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2.2 Chi fece il 25 aprile

2.2.3 La «consciencialização política» degli ufficiali della Marina portoghese

Parallelamente al movimento di democratizzazione dell’Esercito, anche all’interno della Marina portoghese si formarono gruppi che diedero l’impulso a quella che Martins Guerreiro definí «consciencialização política dos jovens oficiais de Marinha entre 1967 e o 25 de Abril de 1974»195. Diversamente dal Movimento dei capitani che non aveva una struttura composita, la Marina aveva nella propria struttura il Clube Militar Naval (CMN). Il Clube, fondato dagli ufficiali del 1866 per discutere il problema delle promozioni di carriera marittima196, incarna curiosamente motivazioni per nulla dissimili da quelle che portarono al cammino rivoluzionario del 1974. Le riunioni degli ufficiali di Marina e le decisioni necessarie all’evoluzione nazionale in senso non autoritario, come riportato più volte, rappresenta un filo conduttore della storia marittima militare. Sebbene la sociologa Maria Carrilho, in una delle primissime analisi sulla Marina portoghese, trovava «impossibile l’individualizzazione di un modello organizzativo e professionale unico e costante che attraversi diacronicamente epoche storiche così differenti come la grande crisi del capitalismo, l’ascesa del nazifascismo e la sua caduta nella seconda guerra mondiale, l’inizio dell’era nucleare, il confronto

193 Ibidem e intervista a Otelo Saraiva de Carvalho e Vasco de Lourenço in 25 minutos de uma Revolução, documentario Canal História Portugal, 24 aprile 2012.

194 Intervista a M. Martins Guerreiro, 6.09.2018.

195 Carta di M. Martins Guerreiro, Movimentos Associativos e políticos na Marinha. 25 april-PMFA, discorso dell’Ammiraglio al decimo anniversario del 25 aprile, p. 1.

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con i movimenti di emancipazione dei popoli colonizzati»197, nonostante ciò, l’interpenetrazione e interdipendenza delle sfere militari, economiche e politiche a livello nazionale e internazionale è percettibile nel lungo periodo.

Il CMN funse da habitat culturale dell’Armada Portuguesa – altro nome per indicare la Marina – e da tavola di raffronto degli ufficiali sulle questioni corporative e di modernizzazione del corpo militare stesso. È importante far notare come, anche all’interno sia del CMN che della Marina, non mancassero alti ranghi fedeli al regime di Salazar e Caetano ed esecutori materiali del volere governativo metropolitano e ultramarino. Lo stesso Amérigo Tomás, Presidente della Repubblica dall’agosto del 1958 al 25 aprile 1974, era un Almirante della Marina nominato da Salazar, confermato da Caetano e fervente sostenitore colonialista. Delle sedici azioni di rottura con il regime, la Marina partecipò attivamente o in maniera secondaria contro il governo in cinque occasioni. Di queste, tre si registrarono tra il 1927 e il 1931, una nel 1936 in cui marinai guidarono l’insurrezione con il supporto198 dell’Organização Revolucionária da Armada legata al PCP199, ed infine la più nota, quella dell’assalto al Santa Maria, in cui partecipò in maniera secondaria200.

Il processo di democratizzazione in atto all’interno della Marina negli anni Settanta era stato possibile grazie sia allo sviluppo numerico che aveva guadagnato l’Armada dall’inizio del decennio precedente, sia a causa dell’esperienze personali e delle influenze acquisite all’estero dagli ufficiali intermedi del Corpo. In seguito all’inizio della guerra coloniale, il governo di Salazar e lo Stato Maggiore della Marina diedero un impulso modernizzante alla struttura organizzativa sia nei territori ultramarini che in quelli continentali per rispondere «rapidamente e in forza» alle nuove necessità che la guerra pretendeva. Dal 1959, infatti, lo Stato Maggiore della Marina201 presentò al Ministro della Marina un progetto di rinnovamento della flotta navale creando due marine distinte: una per l’Europa e la NATO, di ultima generazione, e un’altra formata da navi più piccole e veloci più adatta alla conformazione territoriale africana ricca di fiumi202. Infrastrutture di comando, radionavali, officine,

197 M. Carrilho, Forças armadas e mudança política em Portugal no século XX. Para uma explicação sociológica do

papel dos militares, Imprensa nacional-Casa da Moeda, Lisboa 1985, p. 305.

