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Capitolo III: La chiave di lettura narrativa dell'identità europea L'identità costruita nelle reti di relazioni sociali.

2. Lo spazio narrativo, le storie di Europa e i tipi di identità: una proposta di ricerca empirica

2.2 La griglia interpretativa

Al fine di sottoporre a verifica empirica le ipotesi derivate dal paradigma dell'identità narrativa, questo studio intende cogliere i diversi significati e le definizioni che sono attribuite all’Europa, racchiuse all’interno di narrazioni condivise, che contribuiscono alla costruzione dell’identità europea. L'analisi della letteratura e degli studi esistenti sul tema, riportata nel capitolo secondo, ha permesso di individuare una serie di “concettualizzazioni” di Europa e di “tipi” di identità europea, presenti nel dibattito scientifico, che vanno a integrare i tre modelli previsti dalla tipologia pensata da Klaus Eder; alcuni di questi “tipi d'identità” sono stati inseriti in una griglia interpretativa utilizzata per l’analisi delle narrazioni emerse dall’indagine empirica. Nell'elaborazione di questa griglia interpretativa si è dato spazio anche al fraiming45 di Europa diffuso nella sfera pubblica attraverso i media e nel dibattito pubblico. A tale scopo ci si è avvalsi di uno studio condotto dall’Osservatorio Watch On

45 Col concetto di fraiming ci si riferisce a quelle “cornici” che consistono in una costruzione e rappresentazione della realtà attraverso una struttura retorica usata per elaborare le informazioni, principalmente da parte dai media, e influenzarne la percezione del pubblico tramite processi e scelte interpretative, selettive o semplificative. Tra i primi autori a parlare di organizzazione delle informazioni in frame vi è Erving Goffman. Nel contesto dei media ciò significa che le notizie presentate attraverso i mezzi di comunicazione sono sempre trasmesse attraverso determinati frame che attribuiscono significati e salienza (Pan e Kosicki 1993).

107 Europe46 nel 2010 che riporta i risultati di un monitoraggio su come è stata rappresentata l'Europa sui giornali cartacei nazionali e toscani, su alcuni siti istituzionali, su blog e siti delle associazioni della società civile in Toscana.

La tabella n. 1 qui di seguito illustra la griglia interpretativa strutturata attraverso la selezione di esempi di storie di Europa e gli elementi caratterizzanti queste narrazioni (i luoghi, i simboli, le immagini, i concetti che le rappresentano) ipotizzate da Klaus Eder; alcuni frame corrispondenti; i modelli di reti di relazioni sociali in cui, secondo lo schema teorico ederiano, si ipotizza che possano circolare tali narrazioni; il tipo di identità europea che, sulla base di tali significati condivisi, prende forma e la sua “forza”, ovvero la capacità di “legare” il network e creare solidarietà al suo interno. Sono state incluse inoltre, sempre secondo l'approccio ederiano, delle possibili contro-storie che, a loro volta, si collegano a differenti tipi di identità europea descritti nella letteratura.

46 L'osservatorio nasce dalla collaborazione tra l'ufficio Europe Direct del Comune di Firenze, il Movimento Federalista Europeo e della Gioventù Federalista Europea toscana e del Centro di Documentazione Europeo dell’Università degli Studi di Firenze. Il monitoraggio dei media su come viene rappresentata l'Europa è durato dieci mesi e si è concentrato sui giornali cartacei toscani e su tre testate nazionali, al fine di operare un confronto fra l’approccio regionale e quello nazionale (Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Giornale, Il Giornale della Toscana, Il Tirreno, Il Firenze, La Nazione); sui siti istituzionali della Regione Toscana (Regione, Province, Comuni, Università, Centri di Ricerca), su blog e siti delle associazioni della società civile toscana. I risultati del monitoraggio mostrano l'assoluta prevalenza dei temi economici, in particolare legati alla crisi che ha investito il Vecchio continente e al progetto della moneta unica, e di articoli volti a sottolineare il “paradosso di una moneta senza stato”, ovvero della mancanza di un ruolo politico forte della Ue (Osservatorio Watch on Europe 2010).

