Breve excursus di un genere
Se di per se´ il colore giallo allo stato puro stimola dolci sensazioni di luminosita` e di allegrezza, predi- sponendo al buon umore, si mostra pero` «[...] estre- mamente sensibile, producendo un’impressione sgradevole quando e` sporco»,1 come ben rileva Goethe nel suo ormai classico studio sui colori. Una definizione questa che e` particolarmente cal- zante per il romanzo giallo argentino – e latino-ame- ricano in senso lato –, sempre piu` tendente al nero, scivolando facilmente nello sgradevole. D’altra par- te, per la sua caratteristica mimetica, esso riflette sin dagli esordi la difficile realta` quotidiana, forte- mente scossa da problemi di carattere politico, eco- nomico e sociale. Da qui la difficolta` di affermasi co- me genere letterario, nonostante l’iniziale alto gradi- mento di opere provenienti dall’Europa e dal Nord America e dirette soprattutto nell’area del Cono Sud – Argentina, Uruguay e Paraguay –, divenuta per le continue richieste di lettori un vero e proprio centro di ricezione del genere.
Un piacere intellettuale che trova piena soddisfa- zione nella ricerca della ‘verita`’ tanto oggettiva, quanto soggettiva alla quale si giunge grazie alla co- noscenza, dove e` implicita la comprensione dei mo- venti, individuata gia` da Aristotele nella compren- sione scientifica. Non e` un caso che il prototipo del ‘detective’ analitico, C. Auguste Dupin, frutto della penna di Poe, ricorra unicamente alla ragione e alla scienza per la soluzione dei delitti. Tecnica questa usata in maniera ancora piu` acuta, se possibi- le, sia pure meno fredda, da Sherlock Holmes ideato da Conan Doyle e con sfumature diverse, da un
drappello di personaggi, ugualmente incisivi e saga- ci, che rafforzano la fama del romanzo poliziesco, quali Padre Brown sorto dalla fantasia di Gilbert K. Chesterton, Philo Vance di S.S. Van Dine,2Her- cules Poirot che deve la sua esistenza ad Agatha Christie, per citare alcuni esempi della scuola ingle- se. In Francia significativi sono l’ispettore Lecoq, ideato da Emile Gaboriau, l’ispettore Maigret di George Simenon ed Arsenio Lupin che deve l’esi- stenza a Maurice Leblanc. Quest’ultimo unisce me- todo scientifico e intuizione allo scopo di sfidare, piu` che di garantire, l’ordine costituito. Personaggi fittizi che hanno superato in fama gli stessi autori e che hanno contribuito alla creazione e al consolidamen- to del romanzo-enigma, tutto incentrato sulla natura dei moventi. In esso entra in gioco unicamente il mondo della borghesia agiata nel momento della sua stagnazione e il ‘detective’ incarna la figura del- l’intellettuale critico nei confronti della societa` cui appartiene, esso stesso passivo e annoiato.
I crimini narrati, le indagini svolte con abilita` e sagacia, stimolano in Argentina curiosita` ed ammira- zione, ma non certo la creazione di uno specifico ro- manzo giallo. L’ambiente politico dell’intero conti- nente latino-americano, nel negare dimensione este- tica all’investigatore, considerato un confidente della polizia, uno spione del tutto privo di capacita` intel- lettuali o del piu` elementare sistema logico-dedutti- vo – assolutamente agli antipodi rispetto alla lucidita` mentale di Sherlock Holmes –, soffocano ogni inte- resse da parte degli scrittori locali. Unica eccezione si deve a Manuel S.A. Bedoya (1888-1941), narrato- re peruviano dalla fervida fantasia, i cui romanzi3so- no pervasi da una accentuata polemica politica e da
1 Johann Wolfgang von Goethe, La teoria dei colori (1974), a cura di Renato Troncon, introduzione di Giulio Carlo Argan,
Milano, Il Saggiatore, 1991, p. 191.