198 L’insubordinazione a bordo di tre navi da guerra portoghesi dell’8 settembre 1936 comportò la morte di tre marinai e diversi feriti negli scambi di artiglieria tra le navi e i centri di comando a terra della Marina. Degli ammutinati, 91 vennero giudicati, 81 vennero condannati a pene dai 3 ai 20 anni di prigione e 34 di questi inviati al campo di Tarrafal, in J. Freire,

A Marinha e o poder político em Portugal, cit., pp. 89-90 e G. Santos de Oliveira, A revolta dos Marinheiros de 1936,

Amadora 2009.

199 L’ORA era una struttura politica clandestina con la quale il PCP cercava di proletarizzare personale della Marina in funzione antifascista. La cellula era dotata anche di un mensile «O Marinheiro Vermelho», dal 1934 al 1936, in cui capeggiava il motto del Manifesto del Partito Comunista «Proletarios de todos os Países: uni-vos». Si veda pcp.pt/marinheiro-vermelho per una raccolta del materiale.

200 J. Freire, A Marinha e o poder político em Portugal, cit., p. 75. 201 Estado-Maior da Armada (EMA).

202 J.A. Rodrigues Pereira, Marinha portuguesa: nove séculos de història, Edições culturais da Marinha, Lisboa 2010, pp. 510-511.

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caserme, magazzini, furono costruiti lungo l’area costiera-fluviale203. Furono formate nuove forze di assalto specializzate (fuzileiros) sul modello estero nordamericano che avevano il compito di pattugliare le coste adiacenti ai centri di comando africani, in unione alle forze di terra di fanteria, e coperte al largo dalle fregate di origine inglese e francese204. Con l’inizio della Guerra coloniale la Marina non abbandonava in ogni caso il controllo delle acque territoriali portoghesi e prendeva parte a missioni ed esercitazioni nell’Alleanza Atlantica, ampliando l’esperienza del Corpo e, numericamente, la flotta a disposizione205.

Dal 1962 al 1975 i cantieri portoghesi costruirono così sette fregate, quattro sottomarini, dieci corvette e altrettante pattuglie impegnate in modo particolare in Guinea-Bissau206. Negli anni in questione il Piano di Forze della Marina avrebbe subito nuove modifiche e sviluppi ai fini bellici. Gli effettivi della Marina acquisirono nuovo personale, impegnato in un flusso tra Lisbona e l’Africa che non sarebbe mai stato raggiunto durante tutto il secolo: 1000 ufficiali e 15.000 tra sergenti, soldati e fucilieri207, cui si sommavano i giovani militari di leva obbligatoria della Reserva Naval. Facilitati da questa disposizione logistica e territoriale, dalla metà degli anni Sessanta fu possibile iniziare una scolarizzazione democratica che aveva nel Clube Militar Naval il suo fulcro. Nella sede del Clube di Marques de Pombal, ricorda Manuel Guerreiro, «c’era un ambiente di libero dibattito nella camâra dos oficiais; nella biblioteca era normale che esistessero libri proibiti; nei viaggi lunghi vi erano sempre attività di ordine culturale – recite, giochi, teatro, con critica al comandante […] giornali di reparto»208. Inoltre – e fatto che acquisisce un valore formante quanto l’esperienza bellica – nella seconda metà dei Sessanta il Portogallo era impegnato nella costruzione di quattro sottomarini in Francia e inviava regolarmente i propri ufficiali a fare corsi di aggiornamento in ingegneria navale all’estero209.