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Tab. 1 Tipi di narrazioni e tipi di identità europea

Esempi di narrazioni

Elementi costitutivi

“Framing” di Europa Caratteristiche della rete

Tipi ideali di identità europea e connettività La fondazione dell'Ue, i suoi sessant’anni di storia; la storia di Jean Monnet, il mercato comune. Bruxelles, Strasburgo, giornate europee, summit internazionali, euro, BCE, bandiera europea, inno, passaporto. Istituzione economica, politica, che valorizza anche la cultura europea;

“Europe of fatherlands”; comunità “funzionale”, “governo tecnocratico”; libertà di viaggiare, studiare e lavorare; Ue attore mondiale.

Network nazionale/ sovranazionale; Identità europea sovranazionale (Eder 2009), istituzionale o “contrattualista” (Kostakopoulou 2001), “strumentale”. → identità debole, sottile. I “precursori” del XX e XIX secolo dell’Europa unita; l'impero romano; Carlo Magno. Origini greche e romane, l'illuminismo; l'individualismo, il cristianesimo.

“Legami primordiali” del popolo europeo; civilizzazione; modernizzazione; “eredità culturale europea”. Network nazionale / transnazionale; Identità storica e culturale europea (Morin 1988; Passerini 1998, Mendras 1999). → connettività forte. La II guerra mondiale, olocausto, resistenza, il muro di Berlino, Europa pacificata; Europa dei diritti umani nel mondo. Solidarietà civica; democrazia, cittadinanza. Luoghi della memoria, Festival del cinema, della musica, Campionato di calcio europeo.

Patriottismo costituzionale, fratellanza fondata sui principi universali di diritto e giustizia, valori fondativi dell'Europa, “demos”. Network sovranazionale/ transnazionale Identità “post- nazionale” (Eder 2009), “civica”, “Euro- nazionalistica” (Kostakopoulou 2001) riflessiva e razionale, “artificiale”, “volontaria” (Habermas 1999, Weiler 1999, Bauman 2006, Outhwaite 2008). → debole, sottile. Europa ibrida, mediatrice. La convivenza tra il passato ebraico europeo e la cultura islamica, dentro la narrazione cristiana europea.

Anno europeo del dialogo interculturale; luoghi di “metissage”: Sud della Spagna, dell'Italia, Turchia.

Promozione della pace e della cooperazione tra le nazioni, pari opportunità, multiculturalismo Europa come apertura alle differenze. Network transnazionale Identità cosmopolita, transnazionale (Eder 2009); “post-moderna” (Kostakopoulou 2001); “per differenza”, sperimentale → frammentaria, processuale. Autenticità e immortalità collettiva della comunità etno- culturale; paura dell'allargamento; Mitteleuropa; Europa tribale. Stereotipi, cleavages tra le popolazioni dell'Europa;

Europa senza “ethnos”; nazione come “comunità della stirpe”; pericolo per l’indipendenza e la sovranità nazionale; sfida all’identità etnica, perdita all'identità culturale; euroscetticismo. Locale- nazionale Identità etno-culturale, locale-regionale, “ascritta” (Smith 1991, Grimm 2000) “No-Europa”. → connettività forte. I NO ai referendum costituzionali, immigrati esclusi dai diritti di cittadinanza, UE esito negativo della globalizzazione, perdita del Modello Sociale Europeo, Europa sociale. Burocrazia, élite tecnocratica, superstato, deficit democratico, mercato, neo- liberismo.

“governance from below”, omogeneizzazione, americanizzazione, “Europa fortezza”, “two-tier Europe”, “Europa impero”.

Network transnazionale

Identità etica (Kantner 2006), identità europea sociale, “Identity of a different Europe”, “another Europe” → frammentaria, processuale.