2 E` lo pseudonimo di William Huntington Wright (1888-1939).
3 Si ricordano alcuni titoli: Mach Bull (1914), El alma de las brujas (1921), La bola de sangre (1921), La feria de los venenos (ro-
un forte carattere allusivo. Egli ha creato un perso- naggio che e` una via di mezzo tra Arsenio Lupin e Sherlock Holmes, sensibile alle manifestazioni esote- riche. Da qui il mistero soffuso e palpabile nelle sue opere, anche se il ricorso alla societa`, quale causa prima della diffusione del crimine sembrerebbe ri- portare l’indagine sui binari del reale. Di minore im- portanza sono i successivi investigatori, compresi lo stesso Manuel Lucen˜o, predecessore empirico del ‘detective’ vero e proprio, nato dalla penna del cile- no Antonio Acevedo Herna´ndez (1886-1962), e Ro- ma´n Calvo il cui spirito inquieto riflette le angosce del suo autore, il politico cileno Alberto Edwards Vives (1874-1932), piu` noto con lo pseudonimo di J.B.C. o di Miguel de Fuenzalida.
Ancor piu` negativa e` l’acquisizione di una forte carica di critica sociale che si diffonde negli Stati Uniti, in coincidenza con la grave crisi finanziaria del 1929 – e seguendo la tendenza letteraria di He- mingway, Faulkner, Dos Passos, per citare alcuni esempi significativi –, connotando il romanzo poli- ziesco nord-americano di nuovi risvolti. Nell’eviden- ziare la violenza di un mondo caotico, senza leggi morali ed etiche, senza un codice univoco di condot- ta, viene messa in dubbio l’efficacia stessa della ra- gione attraverso l’inconfondibile stile di Samuel Dashiel Hammett, di Raymond Chandler e di Ros McDonald, tra i maggiori sostenitori dell’Hard Boi- led Novel.
Si tratta di un romanzo nero,4 duro, violento e disperato il cui teatro d’azione sono i bassifondi di una metropoli in continua mutazione data la sua in- controllabile crescita, dove la criminalita` s’insinua con prepotenza in ogni settore. Pugni, sparatorie, in- seguimenti, ricatti, ‘pupe disponibili’, affermano il trionfo di «una specie di nostalgia della barbarie»,5 di una realta` sociale situata al di fuori della legalita`, retta dalla violenza, dal denaro e dal sesso. I ‘duri’, antieroi per eccellenza, piu` che al metodo indutti- vo-deduttivo, ricorrono al fiuto, all’intuizione e all’a- zione girovagando nottetempo tra ambienti malfa- mati e tra bassifondi maleodoranti, con la perenne ‘cicca’ tra le labbra, da cui escono battute al vetriolo, colorate di un sarcasmo nero come la notte.
Tale modello e` difficilmente applicabile all’area latino-americana, non tanto perche´ i problemi ine-
renti alla citta` e al suo livello di criminalita` siano di- versi, ma per l’impossibilita` di criticare il sistema so- ciale, dominato da un regime dittatoriale diffuso, in cui una polizia alquanto convincente e prodiga nel dispensare tortura e morte, reprime sul nascere an- che il piu` timido tentativo di denuncia. Bisognera` at- tendere gli anni Quaranta, prima che si affermi un romanzo poliziesco dalle caratteristiche ben indivi- duate. Sara` proprio l’Argentina a dare continuita` e fisionomia al genere, fissandone leggi e teorie grazie all’impulso di Enrique Anderson Imbert, Leonardo Castellani, Adolfo Pe´rez Zelaschim, Rodolfo J. Walsh, Adolfo Bioy Casares e soprattutto di Jorge Luis Borges, difensore del romanzo poliziesco come forma letteraria colta. A lui il merito, in qualita` di re- sponsabile della collezione ‘Se´ptimo Cı´rculo’, di aver diffuso le opere dei maggiori rappresentanti del poliziesco argentino tra le quali si ricordano Los que aman odian (1946) di Silvina Ocampo e Bioy Casares e El estruendo de las rosas (1948) di Manuel Peyrou.
