• Non ci sono risultati.

Il fantastico nella letteratura argentina

Nel documento Il fantastico nella letteratura argentina (pagine 82-90)

1. Cos’e` il fantastico

Quando parliamo di ‘fantastico’ bisogna ricordare che ci troviamo davanti a una ‘modalita`’ i cui ‘geni’ paradossalmente si appoggiano sull’incertezza, la va- cillazione e l’intaccamento di qualunque paradigma certo. Attraverso la trasversale insidia del perturbante che si presenta lı` dove il lettore o i narratori di raccon- ti di questo tipo avevano ritrovato qualcosa di familia- re e quotidiano, il fantastico ha ostacolato i teorici che hanno voluto definirlo. Nei testi fantastici si produce un contrasto tra cio` che conosciamo e cio` che e` igno- to, tra il nostro paradigma della realta` e un altro con leggi diverse dalle nostre. Il lettore viene a conoscenza di questo conflitto grazie a un narratore che sa, vive o vede delle cose non solo inverosimili, ma sopratutto impossibili. Chi racconta annulla in primo luogo i confini tra naturale e sovrannaturale, per poi abbatte- re o attraversare tutti i limiti e le frontiere: il qui e l’al- trove, il prima e il dopo, l’io e l’altro. Nel suo discorso i concetti d’identita`, di tempo, di spazio verrano espressi al meglio attraverso figure come il paradosso, l’ossimoro, l’aporia, l’analogia e concepiti all’interno del pensiero analogico che regola la magia o i sogni.1

2. Il fantastico in Argentina: le riflessioni degli scrit- tori e dei teorici

L’interesse per il fantastico nell’ambiente intel-

lettuale argentino degli anni ’40 del Novecento si manifesta con la pubblicazione di una compilazio- ne curata da Borges, Bioy Casares e Silvina Ocam- po, Antologı´a de la literatura fanta´stica, dove appa- re ad opera di Bioy la prima riflessione sull’argo- mento.2 Borges, invece, dopo aver scritto il suo El arte narrativo y la magia (Discusio´n 1932), si sof- ferma specificamente sui temi e le strutture del fan- tastico in una conferenza che fece a Gotemburgo nel 1964.3

Un’altra riflessione viene sviluppata da Corta´zar nei saggi Del sentimiento de lo fanta´stico e Notas so- bre lo go´tico en el Rı´o de la Plata.4 Per lui il senti- mento perturbante nasce da quelle crepe che ci sono nella realta` e dalle quali si puo` intravedere un mon- do altro.

Dopo la pubblicazione del Introduction a` la litte´- rature fantastique di Todorov nel 1970, non sono mancati studiosi argentini che hanno cercato di ri- flettere ulteriormente sulle fondamenta di questo ge- nere letterario. Ana Marı´a Barrenechea sostituisce l’opposizione ‘naturale/sovrannaturale’ del critico bulgaro con un’altra piu` flessibile, ossia: ‘normale/ anormale’;5Susana Reisz crede invece che l’opposi- zione ‘possibile/impossibile’ sia piu` utile per definire il fantastico, perche´ ‘l’impossibile’ rifiuta di essere inglobato in un verosimile della vita quotidiana, co- me puo` essere il sovrannaturale legato alle credenze religiose.6

Bisogna riconoscere pero` che le riflessioni di Ro-

1 Si cfr. Marı´a Cecilia Gran˜a, Premesse per spiegare l’inspiegabile, in Spiegare l’inspiegabile. Riflessioni sulla letteratura fanta-

stica. Secondo quaderno del Dottorato in Letterature Straniere e Scienze della Letteratura. Universita` di Verona, a cura di M. C. Gran˜a, Verona, Fiorini, 2008, pp. VII-XXI.

2 Jorge L. Borges, Adolfo Bioy Casares, Silvina Ocampo, Antologı´a de la literatura fanta´stica (1940), Buenos Aires, Eme-

ce´, 1976 (Trad. ital. Antologia della letteratura fantastica, Roma, Riuniti, 1981).

