamentale importanza non soltanto per lo sviluppo dell’attività d’impresa ma anche, e soprattutto, per il governo6.

Come affermato in precedenza, nella fase iniziale dell’attività d’impresa, i mezzi raccolti sono prevalentemente composti da capitali conferiti a titolo di rischio da soggetti che decidono di rinunciare ad un consumo immediato di potere d’acquisto (dislocandolo all’impresa) con lo scopo di ottenere un ben più ampio potere d’acquisto futuro. L’arco temporale di riferimento coincide con la vita dell’impresa e la remunerazione di tali capitali è strettamente correlata e dipendente dai risultati economici della società.

5 Damodaran, Roggi, Finanza Aziendale. Applicazioni per il management, cit., p. 400. 6 Ibidem p. 410.

Diversamente, in presenza di capitali raccolti mediante collocamento di strumenti finanziari sul mercato, l’impresa si trova nella fase dei disinvestimenti dove, in cambio di un rimborso o di una remunerazione periodica e definita, in una o più tranches pattuite a scadenze prestabilite, viene trasferito all’impresa il potere d’acquisto degli investitori.

Le due fonti di finanziamento principali sono caratterizzate e contraddistinte fra loro dal grado di accessibilità, dalla durata temporale e dalle modalità di rimborso/remunerazione.

a) Grado di accessibilità

Il grado di accessibilità alle fonti è vincolato prevalentemente dai costi e dalle dinamiche legate alla struttura decisionale dell’organizzazione. I capitali ottenuti dall’impresa a titolo di credito sono caratterizzati da una rigidità di fondo dovuta agli oneri finanziari che influiscono direttamente sul risultato economico della società. Diversamente, nei capitali ottenuti a titolo di rischio, tale elemento di rigidità non è presente in quanto l’eventuale distribuzione di utili è posticipata rispetto alla determinazione del risultato economico di periodo.

Inoltre, maggiori sono le esigenze del soggetto economico di detenere il controllo dell’organizzazione, minore è il grado di accessibilità ai capitali a titolo di rischio, problematica che non si presenta, invece, in presenza di capitali attinti a titolo di credito, poiché questi ultimi non implicano modifiche nell’assetto strutturale e di controllo dell’impresa.

Un’altra distinzione che caratterizza le fonti di finanziamento è dovuta alla loro origine: distinguiamo le fonti di finanziamento in esogene ed endogene.

Le endogene, ottenute attraverso capitali a titolo di rischio, sono caratterizzate prevalentemente da aumenti di capitale sociale aperti a soggetti già detentori di capitale nella società e dall’autofinanziamento. Quest’ultimo permette al capitale proprio di avere un grado di elasticità maggiore rispetto ad operazioni di tipo esogeno estranee all’esercizio; risulta uno strumento necessario ogni qual volta si abbia l’esigenza di ridurre gli oneri finanziari aumentando i propri mezzi in funzione di una variazione del rischio.

La caratteristica principale delle fonti di finanziamento endogene è l’assenza di modifiche alla struttura del controllo dell’organizzazione e il mantenimento dello stesso livello di oneri finanziari, senza per ciò comportare un aumento dei costi finanziari.

Tali mezzi sono vincolati all’esistenza di risultati economico-reddituali passati e ad una prospettiva di redditi futuri tali da soddisfare le aspettative di coloro che hanno apportato capitali in azienda a titolo di rischio, sia mediante distribuzione di dividendi che attraverso il reinvestimento di utili nell’attività d’impresa.

I mezzi finanziari, invece, vengono definiti esogeni ogni qual volta il capitale venga raccolto presso terze economie estranee alla compagine sociale, le quali mettono a disposizione dell’impresa potere d’acquisto in funzione di una remunerazione. Tuttavia, quando i mezzi sono ottenuti con vincoli di credito, questi ultimi vengono considerati di tipo endogeno poiché sono gli stessi azionisti a conferire potere d’acquisto alla società.

Molteplici fattori interni e esterni influenzano l’ottenimento sul mercato dei capitali necessari per le operazioni di finanziamento: il rischio, la redditività, lo sviluppo, la struttura decisionale e la forma giuridica sono un esempio di fattori interni determinanti. Tra gli esterni non possiamo non citare la congiuntura economica e del mercato, i costi di accesso, le modalità di comportamento degli altri operatori.

La distinzione tra fattori interni ed esterni ci è utile per comprendere e valutare il grado effettivo di dipendenza dell’impresa da terze economie e per giustificare i comportamenti e le scelte di coloro che hanno apportato all’impresa capitale a titolo di rischio e, a fronte di un aumento del fabbisogno finanziario, decidono di coprirlo con capitale a titolo di credito.

b) La durata temporale

La durata temporale è un elemento di fondamentale importanza in quanto permette di stabilire il momento di estinzione/rimborso del capitale.

Il capitale ottenuto mediante vincoli di credito è caratterizzato da una durata temporale definita che permette di prevedere nel tempo, e nelle modalità, le uscite monetarie a cui l’impresa dovrà far fronte. Ciò comporta per il soggetto economico la necessità di definire con chiarezza un’adeguata programmazione finanziaria in modo da poter gestire accuratamente i problemi di riequilibrio finanziario dell’organizzazione7.

Il capitale conferito a titolo di rischio, invece, fa parte delle fonti di finanziamento a disposizione dell’impresa per l’intera durata della vita aziendale e, pertanto, la sua durata temporale è vincolata all’esistenza dell’impresa stessa.

c) Le modalità di remunerazione

Il capitale conferito a titolo di credito necessita obbligatoriamente di una remunerazione, anche variabile, che deve essere definita a priori mediante accordi e vincoli contrattuali, pena l’insolvenza della società.

Contrariamente, il capitale conferito a titolo di rischio non necessita di alcun tipo di vincolo o accordo a priori sulla remunerazione.

I criteri di ripartizione di quest’ultima fra i soci-azionisti possono essere identificati all’interno della regolamentazione statutaria, tuttavia essa rimane vincolata all’ottenimento di risultati economici positivi e subordinata alle necessità di autofinanziamento derivanti dalla gestione. Pertanto, possiamo definire tale remunerazione di capitale come una remunerazione di tipo residuale, caratterizzata dall’assenza di diritti di rivalsa da parte dei soggetti conferenti, ad eccezione dei casi in cui si verifichino comportamenti dolosi da parte degli amministratori.