La predilizione per il carattere fittizio della narra- zione, l’inserimento di versioni di altri testi dove prorompono l’umorismo e la parodia nell’allusione politica, modificano il genere orientando il discorso sul concetto di tradizione nella cultura nazionale, ri- preso con particolare pregnanza ai giorni nostri in Crı´mines imperceptibles (2003) di Guillermo Martı´- nez. Quest’ultima opera puo` essere letta come una riscrittura dei testi di Borges anche se racchiude in se` una sostanziale differenza: nel poggiare la propria poetica su una verosimiglianza realista, permette al protagonista di abbandonare la via della pura razio- nalita` per affidarsi all’amore paterno.
Nei racconti contenuti nella Historia universal de la infamia (1935), Borges prende ispirazione dai fatti realmente accaduti e riportati dai verbali di polizia, trasfigurandoli attraverso la finzione letteraria, alie- na da ogni forma di realismo. Essenzialmente im- prontati sul giallo classico, d’enigma per intenderci, essi presentano in chiave parodica processi d’inven- zione articolati e una complessa catena di relazioni in cui e` evidente la critica ideologica e politica. La conoscenza dell’assassino, mai risolutiva, innesca passioni molteplici – fondamentale peso e` dato al denaro e all’erotismo – e inverte sovente una delle
L’EMIGRANTE SI TINGE DI GIALLO: SYRIA POLETTI E IL ROMANZO POLIZIESCO IN ARGENTINA
4 Tale definizione appare soltanto nel 1945, quando Marcel Duhamel denomina ‘serie nera’, la raccolta poliziesca della casa edi-
trice Gallimard. In Italia, piu` che al nero il romanzo poliziesco e` associato al giallo, tanto da divenirne sinonimo. Il primo ad adottare per tale tipologia di romanzi la copertina di un colore luminoso, in grado di attirare l’attenzione del lettore, e` Arnoldo Mondadori la cui scelta viene immediatamente sottolineata dal critico Leonardo Sinigalli, il quale su «L’Italia letteraria» dell’1 dicembre 1929, in- titola Romanzi gialli una sua recensione ai primi quattro volumi della serie mondadoriana. Cfr. Loris Rambelli, Storia del giallo italiano, Milano, Garzanti Editore, 1979, p. 15.
regole basiche del romanzo poliziesco secondo la quale ad essere colpevoli non sono i sospettati, ma le persone apparentemente innocenti. Non solo; vie- ne elusa anche, come afferma Silvestri,6 la retorica del ‘fair playing’,7 dimostrando che il poliziesco non e` (perche` non puo` esserlo) una sfida tra il ‘de- tective’ e il lettore come si riteneva. Nell’abbracciare la tesi di Van Dine che per primo si discosta da un comune pensare, Borges offre le medesime opportu- nita` ad entrambi: detective e il lettore sono in grado di risolvere il caso. Ne e` un esempio il racconto Hombre de la esquina rosada, in cui l’autore racco- glie la confessione di un narratore-assassino, dive- nendone suo complice nel delitto.
Di fondamentale importanza e` la sua collabora- zione con Adolfo Bioy Casares, il creatore di Morel (1940), brillante personaggio dalla fantasia scientifi- ca piu` audace delle stesse applicazioni logiche del racconto poliziesco. Sotto gli pseudonimi di H. Bu- sto Domecq e Sua´rez Linch, tratti dai rispettivi ante- nati, Borges e Bioy Casares – a partire da Un modelo para la muerte (1946) – connotano il racconto poli- ziesco di forti tinte parodiche e di una crescente po- liticizzazione per la costante allusione satirica a per- sonaggi e a situazioni della societa` contemporanea. Tuttavia, attraverso il ricorso a un linguaggio denso di procedimenti emblematici, di nomi propri e topo- nimi riconoscibili, il lettore e` introdotto in atmosfere d’incubo, in immagini appartenenti al sogno. L’ef- fetto di estraneita` e` reso dalle impercettibili modifi- che degli elementi reali.