3 Jorge L. Borges, La literatura fanta´stica, in Atti del convegno internazionale ‘‘Lo fanta´stico: Norte y Sur’’ giugno 2007, a cura

di A. Castro, A. M. Morales, J.M. Sardin˜as, «Anales» Nueva e´poca, 11, Go¨teborg, Universidad de Go¨teborg, 2008, pp. 11-24.

4 Julio Corta´zar, Del sentimiento de lo fanta´stico, in Id., La vuelta al dı´a en ochenta mundos, Me´xico, Siglo XXI editores,

1967, pp. 45-47; Notas sobre lo go´tico en el Rı´o de la Plata in Id., Obra crı´tica / 3, ed. Sau´l Sosnowski, (1983) Madrid, Alfaguara, 1994, pp. 77-87.

5 Ana Marı´a Barrenechea, Ensayo de una tipologı´a de la literatura fanta´stica (A propo´sito de la literatura hispanoamericana),

«Revista iberoamericana», XXXVIII, 80 (julio-septiembre 1972), pp. 391-403. Id., La literatura fanta´stica: funcio´n de los co´digos so- cioculturales en la constitucio´n de un ge´nero, in Texto y contexto en la literatura iberoamericana, Memoria del XIX congreso del In- stituto Internacional de Literatura Iberoamericana 1979, Madrid, IILI, 1981. Id., La crisis del contrato mime´tico en los textos con- tempora´neos, «Revista Iberoamericana», 118-119 (enero-junio 1982), pp. 377-381.

salba Campra raccolte in un volume nel 20007 sono tra le piu` esaurienti, perche´ cercano di scoprire come si articolano gli elementi dei testi fondati sulla tra- sgressione delle leggi della ragione. Per Campra la sbarra che separa ordini diversi in un testo di finzio- ne in molti casi viene superata senza conflitti (per esempio nei racconti di fate). Nel fantastico invece la sbarra diviene il simbolo che fonda il genere. L’im- possibilita` di una conciliazione, per esempio, tra vita/ morte, animato/inanimato, ecc., risalta nell’evento fantastico ed e` emblema del paradosso o trasgressio- ne che inscena questo tipo di narrazioni. Le finzioni letterarie di solito implicano un patto di lettura nel quale il lettore deve essere disposto ad accettare la realta` fittizia, anche se questa contraddice il mondo vero. Nel fantastico, invece l’usuale contratto di let- tura diviene problematico. Campra spiega come si attua all’interno di un testo la ‘isotopia della trasgres- sione’ che caratterizza questo genere: quando un te- sto a livello semantico accosta categorie predicative – ‘concreto/astratto’; ‘animato/inanimato’; ‘umano/ non umano’ –, o altera categorie sostantive che fanno di solito riferimento alla situazione dell’enunciazione – ‘io/qui/ora’ – il lettore si domanda in primo luogo chi e` che racconta la storia e chi e` che ha percepito in essa l’evento fantastico come vero. L’importanza del- la polisemia e un’interruzione della sintassi narrativa che lascia senza spiegazione molti degli eventi e met- te in questione l’ordine del mondo, o puo` suggerirne utopicamente l’esistenza di uno diverso, e` sempre piu` frequente nei testi novecenteschi.

Jaime Alazraki ha coniato un termine, che poi ha avuto molta fortuna nelle riflessioni sul genere (an- che se e` stato considerato altrettanto discutibile8), per applicarlo alla narrativa di Julio Corta´zar: il ‘neofantastico’.9Secondo Alazraki nel neofantastico gia` dall’inizio dei racconti si avverte un’apertura di carattere semiotico, filosofico o antropologico nel mondo rappresentato; essa pero` non incute paura o spavento nel lettore perche´ di solito viene accetta- ta dai narratori o dai personaggi come qualcosa di

naturale. Idea difficilmente condivisibile se si pensa all’indifferenza perturbante con la quale molti narra- tori dei racconti di Silvina Ocampo parlano di cose mostruose o al di fuori del nostro paradigma della realta`.

