1.4 LEMNO: LA SOLITUDINE E LA MALATTIA
1.4.3 HYPNOS A LEMNO: PEANA GUARITORE E SONNO INGANNATORE
Strettamente legato alla malattia è l’intervento di Hypnos nell’opera, dato che, come anticipato supra, il dio sopraggiunge dopo un violento accesso del male che fa addormentare Filottete (v.826). Questo sonno benefico ha la capacità di prendere possesso del malato e allontanare, almeno momentaneamente, la malattia che lo possedeva179 (vv.766-67), come fa notare Neottolemo al
risveglio di Filottete — ἀλλ᾽ ἥδομαι μέν σ᾽ εἰσιδὼν παρ᾽ ἐλπίδα ἀνώδυνον βλέποντα κἀμπνέοντ᾽ ἔτι (vv.882-83).
La stessa funzione ha il Sonno anche per Eracle nelle Trachinie180 (vv.978-80) e ‘medico della
malattia’ — ὕπνον ἰατρὸν νόσου (fr. 201g Radt) — viene qualificato in un frammento appartenente all’Erifile sofoclea. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che generalmente Hypnos legava il proprio culto a quello di divinità guaritrici a cui faceva da aiutante, generalmente Asclepio181, un aspetto mai
preso in considerazione da Omero182, nonostante la presenza di Hypnos a Lemno nel Filottete potesse
essere dovuta all’influenza che su Sofocle avrebbe avuto un passo dell’Iliade183 che proprio su
quest’isola faceva risiedere il dio del sonno. Ma è proprio questo legame tra Hypnos e Asclepio184 che
consente di passare all’analisi del passo della tragedia riferito a tale divinità: un’invocazione del dio che mostra caratteristiche di un peana (vv.827-32):
Ὕπν᾽ ὀδύνας ἀδαής, Ὕπνε δ᾽ ἀλγέων, εὐαὲς ἡμῖν ἔλθοις,
178 Cfr. Plut. Num. 4,10; Philostr. VA 3,17; PSICHARI,1908: 108. Non deve stupire la compresenza di due tradizioni mediche
differenti come quella ippocratica, che si potrebbe definire “laica”, e quella legata al culto di Asclepio, strettamente connessa con la religione, dato che proprio in quegli anni cominciavano a convivere ad Atene; come notava Parker (PARKER, 1996:184), infatti, Asclepio ‹‹had the wisdom never to resist the developing secular ‘art’ of medecine››, creando una sorta di partnership con Ippocrate.
179 Cfr. Orph., H. LXXXV 5-6. Cfr. JOUANNA,1981:55; MAUDUIT,1995:355; SPINA,2011:12.
180 Per un confronto approfondito sul motivo del sonno nel Filotette e nelle Trachinie cfr. DI BENEDETTO,1988:201-2.
181 Cfr. HALDANE,1963: 54 ‹‹Pausania saw his image near the Asclepieion at Sycion (2.10.2), and his worship at Athens
alongside Asclepius and Hygieia is attested by a votive inscription (C.I.A. III 132a) which despite its lateness doubtless points back to a traditional cult››; cfr. RISTORTO,2008-2009:182.
182JONES,1949:84. 183 Il. XIV 230.
50 εὐαίων εὐαίων, ὦναξ:
ὄμμασι δ᾽ ἀντίσχοις
τάνδ᾽ αἴγλαν, ἃ τέταται τανῦν. ἴθι ἴθι μοι παιών.
‹‹Sonno ignaro di dolore, Sonno ignaro di sofferenze, vieni a noi col tuo soffio benefico, signore beato! Diffondi sugli occhi questa luce serena, che ora risplende! Vieni a me, vieni, guaritore!››
L’inno al Sonno costituisce la prima parte del κομμός che occupa il secondo stasimo, a sua volta suddiviso in: strofe (vv.827-38), epirrema (vv.839-42), antistrofe (vv.843-54) ed epodo (vv.855-64)185.
Quest’inno, per caratteristiche formali, può essere definito un inno cletico indirizzato a Hypnos, composto da un’invocazione (vv.827-29), una preghiera (vv.830-1) e una seconda invocazione (v.832)186, la cui funzione sarebbe quella di fare addormentare Filottete e placare le sue sofferenze.
Ma, è tesi sostenuta da alcuni studiosi187, dietro quest’inno si celerebbe in realtà un peana per
Asclepio.
