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Il sentiero della memoria Intervista di Federica Rocco

Nel documento Il fantastico nella letteratura argentina (pagine 177-179)

Il romanzo Lezione di tango (Guanda, 2006 e TEA 2008, titolo originale: Cielo de Tango) dell’ar- gentina Elsa Osorio si e` aggiudicato il Premio Acerbi di quest’anno. Sebbene alcuni dei suoi romanzi siano stati tradotti in italiano solo in anni recenti, la scrit- trice argentina ha gia` alle spalle numerose pubblica- zioni, la prima delle quali – Ritos privados (1982) – risalente agli inizi degli anni ’80. Al primo romanzo fanno seguito le opere: Reina mugre (1989), Las ma- las lenguas (1994), A veinte an˜os, Luz (1998), Cielo de Tango (2006) e Callejo´n con salida (2009). Inoltre, con lo pseudonimo di Ba´rbara Lagrand ha pubblica- to Co´mo tenerlo todo (1993 prima edizione argentina e 2003 edizione spagnola ampliata).

Quando ha cominciato a scrivere?

Direi che scrivo da sempre, da quando ho impa- rato a scrivere... Quando morı` mio padre, tra le sue carte abbiamo trovato due miei racconti e la data di redazione segnala che li avevo scritti a 7 e 8 anni...

Quali sono le letture che hanno maggiormente in- fluenzato la sua scrittura? E c’e` qualche scrittore che lei considera un maestro?

Julio Corta´zar, Silvina Ocampo, Jorge Luis Bor- ges, Carlos Fuentes, Mario Vargas Llosa, Manuel Puig, Juan Rulfo, Adolfo Bioy Casares. In un modo o nell’altro questi sono gli autori che sono presenti in cio` che scrivo e che io considero dei maestri, so- prattutto Corta´zar e Vargas Llosa. Inoltre, da giova- ne, la vita mi ha concesso l’enorme privilegio di stu- diare per alcuni mesi con Jorge Luis Borges.

I suoi due romanzi tradotti in italiano – I ven- t’anni di Luz (A veinte an˜os, Luz 1998) e Lezione di tango (Cielo de Tango 2006) – ri-scrivono episodi della storia argentina del XX secolo. A suo avviso, che importanza riveste la Storia? E l’idea di questi temi cosı` argentini, le e` venuta perche´ sono temi che la coinvolgono e riguardano personalmente?

Sono dell’opinione che la Storia si fa anche con le storie minori, inoltre, mi piace comporre a partire dalla Storia anche perche´ la letteratura e` lo strumen- to piu` adatto a raccontarla. Nei due romanzi che lei cita, ma anche in alcuni dei racconti compresi in Callejo´n con salida, di prossima pubblicazione in Ita- lia, persone e fatti realmente accaduti s’incrociano con fatti e personaggi fittizi. In Lezione di tango, for- se a causa della distanza temporale o forse perche´ non e` un tema drammatico come quello trattato in I vent’anni di Luz, mi permetto delle liberta`. Juan, ad esempio, il personaggio del compositore, non e` mai esistito, sono invece esistiti e sono dunque reali sia i musicisti della sua orchestra, sia i luoghi in cui si suonava il tango. Allo stesso modo in cui sono reali, nel senso di realmente accaduti, l’inaugurazione del tram e della metropolitana, l’assassinio del capo del- la Polizia, le rivendicazioni degli operai, lo scandalo suscitato da Isadora Duncan quando ballo` avvolta solamente dalla bandiera argentina, la prima tra- smissione radiofonica, il primo golpe a mano dei mi- litari... Dunque, ricerca e riflessione in Tango e me- moria personale in I vent’anni di Luz e Callejo´n con salida.

In Lezione di tango le storie delle famiglie dei due protagonisti contemporanei – Ana e Luis – s’incrocia- no tra di loro, ma anche con la storia dell’Argentina e con la storia del tango, che lui stesso racconta o fa rac- contare dalle voci di alcuni dei suoi estimatori ormai passati a miglior vita. Puo` brevemente spiegarci come e` nata l’idea di far parlare il tango in prima persona? Volevo che il Tango fosse uno dei protagonisti e che potesse dialogare con alcuni dei personaggi, non con tutti, solamente con i ‘figli prediletti’, coloro i quali ‘fecero’ e ‘fanno’ il Tango. Il Tango si autode- finisce quando, rivolgendosi a Herna´n, afferma: ‘‘Quell’abbraccio sono io’’. Il Tango rappresenta l’i- dentita` argentina (un paese che ha subito una forte immigrazione), perche´ e` una sorta di abbraccio tra

le differenze. Il Tango e` anche una specie di Paradi- so dove confluiscono coloro i quali hanno avuto il coraggio di vivere la propria vita come un giro di danza. Coloro i quali si sono saputi guadagnare quel Cielo del Tango in cui vivono, dopo la morte, anche alcuni dei personaggi del romanzo, in un presente perfetto, un’eternita` in cui la felicita` non ha limiti. In molti dei testi delle canzoni, inoltre, ci si rivolge direttamente al tango, mi divertiva l’idea di sfidare e di invertire la tradizione, facendo parlare lui, il Tango...