Racconto poliziesco e fantastico, elementi simbo- lici e sfumature morali soggettive, rigore nella co- struzione del ‘plot’, incrocio di storie parallele, am- biguita` del testo dovuta alle frequenti omissioni, so- no i tratti distintivi del poliziesco instaurato da Bor- ges e diffuso grazie alla diretta collaborazione della casa editrice Emece´ che, nella specifica collana di opere fantastiche e poliziesche, ha segnato il succes- so di narratori quali l’argentino Adolfo Bioy Casares (1914), la cilena Marta Brunet (1901-1967), l’uru- guaiano Enrique Amorim (1900-1960), la cui opera El asesino desvelado (1955) e` divenuta ormai un clas- sico. Dopo questa data, quasi tutti gli scrittori si mi- surano con il genere poliziesco/fantastico almeno una volta nella loro carriera letteraria, proprio per-
che´ in esso si riflette criticamente la societa` del mo- mento e perche´ il sempre piu` vasto pubblico di let- tori dimostra un interesse crescente per tale tipo di avventure.
Parallelamente, il proliferare eterogeneo di ap- procci molteplici, nell’evidenziare il debito culturale nei confronti dell’Hard Boiled Novel, rivitalizza gli elementi basici del poliziesco – il confronto dei testi- moni, le classiche trappole per scoprire il colpevole e l’ interpretazione degli indizi materiali –. Cio` trova riscontro soprattutto nell’opera di Ricardo Piglia (1940): pur esulando dal racconto poliziesco vero e proprio, essa si regge su cio` che Marcelo Casarin8 definisce ‘pesquisa’, ovvero su quel procedimento che consiste nello scoprire e mostrare gli aspetti di cio` che e` celato o anche ben visibile per poi spiegarli dettagliatamente.
Riviste come «Vea y lea» e «Leopla´n», nella de- cade degli anni Cinquanta saranno di fondamentale importanza per la diffusione di brevi racconti poli- zieschi scritti tra gli altri da Pe´rez Zelaschi, Rodolfo Walsh, Syria Poletti, Alfred J. Grassi,9 aprendo il varco a un proliferare di ulteriori riviste specializza- te, tra cui spicca «Serie Negra» (1969) creata da Ri- cardo Piglia.
Accanto ad esse, nella decade degli anni Sessan- ta, si intensifica anche la pubblicazione di romanzi- racconti gialli che inseriscono ulteriori modifiche estetiche dovute essenzialmente alla mescolanza di realismo proprio del romanzo poliziesco, di realismo magico e di reale meraviglioso. Cio` produce un lin- guaggio del tutto nuovo in grado di scardinare strut- ture e ideologie per presentare la societa` in modo originale ben visibile nei romanzi di: Osvaldo Soria- no, Juan Carlos Martini, Julio Ce´sar Galtero, Juan Carlos Martelli, Pablo Urbanyi, Mempo Giardinelli per citare alcuni esempi. Opere come Operacio´n ma- sacre (1957) e ¿Quie´n mato´ a Rosendo? (1969) di Rodolfo Walsh (1927-1977), inoltre, ruotano sul concetto di legge per la tutela dei crimini commessi da politici e sull’invenzione di trame rette sulle dif- ferenze sociali, unica causa dei delitti.
Concetto questo che emergera` con maggior uni- formita` negli anni Settanta e Ottanta, epoca di san- guinose dittature. Il poliziesco diviene sempre piu` ‘duro’ e ‘nero’ per evidenziare la drammaticita` di
6 Laura Silvestri, Notas sobre (hacia) Jorge Luis Borges, Collana di Letterature iberiche e iberoamericane, 54, Roma, Bulzoni,
2000, p. 30.
