III. I RESTAURI NOVECENTESCH
III.2 La situazione di Verona al termine della Seconda Guerra Mondiale
Fra il 1944 e il 1945 Verona fu oggetto di almeno ventotto incursioni alleate subendo, nel complesso, ben mille e settantanove allarmi aerei24.
Il Primo Ministro britannico Winston Churchill promosse la compilazione, da parte di un’apposita commissione militare, la British Committee on the Preservation
and Restitution of Works of Art, Archives and Other Material in Enemy Hands, di
una minuziosa relazione sulla condizione del patrimonio culturale italiano (città, monumenti, chiese, biblioteche e opere d’arte) al termine della Seconda Guerra Mondiale25. Questo resoconto ufficiale fu raccolto nei due volumi Works of Art in
Italy. Losses and Survivals in the War, pubblicati a Londra nel 1945 e nel 1946,
che elencano in ordine alfabetico i comuni interessati dai crolli, con sintetiche descrizioni degli avvenimenti occorsi a ciascun edificio monumentale26. La prima
parte dell’opera descrive lo stato in cui versavano le città dell’Italia centro- meridionale; la seconda concerne, invece, i capoluoghi del Nord, con un’appendice su alcune zone a sud di Bologna per ultimare un quadro che, nel 1945, era ancora provvisorio. Nella lista dei centri storici massimamente sinistrati si trovano, fra gli altri, Bolzano, Brescia, Ferrara, Genova, Mantova, Milano, Padova, Torino, Trento e Treviso; solo per le città maggiori o artisticamente più note, l'enumerazione è preceduta da una breve esposizione degli accadimenti più rilevanti. Nel caso di Verona, ad esempio, è narrata la vicenda della distruzione dei ponti per opera dei tedeschi in ritirata con un’azione che, a giudizio degli inglesi, non aveva alcuna giustificazione militare27.
Il 1 maggio del 1945 il 45% del patrimonio immobiliare cittadino veronese e il 40% di tutto il centro storico erano distrutti28. Fra i monumenti precipitati si
annoveravano: il Chiostro dei Canonici che ospitava la Biblioteca Capitolare, a fianco del duomo, le chiese di San Sebastiano (dov’era custodito il capitale librario della Biblioteca Civica), di Santa Maria della Vittoria, di San Giovanni, di San Paolo, il chiostro di San Fermo, l’oratorio dei Filippini, l’abside di San
24 Sulle incursioni aeree alleate a Verona, si rimanda a D’ANTONI 2002, pp. 379-387. 25 COCCOLI 2011, pp. 174-190.
26 Works of Art in Italy 1945; Works of Art in Italy 1946. 27 BANFI,BORDIGNON,CENTANNI 2008, pp. 9-11.
28 Per una panoramica sullo stato del patrimonio veronese al termine del secondo conflitto mondiale, vedi VECCHIATO 2006, pp. 8-127.
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Bernardino con la Sala del Morone, il Teatro Filarmonico, il vecchio ospedale di via Marconi e Palazzo Barbieri, sede del Municipio; gravemente lesionati Castelvecchio, le chiese di Sant’Anastasia, dei Santi Apostoli, di Santa Maria in Organo, di Sant’Eufemia, di San Nazaro, di San Giovanni in Foro, di Santa Maria della Scala e, appunto, di San Lorenzo29.