Le riflessioni di Pampa Ara´n sono le piu` recenti e sono sostentate da un grande spessore teorico.10 Il suo obiettivo, concretamente, e` rintracciare una identita` per il genere fantastico; la trova nell’idea se- condo cui nessun evento in queste narrazioni puo` essere soggetto ad una spiegazione esclusivamente razionale e soggetta a un solo tipo di legge. Grande conoscitrice dell’opera di Bachtin, la studiosa ricor- da che per questo critico il cercare di rendere auto- nomo un campo discorsivo – in questo caso, il fan- tastico inteso come ‘genere’ – impoverisce il suo si- gnificato: la cornice della categoria generica limita lo spessore della dimensione culturale dell’opera. Per cercare di restituire la profondita` di quest’ultima, Bachtin ha cercato di articolare i generi discorsivi della letteratura con i generi discorsivi della vita quotidiana. Queste articolazioni sono le ‘intersezioni significative’ che uniscono una forma che condensa temi, procedure stilistiche e strutturali e situazioni significative con una memoria legata al sociale e a ti- pi di immaginario che si modificano nell’evoluzione storica. Percio` Ara´n parla di ‘genere fantastico’ per- che´ unisce l’idea di una categoria universale e reto- rica a una categoria storica e variabile (anche da un punto di vista retorico). Quando si riferisce al ‘genere fantastico’, Ara´n distingue attentamente il fantastico come categoria epistemologica (che puo` manifestarsi in discorsi non letterari come le creden- ze popolari, la magia, il folclore, ecc.) e il fantastico che, in chiave letteraria, si istituisce nel suo opporsi al realismo.11

Soffermandoci su generi discorsivi vicini al fanta- stico, troviamo altri studiosi argentini che hanno vo- luto riflettere, per esempio, sul realismo magico co- me Walter Mignolo,12 o sul genere della fantascien- za, come il filosofo Pablo Capanna.13 Per ultimo

7 Rosalba Campra, Territori della finzione. Il fantastico in letteratura, Milano, Carocci, 2000.

8 Si cfr. la recensione al libro di Alazraki fatta da Tommaso Scarano in «Studi Ispanici» (1985), pp. 229-238.

9 Jaime Alazraki, En busca del unicornio: los cuentos de Julio Corta´zar. Elementos para una poe´tica de lo neofanta´stico, Madrid,

Gredos, 1983.

10 Pampa Ara´n, El fanta´stico literario. Aportes teo´ricos, Co´rdoba, Narvaja editor, 1999 e La construccio´n teo´rica del fanta´stico

literario: lecturas y relecturas, in Odiseas de lo fanta´stico. Seleccio´n de trabajos presentados en el III Coloquio Internacional de Li- teratura Fanta´stica 2001, A. M. Morales-J. Sardin˜as eds., Austin, septiembre de 2001, Me´xico, CILF, 2004, pp. 3-24.

11 Una posizione che si discosta da quella del critico italiano Remo Ceserani (Il fantastico, 1996) che concepisce il fantastico

come una ‘modalita`’ o ‘modo’: una forma discorsiva ‘a priori’, una rappresentazione artistica che tiene conto di esperienze immagi- narie precedenti al ‘fatto letterario’ (per dare un esempio, la credenza nei vampiri nei villaggi russi dell’Ottocento inserita nei racconti orali di quelle comunita`), e che poi puo` ‘migrare’ a generi letterari diversi.

