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La storiografia portoghese ha prodotto una quantità rilevante di testi sul 25 aprile, sulla storia dei capitani di aprile, sui motivi portanti di un corpo unito, quello del Movimento delle Forze Armate, che han condotto il golpe vincente ai danni del regime. Meno invece è stato scritto in merito alla formazione personale dei militari, alla loro matrice democratica, alle letture fatte, alle influenze musicali che hanno composto un terreno comune di valori, o, in generale, alla loro formazione critica e culturale.

Le ragioni della formazione del Movimento dei Capitani agli inizi del 1973, ufficializzato proprio nel momento peggiore della guerra d’oltremare, sono da ricercare nel decennio precedente e riscontrabili in quella che Saraiva de Carvalho, non senza una tendenza marcatamente marxista, definì come «proletarizzazione delle Forze Armate»14. Fu proprio nell’atroce esperienza della guerra coloniale che gli uomini che avrebbero dato vita all’MFA si formarono e svilupparono una coscienza critica e avrebbero svolto l’azione di casa da risonanza verso il basso. È importante sottolineare ancora una volta che l’MFA non è da intendere come un tutt’uno coeso ma come l’unione di singolarità composte da esperienze personali, culturali e anche di provenienza geografica differenti che avrebbero dato eterogeneità al Movimento stesso e, lungo il cammino democratico, linee e tendenze contrapposte.

Grazie a questa diversificazione composta da sfaccettature diverse provenienti da spinte ideologiche differenti, l’MFA si sarebbe reso capace di accogliere spinte democratiche individuali degli uomini in divisa e di canalizzare in maniera autonoma le lotte clandestine e semiclandestine dei gruppi di opposizione al regime fascista, legati ai partiti fraterni, organizzazioni internazionali, all’azione politicizzata degli studenti universitari collettori tra l’estero15 e il Portogallo.

È importante slegare l’immagine dell’MFA come di un unicum. Anche quando la politicizzazione delle Forze Armate è stata affrontata dagli stessi protagonisti, la visione personale si fondeva in un’unica realtà con quella corporativa di appartenenza, lasciando un vuoto nella comprensione delle fasi di acquisizione democratica. La domanda di fondo è quando e in che modo il Movimento dei Capitani è giunto alla presa di coscienza intercorporativa e alla creazione di un progetto per abbattere il governo esistente?

14 O. Saraiva de Carvalho, Alvorada em Abril, Notícias editorial, Lisboa 1998, p. 23.

15 Come si vedrà nel IV capitolo, gli studenti universitari portoghesi crearono gruppi di pressione in Belgio, Francia, Germania, Italia, con contatti e supporto ai propri colleghi rimasti in Portogallo su due fronti che convergevano in uno soltanto: supportando la lotta di liberazione dei popoli africani e di abbattimento del fascismo portoghese attraverso la pubblicazione di opuscoli che svelavano la realtà del regime di Salazar e Caetano in Portogallo e nelle colonie.

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Come uniformemente viene sottolineato dalla storiografia portoghese, la genesi di tale trasformazione è data dalla guerra coloniale.

Quel che è importante ricostruire in questo paragrafo è la formazione democratica creatasi all’interno delle Forze Armate, in particolare dell’Esercito e della Marina, le due forze che orchestrarono materialmente il golpe e che per primi tentarono di modernizzare democraticamente le Forze Armate dall’interno fino all’estremo tentativo golpista dell’aprile del 197416. Nonostante il percorso personale svolto dagli stessi esecutori del golpe di aprile lungo in quindicennio che li portò dall’inizio della guerra coloniale al 1974, essi stessi erano uomini cresciuti nelle scuole militari del regime e sostenitori, nella Metropoli, del governo di Lisbona. Questa sfaccettatura si sarebbe palesata nelle fasi successive al 25 aprile. Pur appartenendo al gruppo promotore del golpe, avrebbero avuto tendenze certamente democratiche ma anche socialiste più estreme, come Vasco Gonçalves, o ancora marcatamente di destra, come António de Spínola o José Sanchez Osório17, con legami e pratiche condivise con l’internazionale della destra europea.

Ad ogni modo, in merito alla politicizzazione dei Capitani di aprile gli storici hanno assunto posizioni differenti. Per Maria Inàcia Rezola, sebbene il problema della guerra coloniale avesse guadagnato presto nel nascente Movimento delle Forze Armate l’aggregante ideologico, «il processo di politicizzazione [era] lento e, in molti aspetti, superficiale. L’esperienza di guerra confer[iva] una coscienza politica pratica, ma estremamente fragile e poco fondata ideologicamente»18.

