• Non ci sono risultati.

Il ripristino della torre campanaria (1950-1952)

III. I RESTAURI NOVECENTESCH

III.3 Il restauro post-bellico di San Lorenzo

III.3.4 Il ripristino della torre campanaria (1950-1952)

Nel marzo del 1950 l’Ufficio del Genio Civile di Verona avvisò la Soprintendenza che, su richiesta del Parroco di San Lorenzo, aveva intrapreso i lavori per la posa delle nuove campane, ma la situazione statica della torre si era rivelata alquanto compromessa e quindi era necessario ricostruire l’intera cella:

«Il castello campanario è già approntato; prima però di porlo in opera, questo Ufficio, anche in aderenza alla segnalazione generale fatta dall’Architetto Filippini, ha esaminato attentamente le condizioni statiche del campanile, le cui murature presentano preoccupanti fessurazioni le quali denotano tendenza alla rotazione verso l’esterno dei pilastri d’angolo della cella campanaria per effetto di spinte dovute, a quanto è possibile intuire, sia alla cupola conica che alla volta sulla quale grava il pavimento della Cella campanaria. Ciò è confermato dalla constatazione che gli archi dei vani della cella campanaria

172

sono tutti spezzati ed aperti in chiave. Anche la cupola conica presenta fessurazioni. Prima di porre in opera le campane, si rende pertanto indispensabile il rafforzamento del campanile almeno a mezzo di adeguate cerchiature in ferro sia in corrispondenza della base della cupola conica, che in corrispondenza dell’imposta della volta immediatamente sottostante alla cella campanaria»89.

Gazzola rispose che, per il momento, la mancanza di fondi impediva di avviare il restauro del campanile nonostante le circostanze fossero assai delicate90. Due

mesi più tardi, però, il Soprintendente diede il nulla osta per il ripristino della cella all’ingegnere capo del Genio Civile 91 , Aldo Andreacci, che aveva

preventivamente inoltrato una perizia delle operazioni da svolgere92 redatta dal

geometra Alfredo Ferrari e dall’ingegnere Giulio Recla:

«Data la necessità imprescindibile di rinforzare detto campanile anche per eliminare pericoli per la pubblica incolumità [...] questo Ufficio ha compilato la presente perizia dell’importo di l. 380.000 che prevede appunto il ripristino dei danni subiti dal campanile mediante le seguenti opere:

1) la fasciatura perimetrale delle murature con n. 3 fasce in ferro collocate rispettivamente: all’imposta della volta che sostiene il pavimento della cella campanaria sopra gli archi dei vani della cella campanaria e alla base della cupola conica;

2) il risarcimento previa demolizione degli archi in muratura di cotto spezzati, dei quattro vani della cella campanaria;

3) la scarnificazione, la pulitura ed il risarcimento delle lesioni dei muri perimetrali e della cupola conica; 4) la pulitura, stuccatura e stilatura profonda con malta

cementizia di connessure di vecchie murature portanti che risultino prive di malta per l’azione del tempo e degli agenti atmosferici.

89 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 marzo 29, n. 6749.

90 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 aprile 14, n. 583.

91 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 giugno 23, n. 1677.

92 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 luglio 12, n. 13431.

173

5) restauri al pavimento della cella campanaria, al cornicione esterno, e ripresa di intonaco sulle murature»93.

Dopo aver approntato un’impalcatura esterna per poter esaminare da vicino la gravità delle lesioni, fu effettuato un sopralluogo che rivelò una situazione ancor più difficile del previsto (figg. 134-135):

«In un attento esame [...] è emerso che oltre alle preoccupanti fessurazioni denotanti fenomeni di rotazione verso l’esterno dei pilastri d’angolo della cella campanaria, dovuti a spinte generate sia dalla cupola conica che dalla volta sulla quale grava in pavimento della cella campanaria, si nota che l’intero angolo a Nord Est del campanile è soggetto a schiacciamento per il disgregarsi di pietre gelive che costituiscono l’angolo stesso poco sopra il tetto della canonica. Tale lesione non può attribuirsi a danno bellico bensì a vetustità e a degradazione meteorica dei materiali e quindi questo Ufficio non può procedere al consolidamento dell’angolo cedente perché esula dalle proprie competenze a prescindere che questo Ufficio stesso non dispone di fondi sufficienti neppure per il ripristino degli effettivi danni bellici. Pertanto questo Ufficio provvederà soltanto alla fasciatura perimetrale delle murature nei punti dove le murature stesse si stanno aprendo per effetto delle spinte summenzionate, essendosi attribuito tale fatto a probabili scuotimenti dovuti alla esplosione di bombe dirompenti cadute durante l’ultima guerra nelle immediate vicinanze del campanile [...] Sottolineo la gravità della lesione sopracitata riscontrata nell’angolo Nord-Est del campanile perché venga quanto prima provveduto al consolidamento non potendo questo Ufficio assumere al riguardo alcuna iniziativa né responsabilità non trattandosi affatto di danno bellico, ma di vero e proprio restauro di un monumento per il quale peraltro occorrerebbero appositi stanziamenti di fondi e la manomissione del monumento stesso»94.

