2 LO SPAZIO SCENICO
2.3 DUE INTERPRETAZIONI DELLO SPAZIO SCENICO: DAVIES E VIDAL-NAQUET
2.3.1 UN LUOGO ISOLATO: FILOTTETE L’AIUTANTE
La prima interpretazione che intendo prendere in considerazione è quella offerta da Davies in un articolo intitolato “Philoctetes: wild man and helper figure”312, in quanto è proprio il luogo isolato
scelto da Sofocle per la sua tragedia che getta le basi per tale interpretazione. In questo articolo, rifacendosi alla suddivisione dei personaggi operata da Propp in Morfologia della fiaba, viene presentato Filottete nell’accezione di aiutante-donatore. Stando a quanto riporta Propp, per l’appunto, la figura dell’aiutante-donatore si manifesterebbe al protagonista in luoghi isolati313, come
la grotta della tragedia, e gli fornirebbe un oggetto magico314, come potrebbe essere l’arco di Eracle,
che gli consentirebbe di superare l’ostacolo che lo separa dal lieto fine. Nella parte finale dell’articolo, inoltre, viene notata una certa somiglianza nelle vicende di Telefo e Filottete, utile a sostenere che entrambi presentano le caratteristiche di ‘helper figures’315: come Telefo aveva aiutato l’esercito
Acheo a trovare la rotta per Troia dopo esser stato guarito da Achille316, così Filottete dopo la
guarigione dal morbo aiuta gli Achei a prendere Troia. Questa è, a mio parere, la parte più importante contenuta nell’articolo di Davies, perché coglie un aspetto che realmente contraddistinguerà Filottete
309 Cfr. SEGAL,19992:355. 310 Cfr. Th. VI 28; Plut., Alc. 19. 311 Cfr. GERNET-BOULANGER,1932:349. 312DAVIES,2003.
313 PROPP,1966:90; cfr. DAVIES,2003: 349‹‹Sophocles’ hero inhabits a cave, and caves too are frequent backdrops to
encounters with the relevant helper figures››.
314PROPP,1966:45.
315DAVIES,2003:352-53‹‹Consider the similarities: in each case we have to do with a hero clad, albeit for different reasons,
in rags that mark him off from general humanity. His willingness to help the Greeks is dependent upon his being cured of a crippling wound. In each case the story explores whether bia or dolos is more effective in winning over the seemingly helpless figure in whose hands the success of the Greek cause in fact rests››.
86 nel prosieguo del mito317, ma, sebbene pronosticato da Eracle anche nell’opera sofoclea (vv.1426-28),
non mette in risalto uno degli avvenimenti principali della tragedia.
Secondo la ricostruzione di Davies, dunque, Neottolemo sarebbe il protagonista di un racconto nel quale Filottete diverrebbe, a sua volta, il suo aiutante, destinato a donargli l’arco di Eracle. Ma, a mio parere, questo non era quello che intendeva Sofocle, che presenta, per l’appunto, ruoli invertiti: Filottete è l’indubbio protagonista del dramma intorno al quale si svolge tutta l’azione, mentre il giovane figlio di Achille, seppur molto importante all’interno della tragedia per far emergere determinate caratteristiche di Filottete, resta pur sempre un personaggio di contorno. L’arco, inoltre, non viene mai offerto a Neottolemo come un dono durante lo svolgimento dell’opera, solo prestato, e proprio il giovane figlio di Achille lo restituisce al suo legittimo proprietario (vv.1291-92), nonostante le pressioni fattegli da Odisseo318.
La stessa inversione di ruolo dei personaggi porta, qualche anno più tardi, Finglass319 a proseguire
sulla scia di Davies, apportando qualche modifica alla tesi di quest’ultimo, in particolare in relazione alla questione dell’arco su cui mi sono appena soffermato. Finglass si focalizza, dunque, sul tema della ricerca dell’arco320 — l’articolo si intitola, infatti, “The hero’s quest in Sophocles’ Philoctetes” — e
questo lo porta a rivedere alcune posizioni di Davies.