109 I primi esempi di narrazioni, riportati nella tabella, fanno riferimento a storie istituzionali e “ufficiali” dell'Ue, sono racconti di avvenimenti legati alla costruzione dell'unione, con riferimenti a a figure come Jean Monnet, Altiero Spinelli, Konrad Adenauer, Robert Schuman e tutti coloro che vengono considerati i padri fondatori di ciò che è oggi l'Ue. Personalità che nel secondo dopoguerra hanno voluto, ispirato e gettato le basi per realizzare un'Europa comune fra popoli e paesi precedentemente rivali e divisi, impegnandosi per trasformarla in un continente di pace. Queste narrazioni sono diffuse ed esaltate dall'Ue al fine di fornire valori e istituzioni che possano essere condivisi da tutti gli europei e in cui tutti possono riconoscersi. La sua fondazione - dalla Comunità del carbone e dell’acciaio, alla Comunità economica europea, fino al Trattato di Maastricht sull'Ue - i diversi allargamenti che si sono succeduti, i traguardi raggiunti e le sfide e i propositi che l'Ue si pone sono narrazioni di un'Europa economica e politica trasmesse attraverso i canali di comunicazione ufficiali dell’Ue e i cui elementi costitutivi sono le città divenute il cuore dell'Europa, Bruxelles e Strasburgo, i suoi simboli sono la bandiera, l'inno europeo, la festa dell'Europa, i diversi organi che compongono la sua struttura istituzionale e i summit che caratterizzano la macchina decisionale europea. La rappresentazione dell' “Europa dei padri fondatori” diviene, nel framing mediatico, la narrazione di una comunità “funzionale” descritta spesso come un governo tecnocratico che agisce per il bene degli europei, in nome non più della pace, obiettivo considerato conseguito, ma piuttosto della stabilità del continente, principalmente economica e politica, anche se viene sottolineata la necessità di rafforzare le credenziali democratiche del progetto europeo. Un altro frame diffuso rappresentata l'Ue come la realizzazione dello spazio di libertà di movimento per i cittadini comunitari, legata soprattutto alla mobilità per studio e lavoro, uno dei diritti fondamentali che la cittadinanza europea garantisce. Secondo la teorizzazione ederiana, questo tipo di storie circola all'interno di network sociali sia nazionali che sovranazionali, poiché sono narrazioni che provengono

110 “dall'alto” dalle istituzioni e si diffondono, a livello nazionale, attraverso la divulgazione mediatica. La condivisione di tali narrazioni è alla base di un tipo di identità europea definita da Eder (2009) sovranazionale, e, secondo la definizione di Kostakopoulou (2001) istituzionale o “contrattualista”. Questa identità si costruisce attorno all’idea che il progetto europeo di integrazione si regge principalmente sullo scambio economico e la diplomazia tra gli stati membri, dei cui vantaggi i cittadini usufruiscono, ma essi non sono coinvolti nella dimensione politica e sociale europea. I cittadini europei restano radicati nella dimensione nazionale e l'identità europea che ne emerge è debole e sottile, perché va solo a “rivestire” le consolidate e profonde identità nazionali.

Il secondo tipo di narrazioni riguarda tutte quelle trame di fatti storici e riferimenti culturali della vita degli individui e delle società nel passato europeo. Le vicende storiche che si sono svolte nel continente e le narrazioni sulla sua “civiltà”, la cui origine è fatta risalire alle epoche greca e romana, sono molteplici e diffuse in Europa. Tra gli esempi più popolari vi è quella di Carlo Magno, l'imperatore del Sacro Romano Impero che tra l'VIII e il IX secolo unifica un territorio che comprende buona parte dell'Europa occidentale, dove è usata una stessa moneta e adottato il latino come lingua ufficiale. Quella del Cristianesimo, unita alla storia delle radici ebraiche e degli influssi della cultura islamica sul continente, sono altre narrazioni ritenute rappresentative dell'Europa, alle quali risalgono i valori di uguale dignità di tutti gli esseri umani, la libertà dell’atto di fede come origine di tutte le libertà civili e lo sviluppo sociale ed economico come vocazione divina; ancora, l'Età dei Lumi, il Rinascimento e le storie dei protagonisti del XIX e XX secolo, considerati i “precursori” dell'Europa unita, sono esempi di questo modello di narrazioni d’Europa. Tra i tanti elementi che caratterizzano la lunga storia culturale del continente vi sono la fede nella ragione e nella scienza, le idee di libertà e uguaglianza introdotte con la rivoluzione francese e l'individualismo moderno. Framing di questa Europa sono “l'eredità culturale europea” e la sua “civilizzazione”, composti da valori e idee che hanno preso forma in Occidente e che sono

111 stati trasmessi presso altre civiltà insieme agli sviluppi della scienza, della tecnica e delle conoscenze. Anche questo tipo di storie è diffuso in network nazionali, poiché sono presenti nelle culture nazionali - trasmesse attraverso istituzioni di formazione in modo particolare - ed in reti di tipo transnazionale, composte da cittadini europei di diverse nazionalità che hanno in comune tali significati e che ne compongono di nuovi attingendo dalle narrazioni che circolano a livello nazionale e mescolandole con quelle delle altre nazioni. Queste storie hanno una forte connettività all'interno delle reti e sono la base di un'identità europea storica e culturale radicata tra gli europei (Mendras 1999; Morin 1988; Passerini 1998).

