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SIR GARETH E LA FORESTA COME LUOGO DI CRESCITA E INIZIAZIONE

CAPITOLO 5 – LA FORESTA IN LE MORTE DARTHUR

5.2 LA CONTRAPPOSIZIONE TRA LA CORTE DI ARTÙ E LA FORESTA

5.2.5 SIR GARETH E LA FORESTA COME LUOGO DI CRESCITA E INIZIAZIONE

Nel settimo libro de Le Morte Darthur Malory narra la storia di Sir Gareth di Orkeney. Rispetto a Launcelot e Balyn, Gareth rappresenta un diverso tipo di relazione tra foresta e cavaliere. Mentre Balyn nella foresta si trova imprigionato in una spirale discendente che lo porta verso l'esito fatale della sua quest, e Launcelot non fa altro che ottenere un successo dopo l'altro, legittimando il proprio status di paladino eccellente, Gareth inizia la sua quest da outsider: la sua identità non viene rivelata all'inizio della storia (di nobile nascita, egli è il fratello di Gawain e Gaheris), quindi parte da una posizione umile, venendo deriso dalla sua lady e dagli altri cavalieri, per ottenere

progressivamente sempre maggiore rispetto e considerazione attraverso la nobiltà dei suoi atti, fino alla rivelazione della sua identità. Se nella tale di Balyn la foresta è un luogo tragico ed oscuro, e in quella di Launcelot la foresta è un labirinto che funge da palestra per il cavaliere, nella tale di Gareth la foresta è un luogo di iniziazione e successivamente di legittimazione, dove il non-ancora-cavaliere può provare le sue qualità e dimostrare ai suoi confratelli di meritare un posto attorno alla Tavola Rotonda.

Risulta interessante notare come questo episodio sia apparentemente una creazione di Malory, il quale, pur basandosi su fonti più antiche, ridefinisce la relazione tra Gareth e Launcelot in maniera da rendere più sconvolgente l'esito della loro amicizia, nel finale della sua opera. Come rileva Wilfred Guerin:

Through its happy picture of the Round Table at the height of its success, and through its preparation of Gareth for the role he will later play in the collapse of the Round Table, the “Tale of Gareth” contributes importantly to the unity of Malory's book.333

La tale di Gareth è quindi parte della fase ascendente del regno di Artù, in cui l'unità della Tavola Rotonda è ancora integra e la civilizzazione della foresta procede con successo grazie al valore dei cavalieri. Tuttavia, essa è funzionale soprattutto alla narrazione che Malory farà successivamente, quella della fase discendente, in cui gli scontri tra le fazioni interne a Camelot porteranno alla distruzione del regno e alla fine del dominio di Artù.

Gareth si presenta alla corte di Artù durante la festa di Pentecoste, non a Camelot bensì presso il castello di Kynkekenadoune, dove il re ha stabilito di celebrare la festività. L'arrivo del giovane ha connotazione di mervayle:

So evir the Kynge had a custom that at the feste of Pentecoste in especiall, afore other festys in the yere, he wolde nat go that day to mete unto that he had herde other sawe of a grete mervayle... And so Sir Gawayne, alytyll tofore the none of the day of Pentecoste, aspyed at a wyndowe three men uppon horsebak and a dwarfe uppon foote; and so the three men alyght, and the dwarff kepte their horsis, and one of the men was hyghar than the tothir tweyne by a foote and a half. (177)

L'arrivo a corte di Gareth ci fa intuire che il giovane non è un personaggio ordinario: accompagnato da un nano e due uomini a cavallo, il giovane svetta per altezza di fronte agli altri due cavalieri.

