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III. I RESTAURI NOVECENTESCH

III.1 Gli interventi pre-bellic

III.1.1 Lo spostamento dell’ingresso verso Corso Cavour

Nell’ottobre 1912, da Roma, notificarono alla Soprintendenza ai Monumenti di Verona1, uno degli organi territoriali sorti per effetto della legge n. 386 del 27

giugno 19072 e dipendenti dal Ministero della Pubblica Istruzione3, come l’abate

Scapini avesse incaricato l’ingegner Ghigliani di approntare un progetto per traslare il varco d’accesso al cortile della chiesa, prospiciente il Corso Cavour, affinché fosse normalizzato con il portale meridionale del tempio4:

«Questo progetto, mentre tende a dare maggiore proprietà ed eleganza all’ingresso del Tempio, nel quale, anni or sono avvennero importanti opere che lo richiamarono allo stile architettonico cinquecentistico, di sua creazione, e fu pure isolato nelle sue fronti esterne da costruzioni che l’opprimevano: col progetto in parola, viene ad emergere nella sua estetica per campo visuale del nominato Corso [...] Il centro della soglia del Portone sul Corso, collo spostamento che si propone viene a coincidere col centro della Soglia di detta Chiesa in linea normale alla fronte di detta Porta ed altresì alla linea del Corso [...]»5.

Ghigliani, poi, sottolineò come:

1 Sulla nascita delle Soprintendenze periferiche, si rinvia a VERRASTRO 2007a, pp. 135- 157; VERRASTRO 2007b, pp. 229-270.

2 RAGUSA 2011, pp. 101-102.

3 La legge n. 386/1907, “Uffici e Personale delle Antichità e Belle Arti”, aveva suddiviso le Soprintendenze in tre gruppi: per i Monumenti; per gli Scavi e i Musei Archeologici; per le Gallerie, i Musei Medievali e Moderni e gli Oggetti d’Arte. Le Soprintendenze ai Monumenti erano preposte alla custodia, alla conservazione e all’amministrazione degli immobili in consegna del Ministero della Pubblica Istruzione, oltre che alla vigilanza sui beni di proprietà privata. Cfr. RAGUSA 2014, pp. 259-260.

4 BENNASSUTI 1886, p. 55.

5 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1912 ottobre 3, n. 23893, cc. 1r-1v.

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«Il portone viene ad essere, semplicemente, spostato e conservato nella sua materia (di pietra Verona, come si trova nel suo stile) colla sola abolizione dell’attuale Imposta di Porta in legno abbastanza rustica e degradata, che presenta oggidì l’aspetto d’ingresso ad un Cortile veramente rustico, impedendo la vista del Tempio. Da ciò, il Progetto di sostituire a detta Chiusura vero adatto Cancello in ferro, coll’idealità d’un Disegno che per ornamento abbia simiglianza alla Cancellata, in Stile esistente alle Arche Scaligere»6.

Questa proposta, tuttavia, fu perentoriamente respinta dalla Soprintendenza veronese:

«Il progetto presentato dimostra a mio avviso una deplorevole ignoranza storica, una detestabile trascuratezza di ogni scopo di arte e sotto questi malevoli auspici non potrebbe che sortire, se effettuato, la generale disapprovazione [...] Ritengo inutile perciò di sottoporre l’argomento alla locale Commissione dei monumenti»7.

La Direzione Generale Antichità e Belle Arti avallò tale responso, suggerendo nondimeno di mitigare i toni del diniego:

«Nela fare tale comunicazione la S.V. [...] vorrà astenersi da apprezzamenti d’indole personale o che comunque potessero ferire la suscettibilità dell’autore del progetto»8.

E così, il Soprintendente di Verona ingiunse a don Scapini che:

«Tenuto conto che la chiesa è sufficientemente visibile dal corso e attraverso il portone e al di sopra della vicina e bassa bottega [...] Che il pregevole portale esterno per ragioni di arte domanda ai suoi fianchi una muratura piena anziché una cancellata, che col progettato spostamento risulterebbe una sfavorevole alterazione prospettiva fra il protiro di Matteo Vescovo Tripolitano e la attuale porta nel muro della chiesa, principalmente per queste ragioni il

6 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1912 ottobre 3, n. 23893, c. 1v.

7 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1912 ottobre 5, n. 6391.

8 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1912 dicembre 7, n. 25108.

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Ministero non crede di poter autorizzare la esecuzione del progetto presentato»9.

