1.6 La «Guerra de Libertação» africana
1.6.1 Il Fronte angolano
L’Angola fu il Paese dove il conflitto etnico, sociale e militare assunse la portata più incerta. Al suo interno, dalla metà degli anni Cinquanta, nazionalisti e anticolonialisti neri, meticci e bianchi cominciarono a organizzarsi in gruppi e movimenti di liberazione.
Una prima componente di ispirazione marxista, il Movimento Popular de Libertação de Angola (MPLA), nasceva il 10 dicembre 1956, come collante di differenti nuclei nazionalisti urbani e quadri indipendenti oriundi469, presieduto da Mário Pinto de Andrade, con la segreteria dei meticci Viariato da Cruz e con Lúcio Lara, Hugo de Menezes ed Eduardo Santos come membri del direttorio470. Appoggiato dal PCP e da altri movimenti della sinistra europea, il MPLA riuscì a fare breccia nel territorio angolano, proponendo una «soluzione pacifica del problema coloniale in Angola»471. Con
468 Estado-Maior do Exército. Comissão para o Estudo das Campanhas de África (1961-1974), Resenha histórico-militar
das campanhas de África 1961-1974, cit., p. 501.
469 I gruppi costitutivi furono il MINA, il PLUAA e il PCA che, secondo Mário de Andrade, rappresntava il la genesi stesa dell’MPLA, fondato nel 1955. Nella riunione costituente dell’MPLA partecipò anche Amílcar Cabral che, nel settembre del ’56, fondò il PAIGC a Bissau, partecipando infne alla fondazione dell’MPLA, in J.P. Guerra, Memória das
guerras coloniais, cit. p. 125. Nell’archivio della PIDE si ritrova la ricostruzione della struttura antecedente all’MPLA,
in ANTT, Arquivo PIDE/DGS, Processo 3474/59, 2968. 470 Ivi, p. 126.
471 Memorandum dell’MPLA al governo portoghese, 13 giugno 1960, in FMS, Arquivo Amílcar Cabral, 03. Movimentos Anti-coloniais, MPLA, Declaração do MPLA ao governo Português, pasta 07074.133.005, in casacomum.org.
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la crescente repressione portoghese, il 6 dicembre 1960, in una conferenza stampa presso la Camera dei Comuni di Londra, l’MPLA si posizionava «a favore di un’azione diretta», ritenuta «l’unica alternativa per far prevalere il diritto dei popoli all’autodeterminazione e all’indipendenza»472. Appena due mesi dopo, vi sarebbe stato l’inizio della rivolta a Luanda. La data ufficiale dell’inizio della Guerra di Liberazione angolana si attestò nella notte tra 3 e 4 febbraio 1961473. Il primo atto, rivendicato postumo dall’MPLA, vide il tentativo di liberazione di alcuni prigionieri dal carcere di Luanda474. Tuttavia, intorno a questo evento costitutivo, la letteratura storica dibatte ancora: per l’MPLA la data segna l’inizio simbolico della guerra, mentre per la fazione opposta dell’UPA, ricadrebbe al 15 marzo, nel giorno della sollevazione popolare nel nord dell’Angola475. L’MPLA avrebbe acquisito importanza ideologica di non poco conto. Supportata dal PCP, il cui apparecchio clandestino aveva aiutato a scappare il presidente onorario Agostinho Neto, e fiancheggiata lungo il conflitto dall’Unione Sovietica e da Cuba per la sua predisposizione marxista, avrebbe costituito le basi per la predisposizione di un’economia di socialismo reale.
Per costrastare l’élite urbana intellettuale rappresentata dall’MPLA nacque, nel 1955, l’União das Populações do Norte de Angola (UPNA), che tre anni dopo divenne União das Populações de Angola (UPA) ed infine Frente Nacional de Libertação de Angola (FNLA) nel 1962. Residente nel Congo belga, questo gruppo misto di etnia bakongo e di religione battista, venne fondato da Holden Roberto476, appoggiato dalla politica estera statunitense favorevole alla decolonizzazione varata dall’amministrazione di John Fitzgerald Kennedy, caratterizzati anche dalla chiusura al Portogallo nelle sedi dell’ONU e dal non riconoscimento dell’Operazione Dulcineia come atto di pirateria477. Confidente dell’appoggio politico-economico nordamericano, l’FLNA creò un governo in esilio – Governo da Angola em Exilio (GRAE) – in attesa di un riconoscimento internazionale.
Tra coloro che aderirono all’UPA nel 1961 vi fu anche Jonas Savimbi. Ministero degli esteri dell’UPA, del conseguente FLNA e del GRAE, Savimbi aveva un’ideologia maoista – dovuto al suo
472 A favor da Acção Directa, posição dos nacionalistas africanos do MPLA, PAI e CPG divulgada em Londres, in FMS, Arquivo Mário Pinto de Andrade, 03. Acção Militante, CONCP, pasta 04330.008.003, in casacomum.org.
473 D. Cabrita Mateus, Á. Mateus, Angola 61. Guerra colonial: causas e Consequênsias. O 4 de Fevereiro e o 15 de
Março, Texto, Alfragide 2011.