Lo spostamento dell’attenzione sull’arma permetterebbe di attribuire a Odisseo il ruolo di aiutante di Neottolemo, visto che è grazie ai suoi inganni che il giovane figlio d’Achille riesce ad ottenere l’arco321, mentre Filottete sarebbe il guardiano dell’oggetto della ricerca322. Infine, per
risolvere la questione relativa alla restituzione dell’arco, viene semplicemente affermato che Sofocle, alla fine della tragedia, metterebbe in scena un “anti-quest” con lo scopo di ribaltare la situazione precedente, riabilitando Neottolemo323. Attraverso la negazione di quanto avvenuto in precedenza si
pensa così di risolvere una questione molto più complessa, fatta di ripensamenti, che hanno portato
316 Apollod., Epit. 3, 17-20; F 22 Bernabé.
317 Procl., Chrest. 206 Seve. riportato in BERNABÉ,1996:74;Apollod., Epit. 5, 8. 318 Si veda 1.1.3.
319FINGLASS,2006.
320 ‹‹The magic bow is a common item in folk tale. Sometimes it possesses a deadly accuracy, sometimes it cases its owner
to lose his strength when it is taken away from him, sometimes it is required to conquer enemies who cannot be defeated without it. Philoctetes’ bow displays all of these qualities›› FINGLASS,2006:218.
321FINGLASS,2006:220. 322FINGLASS,2006:221.
87 negli anni a vedere in Neottolemo qualcosa di più di un semplice personaggio secondario, ma comunque mai capace di oscurare il primato di Filottete all’interno del dramma324.
Per concludere la questione è necessario far riferimento ad un secondo articolo di Davies325 —
“Further light on folk-tale elements in Sophocles’ Philoctetes” — in cui è contenuta la risposta a Finglass. Sebbene Davies ammetta la rottura che si produce nel personaggio di Neottolemo, egli continua a sostenere la sua tesi precedente e sposta l’attenzione sulla scelta del giovane di seguire Filottete, invece che Odisseo. Seguendo Filottete e restituendo l’arco, Neottolemo focalizzerebbe nuovamente l’attenzione sulla presa di Troia — definita ‹‹his main quest›› —, messa in secondo piano da Finglass a discapito della ricerca dell’arco, restituendo a Filottete il ruolo di aiutante326.
L’accostamento di caratteristiche di personaggi appartenenti a un genere semplice come la fiaba a quelle dei protagonisti di una tragedia come il Filottete sembra, dunque, molto forzato, considerando anche la differenza di profondità propria di due generi molto distanti l’uno dall’altro, specialmente proprio per quanto riguarda la complessità dei personaggi. Basti pensare che in tragedia i personaggi sono dotati di ‘carattere’ — ἤθος —, come notava Aristotele327, e mettono in mostra una
‘coscienza tragica’ che è un’assoluta novità di questo genere328, mentre nella fiaba l’eroe stesso è un
personaggio ‘passivo’ che agisce solo grazie agli stimoli degli aiutanti329. In questo caso, quindi,
un’interpretazione errata dello spazio isolato di Lemno porta non solo ad un’eccessiva semplificazione del ruolo dei personaggi, ma anche ad un totale ribaltamento di essi.
È lo stesso Davies che, al termine del suo primo articolo, ci guida verso la seconda interpretazione che ho scelto di analizzare, si tratta di quella proposta da Vidal-Naquet, secondo cui Neottolemo nel corso della tragedia porterebbe a compimento un percorso di crescita paragonabile a quello efebico330. Proprio in relazione allo svolgimento dell’efebia da parte di Neottolemo, infatti, Davies
323FINGLASS,2006:223.
324 Cfr. GREENE,1944:90 che notava una situazione simile in altre due tragedie sofoclee: l’Elettra, dove la protagonista è
affiancata da un altro personaggio, Oreste, con cui condivide la medesima sofferenza, e l’Antigone, in cui la tragedia dell’eroina fa da sfondo a una seconda tragedia, quella di Creonte.
325DAVIES,2007.
326DAVIES,2007:199-200.
327 Arist., Po. 1454a 16 – 1454b 19.
328 Cfr. VERNANT – VIDAL-NAQUET,1972:7; JASPERS,1987:20-22. 329 Cfr. MELETINSKIJ, 1977: 94.
330 Le argomentazioni di Vidal-Naquet sono esposte in un articolo intitolato“Il Filottete di Sofocle e l’efebia” in VERNANT– VIDAL-NAQUET,1972:145-164.
88 riprende la sua teoria di Filottete nel ruolo di aiutante del figlio di Achille, in questo caso in vista della conclusione di questo rito d’iniziazione331.