Capitolo III: La chiave di lettura narrativa dell'identità europea L'identità costruita nelle reti di relazioni sociali.
6. Piano della ricerca empirica: obiettivi, selezione del caso di studio e percorso
6.6 Percorso metodologico: gli strumenti e la fase di indagine empirica
La scelta del metodo di indagine empirica di tipo qualitativo è dipesa dalla riflessione sull'oggetto di studio e sugli obiettivi della ricerca ed è legata al paradigma e all'approccio teorico che hanno indirizzato fin dal principio l'interesse per l'oggetto di studio e la
72 Nel marzo 2012 i residenti nel comune di Prato erano 188.764, di cui 30.617, circa il 16%, di origine straniera, sulla base dei dati dell'Ufficio statistica del Comune di Prato. Cfr. http://statistica.comune.prato.it.
147 formulazione delle ipotesi73. Tale valutazione è stata volta a individuare le tecniche più adatte ad affrontare il problema della ricerca e tararle agli obiettivi dello studio, prendendo in considerazione la possibilità di sperimentare anche strumenti originali, come l'approccio narrativo.
Condurre un'analisi empirica sul mondo della vita quotidiana significa riuscire a far tematizzare, ai soggetti intervistati, ciò che viene normalmente dato per scontato (Montesperelli 2001). Lo strumento ritenuto adeguato in questo studio è stata l'intervista in profondità semi-strutturata74, flessibile e adattabile a ciascun intervistato, che ha permesso di ottenere informazioni dettagliate e approfondite sul tema della ricerca e di accedere alla prospettiva dei soggetti studiati, cogliendo le loro categorie concettuali e interpretazioni della realtà e ottenendo informazioni più esaurienti rispetto a delle interviste standardizzate e strutturate (Della Porta 2010). L'intervistato è spinto all’osservazione critica di sé, delle proprie convinzioni e del proprio agire e a esplicitare gli esiti di questa riflessione. L'intervista sottoposta non è stata di tipo strutturato perché tale strumento, che prevede un insieme fisso e ordinato di domande somministrate a tutti gli intervistati nella stessa formulazione e nella stessa sequenza, avrebbe reso il colloquio rigido: anche se la domanda non vincola l’intervistato, il fatto che gli interrogativi vengano posti a tutti nello stesso ordine rende
73 Il riferimento è quello del paradigma interpretativo, che vede in Weber il suo esponente principale, secondo il quale le scienze storico sociali non si propongono di spiegare la realtà ma di comprenderla. Fondato sull'ontologia costruttivista e relativista, non esiste una realtà oggettiva ma ogni individuo produce una sua realtà, e solo questa realtà è conoscibile. Anche le singole realtà individuali o condivise tra i gruppi variano tra le diverse società e culture, per tale ragione non esiste una realtà sociale universale. La ricerca sociale è una scienza interpretativa che può servirsi di astrazioni e generalizzazioni - i tipi ideali e gli enunciati di possibilità – e la cui metodologia prevede l’interazione tra studioso e studiato, poiché questa rende possibile comprendere il significato attribuito dal soggetto alla propria azione. Le tecniche utilizzate sono qualitative e soggettive, il metodo usato è quello dell’induzione e particolare attenzione viene data al mondo della vita quotidiana (Corbetta 2003).
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Per quanto riguarda l'approccio metodologico, sono appropriate le tecniche impiegate nella ricerca etnometodologica, secondo la quale le attività pratiche e le relazioni della vita quotidiana sono argomenti di indagine empirica (Giglioli e Dal Lago 1983). All’interno di una prospettiva costruttivista, tale approccio si indirizza allo studio dei significati e del senso attribuito alla realtà sociale, significati che emergono nelle esperienze dell’interazione, delle pratiche e relazioni sociali e influiscono sulla riproduzione dell’organizzazione sociale. I significati e le interazioni, inoltre, prendono forma in un contesto (spazio fisico, gruppo di appartenenza, organizzazione, comunità, territorio) che determina il senso negoziato nel corso dell’interazione (Ibid.).
148 l’intervista poco flessibile e adattabile alla specifica situazione75.
Per tale ragione è stata ritenuta più adatta un tipo di intervista semi-strutturata, la quale prevede una traccia che riporta gli argomenti che necessariamente devono essere affrontati durante l’intervista ma, nonostante la presenza di una traccia fissa e comune per tutti, la conduzione del colloquio può variare sulla base delle risposte date dall’intervistato e sulla base della singola situazione. L’intervistatore può sviluppare alcuni argomenti che nascono spontaneamente nel corso della conversazione se ritenuti utili alla comprensione del pensiero del soggetto intervistato e la traccia stabilisce l'ambito entro il quale l’intervistato e l’intervistatore sono liberi di spaziare, consentendo a quest’ultimo di trattare tutti gli argomenti necessari ai fini conoscitivi (Montesperelli 2001).
