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Il progetto d’isolamento del complesso (1945-1954)

III. I RESTAURI NOVECENTESCH

III.3 Il restauro post-bellico di San Lorenzo

III.3.5 Il progetto d’isolamento del complesso (1945-1954)

Nel 1945 Piero Gazzola, con l'approvazione del Comune di Verona118, iniziò ad

avanzare l’ipotesi di valorizzare urbanisticamente la basilica isolandola dalle costruzioni circostanti119, secondo una sistemazione che era già stata valutata

alla fine del XIX secolo120:

«Si tratterebbe in particolare di procedere all’isolamento delle absidi le quali si rivelano assai importanti dal punto di vista archeologico per le varie stratificazioni che chiaramente denunciano le diverse riprese di costruzione. Inoltre se da qualche tempo si pensava all’isolamento totale del complesso artistico, un più serio esame della zona ha portato alla decisione di limitare le demolizioni così da conservare la Chiesa in quella atmosfera di intimità che maggiormente può far apprezzare la bellezza artistica del monumentale complesso architettonico»121.

Ebbe iniziò così un’annosa diatriba che si protrasse fino al 1954 e vide coinvolti, oltre alla Soprintendenza e al Comune di Verona, la Curia, il Rettore della chiesa, il Genio Civile e gli inquilini delle case adiacenti122.

Nel dicembre del 1946 il Soprintendente suggerì al sindaco Fedeli, di arretrare il fabbricato antistante alla facciata per ampliare il sagrato della chiesa e di demolire un casotto rivolto verso Corso Cavour, adiacente al muro di cinta del

116 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1952 marzo 9, n. 1086.

117 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1952 maggio 3, n. 489.

118 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1945 settembre 22, n. 16877.

119 Sulla tutela del paesaggio veronese nell’ottica di Gazzola, vedi MARTELLETTO 2009, pp. 125-130; ZUMIANI 2009, pp. 131-136.

120 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1945 settembre 7, n. 739. Cfr. MAFFAZIOLI 2006, pp. 381-383. Già BENNASSUTI 1886, p. 65,

aveva deplorato l’esistenza di stalli e casupole che toglievano alla vista i prospetti nord e sud della chiesa.

121 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, [s.d.], [s.n.]. 122 MAFFAZIOLI 2006, pp. 381-383.

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complesso, e una casa addossata alla cappella settentrionale della crociera (fig. 149)123.

Gazzola, dopo oltre un anno, scrisse ancora:

«Allo scopo di dare un assetto definitivo alla zona di S. Lorenzo in accordo con lo studio di piano regolatore, si trasmette a codesta on. Autorità n. 2 fotografie del plastico eseguito da questa Soprintendenza e un brano mappale dove in giallo sono segnate le parti che, bombardate, si riterrebbe necessario demolire. Pur essendo state queste a suo tempo e tempestivamente vincolate si è dovuto constatare l’abusiva ricostruzione di parte del fabbricato segnato col n. 20 del foglio IX mentre è stato mantenuto il vincolo per l’altra parte verso il Lungadige. Si ritiene quindi, anche per una ragione di equità nei confronti dei due proprietari, necessario l’intervento da parte di codesta on. Autorità per definire in modo inequivocabile la planimetria della zona, così da poter dare a questa Soprintendenza una sicurezza nelle direttive di restauro della zona stessa» (fig. 150)124.

I proprietari degli immobili, tuttavia, si opposero a tale proposta, asserendo che i danni agli stabili erano stati di così poca entità da non aver dovuto richiedere alcun tipo di riedificazione e, inoltre, le opere erano state intraprese prima di aver avuto la notifica del vincolo di non ricostruzione125.

