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Gli interventi ottocenteschi e l’erezione dell’oratorio

I.6 I secoli XVIII e

I.6.2 Gli interventi ottocenteschi e l’erezione dell’oratorio

Sotto il rettorato di don Giuseppe Francescatti (1782-1806)277, professore di

teologia dogmatica e morale presso il Seminario di Verona278, venne trasportata

a San Lorenzo l’urna dei santi Kiberto e Vittoria da Santa Maria della Fratta279,

soppressa nel 1805, dove erano sepolti presso l’altare di san Pantaleone280.

Francescatti, per di più, domandò di poter spostare il fonte battesimale, intervenendo sulle murature del tempio; la pila, così, fu intromessa nella prima campata del fianco meridionale:

«Al Nobile ed Illustrissimo Monsignor Vicario Generale si presenta umilmente l’Arciprete di San Lorenzo e lo supplica di concedergli la facoltà di trasportare il Battistero ed annichilarlo nella muraglia della chiesa, e perciò sarà necessario forar la muraglia medesima, il qual foro per altro non terminerà sulla strada, ma in un piccol luogo di ragion della chiesa»281.

Una relazione ottocentesca del Cancelliere vescovile Felice Bonzanini, custodita presso l’Archivio Storico della Curia Diocesana di Verona, rammenta poi come un tale curato Tomasi di Torbe, assistente di don Francescatti, avesse fatto ripavimentare le navate centrale e meridionale:

«Raccogliendo da facchini, zatteri, servi e serve, camerieri e cameriere ed artigianelli ogni settimana le piccole loro offerte, fece selciare di marmo bianco e rosso la navata di

275 GIUSTINIANI, ASDVr, ms. LXXIV, cc. 15v-16v. 276 ZANNANDREIS 1891, p. 443.

277 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1782 marzo 26. 278 PIGHI 1988, p. 322.

279 DIONISI 1786, pp. 37-51, narra l’inventio dei resti, avvenuta nel 1706 a Santa Maria della Fratta e trascrive le due lamine plumbee con i nomi dei santi scoperte in quel frangente. CERVATO 2004, p. 60.

280 PIGHI 1887, p. 13;PIGHI 1980, p. 140. Il ripostiglio delle reliquie, attualmente, si trova nell’ala settentrionale delle gallerie, in corrispondenza del coro.

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mezzo di questa Basilica e di poi quella della parte meridionale, ed aveva apparecchiato anche i marmi rossi e bianchi, ed il prezzo pei muratori da selciare la terza navata verso settentrione: ma fiera improvvida malattia (vi erano i Francesi in Italia e in Verona) il tolse dal mondo, che ne era indegno, e andò a cogliere il premio in Cielo di sue virtù. Non si sa poi che fine abbiano avuto i suoi marmi e danari apparecchiati»282.

Nel 1806283 la chiesa cessò di essere parrocchia e diventò sussidiaria dei Santi

Apostoli284, venendo affidata alle cure di don Giovanni Menegatti (1806-1814)285.

Costui trasportò un altare marmoreo della Madonna dalla soppressa chiesa della Fratta, di cui era parroco, e lo collocò nell’absidiola della cappella sud, approntandovi una tela del pittore Fracasso con Sant’Antonio da Padova e san

Luigi Gonzaga (fig. 37)286; inoltre, nel 1810 ottenne il placet del vescovo

Innocenzo Liruti per apporre in chiesa le stazioni della Via Crucis287.

Il vicario Giovanni Battista Frisoni (1814-1837)288 s’adoperò molto nella

sistemazione degli interni289. In una lunga nota spese del 1815 segnalò come:

«Furono fatte le due Bussole ed Antiporti alle due Porte della Venerabile Chiesa di S. Lorenzo, a ripararla dalle intemperie, e si spendette Lire Italiane cinquantasette e centesimi trenta […] Furono fatti acconciare nello stesso anno senza alcun aiuto di limosine tutti li vetri delle fenestre tutte della Chiesa e alcune invetriate rimesse di nuovo; e nell’Arringhiera, e dietro l’Organo e nei Camerini delle Torricelle. La spesa sale a Lire Italiane Ottantasei»290.

Nello stesso anno 291, in luogo del cimitero dirimpetto al fianco nord della chiesa,

fece innalzare un oratorio per i giovani292:

282 BONZANINI, ASDVr, ms. [s.n.], c. 2v, n. XII. 283 Ivi, c. 2v, n. XIII; PIGHI 1887, p. 13.

284 EDERLE 1964b, p. 516; CHIAPPA 1994, p. 116.

285 CAVATTONI,BCVr, ms. 2176, c. 44v; BENNASSUTI 1886, p. 79;BALESTRIERI 1954, pp. 37-38.

286 BENNASSUTI 1886, p. 79;BELVIGLIERI 1898, p. 249; EDERLE 1964a, p. 18. 287 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1810 aprile 10. Cfr. CHIAPPA 1994, p. 116.

