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L'identità nelle interpretazioni “post-nazionali” dell'Europa: tre livelli di analis

Capitolo II: Identità europea, tra dibattito teorico e differenti approcci empirici.

2. L'identità europea nella letteratura sociologica: prospettive teoriche e metodologie di indagine

2.2 L'identità nelle interpretazioni “post-nazionali” dell'Europa: tre livelli di analis

Lo studio del processo di integrazione europea è svolto anche attraverso la lettura dell'Europa come spazio sociale unitario, nella sua configurazione post-nazionale. L'Europa è intesa, secondo questa prospettiva, come “laboratorio” dove si sperimentano non solo nuove forme di organizzazione politica e di governo, ma anche forme originali di azione sociale e partecipazione. Nello spazio europeo infatti si sviluppano inedite relazioni di potere, conflitti, alleanze, pratiche sociali e relazioni interpersonali che contribuiscono alla nascita e sviluppo di nuove e inattese identità.

precedentemente concentrati a livello locale, quali ferrovie, strade, giornali e sistemi di distribuzione delle merci. Allo stesso modo è possibile supporre che i progressi attuali nelle comunicazioni, i viaggi aerei su vasta scala, internet, la globalizzazione degli scambi economici, che trascendono completamente i confini esclusivamente europei, anticipino la costruzione consapevole di uno spazio sociale europeo (Crouch 1999).

61 L'analisi post-nazionale della società europea si articola sui tre livelli del sociale: il livello macro viene studiato attraverso un approccio sistemico che supera la lettura statica della realtà europea per comprenderne la continua ridefinizione dei confini e le traiettorie di sviluppo; il livello micro-sociale è indagato attraverso analisi sugli effetti del processo di europeizzazione nella vita quotidiana degli individui e nelle relazioni dirette, sui cambiamenti che avvengono alla base della nuova organizzazione sociale; infine, lo studio a livello meso-sociale descrive come le dimensioni micro e macro dell'Europa si intrecciano attraverso meccanismi di intermediazione comunicativa, di diffusione della conoscenza e di costruzione di fiducia e legittimità (Ibid).

A livello macro-sociale il processo di integrazione comunitario è espressione del generale mutamento delle società moderne, in continuità col processo di modernizzazione e in una relazione dialettica col processo di globalizzazione. L'Ue è concepita infatti come manifestazione della riflessività che caratterizza la tarda modernità e come società cosmopolita, consapevole della variabilità dei suoi confini territoriali, della molteplicità delle appartenenze dei suoi cittadini e fondata su valori come l'inclusione, la valorizzazione delle diverse culture e l'opportunità di partecipazione (Beck e Grande 2006). La società europea, contestualizzata in tale dimensione di interdipendenza globale, tende al superamento delle vecchie distinzioni e dicotomie - tra dentro e fuori, nazionale e internazionale, noi e gli altri – e allo sviluppo di stili di vita riorganizzati nella cornice transnazionale, stimolati da un processo di “adattamento culturale dal basso” che produce un'identità multipla, composta da valori e stili di vita scelti e che coesistono pacificamente (Ibid.).

Attraverso l'analisi micro-sociologica dell'Europa si indagano gli attori individuali e collettivi che abitano lo spazio sociale europeo e come le relazioni sociali mutano alla luce del processo di europeizzazione. Questo livello di analisi risulta fondamentale per passare dalla prospettiva di studio della dimensione più “astratta” dei diritti sanciti dalla Ue, alla dimensione più “concreta” delle pratiche quotidiane messe in atto dai suoi cittadini, del loro coinvolgimento,

62 partecipazione, aggregazione e azione sui diversi livelli, determinanti lo sviluppo di nuovi legami tra di essi.

Gli approcci micro-sociali si rifanno principalmente a due paradigmi dell'azione sociale, quello struttural-razionalista, e quello struttural-costruttivista (Trenz 2008).

Secondo il paradigma struttural-razionalista le azioni individuali o di gruppo sono legate alle particolari opportunità offerte loro per accumulare risorse o perseguire interessi personali o collettivi. In questi termini l'Ue può essere vista come un nuovo sistema di strutture di opportunità dove determinate categorie di attori organizzano i propri interessi a livello transnazionale. Gli studi che utilizzano questo approccio individuano quei gruppi direttamente interessati dalle politiche comunitarie che standardizzano le proprie condotte e formano alleanze trans-nazionali per influenzare le decisioni in merito alle politiche di loro interesse. Queste analisi guardano dunque alle percezioni e alla socializzazione di attori direttamente coinvolti nella dimensione comunitaria (Ibid.).