Il fatto che Sofocle avesse avuto un ruolo di primo piano nell’introduzione del culto di Asclepio ad Atene (1.3.3) e che il sonno fosse legato alle pratiche di incubazione nei santuari del dio, mette in luce un certo legame da parte di Hypnos e dello stesso Sofocle con Asclepio. A questo bisogna aggiungere, poi, tre termini che rafforzano l’idea che in quest’inno fossero presenti riferimenti che farebbero pensare ad un peana per il dio della medicina. Il primo termine è l’epiteto εὐαίων (v.829), abbastanza generico, ma significativo perché frequente nel genere del peana188, mentre il secondo termine αἴγλα
(v.831) sembra richiamare Asclepio attraverso il riferimento a Αἴγλη, conosciuta ad Atene nel V secolo come una delle sue figlie189. Il termine, comunque, di sicuro più rilevante è παιών (v.832): esso
rappresenta, infatti, un importante collegamento sia in riferimento al peana in generale, dato che questo genere prendeva il nome da un’antica divinità guaritrice proprio di nome “Paian”190, sia ad
184 ‹‹Es decir, Hypnos, que calma momentáneamente las aflicciones del héroe, se relaciona con el dios que finalmente lo
curará›› RISTORTO,2008-2009:182.
185 Cfr. LAMEERE,1985: 164-68.
186 Cfr. HALDANE,1963:55che aggiunge ‹‹the frequent repetitions lend it a genuine liturgical ring››.
187HALDANE,1963:53-56; DI BENEDETTO,1988:202; RUTHERFORD,1994-1995:129; RISTORTO,2008-2009:184-87; SCHEIN,2013:
249-50.
188 Cfr. RUTHERFORD,1994-1995:128.
189 Cfr. HALDANE,1963:55; RISTORTO,2008-2009:184. S.v. Αἰγλάηρ (=Ἀγλαόπης) in Hsch: ὁ Ἀσκληπιός.
190 ‹‹Paian, earlier “Paieon” or “Paiawon”, seems originally to have been the name of an independent god, attested as
51 Asclepio, a cui il termine παιών era generalmente attribuito come epiteto191. Inoltre, due espressioni
legate a questo termine e pronunciate da Neottolemo — παιωνίας χεῖρας (v.1345) — e — οὐδέ τιν᾽ αὐτῷ παιῶνα κακῶν ἐπινωμᾶν (vv.167-68) — potrebbero essere viste come un’anticipazione del futuro intervento del dio guaritore (v.1437)192.
Dall’analisi del passo, dunque, risulta evidente che ci sono alcuni aspetti che farebbero pensare alla presenza di un peana per Asclepio all’interno di quest’inno a Hypnos, tanto più che i riferimenti ad Asclepio si potrebbero leggere in un’ottica atenocentrica193, come un omaggio a questa divinità da
poco giunta ad Atene. Resta, comunque, da capire quale funzione tale passo potesse svolgere all’interno del dramma, e per fare questo è necessario prendere in considerazione la parte successiva del κομμός di cui l’inno-peana fa parte (vv.833-64). In questi versi, infatti, traspare il vero motivo dell’invocazione del Sonno da parte del Coro194 che, senza mai rivelare apertamente le proprie
intenzioni, cerca di spingere Neottolemo a rubare l’arco a Filottete addormentato, come si evince dall’unico intervento del figlio d’Achille (vv.839-42) e dal timore che il figlio di Peante potesse svegliarsi in caso di troppo rumore — βαιάν μοι, βαιάν, ὦ τέκνον, πέμπε λόγων φάμαν195 (vv.845-46).
In questo caso, quindi, il Coro si servirebbe dell’arrivo di Hypnos per far addormentare Filottete e portare a termine il proprio piano196, richiamando alla mente l’immagine del Sonno ingannatore già
presentata nell’Iliade con l’episodio dell’inganno di Zeus da parte di Era (XIV 233-41). Allo stesso modo, Filottete era già stato protagonista di un episodio del genere quando venne abbandonato a Lemno dopo che si era addormentato sulla spiaggia (vv.271-73). La differenza significativa riscontrabile nei due episodi di abbandono di cui è stato protagonista il figlio di Peante risiede nel fatto che questa volta l’eroe si ritroverebbe privo dell’arco, senza alcuna possibilità di sopravvivere sull’isola — ἀπεστέρηκας τὸν βίον τὰ τόξ᾽ ἑλών197 (v.931). Ciò, però, non sembra interessare al Coro
191 Cfr. Ar., Pl. 636: Ἀσκληπιοῦ παιῶνος che secondo lo scolio ad 635 sarebbe stato ripreso dal Fineo di Sofocle; Herod. IV
1: ἄναξ Παίη̣ον; Orph., H. LXVII 1.
192 Cfr. HALDANE,1963:54. 193 Cfr. RISTORTO,2008-2009:187.
194 Cfr. AVEZZÙ,2000:54 che ipotizza che l’inno a Hypnos potesse essere identificato con una ninna-nanna.
195 La richiesta di non far rumore per non svegliare l’eroe addormentato era già stata portata in scena per il personaggio di
Eracle nelle Trachinie sofoclee (vv.971-82) e nell’Eracle euripideo (vv.1042-71) e verrà parodiata da Aristofane nelle Vespe (vv.334-37).