Nel 1949 il Soprintendente esortò il Comune a esaminare la possibilità di espropriare e smantellare alcune botteghe site oltre il muro di cinta del complesso verso Corso Cavour recependo un provvedimento previsto dal Piano di Ricostruzione126. Nel dicembre del 1950, però, il Sindaco rettificò che:

«La sistemazione delle adiacenze alla chiesa di S. Lorenzo non fa parte del Piano di Ricostruzione, ma bensì al Piano Generale ancora in progetto e quindi non ancora approvato. In questa situazione non è possibile mettere vincoli legali né

123 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1946 dicembre 17, n. 1892.

124 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1948 febbraio 2, n. 214.

125 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1948 maggio 13, [s.n.].

126 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1949 dicembre 14, n. 2127.

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fare ingiunzioni ai proprietari, i quali d’altronde furono a suo tempo informati da codesta On. Soprintendenza dei vincoli a cui sono soggetti a causa della monumentalità dell’ambiente. Un progetto di modesta ricostruzione da parte della Ditta F.lli Turco è stato recentemente respinto e nulla sarà trascurato perché, nei limiti del possibile, possa ottenersi l’intento da codesta Soprintendenza auspicato»127.

Gazzola replicò che la Soprintendenza avrebbe comunque provveduto all’esecuzione di quanto previsto dal Piano di Ricostruzione per la zona di San Lorenzo e, in modo particolare, alla sistemazione dell’area antistante alla facciata128; nonostante ciò, il responso del sindaco Fedeli non arrivò129 e il

Soprintendente, dopo aver saputo che il proprietario del fabbricato prospiciente la chiesa intendeva procedere alla ristrutturazione, insistette notificando che:

«Parte dello stesso stabile venne abusivamente ricostruita subito dopo la guerra. Tali ricostruzioni pregiudicano la sistemazione prevista dal Piano di ricostruzione, sistemazione progettata con l’intendimento di valorizzare la facciata della Basilica di S. Lorenzo. Dato l’importante interesse della Chiesa in questione, questo Ufficio prega la S.V. di voler intervenire diffidando il Proprietario dello stabile di voler desistere dalla ricostruzione, in attesa che il Piano di Ricostruzione venga definito e applicato»130.

Nel 1951 le operazioni d’isolamento del tempio non erano ancora principiate e il Soprintendente insistette col Sindaco per liberare quantomeno il prospetto occidentale:

«Tale piano prevede l’arretramento delle fronti dei fabbricati prospicienti la facciata e la destinazione ad uso pubblico del sagrato che risulta in seguito a questa nuova sistemazione, oltre al collegamento diretto con il Corso Cavour mediante un fornice di attraversamento del Palazzo di proprietà Turco. In questa sistemazione viene, con opportune

127 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 dicembre 12, n. 45390/11929.

128 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 giugno 23, n. 1719.

129 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 novembre 21, n. 3350.

130 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 novembre 28, n. 3481.

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modifiche, mantenuto il cavalcavia su Riva S. Lorenzo quale elemento coloristico del paesaggio» (figg. 151- 153)131.

Gazzola non demorse dai suoi intenti e informò il Parroco che, in accordo con l’Ufficio Tecnico Comunale e in ottemperanza a quanto previsto dal Piano Regolatore, intendeva abbattere la costruzione addossata la muro di cinta del complesso, verso Corso Cavour, utilizzata come attività commerciale, ma facente parte del beneficio di San Lorenzo132. La Curia Vescovile di Verona accolse la

richiesta del Soprintendente, evidenziando però come:

«Codesta Sovraintendenza, dovrà provvedere direttamente col gestore del negozio da eliminare, per i diritti che questi può vantare e per le pratiche onde liberare il locale. Resterà poi da fissare l’indennizzo da corrispondere all’Ente del Beneficio Rettoriale, per la soppressione di un immobile ora redditizio, e che lo potrebbe essere anche in maggior misura quando i fitti dei fabbricati fossero sbloccati»133.