Come ricorda Manuel Martins Guerreiro nell’incontro concesso a chi scrive «ogni due anni la Marina inviava due ingegneri, due ufficiali della Marina a fare corsi di ingegneria in Italia. Noi avevamo quella tradizione dalla fine della Guerra [Mondiale]. Prima della Guerra c’erano sempre ingegneri della Marina che facevano corsi di ingegneria in Italia. Dopo la Guerra facemmo [come

203 J. Freire, A Marinha e o poder político em Portugal no século XX, cit, p. 96.

204 Ibidem. Sull’azione e la composizione della Marina nelle colonie si veda anche J. P. Cann, A marinha em África:

Angola, Guiné e Moçambique: 1961-1974, Prefácio, Lisboa 2009.

205 P. Lauret, A Marinha e o dia 25 de Abril de 1974, in L. Tiago de Oliveira (org.), Militares e política. O 25 e Abril, Estuário, Setúbal 2014, p. 43.

206 Ivi, p. 516.

207 J. Freire, A Marinha e o poder político em Portugal no século XX, cit, p. 97.

208 Intervista di Adelino Gomes a Manuel Martins Guerreiro in «Público»,Marinha reclama longa história de contestação, 25 de abril de 2004.

209 Intervista a Martins Guerreiro, 6.9.2018. La versione è confermata anche dal capitão-de-mar-e-guerra Pedro Lauret, in A Marinha e o dia 25 de Abril de 1974, in L. Tiago de Oliveira (org.), Militares e política, cit., p. 45.

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Corpo] corsi in Inghilterra e successivamente ritornammo a Genova e il mio corso fu l’ultimo che facemmo in Italia. Dopo di esso lo facemmo negli Stati Uniti, nel MIT»210. Si trattava di un accordo bilaterale tra Italia e Portogallo, «nonostante facessero parte entrambi della NATO e questo accordo era precedente alla Seconda Guerra Mondiale. Già tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale esisteva quell’accordo. C’erano vari ingegneri che successivamente si sposarono con italiane a Genova, con genovesi. Lo stesso Vítor Neto si sposò con un’italiana»211. In questo modo il limitato numero di portoghesi in Italia riuscì a dialogare e a ritrovarsi, nell’ateneo genovese, tra il 1965 e il 1969. Con i componenti della cellula civile ligure, composta da Vítor Neto – dalla compagna italiana Simonetta – da Daniel Santana e da Jorge Machado212, Martins Guerreiro si conosceva dal liceo di Faro213. A Genova gli fu così possibile immergersi, pur non partecipando attivamente, nel fermento movimentista politico e sociale che ne ampliò la formazione critica verso il governo di Lisbona214. Allo stesso modo, «un migliaio di ufficiali, sergenti e fanti passarono da Brest e Tolone»215, convergendo a Parigi, dove vissero gli albori e il Maggio francese, che determinò una serie di interrogazioni e prese di coscienza nei giovani ufficiali in merito alla Guerra coloniale216.

Negli anni Sessanta del Novecento il Clube era costituito da ufficiali della Marina all’interno del quale «funzionavano le regole democratiche» e, ricorda ancora Martins Guerreiro, la «direzione del Club era per l’opposizione al potere» per tradizione217. La linea democratica interna al Clube della Marina si mostrò, come analizzato nel I capitolo, lungo l’arco della storia dei moti rivoluzionari del Portogallo e, sia nel tentativo di Caldas che nel 25 aprile, non faceva eccezione. Il Clube funzionava come luogo di incontro legale, di dibattito e confronto degli ufficiali su tematiche, talvolta sensibili, che potevano creare non poco imbarazzo all’interno del governo stesso e sicuramente «sorprendere

210 Ibidem. 211 Ibidem.

212 Jorge Machado sarebbe poi deceduto in un indicente automobilistico in Angola nel 1975, in intervista Vítor Neto, 30 maggio 2013.

213 La “cellula” genovese dei portoghesi, snodo tra il PCI nazionale e il Comitato Centrale del PCP in clandestinità all’estero, che aveva a Parigi il nucleo maggiore. L’attività svolta dalla cellula di Genova verrà analizzata più approfonditamente nel III capitolo, anche grazie al materiale archivistico conservato presso l’Archivio dei Movimenti di Genova e alla visione di pamphlet, ciclostilati, manifesti e missive tra Genova e il CCc del PCP e i legittimi rappresentanti dei movimenti di Liberazione africani conservati nei faldoni personali, inediti e non versati, conservati da Vítor Neto, che sarà indicato come Archivio Víitor Neto (AVN).