All'intervista semi-strutturata è stato affiancato un ulteriore strumento, il focus group, una tecnica di rilevazione basata sulla discussione tra un gruppo di persone focalizzata sull'argomento che si vuole indagare. Tale tecnica si svolge come un'intervista guidata da un moderatore che seguendo una traccia propone degli stimoli ai partecipanti, ma l’interazione e la discussione che si creano dalle risposte producono idee in misura più consistente rispetto all’intervista singola (Cataldi 2009). Tale strumento è stato ritenuto particolarmente utile per ottenere informazioni dagli studenti, perché è possibile che nell'interazione e la discussione tra “pari” emergano elementi diversi, opinioni, immagini della realtà, riferimenti a valori che potrebbero non emergere nel colloquio individuale.
Nei mesi di marzo, aprile e maggio 2012 sono stati condotti, presso le quattro scuole individuate, un totale di quaranta interviste individuali con docenti, studenti e genitori ed otto focus group con classi di studenti, così suddivisi:
75 Da questo punto di vista l'intervista strutturata rappresenta uno strumento che sta a metà tra l’approccio quantitativo e l’approccio qualitativo, una tecnica “ibrida” che raccoglie informazioni, da un lato, in modo standardizzato (le domande) e, dall’altro, in modo aperto e destrutturato (le risposte) (Ibid.).
149 Tab. 2 Interviste e focus group condotti
Scuola n. focus group n. interviste studenti n. interviste docenti n. interviste genitori
Tot. Focus group e interviste Liceo “Machiavell i-Capponi” (FI) 2 2 6 7 17 Istituto tecnico “Peano” (FI) 2 2 2 4 10 Liceo “Cicognini- Rodari” (PO) 2 2 3 4 11 Istituto professional e “Datini” (PO) 2 2 4 2 10 Tot. 8 8 15 17 48
Il piano originale delle interviste prevedeva otto focus group, due per ogni scuola, uno presso classi che avevano già svolto esperienze di scambio ed un secondo con classi che non avevano effettuato tale mobilità; per ciascuna scuola, erano previste due interviste individuali con docenti (di cui almeno uno con esperienza internazionale), due con genitori e due con studenti (di cui uno che ha svolto attività internazionali) per un totale di ventiquattro. Il numero maggiore di interviste che sono state condotte è dovuto all'entusiasmo con cui è stato accolto il progetto – presentato come un'indagine sul tema “Europa” - da parte di docenti e genitori presso alcune scuole, in particolare presso l'istituto Machiavelli-Capponi di Firenze, che ha fatto in modo che vi fossero più soggetti volontari per le interviste. Questo atteggiamento non è stato riscontrato in tutti gli ambienti, al contrario è stato difficoltoso riuscire ad ottenere la disponibilità ad essere intervistati da parte di alcuni docenti dei due istituti tecnico-
150 professionale e dei genitori nel liceo Cicognini-Rodari.
Parte degli studenti e dei docenti intervistati, come si è detto, avevano partecipato a programmi di scambio o formazione all'estero. I soggetti intervistati sono attori di una stessa rete di relazioni sociali “concreta”: i professori hanno un insegnamento presso le classi con le quali sono stati svolti i focus group ed sono docenti di tutti gli studenti intervistati; i genitori coinvolti hanno i propri figli nelle classi selezionate per i focus group o per le interviste individuali.
Per quanto concerne gli otto focus group, questi sono stati condotti presso classi medio- piccole, con un numero di studenti che ha oscillato tra i dieci e i quindici studenti, coinvolgendo un totale di centoventidue studenti (esclusi gli otto studenti intervistati individualmente) tra i quindici e i venti anni d'età. Nonostante lo scopo dell'indagine qualitativa non sia quello di giungere alla generalizzazione dei risultati, il numero degli intervistati risulta essere consistente ed è valutato sufficiente al fine di rilevare informazioni esaurienti sull'oggetto di ricerca.
La traccia dell'intervista, allegata a questo lavoro, è stata ideata per raccogliere informazioni sulle occasioni di incontro, degli intervistati, in cui si ridefinisce una relazioni sociale tra i cittadini europei e con l'Europa, è volta a indagare le esperienze di “Europa vissuta”, le idee di spazio sociale europeo e di confini. L'intervista è strutturata in quattro parti.
