II. I RESTAURI OTTOCENTESCH
II.4 La riapertura del cantiere (1893-1896)
II.4.3 Il ripristino del versante settentrionale e i frammenti altomedievali nell’area presbiteriale
Dopo aver scrostato le murature della navata centrale per rimettere in luce il primitivo apparecchio murario 147, si eseguì il completo ripristino del lato
settentrionale della chiesa148. Nel luglio del 1893 don Scapini aveva già
riscoperto «l’abside della navata sinistra esistente al di dietro del confessionale»149 e aveva altresì liberato l’altare maggiore «da due porte laterali
e da un grosso gradino sovrapposto che copriva parte del tempietto, e così resta sgombra l’abside, che si può ora vedere completamente»150 (fig. 72). A tal
proposito, Berchet annotò anche che:
«Demolite le portine barocche laterali all’altar maggiore fu pure scoperto sulla parete a sinistra un loculo alto 0,85 largo 0,70 profondo 0,70 dipinto con una croce fiorata rossa in campo romboidale bianco con riquadri neri e quattro foglie trilobate rosse agli angoli riquadrati pur in nero il tutto chiuso da una gran fascia rossa e ciò in tutti e tre i lati e sul soffitto del loculo, sul quale si faranno gli studi»151 (fig. 73).
Nel 1894 il Direttore Regionale manifestò l’intenzione di procedere con l’integrazione del settore nord152; per quest’opera, Scapini aveva già acquistato i
materiali necessari, ripromettendosi di dare principio ai lavori nel mese di
146 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1893 settembre 12, n. 1756/11889, cc. 1v-2v. Cfr., inoltre, CIPOLLA 1893,
p. 163; CIPOLLA 1894a, pp. 7-9.
147 SORMANI MORETTI 1904, p. 203. 148 BERCHET 1895, p. 72.
149 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, 1893 luglio 27, n. 1372. Entrambe le absidi del coro, infatti, erano chiuse da due confessionali come ricorda BENNASSUTI 1886, pp.
65-66.
150 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, 1893 agosto 12, [s.n.].
151 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1893 luglio 28, n. 1372/10430, cc. 1v-2r. Cfr. BELVIGLIERI 1898, p. 253.
152 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 marzo 8, n. 1856/2117.
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giugno153. Il Rettore, nel frattempo, aveva intrapreso uno scavo trasversale
nell’area presbiteriale fra i due pilastri che delimitavano la crociera, con l’intento di rinvenire le sostruzioni di una presunta cripta154. L’esplorazione, pur non
avendo rivelato la presenza di un ambiente ipogeo, portò alla luce numerosi frammenti lapidei altomedievali 155 appartenenti, presumibilmente, a una
recinzione presbiteriale156:
«Trovai un muro di antica costruzione fatto di ciottoli e frammenti di pietre e di tufo. Fattolo demolire con tutta accuratezza trovai che i pezzi di tufo erano una specie di pilastrini lavorati in rilievo di vimini variamente intrecciati, lavorati alcuni su due pareti contigue, altri sopra una sola; alcuni hanno un incavo profondo circa 5 cent. in un lato nel senso longitudinale, altri su due lati opposti. Sopra una superficie abbastanza estesa si trovò il medesimo genere di ornamentazione nel mezzo si vede che doveva essere circolare, con una bestia in rilievo al di sopra dell’ornato circolare, che mancando della testa non si sa con certezza che cosa possa essere essendo il corpo molto allungato e la coda non molto lunga; io però mi induco a credere che si sia voluto rappresentare un leone. In mezzo a questi frammenti, che io tengo gelosamente raccolti si trovò una statuetta decapitata, assai pornografica, rappresentante un Priapo in marmo abbastanza ben lavorato»157.
Berchet, dopo aver accertato personalmente i nuovi rinvenimenti di Scapini, inoltrò al Ministero il progetto di ripristino del versante settentrionale del tempio compilato da Genio Civile di Verona e approvato dalla Prefettura cittadina158, che
premeva affinché fosse riaperto il cantiere il più alacremente possibile159.
La perizia dell’ingegner Maffei, corredata da una sezione longitudinale della chiesa indicante le integrazioni da compiere, contemplava (fig. 74):
«Parte I. Navata inferiore
153 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, doc. 1894 maggio 18, [s.n.]. 154 BERCHET 1895, p. 72.
155 PORTER 1917, p. 501.
156 BERCHET 1901, p. 145. Per una schedatura dei singoli pezzi, cfr. Cap. VI.1 I frammenti altomedievali.
157 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, doc. 1894 giugno 12, [s.n.]. Per questi ritrovamenti, si veda anche SORMANI MORETTI 1904, p. 219.
158 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 giugno 18, n. 1008/4510.