Gazzola replicò che, a parer suo, anche il nuovo danno osservato nello spigolo nord-orientale della canna era stato causato dalle sollecitazioni dovute ai bombardamenti aerei e, di conseguenza, chiese che fosse eseguita una nuova ispezione di concerto fra i tecnici della Soprintendenza e l’Ufficio del Genio Civile

93 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 giugno 30, n. 1142.

94 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 novembre 8, n. 20287.

174

per valutare come procedere95. L’ingegner Andreacci, tuttavia, diede un responso

avverso e ribadì la propria disponibilità a compiere solamente l’ingabbiatura dell’annesso mediante fasce a vista96:

«Risulta pericolosa, dato il tipo di muratura, l’incassatura dei tre legamenti in ferro previsti per il consolidamento del campanile. L’incarfatura verrà effettuata per il legamento all’imposta degli archi dove verrà lasciato in vista l’attraversamento. Col cordolo interno in cemento armato alla base della cuspide i lavori previsti si ritengono sufficienti a mantenere la stabilità del campanile rispetto allo slegamento manifestato con le lesioni verticali»97.

Nel gennaio del 1951, perciò, furono apposti dei legamenti perimetrali in ferro nella parte superiore della canna dall’impresa Fratton98, ma il Genio Civile

denunciò al Soprintendente, al Parroco di San Lorenzo, alla Curia Vescovile e all’Ufficio Tecnico del Comune di Verona come permanesse la rovinosa frattura nell’angolo nord-est (figg. 136-139):

«Tale lesione dovuta a degradazione meteorica dei materiali ed a vetustà è soggetta ad aggravarsi nel tempo e rappresenta quindi un allarmante stato di progressiva minaccia di crollo con costante grave pericolo per l’incolumità di tutte le famiglie occupanti le case che contornano la torre campanaria in questione. Non potendo questo Ufficio nel caso in parola assumere al riguardo iniziative e responsabilità alcuna, né disporre di assegnazioni di fondi trattandosi di danni dovuti a vetustà e richiedente opera di vero e proprio restauro di un monumento, prego la competente Soprintendenza ai Monumenti affinché voglia interessarsi della cosa con procedura di estrema urgenza per l’inderogabile consolidamento dell’angolo del campanile così pericolosamente fatiscente»99.

95 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 novembre 13, n. 3141.

96 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 novembre 17, n. 20713.

97 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1950 dicembre 20, [s.n.].

98 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 gennaio, [s.n.].

99 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 febbraio 10, n. 2746.

175

Il sindaco di Verona, Aldo Fedeli, chiese se la situazione fosse talmente pericolosa da imporre lo sgombero dell’area circostante100, mentre Gazzola

rimarcò ancora di non avere a disposizione fondi sufficienti per restaurare il campanile e precisò nuovamente:

«L’attuale stato del campanile non è solamente dovuto a vetustà, ma ad un peggioramento di questa in seguito a diversi bombardamenti che hanno colpito le immediate adiacenze della Chiesa e la Chiesa stessa. In altri termini, se non fossero avvenuti questi bombardamenti, questa Soprintendenza ritiene sarebbe stato ben difficile valutare il monumento in cui i soli danni dovuti a vetustà si sarebbero verificati e di conseguenza crede sia ancora più difficile scindere l’esatta entità delle due cause, che hanno concorso a stabilire l’attuale stato delle cose. Quanto sopra riferito penso possa valere per la S.V. al fine di giustificare, sempre che lo creda opportuno, al superiore Ministero dei Lavori Pubblici, una nuova richiesta di fondi per portare a termine un lavoro così lodevolmente iniziato»101.

L’Ingegnere Capo del Genio Civile, allora, sollecitò il Soprintendente affinché decidesse se fosse necessario procedere con la demolizione e la completa riedificazione della cella o fosse sufficiente un ulteriore consolidamento102.

Gazzola rispose che stava elaborando un progetto per restaurare l’annesso senza abbatterlo e, non appena ultimato, l’avrebbe trasmesso al Ministero della Pubblica Istruzione per ottenerne l’approvazione; nel frattempo, ritenne opportuno che fossero prese le misure necessarie per mettere in sicurezza gli abitanti della zona circostante al campanile103. Il Genio Civile, dunque, intimò al

Sindaco di promulgare il procedimento di sgombero degli immobili posti nel raggio di almeno 10 m dalla torre, ritenendoli i più direttamente minacciati da un eventuale crollo104. Fedeli, quindi, dispose che:

100 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, [s.d.], n. 06943/1745.