7 Si tratta di una delle regole cui devono attenersi i membri del ‘Detection Club’ – creato a Londra nel 1928 e presieduto da
Gilbert K. Chesterton –. Per essere ammessi, essi devono giurare, tra l’altro, di costruire romanzi basati sul gioco limpido in cui il criminale non deve mai essere il ‘detective’ e tantomeno il narratore.
8 Marcelo Casarin, La escritura de Ricardo Piglia, in «Anales de la literatura hispanoamericana», El enigma, el crimen, la
pesquisa: variaciones, reinvenciones y simulacros en torno al relato policial en Hispanoame´rica, 36 (2007), pp. 103-109.
problemi politici, di corruzione, di droga, di prosti- tuzione, di criminalita` organizzata, di guerriglia, estesi a tutto il territorio latino-americano come con- seguenza dei governi militari. La maggior parte degli autori del periodo, figli del ’68, sono militanti di si- nistra delusi e riflettono le proprie frustrazione nella figura di un ‘dectective’ dalle comuni caratteristiche: individuo solitario, refrattario ad ogni forma di auto- rita` il quale si muove con disinvoltura in ambienti marginali seguendo un proprio codice deontologico per risolvere i delitti. Nei titoli stessi dei romanzi e` evidente l’allusione al fallimento: Triste, solitario y fi- nal (1973) di Osvaldo Soriano (1943-1997), U´ltimos dı´as de la vı´ctima (1979) di Jose´ Pablo Feinmann (1943), Manual de perdedores 1 y 2 (1985 e 1987) di Juan Sasturain (1945), limitando la citazione al- l’Argentina, sono alquanto eloquenti.
Al crimine si sostituisce il sequestro e a delinque- re sono ora la polizia e l’esercito, invertendo i riferi- menti dei valori etici e morali dello stato sociale. La narrazione, come evidenziano Martı´n Escriba` e Sa´n- chez Zapatero,10acquista sempre piu` un taglio gior- nalistico, sulla scia delle avventure narrate dal gialli- sta spagnolo Manuel Va´zquez Montalba´n. Le inda- gini del ‘detective’ Pepe Carvalho sono particolar- mente apprezzate in Argentina poiche´ cadenzano la cronaca di un paese, che, oppresso da oltre qua- rant’anni di dittatura, raggiunge alla fine la demo- crazia.
Su questa linea, ma con caratteristiche proprie della particolare realta` sociale argentina pregna di ogni genere di conflittualita` – soprattutto politica –, si snodano le storie narrate da Manuel Puig in The Buenos Aires Affair (1979) e da Luisa Valenzue- la in Novelas negras con argentinos (1990), mentre il concetto di colpa e di castigo determina la trama di Luna caliente (1983) e di Que´ solos se quedan los muertos (1985), entrambi scritti da Mempo Giardi- nelli. Lo scrittore, avvezzo alla sperimentazione – si e` misurato, infatti, con ogni genere letterario –, e` uno tra i maggiori teorici del poliziesco, insieme al cubano Leonardo Padura e al messicano Paco Ignacio Taibo II,11 inventore del celeberrimo He´c- tor Belascoara´n Shayne fortemente deluso dal siste-
ma giuridico. Nel suo saggio El ge´nero negro: en- sayos sobre literatura policial, egli ha tracciato le linee fondamentali del giallo latino-americano, commi- stione di azione e di enigma, elementi tipici di ogni narrazione, ma qui rinvigoriti dal linguaggio brutale e scarno e da un certo determinismo sociale. Juan Jose´ Saer (1937-2005), da parte sua recupera la nar- razione metafinzionale riproponendo in La pesquisa (1980) la trama del Candado de oro, primo racconto poliziesco argentino pubblicato dallo scrittore Paul Groussac nel 1884.