Il terzo esempio di storie riguarda narrazioni riferite a quella parte del passato recente più drammatico del continente, alle vicende della Seconda guerra mondiale, i fascismi e l'Olocausto, ma collegate anche ai racconti dell'opposizione al fascismo, come narrazioni sulla Resistenza partigiana, e di superamento di confini fisici e simbolici, come la caduta del Muro di Berlino. Caratteristica di queste storie è l’essere “pervase” di riferimenti di “senso”, di valori e significati sulla base dei quali l'Europa unita è stata ricostruita: la pace, la democrazia e i principi costituzionali, il rispetto della dignità dell’uomo e la solidarietà. Vengono incluse in questo tipo di narrazioni anche storie dell’Europa contemporanea, episodi di incontro e contatto dei cittadini europei che avvengono, ad esempio, in occasione dei campionati di calcio europei o dei festival del cinema e della musica, momenti di confronto e contatto dove le diverse nazionalità sono rappresentate e unite in un progetto comune. I simboli di tali narrazioni, l’Europa pacificata, i valori fondativi dell’Ue e l’integrazione sociale fondata sul riconoscimento dei principi della costituzione sono rappresentati dai framing di “patriottismo costituzionale” e di “demos”, i quali rimandano all’idea di una cittadinanza solidale tra gli europei risultato di una riflessione critica sul passato che ha portato a superarne le divisioni. Si suppone che tali narrazioni siano diffuse tra gli europei sia attraverso canali “ufficiali” sovranazionali che in reti transnazionali che si formano dal basso, ad esempio nella sfera pubblica europea, e che siano la base di un’identità politica europea definita in letteratura

112 come post-nazionale (Habermas 1999, Eder 2009), civica, euro-nazionalista (Kostakopoulou 2001). Descritta come volontaria, razionale e riflessiva, questa identità è fondamento di un legame tra gli europei che secondo l’approccio ederiano è comunque debole, poiché legato a principi astratti e non a un coinvolgimento e una partecipazione sociale.

Il quarto modello di narrazioni è composto dalle storie che raccontano un’Europa ibrida e mediatrice, delle vicende legate alla convivenza tra tradizioni culturali diverse che hanno contraddistinto l’Europa. Elementi che caratterizzano queste storie sono la tolleranza, il riconoscimento e la capacità di accettare le differenze, di conviverci e di contaminarsi, superando i pregiudizi, come avvenuto nella Spagna del Medioevo, dove cristiani, musulmani e ebrei hanno convissuto pacificamente, nella Turchia dell’Impero ottomano o nella Sicilia del 1200, territori coabitati da ebrei e musulmani, o nel mondo antico, dove convivevano pacificamente ebrei e cristiani. A queste narrazioni corrisponde il frame di un'Europa promotrice di pace, del dialogo e della cooperazione tra paesi e realtà culturali distanti, un’Europa iterculturale che si apre alle differenze trovando la sua più grande ricchezza nella sua diversità interna e nel confronto tra repertori di valori che da vita a un ordine nuovo. Tali contenuti sono considerati peculiari di un tipo di network transnazionale, poiché sono narrazioni che nascono dall’esperienza degli europei di contatto con ciò che è diverso, e vanno a forgiare un'identità europea cosmopolita, transnazionale (Eder 2009) o post-moderna (Kostakopoulou 2001), che si costruisce attraverso la “sperimentazione” della differenza e l'accoglienza. Identità processuali, plurali e frammentate, si trasformano aprendosi a riferimenti e esperienze sempre diversi e attraverso processi di commistione e ibridismo. In antitesi a questo modello, il quinto tipo di narrazioni fa riferimento a una radice etno- culturale che rende un gruppo quello “originario”, una comunità che condivide una lingua e una cultura ritenute “pure”, “incontaminate” e quindi “autentiche”. Se nel quarto modello le culture, le società, le etnie e le lingue erano considerate come entità in un flusso continuo di mutamento e dai confini poco definiti, risultato di interazioni, scambi e influssi differenti, il