101 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 febbraio 19, n. 657.

102 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 marzo 21, n. 5600.

103 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 marzo 27, n. 1179.

104 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 marzo 30, n. 3869.

176

«Tutti gli inquilini ed occupanti a qualsiasi titolo i locali nelle premesse specificati, siti nel raggio di 10 metri circa dal campanile in parola, di sgomberare i locali medesimi da persone e cose immediatamente alla notifica della presente. È fatto inoltre obbligo alla Vicaria di S. Lorenzo e per essa al Vicario Molto Rev. Don Ernesto Festa, nella sua qualità di proprietario, di chiudere immediatamente la chiesa all’esercizio del culto, di isolare con apposito steccato la chiesa medesima ed il cortile dal lato di Corso Cavour secondo le indicazioni date sul posto dai tecnici Comunali [...] nonché di provvedere a chiudere con muratura tutti gli accessi ai locali, vani scala, ecc. dei locali come sopra dichiarati inabitabili»105.

La Curia Vescovile, nondimeno, si oppose all’ordinanza costatando l’impossibilità di dare esecuzione allo sfratto di ben otto famiglie e diede l’autorizzazione «di togliere immediatamente il pericolo incombente sui fabbricati, sia pure con la demolizione della parte deteriorata del campanile»106. Il Rettore di

San Lorenzo e le famiglie coinvolte, inoltre, si fecero firmatari di una dichiarazione con cui chiedevano che la Soprintendenza desse prontamente al Genio Civile la licenza di procedere con lo smantellamento della parte pericolante del campanile107; Gazzola, a seguito di tale istanza, autorizzò l’opera di

demolizione che sarebbe dovuta avvenire «per smontaggio anziché per abbattimento» e, per di più, il materiale di risulta avrebbe dovuto essere «con ogni cura accantonato per il ricupero e il successivo reimpiego per la futura ricostruzione»108. Il Ministero dei Lavori Pubblici, così, conferì al Genio Civile di

Verona l’incarico di procedere al parziale abbattimento della cella campanaria109

105 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 10, n. 14504/3600.

106 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 11, [s.n.].

107 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 12, [s.n.]; SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 14, [s.n.].

108 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 16, n. 1718. Don Festa rassicurò Gazzola che «il materiale di ricupero sarà custodito gelosamente, nella ferma fiducia venga quanto prima adoperato per la nuova ricostruzione». Cfr. SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 21, [s.n.].

109 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 17, n. 7319.

177

che fu appaltato, ancora una volta, all’impresa Fratton110. Il 18 aprile del 1951

Gazzola notificò l’inizio dei lavori alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti e riscontrò altresì le divergenze emerse con il Genio Civile (figg. 140-141)111:

«Precedentemente questa Soprintendenza aveva cercato, in ogni modo, che la sopradetta Amministrazione proseguisse nei già parzialmente iniziati lavori di rinforzo, senonché l’Ufficio del Genio Civile, non ritenendo sufficienti le opere previste, ha insistito per la demolizione immediata. Si assicura codesto on. Dicastero che il lavoro verrà eseguito sotto il costante controllo di questo Ufficio, il quale ha già provveduto ad impartire istruzioni perché venga adottato il sistema dello smontaggio e il materiale venga con ogni cura accantonato»112.

Il Soprintendente stilò una relazione storico-artistica sul campanile, di cui riconosceva un intrinseco valore di monumento-ambiente:

«Il Campanile della Chiesa di S. Lorenzo insiste sull’ultima crociera di destra e risulta con molta probabilità iniziato con la ricostruzione dell’edificio fatta nella seconda metà del sec. XII. Infatti, mentre al piano terra nessuna traccia nella disposizione dei pilastri e nello spessore dei muri fa supporre l’intenzione di una soprelevazione, al piano dei matronei lo spessore dei muri prende consistenza e viene delimitato con esattezza il perimetro della canna. La primitiva costruzione, a corsi di tufo regolarmente squadrati con faccia a vista all’esterno, venne nel sec. XV, e forse ad opera del vescovo Matteo rinnovatore della Chiesa, soprelevata con muratura in cotto e cella campanaria chiusa da pigna pure in cotto. Se da un punto di vista strettamente formale il campanile non presenta alcun eccezionale interesse, riprendendo in architettura comune del tipo locale, sia per la sua funzione sia per la caratteristica ambiente è indubbia la sua importanza. Alla fine del periodo bellico, durante la ricostruzione del coperto della Chiesa abbattuto per le forti lesioni provocate dal bombardamento, si è dovuto constatare uno slegamento

110 Per il contratto d’appalto, vedi SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 settembre 8, [s.n.].

111 Nel maggio del 1951 il Rettore informò il Soprintendente che la ditta Fratton era disposta a portare avanti il cantiere pur non avendo ancora ricevuto i fondi necessari per il restauro. Cfr. SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 maggio 16, [s.n.].