Nei due romanzi sopraccitati, i personaggi femmi- nili sono dotati di una forza e di una determinazione che forse i personaggi maschili non hanno... Si deve forse al fatto che lei considera che le donne abbiano maggiori energie per affrontare le difficolta` della vita? Sı`, credo che rispetto alle nostre nonne, ad esem- pio, stiamo vivendo in modo differente, occupiamo uno spazio diverso... Ad ogni modo, nel mio caso, trattandosi anche di una letteratura molto ancorata alla realta`, il fatto che le donne siano le piu` forti e` solamente una conseguenza della fedelta` storica: in Argentina sono state le donne a resistere di fronte agli abusi della dittatura, le Madri e le Nonne di Pla- za de Mayo. E io mi sento molto orgogliosa della lo- ro lotta.

A volte sembra che le ricerche storiche riguardanti il tango, portate avanti da Ana, la protagonista di Le- zione di tango, abbiano a che vedere con le sue stesse ricerche... Quanto c’e` dell’autrice nei suoi protagoni- sti?

Madame Bovary c’est moi, diceva Flaubert... Alle spalle dei personaggi, anche di quelli ripugnanti, c’e` sempre l’Autore. In alcuni piu` che in altri, ovvia- mente. Io non mi identifico molto con Ana, pero` il fatto che io le abbia costruito un lavoro di ricercatri- ce rappresenta un’ottima scusa per raccontare alcu- ne questioni riguardanti il tango che mi avevano af- fascinato durante la mia personale ricerca, durata ot- to lunghissimi anni.

In questo momento, sta lavorando a qualcosa di nuovo?

Sı`, mi sto dedicando alla storia di una donna-ca- pitano che ha vissuto la Guerra Civile spagnola. Una rivoluzionaria impegnata in prima linea e coinvolta in prima persona negli sconvolgimenti di quegli an- ni. Una storia affascinante... sto gia` scrivendo il ro- manzo di Mika, nata in Argentina e morta a Parigi anche perche´ dispongo di una vasta documentazio- ne raccimolata in anni e anni di ricerche.

Sono gia` molti anni che lei vive tra l’America e l’Europa, secondo lei, ci sono differenze tra i lettori la- tinoamericani e quelli europei?

La mia esperienza mi ha insegnato che in ogni societa` ci sono dei buoni lettori. A favore del letto- re latinoamericano diro` che non pretende alcuna spiegazione di fronte alla coesistenza di genere fan- tastico e genere realistico, di vivi e morti, di riso e pianto... la nostra quotidianita` e` talmente assurda che m’induce a credere che il limite tra la realta` e la fantasia sia meno netto. In Europa, – e anche se non amo generalizzare, lo faro` – risulta piu` dif- ficile accettare cio` che non risponde alle leggi del mondo in cui viviamo, come se vi fossero meno possibilita` di sognare. A favore del lettore europeo cioe` del lettore non argentino, quindi non implica- to nelle storie che narro, – e anche qui non vorrei generalizzare, ma lo faccio – c’e` l’accettazione dei fatti ai quali alludo, soprattutto quelli riguardanti la dittatura. In Argentina ci sono lettori che non vogliono leggere, ne´ sapere, ne´ ricordare... ferventi dell’amnesia, non vogliono sentirsi parte di quella storia. Lo so, lo accetto e cio` non influisce minima- mente sulla mia scrittura. In fondo perche´ so che alla fine ogni testo incontra il proprio lettore.

A che tipo di pubblico si dirigono le sue opere? Quando scrive, ha in mente un lettore ideale?

Ci penso vagamente... non mi dirigo a nessuno in particolare, pero`, in genere, cerco di evitare i sottin- tesi che un lettore che non conosce una certa storia potrebbe non cogliere e non capire. Poi, nelle mail che ricevo, vedo che i lettori superano sempre qua- lunque mia aspettativa.

Che cosa significa per una scrittrice argentina rice- vere un premio oltre i confini patri, in questo caso in Italia?

E` un grande onore, specie perche´ e` un premio ‘deciso’ dai lettori. Per un autore non c’e` niente di piu` gratificante del riconoscimento da parte dei pro- pri lettori. E mi gratifica anche il fatto che cio` sia ac- caduto in Italia e con un romanzo che evoca gli inizi e l’auge del tango, poiche´ l’Italia svolge un ruolo im- portante in quell’abbraccio tra culture che costitui- sce l’identita` degli argentini. I grandi compositori, i grandi interpreti del tango, ma anche chi mise la musica del tango nel proprio organetto da strada, o coloro che lo suonavano nei bar del quartiere La Boca o che organizzarono le prime serate danzanti presso le sale di Patria e Lavoro erano tutti italiani. Sı`, sono molto contenta e non vedo l’ora di incontrare i miei lettori italiani a Castel Goffredo...

Nel documento Il fantastico nella letteratura argentina (pagine 177-179)