III.1.2 I lacerti pittorici nella sacristia e il trasloco dei frammenti altomedievali

Nel 1927 la neonata Soprintendenza all’Arte Medievale e Moderna per le Provincie di Trento, Verona e Mantova10 avvisò il Direttore dell’Ufficio veronese,

Alessandro Da Lisca, che don Giuseppe Trecca11 aveva ritrovato degli affreschi

bisognosi di restauro nella sacristia della chiesa di San Lorenzo12.

Da Lisca confermò come fosse già a conoscenza dell’esistenza di questi brani:

«Gradirei che la S.V. in un suo sopralluogo a Verona, si recasse con me al S. Lorenzo per vedere quante ed altre cose e per decidere sull’ordinamento del frammento trovato nei lavori di restauro fatti da me una quarantina di anni fa, quando io ero giovane e da poco laureato e quando era vivo e pieno di entusiasmo il caro e compianto amico mio don Pietro Scapini»13.

Il Soprintendente scrisse nuovamente al Marchese per richiamare l’attenzione sullo stato precario di quei frammenti pittorici14 e Da Lisca non mancò di farli

prontamente salvaguardare15.

9 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1912 dicembre 10, n. 6737. Il portale venne poi sottoposto a vincolo monumentale nel 1954. Cfr. ACS, Ufficio Conservazione Monumenti, 1952-1959, b. 370, SL, doc. 1954 luglio 17, n. 9562; ACS, Ufficio Conservazione Monumenti, 1952-1959, b. 370, SL, doc. 1954 settembre 7, n. 3124.

10GRIMOLDI 1994, pp. 169-170. Il Regio Decreto n. 3164/1923 ridusse il numero delle Soprintendenze a trentacinque unità e le suddivise in due gruppi: alle Antichità, riguardanti il patrimonio archeologico, e all’Arte Medievale e Moderna, concernenti tutte le cose mobili e immobili dall’età medievale a quella moderna, i musei e le pinacoteche. 11 CONFORTI 1994, pp. 508-509.

12 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 marzo 31, n. 1587.

13 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 aprile 1, n. 16885.

14 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 aprile 4, n. 1682.

15 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 aprile 14, n. 16971.

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Nel frattempo, fu chiesto al Direttore del Museo Civico di Verona di poter accogliere nelle proprie collezioni i reperti lapidei altomedievali emersi durante gli scavi ottocenteschi16:

«La piccola raccolta di marmi provenienti dai lavori di S. Lorenzo non può più andare, così com’è, nel cortiletto della basilica. Tenuta pessimamente e sistematicamente spogliati, non vede come la si possa utilmente e sicuramente sistemare. Per questo ho suggerito a quel Vicario di passarla in blocco al Museo civico. Ed egli non ha nulla in contrario a cederla gratuitamente. Prego la S.V. di informarmi se crede di poter eseguire il trasporto e la sistemazione nel Castello»17.

Il Soprintendente domandò anche l’intervento di Da Lisca18 che, a sua volta,

aveva sollecitato Antonio Avena perché promuovesse lo spostamento dei pezzi a Castelvecchio19, senza purtroppo trovare appoggio.

Fra il 1934 e il 1936 il rettore don Ernesto Festa (1924-1958)20 fece sgomberare

la corte adiacente all’ingresso meridionale dai materiali di risulta che la ingombravano da lungo tempo21, fece rafforzare lo zoccolo di un contrafforte nel

fianco meridionale che minacciava di crollare dopo l’alloggiamento di una nuova grondaia in pietra22 e, infine, fece ristrutturare il campanile23.

16 Cfr. Cap. VI.1 I frammenti altomedievali.

17 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 aprile 13, n. 1885.

18 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 aprile 13, n. 1854.

19 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1927 maggio 3, n. 17086.

20 SEGALA,FERRARI 2002, p. 50.

21 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1934 maggio 21, n. 10238.

22 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1934 luglio 23, n. 10569. In quell’occasione fu anche consolidato il varco prospettante verso Corso Cavour e vennero risistemati il cortile e la canonica per una spesa complessiva di 400 lire, coperta in gran parte dalla Soprintendenza. Cfr. SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1934 luglio 29, n. 10578.

23 SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1934 giugno 16, n. 1149; SABAPVr, Archivio del Patrimonio Immobiliare, b. VR/91, fasc. 28a, SL, doc. 1934 giugno 19, n. 1178.

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