Il paradigma struttural-costruttivista studia invece i processi sociali che si sviluppano dal basso e indaga come il processo di europeizzazione stabilizzi norme di comportamento e routines e incida su nuove forme di pratiche riprodotte nella società (Checkel e Katzenstein 2009). Riprendendo la distinzione tra capitale sociale, culturale e simbolico di Bourdieu (1980), questo approccio indaga come il processo di integrazione europeo influenza la riconfigurazione delle tre forme di capitale - la redistribuzione delle risorse e del potere, l'organizzazione della conoscenza e delle informazioni e la formazione delle identità collettive – e identifica una nuova “élite” europea che si distingue per le posizioni di potere trans- nazionali e relazioni privilegiate (capitale sociale), per la formazione educativa e la carriera internazionali (capitale culturale) e per lo sviluppo di attitudini, stili di vita e identità cosmopolite (capitale simbolico). Questa prospettiva mette in luce come la redistribuzione di capitale interna alla cornice europea porta a nuove distinzioni di classe e disuguaglianze (Trenz 2008).

63 L'analisi meso-sociale, infine, collega la dimensione della struttura sociale a larga scala con quella dell'interazione micro, andando a spiegare i processi di intermediazione e di costruzione di significato e collocando la società europea nel campo discorsivo. Questo livello di indagine permette di superare la concezione che vede una corrispondenza tra stato, cultura e società civile, tipico della società degli stati nazione, per individuare la società perpetuata nelle pratiche sociali attivate nello spazio sovranazionale: emerge in questa prospettiva la costruzione discorsiva dell'Europa attraverso una sfera pubblica, una società civile e la cittadinanza europee, elementi legati tra loro funzionalmente che, definendo il coinvolgimento dei cittadini nel processo di integrazione, rafforzano e promuovono l'identità europea30 (Rumford 2002).

L'approccio meso-sociale, focalizzato sul processo comunicativo e sul discorso pubblico che si crea, circola e lega l'Europa, descrive la società europea come un network e allo stesso tempo come un punto nodale dello spazio di flussi di informazione globale (Castells 2000). Il sistema di comunicazione è considerato un fattore centrale per l'Ue: in un sistema governativo non gerarchico e multi-livello, la negoziazione, il consenso e la legittimazione dipendono e si costruiscono attraverso il sistema di comunicazione orizzontale tra le istituzioni e la società. La sfera pubblica europea è individuata come struttura di intermediazione funzionale a generare coesione, partecipazione e senso di appartenenza all'Europa, il cui mancato sviluppo caratterizza in modo negativo il processo di democratizzazione dell'Ue (Habermas 1999). Essa offre l'opportunità di essere coinvolti nel dibattito pubblico sovranazionale, consente di esprimere contenuti condivisi, di osservare e valutare le performance dell'apparato europeo e di mobilizzarsi, nel supporto e nella critica. L'intermediazione tra il livello deliberativo

30 Tra questi concetti, quello probabilmente più dibattuto e controverso è quello la cittadinanza europea, spesso considerata come un'istituzione più simbolica che dal valore pratico, a causa di alcuni “elementi deficitari” che la caratterizzano, come l'attribuzione sulla base della nazionalità che esclude categorie di cittadini immigrati, la lontananza e scarsa rappresentanza dei cittadini dovuta alla mancanza di poteri effettivi del Parlamento europeo e l'assenza di diritti e tutele di carattere sociale, nonostante il concetto di cittadinanza sociale non sia completamente escluso dal progetto di integrazione. Allo stesso tempo, questo dibattito ha favorito l'interesse per il ruolo dei cittadini nella Ue e per gli aspetti partecipativi portando al confronto sull'esistenza di una sfera pubblica europea e sulla possibilità di sviluppo di un senso di appartenenza attraverso la partecipazione alla vita pubblica europea (Eriksen 2004; Eder 2009; Trenz 2008).

64 sovranazionale e quello esecutivo nazionale e sub-nazionale rende la politica europea più trasparente e aperta ai cittadini31 (Trenz 2008).

Anche il concetto di società civile europea si riferisce a quella sfera intermedia di vita pubblica collocata tra gli attori istituzionali della Ue e i privati cittadini. Costituita dall'azione collettiva autonoma e dalle associazioni tra i cittadini, la società civile europea rappresenta un particolare tipo di capitale sociale rinnovato attraverso la vita associativa e la pratica comunitaria non confinata territorialmente col livello nazionale ma di vocazione cosmopolita (Delanthy e Rumford 2005).