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a) Costruzione di n. 7 mezze colonne cilindriche a corsi alternati di cotto e tufo battuto alla martellina a grana fina, del diametro di m. 0,50 ed altezza del fusto m. 3,50 fondazione compresa [...];
b) idem di n. 1 mezza colonna c.s. del diametro di m. 0,50 ed altezza del fusto m. 3,30 fondazione compresa [...];
c) id. di n. 3 mezze colonne c.s. ma coll’altezza del fusto di m. 13,10 fondazione compresa [...] Lire: 262,80.
1) Capitelli n. 8 per le n. 8 mezze colonne al n. 1 ad a e b a corsi c.s. [...] Lire: 33,60;
2) pulvini di vivo di S. Ambrogio per le dette n. 8 mezze colone [...] Lire: 67,20;
3) ristauro dei pulvini di n. 3 colonne intiere di marmo ora esistenti, da eseguirsi a guisa di rappedonatura [...] Lire: 90;
4) scrostatura delle pareti per porre in evidenza la sottostante muratura, lavatura della medesima, apertura di n. 9 finestrini a feritoia con completamento della parte mancante ed altri piccoli lavori [...] Lire: 96,40.
Parte II. Navata superiore
1) Cornice in pietra gallina ricorrente alla base delle colonne a semplice modanatura con fregi e dentelli, come dall’esemplare trovato fra i vecchi ruderi della Chiesa [...] Lire: 422,50;
2) rappedonatura saltuaria alla muratura a corsi regolari di cotto e tufo e riparazione del paramento esterno, compresa la lavatura [...] Lire: 36;
3) apertura di n. 6 finestrini a feritoia con completamento della parte mancante, di due bifore comprese le necessarie colonnine [...] Lire: 191,50. Riassunto per i lavori della Parte I, Lire: 550;
per i lavori della Parte II, Lire: 650. Totale lire: 1.200»160.
Il resoconto e la tavola furono accompagnati da una relazione del Vicario, che esplicò in maniera chiara e particolareggiata le operazioni attuate sino allora nella navata centrale:
«Dalla quale fu levato in massima parte l’intonaco, onde scoprire, più che fosse possibile, le tracce della primitiva struttura, e di fatto come si può rilevare dalle fotografie da
160 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 maggio 29, [s.n.], Progetto dei lavori di ristauro delle navate inferiore e superiore a sinistra della Chiesa di S. Lorenzo in Verona.
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me fatte eseguire si resero visibili distintamente le vestigia dell’antica costruzione. Apparve con tutta evidenza l’esistenza delle colonne semicilindriche attorno ai pilastri, che barbaramente in epoca relativamente remota furono tagliate [...] e delle quali scavando nel pavimento, alla profondità di 40 centimetri a livello del piano antico della chiesa, si rinvennero ai quattro lati di ciascun pilastro le singole basi in pietra, sulla quale tuttora si vede l’impressione della forma semicircolare delle colonne preesistenti, in tutto eguali per dimensioni e struttura a quelle corrispondenti che si trovano nel matroneo, che fortunatamente risparmiate dal martello demolitore sono le antiche. Per vedere l’effetto che faranno quando siano interamente ricostruite, ho fatto appoggiare al penultimo dei pilastri alcuni pezzi di tufo e cotto come si può vedere nella fotografia della parete» (fig. 75)161.
E proseguì esprimendo la volontà di rinnovare, negli intercolumni delle gallerie, la cornice marcapiano di matrice classicheggiante con dentelli, ovoli e lancette, di cui s’erano rinvenuti alcuni resti durante le prospezioni nelle murature della chiesa (fig. 76)162:
«Al piano del matroneo esisteva una cornice lavorata a rilievo, e ne è prova incontestabile l’esistenza di uno strato di pietra gallina dello spessore di cent. 30, sul quale poggiano le colonne del matroneo, dalla quale pietra apparisce rotta e staccata la parte sporgente, che costituiva la cornice lavorata, vari pezzi di detta cornice mi fu dato scoprire nella muratura. Lo spessore e la qualità della pietra è identica con quella sovraccennata del piano delle gallerie, e la forma fu dagli intelligenti giudicata assai antica e di molto pregio. Io ne ho fatto eseguire un modello copiando fedelmente l’antico, e messo a posto corrisponde perfettamente, e riesce di un bellissimo effetto»163.
Don Scapini, poi, segnalò lo scoprimento di due bifore a livello delle tribune, in corrispondenza dell’area presbiteriale, che non erano presenti nelle intenzioni di
161 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 giugno 3, [s.n.], cc. 1r-1v.
162 «Non posso tacere di un piccolo residuo di cornicione, il cui motivo è l’ovolo classico, colla relativa lancetta; ma qui non trattasi né di un’opera romana né di una imitazione dovuta allo scalpello di un scultore della Rinascenza. È lavoro medievale, e perciò d’assai più pregevole; l’ovolo e la lancetta vi sono naturalmente deformati in modo, non dirò strano, ma certo rimarchevole per la storia dell’arte». Cfr. CIPOLLA 1893, p. 164.
163 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 giugno 3, [s.n.], cc. 1v-2r.