Durante la decade degli anni Novanta, segnata dal ritorno al giallo classico, sorge il neo-poliziesco dove piu` della risoluzione del crimine importa il contesto sociale in cui accadono i fatti, gli intrighi politici, facilmente riconoscibili dai lettori. Il tutto e` descritto con un linguaggio quotidiano che sovente scivola nell’irriverenza per denunciare senza mezzi termini la violenza imperante nella societa` contem- poranea, scatenando giochi immaginativi.
Da questo momento in poi, sino ai giorni nostri, e` sempre presente l’intersecazione di personaggi rea- li e fittizi, di testi che riflettono sull’artificio del lin- guaggio o che propongono nuove teorie del giallo, o dove l’autore si cela sotto processi di scrittura la- sciando al lettore il compito di scoprire la sua iden- tita` come in una vera e propria indagine poliziesca. Non si tratta soltanto di romanzi polizieschi ‘tout court’, ma di una forma letteraria ben piu` ampia, aperta a sperimentazioni e a contaminazioni molte- plici, tipiche dell’era postmoderna. Basti pensare al- lo stretto rapporto che esiste tra letteratura, cinema e televisione; non e` un caso se le avventure di un ‘de- tective’ piu` o meno convenzionale passano dalle pa- gine di un libro, non necessariamente poliziesco, al grande o piccolo schermo ampliandone la risonanza. I romanzi di Antonio dal Masetto o di Juan Sastu- rain per rimanere in ambito argentino sono un esem- pio significativo di trasformazione di linguaggio che, nonostante la trappola dell’estrema mobilita` delle singole trasposizioni, diviene mimetico.
Oltre alla proliferazione di dibattiti, di congressi, di tavole rotonde e di riviste specialistiche in grado di mantenere sempre desta l’attenzione del lettore,12
L’EMIGRANTE SI TINGE DI GIALLO: SYRIA POLETTI E IL ROMANZO POLIZIESCO IN ARGENTINA
10 A`lez Martı´n Escriba` e Javier Sa´nchez Zapatero, Una mirada al neopolicial latinoamericano: Mempo Giardinelli, Leo-
nardo Padura y Paco Ignacio Taibo II, in «Anales de la literatura hispanoamericana», 36 (2007), pp. 49-58.
11 Tre volte vincitore del premio Hammer, creato dall’Asociacio´n Internacional de Escritores Policiacos, Paco Ignacio Taibo II e`
infaticabile promotore di iniziative editoriali. A lui si deve, oltre alla ‘Semana negra’ che si tiene ogni anno a Jijo´n (Spagna), la pub- blicazione in Spagna nella collana ‘Etiqueta negra’ della casa editrice Jucar in cui figurano tutti i classici nord-americani proibiti du- rante la dittatura.
12 Tra le riviste specialistiche, si ricordano: «Protesis» (www.protesis.pasadizo.com) e «L.H.Confidencial» (www.generenegre.-
net). Si segnala, inoltre la Bo´bila, la biblioteca pubblica di L’Hospitalet (Barcelona), che comprende un migliaio di romanzi, trecento films, libri di consultazione, fumetti, ecc. (Cfr. Rosa Mora, Los autores espan˜oles polemizan en Gijo´n sobre la novela policiaca, www.elpais.es, viernes, 14 de julio de 2002).
e` proprio la fusione tra cinema e romanzo poliziesco a decretare il successo di un genere entrato ormai a pieno diritto nella storia della letteratura, uscendo definitivamente dalla sprezzante situazione di sotto- genere letterario, di para letteratura o di mera mani- festazione popolare.
Syria Poletti un detective suis generis
Come si inserisce Syria Poletti13 nel panorama letterario argentino? E` la stessa scrittrice di origine italiana a dare una risposta con parole che non la- sciano dubbi, sul suo sentirsi argentina a tutti gli ef- fetti:
[...] sono argentina, non solamente perche´ qui pensai, scrissi e pubblicai i miei libri, ma anche perche´ uno, in quanto scrittore, appartiene all’area nel cui idioma si esprime. Lo strumento con cui io mi esprimo e` la lingua