333Guerin, Wilfred L., "The Tale of Gareth – The Chivalric Flowering", in R.M. Lumiansky (a cura di), Malory's

Solamente il suo arrivo dà il via alla celebrazione di Pentecoste: Artù attende un evento fuori dall'ordinario per unirsi ai suoi cavalieri nei festeggiamenti, e tale evento è proprio l'arrivo di Gareth. Questi si presenta al re chiedendo che vengano esaudite tre richieste: la prima è di essere accolto a corte per un anno, mentre le altre due richieste verranno formulate in seguito. Artù accetta, ed assegna il giovane, che non vuole rivelare il suo nome, alle cure di Sir Kay, il quale lo ribattezza Beawmaynes, “bello mani”, per schernirlo, e gli assegna il ruolo di sguattero in cucina. James Simmons rileva l'errore grammaticale contenuto nel nome Beawmaynes, e evidenzia come esso venga commesso da Sir Kay e non da Malory; l'autore intende infatti evidenziare attraverso questo errore la rozzezza del siniscalco di Artù:

Coupling the masculine adjective beaw with the feminine noun maynes is a clumsy error in French grammar made, not by Malory, but by Sir Kay, and is one of several indicators of Kay's uncouthness in Malory's works.334

Gareth, per ora conosciuto come Beawmaynes presso la corte di Artù, è quindi vittima degli sbeffeggiamenti del rozzo Sir Kay: nonostante gli altri cavalieri, soprattutto Launcelot e Gawain, prendano le difese del giovane, il suo percorso verso la nobiltà comincia dal punto più basso. Inizialmente Gareth\Beawmaynes entra nella corte di Artù come outsider: è anonimo, non è ancora stato ordinato cavaliere, nessuno ne conosce l'origine né le vere intenzioni. Beawmaynes è al momento un personaggio proveniente dall'esterno della corte, anche se appare evidente la sua non-appartenenza alle forze della selva.

Per capire la posizione in cui si schiera bisogna attendere lo scadere dei dodici mesi per i quali ha chiesto di essere ospite di Artù: una damigella si presenta a corte chiedendo al re aiuto per la sorella, il cui castello è sotto l'assedio del pericoloso “Rede Knyght of the Rede Laundys”. A farsi avanti è proprio Beawmaynes:

“Sir Kyng, God thanke you, I have bene this twelvemonthe in your kychyn and have had my full sustynaunce; and now I will aske my other two gyfftys that bene behynde.” “Aske on now, uppon my perell,” seyde the Kynge. “Sir, this shall be my first giffte of the two gyfftis: that ye woll graunte me to have this adventure on this damesell, for hit belongyth unto me.” “Thou shalt have it,” seyde the Kyng, “I graunte hit the.” “Than, Sir this is that other gyffte that ye shall graunte me: that Sir Launcelot du Lake shall make me knyght, for of hym I 334Simmons, James, "Malory's Sir Garethis Tale of Orkney that was Callyd Bewmaynes by Sir Kay", Explicator, 65

woll be made knyght, and ellys of none”... “All this shall be done,” seyde the Kynge. (181)

Il giovane rivela dunque la sua intenzione di diventare cavaliere, eleggendo Launcelot come sua guida, e chiede di poter accettare la quest posta dalla damigella. Dopo un periodo speso come sguattero presso la corte del re, il giovane Beawmaynes sceglie di unirsi all'ordine dei cavalieri di Artù, e chiede di potersi sottoporre alla difficile avventura che si prospetta. La reazione della damigella, la quale si ritiene offesa dall'assegnazione di un semplice sguattero alla missione da lei proposta, pone un enorme punto di domanda sull'effettivo valore del non-ancora-cavaliere: la quest nella foresta sarà la sua iniziazione alla cavalleria, cui sinora ha solamente potuto assistere passivamente all'interno della corte.

L'avventura inizia in malo modo per Beawmaynes, il quale vede la damigella abbandonare la corte senza di lui, sdegnata dall'assegnazione di un non-cavaliere alla sua quest, e si trova costretto a rincorrerla per avventurarsi assieme a lei nella foresta. Inoltre il giovane, nonostante venga bardato con un'armatura portata a corte appositamente per lui, non è in possesso di uno scudo né di una lancia; Sir Kay coglie l'occasione per sbeffeggiare nuovamente lo sguattero del castello, e si lancia al suo inseguimento con la scusa di fornirgli le armi per affrontare l'avventura.