214 «C’era una certa attenzione normalmente, perché i primi individui che si avvicinavano quando sapevano che arrivavano due ufficiali della Marina portoghese – o perlomeno che si avvicinavano a noi, successe a me e al mio collega – erano tipi dell’MSI. [ride] Pois, estrema destra, vedere due militari fascisti, della dittatura. Poi, rapidamente, capirono che non c’era nessun interesse a parlare con dei militari che c’entravano con loro. Poi, naturalmente, conoscemmo la realtà italiana e avevano contatti con tutti, con gli amici portoghesi che là vivevano. Ma alla Casa dello Studente i primi che si avvicinarono furono dell’MSI a parlare, scambiare idee ma rapidamente scomparvero», in intervista a Martins Guerreiro, 6.9.2018.

215 «Público»,Marinha reclama longa história de contestação, 25 de abril de 2004.

216 M. Martins Guerreiro, Preparaçõ da Armada para a rutura com o Salazarismo/Marcelismo, introduzione all’incontro tenutosi a Lisbona il 25 aprile 2018, testo donato dall’autore, p. 1.

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la società civile portoghese del periodo». Accadeva che gli ufficiali del Club invitassero personalità dell’opposizione democratica per dialogare su temi specifici218. «Nel 1968, anche se il Movimento non era organizzato, ma il movimento culturale del club già esisteva, facemmo un dibattito sul marxismo e lo strutturalismo. Dibattemmo questo nella comunità navale e invitammo personalità, intellettuali portoghesi. Invitammo gente legata al PS e più tardi legata al PSD»219. L’aspetto forse più interessante è dato dal fatto che gli ammiragli, lo Stato Maggiore della Marina e il Ministero della Marina stessa erano a conoscenza degli incontri legali organizzati:

Il Ministro era un po’ a disagio, nonostante fosse un Clubista. Sul Ministro della Marina220 vi è

una cosa curiosa. Era un Ministro che venne invitato da Salazar, accettò ma era un uomo di formazione repubblicana. Lui rispettava le regole della democrazia, accettava le regole della democrazia, accettava le nostre decisioni, sebbene, pressato politicamente, fece un dispaccio: “affinché il Club possa continuare [nella sua attività] non potete continuare a fare queste riunioni” e proibì le riunioni che facevano là dentro221.

Il Clube della Marina assunse un ruolo fondamentale sia nella formazione democratica degli ufficiali che di quella dei marinai, andando a intersecarsi con la parallela azione democratizzante avviata dai capitani dell’Esercito poi confluiti nel Movimento dei capitani. Se il MOFA si istituzionalizzò formalmente nel 1973, il gruppo democratico della Marina – in linea con la propria storia democratica interna – già dalla fine degli anni Sessanta aveva avviato una grande dinamizzazione nella vita associativa e culturale del CMN, ricalcando le «forti preoccupazioni professionali e il rafforzamento della coscienza politica degli ufficiali più giovani in un sentimento chiaramente antiregime»222. Con i pamphlet della Comissão Democrática Eleitoral (CDE) dell’Opposizione Democratica che iniziavano a circolare anche all’intero della Escola Naval, si creò una prima forma organizzativa: «una struttura ristretta dei più giovani e una commissione culturale nel CMN, come espressione di contestazione e di volontà di cambiamento»223 che iniziava ad intersecarsi con la formazione di ufficiali più anziani. Nella Escola Naval, tuttavia, la nuova

218 Pedro Laurel riporta alcuni incontri: «Cinema e juventude (João Bénard da Costa); Literatura e juventude (Urbano Tavares Rorigues); Crises monetárias (Sérgio Ribeiro)», in P. Laurel, A Marinha e o dia 25 de Abril de 1974, in L. Tiago de Oliveira (org.), Militares e política, cit., p. 45.