288 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1814 aprile 16.

289 BENNASSUTI 1886, pp. 79-82;PIGHI 1887, p. 13; BELVIGLIERI 1898, pp. 244, 249-250, 255; BALESTRIERI 1954, p. 38.

290 FRISONI, ASL, ms. 50, c. 1r.

291 BONZANINI, ASDVr, ms. [s.n.], cc. 3r-3v, n. XVII. 292 TREVISAN 2008, p. 170.

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«Nell’anno predetto fu fatto erigere da me Giovanni Battista Frisoni Vicario di San Lorenzo da fondamenti. L’Oratorio in Riva all’Adige dove era il Cimitero della Chiesa. Ciò era necessario per poter comodamente far la scuola della Dottrina Cristiana e per togliere l’umidità della Chiesa cagionata dal terrapieno del Cimitero. La spesa sale a Lire Italiane duemila quattrocento e ottantanove e centesimi dodici […]»293.

Il nuovo cantiere fu esplorato da Liruti il 25 giugno 1820294 e venne concluso nel

1824 (fig. 38)295; dalla Curia vescovile di Verona scrissero:

«Nessun Oratorio esisteva attiguo alla Chiesa di S. Lorenzo in questa città prima che il Sacerdote Gio. Batta Frisoni fosse fatto coadiutore della stessa. Fu tutto merito suo l’acquisto dello stabile beneficiario temporariamente da lui posseduto, che gli costò L. 1336.50, e che fu da lui stesso poi convertito in area dell’Oratorio attuale. Fu pur merito suo l’edificazione dell’Oratorio stesso [...] e poi da lui medesimo pure col proprio ampliato. Dal che ne nasce che l’Oratorio è suo non meno in quanto al suolo che occupa, di quello che in quanto all’edifizio da lui fatto costruire […] Egli lo ha fabbricato perché abbia da servire a raccoglier la gioventù per insegnare alla medesima la sana morale dell’Evangelo e la Cristiana Pietà»296.

Il Parroco, inoltre, nel 1819 commissionò ad Agostino Ugolini la pala con la

Madonna col Bambino, san Luigi Gonzaga e i santi Angeli Custodi297 per l’altare

del nuovo locale (oggi nella cappella nord della crociera) (fig. 39)298, e, ancora,

fece realizzare dal fratello pittore, Luigi, La manifestazione dei fratelli di

Giuseppe299.

293 FRISONI, ASL, ms. 50, c. 1r. 294 LIRUTI 2004, p. 120.

295 SIMEONI 1909, p. 142. Numerosi incartamenti concernenti la fabbrica dell’oratorio sono in ASL, b. 10, fasc. 4, Carte autentiche appartenenti allo Stallo tramutato nel Presbiterio dell’Oratorio di S. Lorenzo l’anno 1824.

296 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1831 ottobre 23.

297 FLORES D’ARCAIS 1980, p. 528; FERRARINI 2011, p. 387. EDERLE 1964a, p. 19, l’attribuisce invece a Giambettino Cignaroli.

298 FRISONI, ASL, ms. 50, c. 1v. 299 FERRARINI 2011, p. 228.

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Nel 1816 completò l’opera iniziata al tempo di Francescatti, pavimentando la navata settentrionale300 e conservando le lapidi mortuarie, la più antica delle quali

risaliva al XV secolo301:

«Fu fatto selciare da me tutta a mie spese la navata di S. Anna di quadri rossi e bianchi e sue respettive fasce. Ciò era necessario per togliere l’indecenza e il pericolo essendo quella parte non prima selciata più bassa un piede del rimanente. La spesa sale a Lire Italiane Ottocento e trentasette e centesimi Ottanta»302.

Nel 1819 Frisoni s’impegnò per salvaguardare la statica dell’edificio ecclesiale, compromessa in più punti:

«Nello stesso anno fu fatta di necessità restaurare la Chiesa, il Coro e il Campanile, che tutto minacciava. Concorsero alcuni con le loro elemosine, ma la spesa fu molto più grave in tutto sale a Lire Italiane quattromila cinquecento due e centesimi Ottantacinque»303.