474 Attacco alla casa de Reclusão Militar, al Quartier generale della PSP e della Radio Emissora Nacional di Luanda. 475 J. Marcum, The Angolan revolution, Exile Politics and Guerrilla Warfare, vol II, MIT Press, Cambridge 1978. 476 Figura controversa, originario di São Salvador do Congo in Angola, studiò a Leopoldville nella scuola battista, per tornare a riscoprire le proprie origini, frequentando nazionalisti africani di rilievo (Franz Franon, Patrice Lumumba, Kenneth Kaunda) e auspicando all’indipendenza dell’Angola. Dotò l’FLNA di una politica occidentale che gli valse l’appoggio degli USA e il finanziamento della CIA dal 1962 al 1969 per le sue posizioni anticomuniste, in J. Marcum,
The angolan revolution. Exile politics and guerrilla welfare (1962-1976), v. 2, The MIT press, Cambridge 1978; «The
New York Times», 25 settembre 1975, Roberto riceveva 10.000$ annui.
477 W.W. Schneidman, Confronto em África. Washington e a queda do império colonial português, Tribuna da história, Lisboa 2005.
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soggiorno in Cina – ma successivamente mostrò tendenze filoamericane e da «leader»478. Abbandonato nel 1964 l’FLNA, Savimbi fondò nel 1966 l’União Nacional para a Independência Total de Angola (UNITA), portando a una scissione all’interno dell’FNLA e all’apertura di un nuovo fronte armato nell’Est dell’Angola contro i portoghesi. L’UNITA era così sostenuta dall’etnia Ovimbundu, originaria dell’Angola centrale.
La stratificazione atnica all’interno dei tre movimenti nazionalisti e le spinte ideologiche esogene e provenienti dai blocci contrapposti dell Guerra Fredda, portarono a un conflitto combattuto sia contro il Portogallo che contro i rivali etnici interni ai movimenti, in una guerra civile dai contorni labili, caratterizzata dal giustizialismo autoregolamentato. Il giornalista polacco Ryszard Kapuściński, in uno dei suoi libri più intensi, descriveva la confusione che regnava nel territorio angolano con queste parole: «è una situazione creata dagli uomini, che però ne hanno perso il controllo e il comando, diventando a loro volta vittime della confusão»479. L’Angola divenne pertanto una terra di sterminio a cielo aperto, dove l’esasperazione secolare non guardava alla macrosituazione internazionale. Non ragionava in termini di politica o di economia. Non guardava a ideologie comuniste o filooccidentali o alle sue élite istruite. L’Angola non vedeva che oltre il proprio occhio. L’appartenenza ad una o all’altra tribù e le sfumature della pelle rappresentavano la dicotomia più palese.
Salazar sapeva che era necessario apportare cambiamenti effettivi per mantenere la sovranità portoghese sulle colonie, salvare la dittatura e con essa l’Impero. Per evitare l’adesione alla causa nazionalista delle popolazioni africane, bianche e creole, il Primo Ministro mosse i primi passi verso la decentralizzazione del potere, nel tentativo di creare sviluppo sociale ed economico nelle colonie. Per fare questo, nel maggio del 1961, chiamò a dirigere il Ministero dell’Oltremare l’indipendente Adriano Moreira, affiancato dal generale Venâncio Deslandes, nuovo capo delle Forze Armate e governatore generale dell’Angola480. Il nuovo ministro d’oltremare visitò le zone devastate dalla guerriglia avviando i contatti con le élite bianche per rafforzare l’autonomia dei governatori e degli organi politici coloniali. La nuova politica coloniale voleva affermare l’«autonomia progressiva e irreversibile» delle colonie e prevedeva l’inserimento graduale delle élite locali nell’amministrazione angolana. Moreira promosse l’investimento pubblico, aprendo di fatto i mercati di tutte le colonie
478 In ujn documento redatto dalla sezione di Luanda della PIDE si legge che gli USA «pretendevano appoggiar[lo] in sostituzione di Holden Roberto» nel caso lasciasse il GRAE, in «Actividades de Savimbi», PIDE, delegação de Angola, relatório n. 197/65-GAB, Luanda, 15 de abril de 1965, cit. in J.P. Guerra, Savimbi. Vida e morte, Bertrand editora, Lisboa 2002, pp. 32-33.