Nei Works of Art in Italy fu annotato che l’intera struttura laurenziana minacciava di collassare giacché era crollata gran parte del tetto30. In occasione della mostra
del restauro di monumenti e opere d’arte danneggiate dalla guerra nelle Tre Venezie, tenutasi a Vicenza nel 1949 31 , il Soprintendente del Veneto
Occidentale32 con sede a Verona33, Piero Gazzola34, si espresse così nei riguardi
del restauro post-bellico della fabbrica:
«Il più delle volte le demolizioni di guerra, squarciando le murature, misero lo studioso di fronte a realtà impreviste, dando spunto a nuovi studi ed indagini; così che poi il restauro è risultato un contributo alla rivelazione del monumento. Tale particolarmente è il caso della Chiesa di San Lorenzo (sec. X-XIII) che colpita in più punti, rivelò tracce della primitiva struttura del secolo VIII, fino allora sconosciuta. Enorme fu il lavoro compiuto specialmente per il consolidamento delle strutture già fatiscenti per la loro natura e rese addirittura inconsistenti dagli scoppi. Ora l’opera, seppur non condotta a termine nelle finiture, è già completata dal punto di vista strutturale ed anche da quello
29 ZANGARINI 2008, p. 258.
30 SORBO 2011, p. 675. «Numerous near-misses severely shook the entire structure, cracking the brickwork throughout and collapsing part of the roof. The vaulting was seriously strained».
31 MAGAGNATO 1949a, pp. 263-268; MAGAGNATO 1949b, p. 193.
32 La legge n. 823/1939, “Riordinamento delle Soprintendenze alle Antichità ed all’Arte”, presentata dal Ministro dell’Educazione Nazionale, Giuseppe Bottai, ristabilì la tripartizione delle Soprintendenze del 1907: alle Antichità, ai Monumenti e alle Gallerie; ne venne fissato il numero in cinquantotto nuclei e furono circoscritti i territori di competenza. Alle Soprintendenze ai Monumenti fu affidata la tutela degli immobili e dei relativi apparati pittorici dal Medioevo all’epoca moderna compresi nella circoscrizione di competenza; a esse era deputata, inoltre, la salvaguardia delle bellezze naturali e panoramiche e la valutazione di tutte le questioni urbanistiche relative ai piani regolatori. Cfr. RAGUSA 2014, p. 267.
33 Sulla Soprintendenza ai Monumenti di Verona, vedi LEONE 2012, pp. 12-31.
34 Per una breve nota biografica, vedi DI LIETO 1994, pp. 448-451. Sull’attività di Gazzola per la Soprintendenza veronese, si rimanda a GRIMOLDI 2009, pp. 89-94; MARCHINI
2009, pp. 119-124; VECCHIATO 2009, pp. 137-140. Per la teoria e la prassi del restauro
del Soprintendente, cfr. BELLINI 2009, pp. 273-278; BOSCHI 2009, pp. 279-284;
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urbanistico ne è stata progettata, ed in parte attuata, la sua migliore valorizzazione»35.
L’imponente campagna di ripristino novecentesca di San Lorenzo, che si protrasse per quasi due lustri36, può essere dettagliatamente rendicontata grazie
alla copiosa documentazione d’archivio custodita presso l’Archivio del Patrimonio Immobiliare della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza37, corredata da numerosi scatti che
testimoniano i vari passaggi delle operazioni di ristrutturazione raccolte nell’Archivio Fotografico della medesima istituzione 38 e nell’Archivio Piero
Gazzola a Negrar (Vr)39.
35 GAZZOLA 1949, p. 93.
36 L’unico intervento mirato sul restauro post-bellico di San Lorenzo, è la breve scheda di MAFFAZIOLI 2006, pp. 374-383, che pubblica altresì alcune foto dall’Archivio Gazzola.
Cenni sulle operazioni sono anche in BALESTRIERI 1954, pp. 39-40; EDERLE 1964a, pp.
12-13; EDERLE 1964b, p. 516; BERNARDELLI 1979-1980, pp. 75-80; RAPELLI 1999, p. 40;
FLUKE 2002, pp. 187-188. Cfr., inoltre, TREVISAN 2008, pp. 169, 171.
37 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL. 38 SABAPVr, Archivio Fotografico, b. F/19, SL.
39 APG, b. 5, fasc. 108, VR 1378-1379, 1462-1464; fasc. 109, VR 1380-1383, 1788; fasc. 111, VR 1388-1392; fasc. 112, VR 1393-1394, 1789; fasc. 114, VR 1389-1401.
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