Ryght so com Sir Kay, and seyde, “Beawmaynes! What, sir, know ye nat me?”. Than he turned his horse and knew hit was Sir Kay that had done all the dyspyte to him, as ye have herde before. Than seyde Beawmaynes, “Yee, I know you well for an unjantyll knyght of the courte, and therefore beware of me.” Therewith Sir Kay put his spere in the reest and ran streyght uppon hym. And Beawmaynes com as faste uppon hym with his swerde and with a foyne threste hym thorow the syde, that Sir Kay felle downe as he had bene dede. Than Beawmaynes alyght downe and toke Sir Kayes shylde and his speare and sterte uppon his own horse and rode his way. (181)

Beawmaynes si guadagna col suo valore lo scudo e la lancia che completano la sua armatura. Nella foresta, egli può vendicarsi delle continue beffe subite da Sir Kay: il codice cortese prevede che il vero valore del cavaliere sia dato dalla sua nobiltà d'animo e dal suo valore, non dalla nobiltà delle sue origini. Nella foresta, dove le relazioni tra i cavalieri non sono gerarchizzate come a corte, e dove chiunque può misurarsi con chiunque, Beawmaynes\Gareth comincia a dar prova del proprio valore, stabilendo un nuovo ordine gerarchico tra sé e Kay. La foresta è qui uno scenario dove, non essendo rispettate le regole della corte, si possono rimescolare le carte e stabilire nuove gerarchie di

valore: tanto è vero che, subito dopo aver affrontato Sir Kay, Beawmaynes si misura anche con Sir Launcelot, dimostrandosi alla sua altezza e ottenendo finalmente la tanto agognata nomina a cavaliere. In questa occasione, dopo aver visto riconosciuto il suo valore da Launcelot, Beawmaynes può finalmente rivelare la sua vera identità: Launcelot lo nomina quindi Sir Gareth, e la vera quest del cavaliere può avere inizio. L'ingresso di Beawmaynes\Gareth nella foresta permette al giovane di provare immediatamente il suo valore, e conseguentemente ricevere la nomina a cavaliere. Tuttavia tale nomina avviene prima dell'effettivo inizio della quest: solamente con la benedizione di Launcelot, e col suo ingresso ufficiale tra le forze di Artù, il giovane può dedicarsi a combattere le forze della foresta, portando l'ordine nel mondo selvaggio.

Nella quest di Gareth assumono forte valore simbolico i colori: accompagnato dalla damigella, Lynet, il cavaliere si trova ad affrontare avversari bardati di diversi colori. Il tutto inizia con l'arrivo in una blak launde:

So at the laste they com to a blak launde, and there was a black hauthorne, and thereon hynge a baner, and on the other syde there hynge a black shylde, and by hit stoode a blak speare grete and longe, and a grete blak horse covered with sylk, and a blak stone faste by. Also there sate a knyght all armed in blak harneyse, and his name was called the Knyght of the Blak Laundis. (184-185)

Malory elenca in ordine progressivo di importanza gli elementi che Gareth trova di fronte a sé: l'utilizzo della paratassi permette al lettore di calarsi nei panni del cavaliere, attraverso la costruzione dell'immagine che a lui si presenta. Il nero è il colore dell'oscurità e della negatività, e già il lettore si aspetta un esito infausto, memore delle disavventure di Balyn; attraverso la descrizione dello scenario che accompagna la comparsa del Cavaliere Nero, Malory costruisce un'atmosfera oscura e misteriosa, come spiega anche Whitaker:

What particularly differentiates this world from that of the castle is not only the opportunity that it offers for questing and jousting, but also its atmosphere of mistery and fear. Gareth's adventures with the “colour” knights illustrate the use of figures in a landscape to present a challenge and to create a mood.335

La foresta è il solo ambiente in cui la quest può avere luogo, proprio in funzione della sua connotazione misteriosa e della sua atmosfera oscura. In essa Malory può disporre elementi di varia natura, con i quali il cavaliere deve confrontarsi per provare il proprio valore: ciò non può avvenire

nel castello, dove non a caso lo stesso Gareth viene affidato alle cure di un altro cavaliere. Nel castello l'ordine è fisso, non vi è possibilità di movimento né di scontro tra elementi: è un posto sicuro e regolamentato, dove anche gli elementi provenienti dall'esterno devono sottostare alle regole imposte dal re. Per divenire un cavaliere della Tavola Rotonda, Gareth deve dimostrare il proprio valore affrontando delle prove rischiose e degli avversari oscuri.