Per prima cosa, fece rinsaldare la calotta dell’abside maggiore che era in parte crollata sotto il peso della cornice marmorea di Dal Pozzo. In seguito, nell’absidiola sud del presbiterio, sulle cui pareti poggiava il campanile, fece costruire un poderoso pilastro in muratura per ovviare a un incombente cedimento e fece altresì murare il varco che conduceva dalla torre al coro, rafforzando la calotta con centinature metalliche. Così Bonzanini:

«Vedendo il Rettor della Chiesa, che il campanile, il coro, e due volti della navata di mezzo davano molti segni di non lontana rovina (e ciò per alcune operazioni imprudenti dei tempi passati, e massimamente per un foro fatto in sede vacante a bella posta in uno degli angoli del campanile alla metà di esso alto più di sei piedi, e largo cinque per entrare in cucina, quando già a tal uopo vi era, e vi è un altro uscio): vi pose a farvi tutti quei restauri, che erano necessari rimettendo con grosse pietre i quattro angoli del campanile

300 BONZANINI, ASDVr, ms. [s.n.], c. 3v, n. XVIII. Ederle, al contrario, sostiene che Frisoni abbia fatto pavimentare l’interno edificio. Cfr. EDERLE 1964a, p. 11; EDERLE 1964b, p.

516.

301 Le epigrafi della pavimentazione sono trascritte da SGULMERO,BCVr, ms.2585, nn. 1396-1409.Cfr. Cap. V.3.5 La pavimentazione e le coperture.

302 FRISONI, ASL, ms. 50, c. 1v. 303 FRISONI, ASL, ms. 50, c. 2r.

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al piano della Chiesa, riattandone e rimettendo di nuovo i profondi fondamenti e dello stesso campanile, e del coro, e dei due predetti archi. La finestra del Coro orientale rotonda, tutta la volta del medesimo, ed il coperto furono interamente rifatti: fu rimessa una gran parte dei due volti della navata di mezzo, e con grosse chiavi di ferro e nel campanile e nelle volte della Chiesa, e col rimettere con pietre alcuni muri delle parti offese fu assicurato in ogni parte il detto tempio. In questa occasione si acconciò tutto l’interno della Chiesa e si abbellì colla pittura del Coro e della Cappelle»304.

Per ultimo, il Rettore fece demolire la scala nella torre meridionale, sostituendola con una cappella dedicata a santa Filomena305, che emergeva verso l’esterno

(1835)306.

Nel frattempo, la chiesa aveva cessato di essere succursale dei Santi Apostoli, come attesta un documento del 1825 che certifica l’istituzione della fabbriceria di San Lorenzo, allora guidata da Bonifacio di Canossa, Giovanni Perigozzo e Clemente Vaccari307:

«Col venerato suo dispaccio n. 42949/6325 IV ha convenuto di sollevare la Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale dei SS. Apostoli dalla amministrazione della Chiesa succursale di S. Lorenzo, e si è compiaciuto di istituire una nuova Fabbriceria per l’Amministrazione di quest’ultima»308.

Don Domenico Cipriani (1837-1853)309 fece abbassare il piano pavimentale della

corte esterna e interrò le sepolture, compresa quella di Matteo Canato310, mentre

304 BONZANINI, ASDVr, ms. [s.n.], cc. 3v-4r, n. XIX.

305 BELVIGLIERI 1860, p. 313;EDERLE 1964a, p. 11; TREVISAN 2008, p. 170. 306 SGULMERO,BCVr,ms.2585, n.1202.

307 Sull’istituzione della Fabbriceria di San Lorenzo, si vedano ASVr, Congregazione Municipale di Verona (1815-1866), b. 496, Fabbricerie Urbane (1815-1826), San Lorenzo; ASVr, Congregazione Municipale di Verona (1815-1866), b. 498, Fabbricerie Urbane (1819-1829), Fabbriceria di San Lorenzo. Per gli anni immediatamente successivi: ASVr, Congregazione Municipale di Verona (1815-1866), b. 499, Fabbricerie Urbane (1830-1832), Fabbriceria di San Lorenzo; ASVr, Congregazione Municipale di Verona (1815-1866), b. 500, Fabbricerie Urbane (1832-1834), fasc. 616, Fabbriceria di San Lorenzo.

308 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1825 gennaio 8; ASVr, Congregazione Municipale di Verona (1815-1866), b. 496, Fabbricerie Urbane (1815-1826), San Lorenzo, doc. 1825 gennaio 8, n. 368/21.

309 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1837 maggio 29.

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non è imputabile alcuna operazione di rilievo a don Giovanni Battista Santi (1853- 1862)311. Don Quinto Trivulzi (1862-1885)312, alfine, si applicò nella sistemazione

della canonica, della sacrestia e dei locali nei dintorni del complesso e fece ridurre l’organo da Giovanni Battista De Lorenzi di Schio (Vi)313.

311 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1853 aprile 8. 312 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1862 aprile 1.

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