219 Ibidem.

220 Il Ministro delle Marina, dall’agosto del 1968, era l’Almirante Manuel Pereira Crespo, che rimase in carica fino al 25 aprile ’74.

221 Intervista a M. Martins Guerreiro, 6.09.2018.

222 M. Martins Guerreiro, Preparaçõ da Armada para a rutura com o Salazarismo/Marcelismo, cit., p. 1. 223 Ibidem.

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organizzazione si scontrò con un’ala maggiormente indottrinata dalla propaganda del regime, rappresentata da alcuni giovanissimi cadetti. Nel 1969 la circolazione del quotidiano «Diário da Manhã» venne «considerato dai cadetti propaganda in senso contrario, dai quali [venne] fatta una dichiarazione richiedendo che non venisse rinviato, in quanto i cadetti non erano interessati a ricevere quel giornale»224.

L’anno seguente la spinta rivendicativa iniziò a permeare anche l’Escola Naval, all’interno della quale cominciarono a circolare «scritte di carattere provocatorio» prodotte dalla nuova formazione della Commisão Cultural225. Mentre continuavano gli incontri organizzati dal CMN, nella Escola Naval iniziarono le prime contestazioni alla Guerra coloniale, discussa in una riunione – il cui permesso era stato accordato dal Comandante del Corpo degli Alunni – dai cadetti226. Iniziò pertanto, già nel 1970, la costituzione di un gruppo dinamizzatore guidato da Manuel Martins Guerreiro227, Almada Contreiras, Miguael Judas228 strutturato in tre livelli: legale, semi-legale e clandestina., Il gruppo di ufficiali cercò di far maturare spinte, contestazioni, agitazioni che permeavano il Paese, che erano state stimolate anche dalle proprie esperienze all’estero e dalla rete di contatti stabilita e dalla libertà di pensiero e di letture critiche, e che si erano fatte strada all’interno del fertile terreno di orientamento democratico e di radicata rappresentazione del popolo insito nella Marina229. Martins Guerreiro divide la formazione dei sottogruppi in quattro fasi evolutive: dalle due appena trattate, ebbe, dall’ottobre del 1971 all’ottobre del 1972, il suo sviluppo culturale e organizzativo e dal 1972 al 25 aprile 1974 la conquista della direzione del Clube Militar Naval230.

La movimentazione – spiega Martins Guerreiro – si sviluppò su tre fronti a partire dall’ottobre del 1971, con la formalizzazione del «Movimento dos cursos de oficiais subalternos» che, iniziò a muovere i primi passi ben prima dell’istituzionalizzazione nominale231. Quello legale, che agiva nel

224 P. Laurel, A Marinha e o dia 25 de Abril de 1974, in L. Tiago de Oliveira (org.), Militares e política, cit., p. 46. 225 Ivi, p. 47.

226 Ibidem.

227 Dall’inizio del 1970, periodo del suo rientro da Genova, Martins Guerreiro avviò alcune riunioni clandestine nella propria casa per organizzare la «conquista ideologica delle Forze Armate», in Intervista a M. Martins Guerreiro, 6.09.2018.

228 Ivi, p. 48.

229 In un articolo redatto dal cadetto Ferraz Nunes nella rivista dell’Escola Naval «Tridente» veniva discusso il ruolo delle Forze Armate con queste parole: «Enquanto houver forças armadas devidamente constituídas, eles têm de ser uma organização ao serviço da nação, ou seja, de todo o povo, e não podem de forma alguma constituir forças defendendo minorias dominantes com todos os seus interesses, frequentemente opostos aos do povo», in A defesa da Nação, in «Tridente», n.14, dezembro de 1969, p. 33, in P. Laurel, A Marinha e o dia 25 de Abril de 1974, in L. Tiago de Oliveira (org.), Militares e política, cit., p. 47.