196 Cfr. ESPOSITO,1996:107; KITZINGER,2008:113.
197 Cfr. il frammento di Eraclito (fr. 48 D-K): τῷ τόξῳ ὄνομα βίος, ἔργον δὲ θάνατος; ‹‹we must consider the possibility that,
52 che, a Filottete che si lamenta per la mancanza dell’arco (vv.1146-62), addossa la responsabilità dell’accaduto (vv.1165-68):
ἀλλὰ γνῶθ᾽, εὖ γνῶθ᾽ ὅτι σὸν κῆρα τάνδ᾽ ἀποφεύγειν. οἰκτρὰ γὰρ βόσκειν, ἀδαὴς δ᾽ ἔχειν μυρίον ἄχθος, ὂ ξυνοικεῖ.
‹‹Considera, considera bene, che è in tuo potere sfuggire a questa sorte: nutrirsi di lamenti, incapace di sopportare l’immenso peso che la accompagna››
Da queste parole risulta evidente che il Coro ha deciso di seguire le esortazioni di Odisseo, in precedenza rivolte principalmente a Neottolemo, finalizzate non solo a ottenere l’arco attraverso l’inganno (vv.102; 107), tanto che i marinai del figlio d’Achille parlano di agire ‘di nascosto’ — λάθρᾳ (v.850) — e consigliano al loro capo di commettere il misfatto proprio mentre Filottete è immerso nel sonno come un morto198 — ὡς Ἀΐδᾳ πάρα κείμενος (v.861), ma anche a convincere Filottete a partire.
Essi, infatti, esattamente come Odisseo, sono ben consci del fatto che sia necessaria la presenza di Filottete a Troia e tentano di spronarlo affinché abbandoni Lemno.
Il pensiero del Coro è, comunque, tutto racchiuso nell’espressione finale che chiude l’epodo del κομμός aperto con l’inno-peana al Sonno: τὸ δ᾽ ἁλώσιμον ἐμᾷ φροντίδι, παῖ, πόνος ὁ μὴ φοβῶν κράτιστος (vv.862-64)199. In queste parole si rivela, infatti, la vera natura del Coro che, sebbene a più
riprese si fosse mostrato impietosito dalla situazione di Filottete (vv.169-90; 317-18; 507-18; 676- 729), con questo cambiamento che avviene in seguito all’episodio del sonno dell’eroe malato, dimostra di seguire alla lettera le parole di Odisseo: ‹‹quale la circostanza chiede, tale io sono›› (v.1049). Tutto ciò giustificherebbe, così, anche l’ipotesi che ai vv.1143-45 — κεῖνος δ᾽ εἷς ἀπὸ πολλῶν ταχθεὶς τῶνδ᾽ ἐφημοσύνᾳ κοινὰν ἤνυσεν ἐς φίλους ἀρωγάν200 — i marinai di Neottolemo
difendessero Odisseo appena attaccato da Filottete (vv.1128-1139).
displaying the same attitude to etymology as Heraclitus. He may have been hinting that for Philoctetes his τόξα=βιός was all too rightly named, since it was indeed his βίος, his means of livelihood›› ROBINSON,1969:43.
198 Per la tradizione del Sonno malefico fratello della Morte si veda JOUANNA,1981:61-62;cfr. SCHUBACK,2006:608. 199 ‹‹Sono ben consapevole, oh figlio, che l’impresa che non desta timore è la migliore››.
200 ‹‹Egli (Odisseo), solo, designato da molti, per ordine di quelli (Atridi) portò a termine un incarico di comune vantaggio
per i suoi››. L’emendamento τῶνδ’ proposto da Gerhard al posto del τοῦδ’ dei codici permette di riferire κεῖνος a Odisseo e τῶνδ’ agli Atridi, autori dell’ordine, sulla scorta del v.6: ταχθεὶς τόδ᾽ ἔρδειν τῶν ἀνασσόντων ὕπο. Per altre possibili interpretazioni ed emendamenti del passo si veda MASARACCHIA,1984:244-45.
53 In conclusione, sulla base dell’analisi dell’intero κομμός (vv.827-64), viene mostrata la doppia natura di una divinità come Hypnos, capace di alleviare le sofferenze, come abbiamo visto nel caso di Filottete (ed Eracle), se invocato con intenzioni positive in qualità di guaritore al servizio di Asclepio, ma anche potenza al servizio dell’inganno, se invocato con un secondo fine, come dal Coro, su influenza, probabilmente, del primo inno al Sonno presente nella letteratura greca: Il. XIV 233-41201.
Proprio tale natura ambivalente del Sonno permette, inoltre, di capire che il Coro è schierato dalla parte di Odisseo — mentre Neottolemo è ancora dubbioso — e cerca di convincere il proprio padrone ad agire di conseguenza, sfruttando il momento di debolezza del figlio di Peante per sottrargli l’arco.
54