La prima parte è concentrata sui significati e i valori attribuiti all'Europa: mira a raccogliere le narrazioni che spontaneamente vengono associate all'Europa, a verificare se i termini di Europa e Ue sono utilizzati in modo indifferenziato, come sinonimi, o se vi sono associati significati diversi, ed a comprendere se i simboli e gli immaginari di Europa che gli intervistati “posseggono” derivano da messaggi istituzionali o mediatici che giungono “dall'alto” o se tali significati sono costruiti attraverso le interazioni e le pratiche sociali. All'interno delle narrazioni individuate, si aspira a individuare se ve ne è una prevalente o se
151 emerge una trama generale dalla combinazione di esse e si cerca di ricondurle a variabili strutturali e a pratiche sociali alla base delle storie stesse.
La seconda parte dell'intervista mira a indagare da dove provengono tali significati e con chi vengono condivisi, chi è parte del network e di che tipo di rete si tratta, se essenzialmente locale o transnazionale; con chi e in che occasioni si parla di Europa, da dove giungono le informazioni su di essa, come si partecipa all'Europa e come la vita degli europei ne è influenzata.
La terza parte dell'intervista verte sulle convinzioni in merito al progetto politico comunitario e sull'influenza dell'Ue sulla vita dei cittadini europei; in questa parte vengono collegati all'Europa i temi della crisi economica, dell'Europa multiculturale e multireligiosa e del progetto di allargamento, al fine di comprendere se e come tali fattori incidono sui significati attribuiti all’Europa.
Infine, la quarta parte dell'intervista è tratta in modo diretto il sentimento identitario ed è dedicata alle definizioni dei diversi livelli di appartenenza territoriale, dal locale a quello europeo, a comprendere a quali elementi si fa riferimento quando si parla dell'appartenenza e a definire il senso del sentirsi europei.
Agli intervistati sono chieste, alla fine dell'intervista, alcune informazioni socio-anagrafiche, utilizzate per guardare alle differenze individuali: genere, età, nazionalità, zona di residenza, professione, lingue conosciute, orientamento politico.
Il materiale empirico prodotto dalle interviste e dai focus group è costituito dal contenuto delle interviste stesse: le opinioni, gli atteggiamenti, le convinzioni, i comportamenti, le motivazioni e da tutte le informazioni fornite dagli intervistati tramite l’espressione verbale e non verbale. La comunicazione verbale fornisce materiale per investigare la sfera cognitiva e comportamentale degli intervistati, mentre le informazioni non verbali forniscono indicazioni sugli stati emotivi ed affettivi dell’intervistato e sul loro significato (Montesperelli 2001). L’analisi di questo materiale si è svolta in più momenti. Le interviste sono state analizzate
152 sistematicamente subito dopo essere state condotte, per individuare eventuali altri temi da indagare e altre domande da sottoporre ad ulteriori soggetti. Una volta terminate tutte le interviste, queste sono state riesaminate come un gruppo unico, per verificare la possibilità di aree incomplete e eventualmente somministrare altre interviste. Alternare analisi e interviste ha permesso, con il procedere dell’analisi, di arricchire e correggere il quadro teorico di fondo.
La fase di analisi del contenuto delle interviste è stata supportata dal software di analisi qualitativa MaxQda, programma di gestione e trattamento dei testi delle interviste che permette di organizzare i documenti sulla base delle categorie concettuali a cui gli intervistati fanno riferimento. Grazie a tale strumento il contenuto delle interviste è stato ordinato e aggregato in quadri concettuali attraverso connessioni logiche tra categorie; la frequenza di citazioni, di parole-chiave e di segmenti collegati alle diverse categorie è stata oggetto di conteggio e di analisi dei contesti d'uso delle parole; i dati sono stati esportati ed espressi anche in forma quantitativa. Sul piano metodologico tale strumento informatico aumenta la precisione delle classificazioni e dei ragionamenti e garantisce l'ispezionabilità dei dati, considerata una delle carenze della ricerca qualitativa (Ricolfi 1998).
L'uso del programma informatico ha permesso di individuare con sistematicità i temi di discussione e le categorie tematiche e di cogliere il linguaggio caratteristico dei diversi contesti analizzati. Nonostante l'utilizzo di queste tecniche informatiche e statistiche, l'analisi del contenuto si è concentrata sulle finalità esplicative e valutative. Lo scopo primario è stata l'interpretazione dei significati e delle informazioni trasmesse e la valorizzazione della profondità e della ricchezza del materiale emerso dal confronto nelle interviste e delle discussioni dei focus group.
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