12 Walter Mignolo, Literatura fanta´stica y realismo maravilloso, Madrid, La Muralla, 1983.

13 Pablo Capanna, El sentido de la ciencia ficcio´n, Buenos Aires, Editorial Columba, 1966. Una rielaborazione di questo testo

vorrei anche ricordare critici come Enriqueta Moril- las Ventura, che fece una compilazione di saggi sul fantastico in Spagna e America Latina, e Andrea Castro che scrisse sul fantastico argentino alla fine dell’Ottocento.14

3. Provando a spiegare la nascita del genere in Argen- tina

Gli stessi scrittori argentini si sono interrogati sulle ragioni della cospicua produzione del fantastico del paese, anche se non sono riusciti a trovare una rispo- sta definitiva. Per esempio, se la vacuita` della pampa generava apprensioni e fantasticherie nei pochi abi- tanti che nell’Ottocento vivevano per la maggior par- te isolati, Corta´zar considera che essa non e` ragione sufficiente per far nascere un genere letterario.15Co- munque, in quel secolo alcuni dei racconti fantastici provengono da un fondo folclorico o leggendario svi- luppato nel territorio (Juana Manuela Gorriti, Suen˜os y realidades, 1865). E nei primi anni del Novecento, la pampa ispira ancora paure ancestrali, anche se, per esempio, l’ambientazione di Un feno´meno inex- plicable di Leopoldo Lugones ha luogo in una pianu- ra gia` popolata e attraversata dalle ferrovie.

Non e` da escludere che alle fantasmagorie legate alla vita solitaria e isolata nella pianura si siano in- trecciate le incertezze nate durante i grossi flussi mi- gratori alla fine dell’Ottocento. L’arrivo in massa in Argentina di persone provenienti da diversi paesi europei e asiatici faceva diventare veri paradigmi di realta` molto distanti tra di loro, qualcosa che pro- babilmente rendeva relativa la differenza tra certo e incerto, vero e falso. In molti casi la nostalgia puo` aver indotto al nuovo arrivato a fantasticare con un ‘doppio’ di se´ rimasto nella propria terra. Una fantasia che si ritrova oggi rovesciata in alcuni scrit- tori esiliati in Europa ma con forti legami con il pro-

prio paese. Quando li vediamo spostare i fantasmi dei loro racconti nello spazio piu` intimo della poesia per ripercorrere le strade di Buenos Aires o di Co´r- doba,16 sembrano voler contraddire le parole del giovane Borges: «No hay leyendas en esta tierra y ni un solo fantasma camina por nuestras calles».17

Alle possibili cause menzionate bisogna aggiunge- re che Buenos Aires alla fine dell’Ottocento era una citta` nella quale i lettori ‘divoravano’ la produzione letteraria straniera. E il termine ‘fanta´stico’ o ‘cuento fanta´stico’ e il nome di Hoffman erano apparsi nei giornali argentini gia` dal 1833;18 inoltre tra il 1815 e il 1830 alcuni medici argentini parlavano del ‘ma- gnetismo animale’ seguendo le idee di Mesmer,19 mentre Morella e Il corvo di Poe erano stati tradotti e pubblicati nel 1879 ne «La Ondina del Plata».

Altri eventi della vita argentina hanno contribui- to alla diffusione del genere. Agli inizi del Novecen- to la medicina psichiatrica e neurologica ebbe delle figure esemplari: In particolare, Jose´ Ramos Mejı´a (interessato oltre che alle cure delle patologie, an- che alla descrizione delle nevrosi di uomini celebri del paese) e Jose´ Ingenieros. Quest’ultimo, palermi- tano (il padre, massone, era stato amico di Garibal- di e Mazzini), fondatore del Partito Socialista Ar- gentino e attivo promotore della riforma universita- ria, si laureo` in medicina a Buenos Aires. Dedito al- la psichiatria e alle patologie nervose, si interesso` anche di criminologia, di sociologia e di filosofia. Nella sua Historia de la locura en la Repu´blica Ar- gentina, il primo capitolo tratta delle malattie nelle diverse razze indigene e durante il periodo colonia- le, una raccolta di antiche credenze legate alla vita quotidiana che possono aver contribuito allo svilup- po di un immaginario ‘fantastico’. Ingenieros riferi- sce di alcuni deliri licantropici tra i quechuas, gua- ranı´es e araucani, particolarmente quello dell’‘in- dio-tigre’ (chiamato ‘Uturunco’, ‘Capiango’, ‘Ya- guarete´-aba´’).20 Ricorda anche che quando un ma-

IL FANTASTICO NELLA LETTERATURA ARGENTINA

14 Enriqueta Morillas Ventura ed., El relato fanta´stico en Espan˜a e Hispanoame´rica, Madrid, Sociedad Estatal Quinto Cen-

tenario, 1991; Andrea Castro, El encuentro imposible. La conformacio´n del fanta´stico ambiguo en la narrativa breve argentina (1862- 1910), Go¨teborg, Acta Universitatis Gothoburgensis, 2002.