113 fondamento di questo tipo di storie è, al contrario, la stabilità delle radici storiche e delle tradizioni autentiche di una comunità, di un’etnia, o di un popolo. Sono esempi di questo tipo di narrazioni le storie della Mitteleuropa, la tradizione culturale che deriva dall'Impero asburgico, intesa come cultura centro europea distinta dall'Est, associato all'Impero Ottomano e alla Russia Imperiale. L'Europa delle tribù è rappresentata, solo per citare alcuni esempi, dalla divisione tra fiamminghi e valloni in Belgio o dalle autonomie catalana e basca in Spagna. Tali narrazione tendono a distinguere i popoli costruendo cleavages interni all'Europa e sono accompagnate, in alcuni casi, da credenze o convinzioni stereotipate e visioni semplificate della realtà. Il framing richiama in questo caso l' “ethnos”, il popolo originario e i “legami primordiali” che caratterizzano una “comunità della stirpe”, utilizzati in alcuni casi anche per descrivere l'unità nazionale. Rientrano in questo tipo di narrazioni anche i frame che parlano del processo di allargamento europeo come una sfida e un pericolo di “perdita dell'identità etnica e culturale” e che guardano con sfiducia alla costruzione di un'unione sovranazionale europea. Tali storie sono diffuse in network locali e nazionali, sia attraverso i media nazionali che alcuni canali istituzionali, come nel caso di partiti politici che richiamano tali narrazioni per sollecitare l'euroscetticismo. Le identità etno-culturali (Smith 1991; Grimm 2000) che prendono forma attraverso la condivisione di tali narrazioni, caratterizzate da una forte connettività, sono identità solide e sentite come “ascritte”, tramandate tra le generazioni e radicate nel territorio, principalmente nelle dimensioni locali, regionali e nazionali.

Infine, le storie appartenenti al sesto tipo possono essere definite narrazioni di un'Europa “alternativa”, critica nei confronti dell'Europa retta da un governo tecnocratico ed “economico”, basata sul mercato e diretta dalle logiche finanziare, un'Europa integrata solo da una moneta e intesa come mero risultato della globalizzazione economica. La bocciatura della Costituzione europea nei referendum francese e olandese nel 2005 e le critiche all' “Europa fortezza” che esclude gli immigrati dai diritti di cittadinanza possono considerarsi esempi di narrazioni di un'Europa che mira ad essere un progetto di integrazione diverso, innanzitutto

114 sociale, capace di ascoltare, dare voce e modo di partecipare ai suoi cittadini. Il deficit democratico e identitario che caratterizza l'Ue viene espresso attraverso questo tipo di storie, narrazioni di un'Europa che aspira a una leadership politica forte, capace di controllare le differenze economiche e sociali interne al continente, ridare senso ai principi di solidarietà e giustizia sociale e rivalorizzare il Modello sociale che contraddistingueva l'Europa, che molti paesi stanno “sacrificando” davanti alle direttive europee. “Governance dal basso” e “Europa superstato” sono tra i frame che rappresentano tali narrazioni, insieme all' “Europa a due velocità”, divisa tra coloro che hanno e coloro che non hanno, o a “geometria variabile”, incapace di raggiungere il consenso sulle varie tematiche e caratterizzata da alcuni paesi che procedono verso percorsi più approfonditi di integrazione ed altri più “indipendenti”. Queste narrazioni sono diffuse a livello transnazionale nella sfera pubblica europea e sono condivise da quella parte della società civile più attiva in Europa. La partecipazione a tali significati da origine a un tipo di identità europea definita etica (Kantner 2006) o sociale, un'identità dinamica e che prende forma sulla base dei diversi conflitti e interessi che orientano il dibattito e la partecipazione dei cittadini europei.

I sei tipi di identità europea, costruiti sulla base delle diverse caratteristiche che contraddistinguono le molteplici narrazioni di Europa, sono uno strumento idealtipico, in quanto costruzioni teoriche non corrispondono alla realtà storico-sociale ma possono essere utilizzati per interpretarla. Attraverso la ricerca empirica ci si attende di osservare diversi tipi di narrazioni condivise negli stessi network, più tipi di identità che coesistono e si intersecano e differenti componenti identitarie che si combinano.

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3. L'Europa nella “vita quotidiana”: esperienza soggettiva e condizionamenti strutturali