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ripristino, come si può vedere nelle ipotetiche sezioni restitutive della chiesa di don Gottardi (fig. 77)164:
«Levato l’intonaco all’ultima campata delle logge vicino all’abside, in luogo dell’arcata binata conforme al rimanente della navata apparvero inaspettatamente due bellissime bifore visibilmente marcate, e senza dubbio di primitiva costruzione, e delle quali unisco la fotografia» (fig. 78). Il Rettore, ancora, rese nota un’interessante circostanza:
«A chiudere le suddette due bifore si adoperarono i pezzi semicircolari di tufo che furono, come si disse più sopra, asportati dalle colonne semicilindriche primitivamente esistenti attorno ai pilastri, dei quali pezzi nella parte respiciente la navata se ne possono numerare circa trenta!»165.
E finì:
«Anche dell’apertura di queste bifore, e del rifacimento del soffitto a vela, di cui rimangono vestigia in una cameretta che forma la continuazione del matroneo dalla crociera fino all’absidula tuttora esistente, e nella quale come in altre si manifestarono prove di un incendio, chiedo l’autorizzazione. Trovo opportuno notare che anche in questa arcata nella parete esistono ancora i fenestrini primitivi, in tutto eguali a quelli delle rimanenti arcate»166.
Da Roma risposero che non potevano sopperire a tutta la quota di 1.200 lire, ma che avrebbero partecipato per solo un terzo della cifra totale e, inoltre, puntualizzarono che:
«Non conviene incoraggiare l’esecuzione di lavori di ripristinamento che potrebbero essere con pari diritto invocati per molti monumenti d’ogni regione d’Italia, se non nel caso in cui si possa profittare non soltanto dell’iniziativa, ma anche dei contributi pecuniari degli enti locali»167.
164 BCVr, Sezione Stampe e Fotografie, SL, 3. f. 100-101.
165 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 giugno 3, [s.n.], cc. 2r-2v.
166 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 giugno 3, [s.n.], c. 2v.
167 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 luglio 13, n. 5250/1126.
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Berchet ribatté che il restauro di San Lorenzo, definito «monumento mondiale»168, era perlopiù sostenuto col contributo pecuniario di Scapini e non
era stato possibile ottenere sovvenzioni né dal Sindaco di Verona Augusto Caperle, al quale il Direttore Regionale si era rivolto già parecchi mesi prima169,
né tantomeno dalla Provincia, mentre la Fabbriceria si occupava unicamente della manutenzione ordinaria. Per tali ragioni, Berchet invocò l’invio dell’intera somma di 1.200 lire da parte del Ministero, altrimenti il cantiere avrebbe subito una nuova interruzione170.
La Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, grazie all’intercessione dell’onorevole Lucchini, deputato al Parlamento e amico di don Scapini, approvò allora la perizia compilata dal Genio Civile di Verona per i lavori di restauro della navata settentrionale171; nel mese di ottobre del 1894, però, sebbene fosse
terminato il ripristino del versante nord della chiesa172, non era ancora stato
erogato alcun sussidio a favore del Vicario173, che oramai si trovava in situazione
di grave indigenza174. Questa circostanza indusse Carlo Cipolla a schierarsi
apertamente a favore del Rettore difendendone la bontà dell’operato, poiché aveva potuto osservare:
«Con quanta diligenza egli proceda nel difficile lavoro, e come veramente egli non metta piede innanzi senza avere bene esaminato la via da percorrersi [...] Adesso lo Scapini inoltra al Ministero, per mezzo del Berchet, una domanda di sussidio, munita delle opportune pezze giustificative. Io mi permetto, quale Ispettore degli Scavi in Verona-città, di appoggiare l’istanza dello Scapini»175.
168 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 luglio 13, n. 1126/5250, c. 1r.
169 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, doc. 1894 marzo 6, n. 368. Vedi anche la richiesta di stanziamento di 2000 lire fatta dall’assessore Patuzzi al Consiglio Comunale di Verona il 2 settembre 1894. Cfr. PATUZZI 1894, p. 7.
170 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 luglio 13, n. 1126/5250.
171 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 luglio 24, n. 4987/5250.
172 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, doc. 1894 ottobre 9, n. 1861.
173 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 ottobre 16, n. 1861/7835.
174 SABAPVe, Archivio Storico, b. A/12, SL, doc. 1894 novembre 17, n. 2098.
175 ACS, Divisione Monumenti e Scuole d’Arte, II ver., II s., 1891-1897, b. 565, fasc. 6070, SL, doc. 1894 ottobre 20, n. 7957, cc. 1r-2r.
98 E, in una successiva missiva, rimarcò come:
«Il lavoro è condotto con diligenza meravigliosa, e con assoluto rispetto per l’antichità [...] spero che il Ministero accorderà un ragionevole aiuto a una persona che sacrificò se stesso per il vantaggio del monumenti affidatogli»176.
Dopo che Berchet inviò a Roma le pezze giustificative di tutte le spese sostenute177, già più volte richieste178 fu disposto finalmente un pagamento di
1.200 lire a favore del Religioso179.