Gli studi meso-sociali si focalizzano sul meccanismo di formazione della coesione su più livelli e in relazione alle politiche dell'Ue, guardano come e sotto quali circostanze l'Ue favorisce l'opportunità di esprimere richieste e se la società civile in Europa riflette l'attività spontanea dei cittadini, come avviene a livello nazionale32. Sfera pubblica e società civile sono considerate fattori dinamici di costruzione dal basso della società europea e della sua identità, motori del processo di europeizzazione portato avanti da coloro che per primi si sentono in qualche modo coinvolti dal livello di governo sovranazionale (Ibid.). Il dibattito pubblico e la partecipazione civile sono elementi fondamentali anche per la “costruzione narrativa” della società europea (Eder 2009), perché le narrazioni e i significati di Europa che circolano nella sfera pubblica “tengono unite” i cittadini comunitari, li collegano a eventi del passato - fornendo la struttura per una prospettiva di lungo periodo - e permettono un riconoscimento reciproco. Creando tale legame tra gli europei, le narrazioni consentono lo sviluppo di un sentimento di appartenenza, l'identità collettiva europea. L'espressione narrativa dell'appartenenza post-nazionale fa leva sulla capacità di riconoscimento: “una

31 Le differenze linguistiche e le diverse culture e tradizioni dei media nazionali fanno sì che l'audience europea sia frammentata a livello locale e non possa svilupparsi una sfera pubblica europea sul modello di quella nazionale. La comunicazione europea è canalizzata attraverso le organizzazioni e i media nazionali, per cui le questioni europee entrano nel dibattito nazionale con risultati diversi sulle pratiche di nuove produzioni sull'Europa (Trenz 2008).

32 A causa del modello di governance comunitario molto debole in termini di rappresentanza democratica, in realtà il dibattito interno alla sfera pubblica e alla società civile in Europa rappresenta maggiormente l'opposizione e la resistenza alla Ue (Trenz 2008).

65 comunità può emergere, come sostiene la teoria multiculturalista, riconoscendo l'identità degli altri come un'identità egualmente valida”, pensando i diversi livelli di riconoscimento come compatibili e non interferenti. Le storie dell'Europa sono narrazioni inclusive, “proiettate su una narrativa universale” e fondate sul concetto di cosmopolitismo (Eder 2010).

La costruzione di identità si lega alla memoria e alla narrazione del passato. Come sottolineato da Habermas, l'Europa ha imparato con alti costi come convivere nelle differenze e dare stabilità alle tensioni. La memoria dell'Europa è fatta di divisioni e di conflitti ma l'assunzione di responsabilità di tale passato permette di guardare avanti sostenendo la possibilità e la necessità di costruire una comune identità attraverso la dialettica del riconoscimento e l'uso riflessivo della memoria (1999).

Lo studio della società europea attraverso approcci di analisi su più livelli favorisce la comprensione del processo di europeizzazione nelle sue diverse dimensioni, superando la lettura del processo di integrazione come un progetto deliberativo che “dall'alto” unifica lo spazio europeo e andando oltre l'idea tradizionale di integrazione come inter-penetrazione di società nazionali, di strutture e attori tra i confini. L'europeizzazione è letta come riconfigurazione riflessiva dello spazio europeo sociale, politico, economico e culturale e la società europea è descritta come uno spazio sociale in costruzione, analizzato a partire dalle pratiche e dalle rappresentazioni sociali e simboliche elaborate dai suoi membri (Delanty e Rumford 2005).

Questa chiave di lettura interpreta l'identità europea come costruzione dialogica che prende forma nelle dinamiche di relazione e interazione sovranazionali, si sviluppa attraverso la condivisione di norme, di solidarietà e di storie e memorie comuni e si arricchisce delle differenze. I risultati delle analisi empiriche, approfonditi nel paragrafo seguente, mostrano che una percezione di identità europea si è già sviluppata tra i cittadini comunitari e che questa non va a sostituirsi alle identità nazionali, ma coesiste con le più diverse determinazioni di identità collettive, nazionali, regionali e locali. Questi risultati offrono una

66 base solida a sostegno di una prospettiva interpretativa “post-nazionale”, poiché rendono possibile pensare l'identità europea accanto ad altre fonti di identità, di pensarla “staccata” da una cultura unitaria condivisa, e in formazione secondo un modello diverso da quello nazionale. Un'identità riflessiva e mediata, ma con dei tratti distintivi europei che emergono da alcuni valori e visioni del mondo che caratterizzano da sempre l'Europa, perché si sono sviluppati attraverso la sua lunga storia e tradizione culturale, di solidarietà civica e di ripudio della guerra (Habermas 1999).

2.3 Lo studio dell'identità europea: ricognizione delle metodologie e delle ricerche