CAPITOLO 5 – LA FORESTA IN LE MORTE DARTHUR
5.1 SIR THOMAS MALORY E LE MORTE DARTHUR
5.1.2 LA FORESTA DI MALORY: UNA FORESTA REALISTICA O FITTIZIA?
Questa tesi intende trattare in particolare il ruolo narrativo della foresta all'interno de Le Morte
Darthur, ed è quindi senz'altro necessario analizzare la topografia alla quale Malory fa riferimento
nel tracciare e descrivere le foreste in cui si muovono i suoi personaggi. Possiamo affermare, come emerso in conclusione del capitolo I di questa tesi, che Malory non trasse ispirazione dalle foreste inglesi del suo tempo, le quali avevano ormai subito una forte diminuzione e non coprivano un territorio molto esteso: la foresta del romanzo, soprattutto nelle prime sezioni, è invece un territorio incontaminato e selvaggio, scevro da interventi umani, al punto da potervi nascondere ben diecimila uomini in armi, come fa Merlino con i cavalieri dei re Ban e Bors:
He ledde the oste northwarde the pryveyst wey that coude be thought, unto the foreste of Bedgrayne, and there in a valey lodged hem secretely. (18)
Una foresta così fitta da potervi nascondere un esercito poteva ormai esistere solamente in un romanzo: Malory riprende una tradizione letteraria, quella del ciclo arturiano, che ebbe origine svariati secoli prima, quando le foreste dell'isola britannica erano ancora vergini e incontaminate. In alcuni casi l'autore (soprattutto all'inizio dell'opera, quando l'obiettivo è di dare credibilità al racconto) fornisce indicazioni geografiche e toponimi che permettono di posizionare geograficamente le foreste in cui si svolgono le avventure dei suoi cavalieri; la foresta di
Bedgrayne, in cui sorge l'omonimo castello dove Artù combatte gli undici re ribelli, è identificabile
con la foresta di Sherwood:
...and com to Kynge Arthur that was in the castell of Bedgrayne, that was one of the castels that stondith in the Foreyste of Sherewood. (27)299
Nella quarta sezione, lo scontro tra Artù (affiancato dai suoi cavalieri Kay, Gawain e Grifflet) e i cinque re ribelli del nord viene localizzato geograficamente sulle sponde del fiume Humber:
So on the morne the Kyng and the Quene departed with suche felyship as they had and come into the North, into a forerste besyde Humbir, and there lodged hem. (80)300
Questi riferimenti non hanno però altra funzione se non quella di dare credibilità storica ad un'opera che, nelle prime sezioni, si propone più come cronaca che come romance: nel complesso, in Malory la foresta è uno scenario labirintico, poco realistico e descrittivamente sfumato. A conferma di ciò, si può notare come, rispetto ad altri autori precedenti, Malory non dedichi molto spazio alle descrizioni. Spesso la foresta viene descritta semplicemente con aggettivi come fayre o grete.
Se andiamo ad analizzare gli alberi specificatamente nominati nel romanzo, ci accorgiamo che essi sono poco numerosi, e talvolta addirittura appartenenti a specie impossibili da trovare nell'Inghilterra dei tempi di Malory301. È il caso del sicomoro presente nel settimo libro, all'ombra del quale si riposano sir Bewmaynes (non ancora rivelatosi come sir Gareth di Orkney) e la damigella Lynet prima dell'avventura con il Rede Knyght:
And also there was faste by a sigamoure tre, and thereon hynge an horne... And therewith he spored his horse streyte to the sygamoure tree, and so blew the horne. (197-198)
Al tempo di Malory il sicomoro, specie assai diffusa in Africa e Medio Oriente, non era ancora stato introdotto nel nord Europa302: tuttavia era conosciuto in tutta la cristianità grazie alla sua presenza nei testi sacri, in particolare nel Vangelo secondo Luca, nell'episodio in cui Zaccheo, abitante della città di Gerico, sale su un sicomoro per vedere Gesù (Lc, 19, 1-10). Tra gli altri alberi, troviamo la quercia, ai cui piedi Launcelot incontra quattro cavalieri pronti a sfidarlo:
So sir Launcelotte rode into a depe foreste, and thereby in a slade he sey foure knyghtes hovynge undir an oke. (169)
299La foresta di Sherwood (oggi ridotta a soli 423 ettari, ma un tempo maggiore riserva di caccia reale inglese) si trova nella contea del Nottinghamshire, nelle East Midlands.
300Il fiume Humber si trova sulla costa orientale dell'isola britannica. 301In questa analisi prendo spunto da quanto scritto in: Whitaker, pp. 53-54.
302Hoskins, William George, The Making of the English Landscape, Londra: Hodder and Stoughton, 1955, p.69. Hoskins sostiene che l'Inghilterra del XV-XVI secolo fosse coperta in gran parte da foreste di querce e frassini, con minor frequenza di faggi, olmi, aceri e betulle.
Sempre ad una quercia è legato il cavallo di sir Lamerok, il quale disarcionerà Trystram in duello:
Syr Trystramys saw before them a lykely knyght syttyng armed by a well, and a stronge myghty horse stood passyng nyghe hym i-tyed to an oke, and a man hovyng and rydynge by hym, ledynge and horse lode with spearys. (292)
Un altro albero presente nel testo è il melo, all'ombra del quale Launcelot è preso da un sonno sovrannaturale all'inizio del libro VI:
Than Sir Lyonell aspyed a grete appyll tre that stoode by an hedge... So there they alyted and tyed there horsys unto sondry treis; and Sir Launcelot layde hym downe undir this appyll tre, and his helmet undir his hede. (152)
Queste occorrenze dei singoli alberi non vanno tuttavia a comporre uno scenario delineato e ordinato: sono episodi sporadici, staccati e privi di una coerenza complessiva. Il melo sotto al quale si addormenta Launcelot, il sicomoro di Bewmaynes, le querce di Trystram e di Launcelot sono elementi che emergono volta per volta dallo sfondo nel quale si svolge la narrazione, dalla foresta indefinita e descrittivamente sfumata, ma che allo stesso tempo non sono visibili nella foresta presa nella sua interezza. La foresta di Le Morte Darthur è una foresta di carta, fatta di alberi della tradizione letteraria e non locale, un luogo indefinito, non realistico, certamente non ispirato alle foreste inglesi dell'epoca di Malory,. E proprio in questa indefinitezza ontologica risiede il suo valore nell'economia del testo: è uno spazio selvaggio e illimitato, fitto di cavalieri, damigelle ed animali, elementi che si alternano nell'apparire improvvisamente nel corso della narrazione principale, col fine di minacciare l'ordine e la pace stabiliti dal re, mettendo conseguentemente alla prova il valore dei cavalieri, paladini e difensori di quest'ordine.