230 M. Martins Guerreiro, Preparaçõ da Armada para a rutura com o Salazarismo/Marcelismo, cit., pp. 2-3.

231 Nella fase finale, constava di circa 120 uomini, circa un decimo dell’intero CMN, in intervista a M. Martins Guerreiro, 6.09.2018.

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CMN dal 1970 ma, in maniera informale, era già attivo dal triennio precedente, era apertamente contro il regime.

Quello semi-clandestino o semilegale, creato all’intero dell’Escola Naval, organizzava corsi di formazione – come sul già nominato materialismo dialettico –, con traduzione di documenti dal francese grazie all’aiuto delle mogli degli ufficiali coinvolti all’uso della truppa232. Il Movimento dos Cursos venne formalmente osteggiato dal Ministro della Marina Pereira Crespo con l’emissione, il 30 settembre 1972, del dispaccio n. 115 del 1972 che ne proibiva i corsi all’interno dell’Escola Naval233. In risposta al dispaccio 115/72, tre commissioni del Movimento si riunirono con il Ministro della Marina per spiegare le motivazioni e la natura del Movimento e palesare gli studi prodotti. Nonostante il divieto di riunione associativo, «molti ufficiali acquisirono abitudini di organizzazione democratica e di interventismo»234.

Dalla componente clandestina di ufficiali «di piattaforma socialista»235, specifica Laurel, strutturata in zone di residenza, erano prodotti e distribuiti documenti contro la guerra coloniale: «Nella Escola de Fuzileiros, scuola di combattimento speciale, distribuimmo e facemmo corsi sui diritti umani, sul combattimento in Africa rispettando il nemico»236. Il Movimento non includeva solo ufficiali ma anche sergenti e marinai semplici ed era strutturato sulla base dell’organizzazione militare dei nuclei. La struttura era pertanto formata da due ufficiali, un sergente e un marinaio, dove ognuno controllava il proprio submovimento di appartenenza, come nell’Esercito un capitano guidava la propria compagnia. Il graduato di riferimento gestiva in questa maniera le attività culturali e la biblioteca nelle navi, che si traduceva, essenzialmente, nell’impostazione di un’egemonia culturale e dinamizadora all’interno della Marina237. La struttura clandestina, formata quindi da giovani ufficiali, sergenti e marinai semplici, si faceva carico della preparazione di testi apertamente politici e avrebbe contribuito alla preparazione del Programma dell’MFA venendone inglobato dall’inizio del 1974.

In seguito al dispaccio n. 115, nel 1973 il Movimento si riorganizzò per creare un nuovo assetto che permettesse lo sviluppo delle attività associative e culturali, trovando nella promozione di una lista per la Direzione del Clube Militar Naval l’opportunità di arrivare al potere per vie legali nel cuore della Marina. Alle elezioni della Comunità navale venne nominato presidente della Direzione il comandante Pinheiro de Azevedo, Martins Guerreiro come segretario, l’almirante Rosa Coutinho

232 Ibidem.

233 Chiarimento su quanto accaduto a bordo della nave Gago Coutinho il 25 aprile 1974, in M. Martins Guerreiro, Fragata

“Gago Coutinho”, in cd25a.uc.pt, dicembre 2014, p. 3.

234 P. Laurel, A Marinha e o dia 25 de Abril de 1974, in L. Tiago de Oliveira (org.), Militares e política, cit., p. 49. 235 Ivi, p. 48.

236 Intervista a M. Martins Guerreiro, 6.09.2018. 237 Ibidem.

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come presidente della Commissione degli «Annali» della Marina238, posizionandosi pertanto nei punti chiave della Marina. Come spiega Martins Guerreiro, «tutti i nomi più o meno significativi che avranno successivamente importanza, erano in quel fronte legale che avevamo conquistato. La Direzione del Clube Naval era nostra»239. Data l’esperienza italiana e francese acquisita dai marinai portoghesi, nell’intervista all’Almirante chiesi quanta influenza c’era nella formazione o nello sviluppo dell’idea di opposizione al fascismo che si faceva strada tra i militari. La risposta era chiara, schematica, anche nell’esposizione, ed era dettata dall’abitudine al comando militare e dalla necessità