Gazzola, allora, replicò:

«L’azione proposta da questa Soprintendenza mirava alla valorizzazione maggiore della magnifica Chiesa di S. Lorenzo, quale monumento e quale edificio Sacro. E ritenendo essere tale desiderio condiviso anche da codesta ven. Curia aveva, dopo aver ampiamente provveduto al riatto della Chiesa, incoraggiata l’idea dell’isolamento urbanistico. Vista tuttavia la nota di codesta ven. Curia, si precisa come questo Ufficio non possa assumersi alcun onere, né nei confronti di terzi eventualmente colpiti, né del Beneficio Ecclesiastico in quanto, altrimenti, in simili casi dovrebbe essere addossata l’azione di esproprio come predetto dalle vigenti Leggi»134.

Il Soprintendente, a quel punto, si vide costretto a desistere da suo proposito, ma premette con il Sindaco per l'esproprio dell’immobile che occludeva il prospetto di

131 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 novembre 7, n. 4293.

132 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 novembre 2, n. 4278.

133 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 novembre 19, n. 1249.

134 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 novembre 28, n. 4446.

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facciata, secondo le disposizioni del Piano di Ricostruzione e del Piano Regolatore Generale135. Anche quest’intento non ebbe successo, in special

modo per l’opposizione dei proprietari dei fabbricati circostanti il complesso136,

ma Gazzola ottenne quantomeno che non venisse riedificato l’oratorio ottocentesco a nord della chiesa, opportunamente rilevato e catalogato (figg. 154-157)137, di cui sopravvivono unicamente quattro colonne corinzie138:

«Nel 1815 a cura del Rettore G.B. Frisoni venne costruito l’oratorio per ragazzi della Chiesa di S. Lorenzo appoggiandolo direttamente al muro perimetrale del fianco sinistro. L’edificio aveva un’architettura interna di stile neoclassico di gusto settecentesco con alte colonne corinzie, e scomparti a nicchie che venne ricavata, per quanto riguarda il muro d’appoggio della Chiesa, sacrificando il paramento a vista e i contrafforti romanici preesistenti. In seguito ai bombardamenti dell’ultimo periodo bellico la distruzione dell’Oratorio indusse questa Soprintendenza a recuperare e a restaurare il fianco antico della Chiesa, procedendo in quel lavoro di bonifica artistica che già era stato lodevolmente iniziato nel secolo scorso. Ne fu evitata quindi la ricostruzione, in quanto, nel contempo tale distruzione corrispondeva fortunatamente, anche se in forma parziale, a quel sano concetto di isolamento della Basilica che espresso più volte dagli enti artistici e dall’opinione pubblica, non era mai stato possibile realizzare per ovvie ragioni economiche. Data l’importanza storico-artistica della Chiesa romanica, questa Soprintendenza ritiene opportuno che l’area dove esisteva l’Oratorio resti scoperta e di uso pubblico come zona di rispetto e in questo senso ha previsto per essa una adeguata sistemazione già sottoposta e accettata dalle locali Autorità comunali»139.

La Curia Vescovile di Verona, nondimeno, propugnò il rifacimento dello stabile, dichiarando che:

135 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1952 aprile 28, n. 2136.

136 MAFFAZIOLI 2006, p. 383.

137 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1953 novembre 11, n. 3573.

138 EDERLE 1964a, p. 16; RAPELLI 1999, p. 23.

139 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1953 novembre 11, [s.n.].

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«Costituiva parte integrante del complesso della Chiesa stessa, quale appendice necessaria alla esplicazione delle attività e funzioni proprie di detta Chiesa che anticamente era chiesa parrocchiale»140.

Il Ministero dei Lavori Pubblici, però, mise fine alla questione comunicando che:

«Gli oratori non rientrano tra gli edifici ammessi al beneficio del D.L. 27 giugno 1946 n. 35. Questo istituto, pertanto, in base alla legislazione vigente non potrà in alcun modo provvedere ai lavori di ricostruzione dell’oratorio di cui trattasi né com’era e dov’era né, tanto meno, in altra località»141.

140 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1954 gennaio 14, [s.n.]. 141 ASDVr, b. 15, SL, doc. 1954 marzo 4, n. 990.

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