Il duello con il Cavaliere Nero ha esito positivo, e dà il via ad una serie di successi che mostrano il valore di Gareth. Lo scontro con il Cavaliere Nero è infatti solamente il primo di una serie che vede Gareth affrontare il Cavaliere Verde, il Cavaliere Rosso e il Cavaliere Blu (i quali si riveleranno fratelli del Cavaliere Nero). Il duello col Cavaliere Verde è interessante anche per la presenza di un biancospino336:

Therewythall the Grene Knyght rode unto an horne that was grene, and hit hynge uppon a thorne. And there he blew three dedly motis, and anone there cam two damesels and armed hym lightly. And than he toke a grete horse, and a grene shylde, and a grene spere; and than they ran togydyrs with all their myghtes, and brake their sperys unto their hondis. (186)

Al biancospino è appeso un corno che, suonato dal Cavaliere Verde, gli permette di prepararsi al duello. Ancora una volta un albero singolo si staglia dallo scenario indefinito nel quale avvengono gli eventi, fornendo un elemento funzionale allo svolgimento della quest.

Più avanti nel corso della sua avventura, dopo aver rivelato la propria identità anche alla damigella ed aver finalmente assunto in pieno l'identità di cavaliere di Artù, Gareth si dirige verso la destinazione della sua quest, il castello dove è tenuta prigioniera e sotto assedio la sorella di Lynet, Lyonesse. Anche qui emergono dallo sfondo alcuni alberi particolarmente significativi, la cui descrizione da parte dell'autore contribuisce a costruire lo scenario nel quale avviene lo scontro decisivo:

And whan they com nere the sege, Sir Bewmaynes aspyed on grete trees, as he rode, how there hynge full goodly armed knyghtes by the necke, and their shyldis aboute their neckys with their swerdis and gylte sporys uppon their helys. (197)

And also there was faste by a sygamoure tre, and thereon hynge an horne, the grettyst that ever they sye, of an 336Da notare che il biancospino, come riporta The Continuum Encyclopedia of Symbols, è la pianta dalla quale venne ricavata la corona di spine di Gesù Cristo sulla croce. Tuttavia, durante il Medioevo, era simbolo di speranza e di cautela. Cfr. Becker, Udo, The Continuum Encyclopedia of Symbols, New York: Continuum International, 2000, p.138.

olyvauntes bone, and this Knyght of the Rede Launde hath honged hit up there to this entente, that yf there com ony arraunte knyghte, he muste blowe that horne, and than woll he make hym redy and com to do hym batayle. (197)

I cavalieri impiccati agli alberi attorno al castello, e il corno appeso al sicomoro, col quale chiamare a duello il Cavaliere della Terra Rossa, sono elementi che costruiscono lo scenario finale della quest di Sir Gareth: essi sono funzionali a descrivere l'atmosfera solenne e tetra nella quale il paladino si prepara al grande scontro, punto di arrivo del suo percorso di crescita all'interno della foresta. I singoli alberi emergono da uno sfondo indefinito, nel quale si distinguono solamente i colori che Malory sceglie per caratterizzare i diversi cavalieri con cui si scontra Gareth, per preparare uno scenario preciso nel quale il cavaliere è protagonista. Questa tecnica utilizzata da Malory è paragonabile ad una sorta di panoramica sulla scena dello scontro: il cavaliere viene seguito da vicino dall'autore nel corso del suo girovagare per la foresta, senza particolari attenzioni a ciò che lo circonda. Nel momento in cui si prospetta uno scontro di particolare importanza, l'autore prepara una scena adatta alla solennità del momento: gli alberi da cui pendono gli impiccati e il sicomoro a cui è appeso il corno che darà inizio allo scontro sono evidenziati al fine di descrivere l'atmosfera grave e tetra che circonda il duello.