15 Julio Corta´zar, Notas sobre lo go´tico en el Rı´o de la Plata, cit., p. 79. 16

«Este tajo divide la ciudad / son˜ando con que es rı´o. / Un u´nico fantasma / aprovecha sus puentes. / / Fantasma callejero, sin ningu´n abolengo». Rosalba Campra, «Co´rdoba II» in, Id., Ciudades para errantes, Co´rdoba, EUCC, 2007, p. 17. «Vos ves la Cruz del Sur, / respira´s el verano con su olor a duraznos, / y camina´s de noche / mi pequen˜o fantasma silencioso / por ese Buenos Aires, / / por ese siempre mismo Buenos Aires». J. Corta´zar, «La mufa» in, Id., Poesı´a y poetica, Barcelona, Galaxia-Gutemberg, 2005, p. 139.

17

Jorge L. Borges, El taman˜o de mi esperanza, in Id., El taman˜o de mi esperanza, Buenos Aires, Seix Barral, 1994, p. 13.

18 Si cfr. Paul Verdevoye, Naissance et orientations de la litte´rature fantastique dans le Rı´o de la Plata jusque vers le milieu du

XIXesie`cle in «Ame´rica. Cahiers du Criccal», 17, 1997, pp.11-28. Numero dedicato a: Le fantastique argentine. Silvina Ocampo-Julio Corta´zar.

19 Jose´ Ingenieros, Historia de la locura en la Repu´blica Argentina, in Id., Pa´ginas cientı´ficas, Buenos Aires, Editorial Pablo

Ingenieros y Cı´a, 1927, pp. 155-156.

schio tra i calchaquı´es entrava in uno stato di agita- zione demenziale, significava che il ‘padrejo´n’ (‘or- gano’ che per loro risiedeva tra il petto e il ventre) era salito alla testa. Certe malattie avevano le loro cure: per esempio, quando una comunita` intuiva che lo spirito si separava dal corpo di una persona per fuggire nelle colline, la ‘curandera’ (stregona) si dirigeva in quel luogo perlustandolo con due aiu- tanti e delle torce, per poi sotterrare nel posto dove si era nascosto lo spirito, bibite e alimenti. In segui- to pregavano la Madre Terra, invitandola a liberar- lo. Alla fine, tutti e tre, senza voltarsi indietro, ritor- navano alla casa del malato gridando il nome del suo spirito, sperando che questo li inseguisse. Giun- ta in paese, la stregona lasciava il paziente da solo fino al giorno dopo, cosı` lo spirito avrebbe avuto meno paura di rientrare nel corpo che gli apparte- neva. Ingenieros ricorda inoltre che tra i gauchos si pensava che il basilisco fosse un animale con un solo occhio nella fronte, nato da un uovo di colore simile a quello di una pesca e covato da una gallina vecchia. L’occhio del basilisco esercitava un parti- colare fascino tra le donne della pampa e come con- seguenza provocava in loro un ‘danno’ (una sorta di epilessia e di isterismo). Per curarsi era fondamen- tale sedersi con uno specchio in mano, di spalle al nido dove il basilisco era stato covato. La malata doveva osservare il luogo attraverso lo specchio (cha diminuiva la forza dello sguardo del basilisco) per un paio d’ore al giorno, finche´ non si sentiva meglio.21