479 R. Kapuściński, Ancora un giorno, Feltrinelli, Milano 2008, p. 113. 480 Le misure vennero prese anche per riformare l’ambiente
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all’investimento straniero. L’Angola cominciò a crescere esponenzialmente, con un aumento medio del PIL del 7% tra il 1963 e il 1973, cioè il doppio di quello fatturato nel decennio 1950481. Sul piano sociale Moreira firmò l’abolizione dello Statuto dell’Indigenato nel settembre del ’61482 e l’attribuzione della cittadinanza portoghese a tutti i nativi delle colonie. Prese misure per limitare il lavoro coatto nella produzione di materie come il cotone, e per migliorare le condizioni di vita della maggioranza nera. Sul piano politico il Ministro do Ultramar cercò di coinvolgere gli intellettuali africani di maggior peso per favorire il progetto distensivo. Per questo motivo liberò dalla prigione il medico angolano Agostinho Neto – futuro presidente dell’MPLA – e propose al mozambicano Eduardo Mondlane di insegnare in una università in costruzione in Mozambico483. In parallelo, il Governatore Venâncio Deslandes mirava a coinvolgere la società civile angolana nel processo di decisione politica per mezzo del Consiglio legislativo. Presentò pertanto un programma di governo che mirva alla modernizzazione del Paese, dall’economia all’educazione, dalla sanità alle opere pubbliche, fno ai trasporti e alle telecomunicazioni. Paradossalmente, le azioni riformiste vennero rallentate dalle azioni militari che iniziavano a volgere a vantaggio della fazione portoghese, esaltata dall’ala conservatrice del regime come «mito della guerra vinta», che mirava a rendere non necessarie le riforme politiche484.
A partire da Salazar, che non accettava una crescita politica delle colonie, i grandi interessi finanziari metropolitani non volevano perdere l’influenza e i privilegi acquisiti nei territori coloniali. Uno dei punti chiave del programma di Moreira verteva difatti sulla revisione della posizione delle grandi imprese internazionali che controllavano, in regime di monopolio, lo sfruttamento delle materie prime locali. Solo così era possibile limitare lo strapotere delle lobby straniere, garantire la graduale autonomia angolana e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni autoctone. Il ministro d’oltremare iniziò a incontrare le prime resistenze alle riforme autonomiste, maggiorate dall’inasprirsi dei rapporti tra il Governatore generale dell’Angola e Lisbona. Senza attendere una risposta dal governo centrale, Venâncio Deslandes promosse la tassazione di una delle compagnie più prolifiche in Angola, la Compagnia dei Diamanti dell’Angola DIAMANG485. La DIAMANG non pagava imposte ma solamente una concessione allo Stato portoghese. La conseguente pressione della multinazionale – con capitale portoghese, inglese, belga, sudafricano – rivolta direttamente a Salazar,
481 F. Tavares Pimenta, Storia del Portogallo contemporaneo, cit.., p. 158.
482 Ministério do Ultramar, Gabinete do Ministro, Decreto-Lei n. 43:893 che revocava la precedente legge n. 39:666 che «promulga[va] lo Statuto degli indigeni portoghesi delle province di Guinè, Angola e Mozambico», in «Diário da República», 6 settembre 1961.
483 F. Tavares Pimenta, Angola, os brancos e a Independência, Edições afrontamento, Lisboa 2008. 484 F. Tavares Pimenta, Storia del Portogallo contemporaneo, cit.., p. 159.
485 Il 28 febbraio 1970 la DIAMANG si fuse con la De Beers, creando la società CONDIAMA, fino a divenire Empresa Nacional de Diamantes de Angola (ENDIAMA) nel 1981, in endiama.co.ao
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fece cedere la bilancia a favore dell’iniziativa privata. Le relazioni tra Lisbona e Luanda si inasprirono ancora in seguito della proposta di creazione di un polo universitario angolano senza l’autorizzazione del governo centrale voluta dal Governatore senza l’approvazione del governo centrale. Nonostante l’intervento diplomatico di Adriano Moreira e la creazione delle scuole universitarie in Angola e Mozambico, i rapporti divennero insanabili. L’episodio, che incrinava l’unità del regime in un momento che la guerra smbrava vinta dalla parte portoghese, costò le dimissioni di Venâncio Deslandes nel settembre del 1962, seguite da quelle di Moreira nel dicembre dello stesso anno486, che sanciva la fine della politica riformista coloniale per ordine di Salazar e il declino imperiale487.
La guerra si combatteva così su due fronti. Nel nord dell’Angola i massacri dei coloni civili bianchi, ma anche meticci, lavoratori neri di origine Obimbundu488 ad opera di affiliati dell’UPA sconcertarono i portoghesi. Non erano pronti ad affrontare una situazione del genere né da un punto di vista organizzativo- militare né soprattutto psicologico. L’attacco alla popolazione bianca, caratterizzazione di una politica precoloniale che mirava ad allontanare bianchi, meticci e neri «assimilati», creò un rifiuto dei coloni alla presa del potere dell’UPA. Nel nord del Paese, nell’enclave di Cabinda489, l’MPLA di Agostinho Neto, rilasciato in precedenza da Moreira, aprì un varco partendo dalle basi del Congo-Brazzaville (1964-‘66) e sul confine est dell’Angola, partendo dallo Zambia. L’UPA, dal 1966 FLNA, continuò la sua azione militare dal Congo- Leopoldville in mano al cognato di Holden Roberto Mobutu Seseko. Nell’est dell’Angola presidiava l’UNITA di Savimbi. Ad ogni modo la penetrazione dell’MPLA rimaneva scarsa, sia per la controffensiva dell’FLNA, sia per quella dell’esercito portoghese.