Il ritorno di Gareth al castello di Artù, dopo la serie di avventure che l'hanno visto uscire vincitore, avviene in occasione di un torneo indetto dal re su richiesta indiretta dello stesso Gareth, il quale intende vincere la mano di Lyonesse, premio per il vincitore del torneo. Tuttavia, Gareth si presenta al torneo nascondendo la sua identità, grazie ad un anello magico che gli permette di cambiare colore; quando la sua identità viene scoperta, egli decide di fuggire dal castello e di rifugiarsi nella foresta, per non infangare il suo onore di cavaliere senza macchia, vedendo riconosciuto il suo amore per Lyonesse. Per Gareth si tratta di un ritorno nella foresta, ma questa volta la sua condizione è cambiata: se la prima quest era volta principalmente a dimostrare il suo valore come paladino e quindi a definire la sua identità di cavaliere, questa seconda avventura nella foresta ha lo scopo contrario. Egli intende nascondersi dai cavalieri della corte, ed è pronto a rinunciare al proprio onore di cavaliere faticosamente conquistato nel corso della quest dei cavalieri

colorati:

So thus Sir Gareth rode longe in that foreste untyll nyght cam; and ever hit lyghtned and thundirde as hit had bene wylde. At the laste by fortune he cam to a castell, and there he herde the waytis uppon the wallys... “Sir knyght,” seyde the lady, “ye speke knyghtly and boldely; but wete you well the lorde of this castell lovyth nat Kynge Arthure, nother none of hys courte, for my lorde hath ever bene ayenste hym... For and thou com in this nyght, thou muste com undir this fourme, that wheresomever thou mete hym, by stygh other by strete thou muste yelde the to hym as presonere.” … “Well, madam,” seyde Sir Gareth, “I shal promise you in what place I mete youre lorde I shall yelde me unto hym and to his good grace, with that I undirstonde that he woll do me no shame.” (219-220)

Nella sua fuga dalla corte di Camelot, Gareth rinnega i propri ideali e il codice arturiano per il quale ha combattuto sino ad ora: pur di potersi rifugiare nel castello di quello che ci viene presentato come un nemico di Artù, quindi un appartenente alle forze opposte a quelle della civilizzazione, Gareth rinuncia al proprio onore e si dichiara pronto ad arrendersi senza combattere. Questa rinuncia ai propri valori cavallereschi pone un grosso punto di domanda sull'effettiva dedizione di Gareth al proprio re. La sua fuga e il suo tentativo di nascondersi dai cavalieri della Tavola Rotonda sono dovuti al suo amore per Lyonesse: per questo scopo egli è disposto a rinunciare al proprio rango di cavaliere, rifiutando il proprio dovere di combattere le forze avverse ad Artù. La “crisi d'identità” che colpisce Gareth, seppur provvisoria (quando effettivamente incontra il signore del castello, Gareth non rinuncia ad affrontarlo), ci fa riflettere sul ruolo interpretato da questo cavaliere nello scacchiere della corte di Artù. Come scrive McCarthy:

He is the only major knight allowed to marry and he chooses specifically to do so. His worship wins him both a place in his own family and a family of his own.337

Il ruolo di Gareth è atipico: egli è l'unico dei cavalieri di Artù narrati da Malory a sposarsi, e l'unico a vivere una storia d'amore alla luce del sole. Dopo la fuga legata all'amore per Lyonesse, del quale inizialmente teme il riconoscimento da parte della corte, Gareth rientra nei ranghi di Artù con il permesso di poter sposare Lyonesse, accordatogli dal re stesso e dalla madre Morgause: alla fine della tale Malory concede il lieto fine, con il matrimonio tra Gareth e Lyonesse e la