Alla fine dell’Ottocento, mentre in Argentina ini- zio` a prevalere un’attitudine positivistica grazie allo sviluppo della scienza, nacque anche un particolare interesse per le scienze occulte, per lo spiritismo, il fakirismo, l’ipnotismo, il mesmerismo e per la teoso- fia di Madame Blavatsky. I due ambiti, quello scien- tifico e quello esoterico, entrarono in contatto per- che´ alcune attivita` coinvolgono intellettuali di uno e dell’altro campo, come quando Ingenieros e Leo- poldo Lugones fondarono la rivista scientifico-lette- raria «La montan˜a», nel 1897.22O ancora il proget-

to di scrittura collettiva del romanzo d’appendice El paraguas misterioso, suddiviso in tredici capitoli fir- mati ognuno da un autore diverso (tra gli altri, Jose´ Ingenieros, Eduardo L. Holmberg, Roberto J. Pay- ro´, Gregorio de Laferre`re), pubblicato nel 1904 in «Caras y Caretas».23

4. Gli inizi e lo sviluppo del fantastico in Argentina Alcuni scrittori si interessarono contemporanea- mente sia degli aspetti scientifici e razionali, sia di quelli rivestiti di mistero. Il miglior rappresentante di questo incrocio paradossale tra scienza positivista e scienze occulte fu l’iniziatore del genere fantastico in Argentina (La pipa de Hoffman; Horacio Kaliban o los auto´matas), della fantascienza (Dos partidos en lu- cha; Viaje maravilloso del sen˜or Nic-Nac al planeta Marte; El tipo ma´s original) e del poliziesco (La bolsa de huesos): Eduardo Ladislao Holmberg, nipote di Eduardo Kannitz, barone di Holmberg nato a Tren- to. Possedeva una vivace curiosita` scientifica24 (era medico e professore universitario di Chimica, Fisica e Botanica) e parascientifica che riverso` nella scrittu- ra di racconti dove si avverte l’influenza di Hoffman, Flammarion, Verne e Poe.25

Un caso diverso e` quello di Leopoldo Lugones, autore di Un feno´meno inexplicable, racconto che inizialmente appare con il titolo Licantropı´a nella ri- vista mensile «Philadelphia» (poi raccolto con modi- fiche in Las fuerzas extran˜as), organo della societa` teosofica nel 1898.26 E` risaputo che Lugones aveva conoscenze e simpatie teosofiche; lo dimostra quella sorta di saggio Cosmogonı´a en diez lecciones, incluso ne Las fuerzas extran˜as. Una raccolta27 nella quale personaggi faustici travalicano piani inconciliabili tra di loro (materia / spirito; animale / umano; vege- tale / umano; vita / morte; colore / suono; suono / luce; umano /diabolico) come implicava la teosofia: La fuerza Omega parla dei poteri del suono; La me- tamu´sica della visualizzazione della musica; ne El psychon si vuole ottenere la materializzazione del

tiva spaventando gli amici inconsapevoli della sua licantropia: ad alcuni dava l’incarico di preparare la grigliata (asado) e, dopo essersi trasformato in una tigre, ritornava a posare sulla schiena dell’amico indaffarato una terribile zampa con artigli. Borges, La literatura fanta´stica, cit., p. 16.

21 Ingenieros, Historia..., cit., pp. 50-52. 22 Ibi, p. 13.

23 Oggi in: Eduardo L. Holmberg et Al, El paraguas misterioso, a cura di Julio Imbert, Buenos Aires, Ameghino Editora,

1998.

24 Curiosita` che lo porto` a viaggiare a Rı´o Negro, dove iniziava la Patagonia ancora non conquistata agli indigeni, intenzionato a

studiare la flora e la fauna della regione; o che lo porto` a Misiones, viaggio che diede come risultato il suo Viaje a Misiones, 1887.

25 Eduardo L. Holmberg, Cuentos fanta´sticos, Estudio preliminar de A. Page´s Larraya, Buenos Aires, Hachette, 1957. 26 Si cfr. Andrea Castro, El encuentro..., cit.

Nel documento Il fantastico nella letteratura argentina (pagine 82-90)