112 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 aprile 18, n. 1825.

178

della muratura del campanile con larghe fenditure verticali. Tali lesioni però non si potevano giudicare di estrema gravità dato il particolare incuneamento del campanile nelle costruzioni circostanti, incuneamento capace di contenere le spinte dovute alla rotazione dei muri verso l’esterno. Le cause di questo slegamento dei muri si dovevano ricercare anzitutto nel tipo stesso di costruzione, dove oltre a un riempimento di muratura incoerente della più antica cella campanaria si erano aggiunti pilastri angolari completamente indipendenti dalle pareti. Questo processo di disgregazione dovuto a vetustità venne indubbiamente accelerato dalla caduta di diverse bombe nelle immediate vicinanze del monumento avvenuto durante l’ultimo periodo bellico. Stando così le cose, la Soprintendenza che aveva giudicato possibile rimandare di qualche tempo il restauro definitivo dopo il consolidamento fatto della parete interna durante la ricostruzione del coperto, si oppose alla posa in opera della incastellatura per le campane, che il Genio Civile fece costruire senza delle reali condizioni statiche del Campanile. Per ovviare il Genio Civile progettò allora ed eseguì una cerchiatura della canna che in ultima analisi non riuscì convincente tanto che alla fine venne prospettata la soluzione dell’abbattimento e della successiva ricostruzione. Tale soluzione venne posta in atto con una dichiarazione di pericolo e con l’ordine di sgombero della zona. Attualmente si sta infatti procedendo alla demolizione della monumentale Torre»113.

Il rapporto fu corredato da un accurato rilievo del campanile (piante, sezioni, prospetti) e da un preventivo di spesa di 5.300.000 lire (fig. 142-148):

«Campanile

1) Chiusura arcate interne a piano terra e I piano dei matronei con muratura in mattoni:

a) rimozione pavimento in marmo e accatastamento lastre [...] lire 3.600;

b) cordoli fondazione in cemento armato per muratura di chiusura delle volte [...] lire 36.000; c) chiusura arcate piano terra [...];

d) piano matronei, chiusura bifora e porta [...] lire 299.000.

2) Demolizioni costruzioni adiacenti e sovrastrutture, facenti parte della ex canonica, compreso trasporto macerie e accatastamento dei gradini della scala - a corpo, lire 180.000.

113 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 maggio 7, [s.n.].

179

3) Puntellazione muro mezzogiorno da farsi con particolare ingabbiatura - a corpo, lire 100.000;

a) demolizione muratura compreso trasporto macerie e demolizione scala [...] lire 85.032;

b) rifacimento muratura in breccia con mattoni e malta di cemento [...] lire 708.600.

4) Ricostruzione primo ramo scala di accesso canonica - a corpo, lire 40.000.

5) Consolidamento rimanenti murature lesionate del campanile - a corpo, lire 350.000.

6) Ricostruzioni parti già demolite del campanile, utilizzando parti materiale di ricupero:

a) ricostruzione muratura mattoni con malta di cemento compreso stuccature esterne e armatura [...] lire 1.740.600;

b) ricostruzione cornice di coronamento, compreso copertina in pietra alla base della cuspide [...] lire 114.000;

c) ricostruzione cuspide in mattoni sagomati utilizzando 50% mattoni recuperati, compresa armatura [...] lire 500.000;

d) ricostruzione n. 4 pinnacoli in mattoni con terminale in pietra lavorata [...] lire 80.000.

7) Ricostruzione vano scala accesso cella campanaria: a) muratura di mattoni [...] lire 392.400;

b) tetto [...] lire 70.000;

c) muro sostegno scala [...] lire 48.000;

d) gradini pietra compresa posa opera [...] lire 60.000;

e) pavimento mattoni compreso sottofondo [...] lire 12.750;

f) intonaco interno ed esterno [...] lire 68.400;

g) serramento abete per finestra compresi vetri, ferramenti e coloritura [...] lire 10.800.

8) Ricostruzione scala legno della parte terminale del campanile - a corpo, lire 60.000.

Totale: lire 4.967.582.

Per imprevisti ed arrotondamento: lire 332.418. Totale complessivo: lire 5.300.000»114.

Il progetto venne avallato dal Ministero della Pubblica Istruzione115 e, nel marzo

del 1952, don Festa informò Gazzola come il rifacimento della cella fosse

114 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1951 maggio 7, [s.n.].

115 ACS, Ufficio Conservazione Monumenti, 1952-1959, b. 370, SL, doc. 1951 luglio 31, n. 1527.

180

pressoché ultimato116 e al definitivo compimento mancassero solamente le

finiture e la messa in opera delle campane117.