António José Telo si è invece soffermato su un aspetto molto interessante e condivisibile, ossia l’elevato sentimento ideologico che permeava il Movimento delle Forze Armate: «molti in particolare erano quelli che agivano per idee e non avevano legami partitici»19. L’idealismo era tale che, come sarebbe accaduto più avanti durante il processo rivoluzionario, poteva essere frainteso per impreparazione dei militari. Per Telo i capitani erano privi del realismo che necessitava per affrontare un passo così importante qual era un colpo di stato e l’organizzazione fattuale governativa successiva. Diversamente dal golpe del 1926, mosso dall’alta gerarchia militare, che non era così unita e definita

16 Come si vedrà a seguire, il Movimento dei capitani era formato per la maggioranza da militari provenienti dall’Esercito, in maniera minore dalla Marina e in misura limitata dalla Forza Aerea, corpo, solitamente, fedele al regime.

17 Membro della prima Commissão Coordinadora dell’MFA, Sanchez Osório fu il fondatore del Partido da Democracia Cristã, reso illegale nel marzo 1975; dimissionario del I governo provvisorio, venne espulso dal Conselho da Revolução in seguito al tentativo reazionario dell’11 marzo ’75. Riparò in Spagna dove scrisse uno dei testi più controversi, El

engaño del 25 de abril en Portugal, Sedmay, Madrid 1975. Legato al Movimento Democrático de Libertação de Portugal,

rientrò in Portogallo nel marzo del 1976, dove, nel 1979, venne eletto tra le fila del partito conservatore Centro Democrático Social (CDS), in J. Andrade, Dicionário do 25 de Abril. Verde fauna, Rurba flora, Nova arrancada, Lisboa 2002, p. 355.

18 M.I. Rezola, 25 de abril. Mitos de uma revolução, Esfera dos livros, Lisboa 2007, p. 35.

19 A. J. Telo, História contemporânea de Portugal. Do 25 de abril à actualidade, v.I, Editorial presença, Lisboa 2007, p. 47.

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ideologicamente ma decisa a direzionare il potere statale verso una dittatura militare, il 25 aprile accadde il contrario. I maggiori e i capitani erano intenzionati a rovesciare il regime vigente per trasmetterlo, in un lasso di tempo breve, calcolato in tre settimane, a un governo civile e non militare che desse voce a tutte le correnti partitiche di opinione20. Tra i numerosi partiti che si sarebbero formati all’indomani del 25 aprile, in particolare, i maggiori interpretavano posizioni fortemente discordanti come il Partido Popular Democrático (PPD)21, il Partido Comunista Português e il Partido Socialista Português. Inoltre, solamente il PCP era un partito strutturato e ben organizzato, diversamente dal PS, dal Movimento Democrático Português/Comissão Democrática Eleitoral (MDP/CDE)22 e da una serie di gruppi di sinistra23 ed estrema sinistra nati durante il marcelismo all’interno del movimento studentesco24.

È da rimarcare, ancora una volta, che l’alto grado morale dei militari avrebbe creato tuttavia un paradosso evidente, caratterizzato dall’eccesso di idealismo non bilanciato dalla valutazione corretta del mondo reale che gli si palesava davanti25. La mancanza di dimestichezza con i giochi di potere partitici si traduceva nel rifiuto di ricompense e promozioni nel campo militare, ritenute immorali e non degne dell’azione svolta che acquisiva un valore simbolico più alto a vantaggio di tutti e non di pochi. Ai fini del percorso democratico che intendevano avviare con il golpe militare, i capitani erano convinti che la levatura simbolica del 25 aprile potesse valere, da sola, a garantire la stabilità e l’unità durante la fase di ricostruzione democratica. Il grande problema di aprile appariva così, secondo Telo, quella che chiamava la «purezza» e la «moralità personale»26 dei capitani che, in nome di una strenua difesa morale dell’atto della libertà, rischiavano la stabilità stessa che avevano aiutato a conquistare. Fu anche per questo motivo che il MFA sarebbe rimasto accanto al cammino democratico, per evitare che il vuoto creato con il rovesciamento del regime deposto portasse a nuovi estremismi militari e civili e che avrebbero comportato la spaccatura dell’unità prima tanto sperata in fazioni ideologiche

20 Ivi, pp. 47-48.

21 Fondato il 6 maggio 1974 da Francisco Sá Carneiro, Francisco Pinto Balsemão e Joaquim Magalhães Mota, abbracciava correnti di area cattolica-sociale, social-liberale e socialdemocratica, attestandosi su posizioni conservatrici e successivamente votate all’integrazione del Portogallo nella CEE, in M. Rebelo de Sousa, A Revolução e o Nascimento

di PPD, Bentrand, Lisboa 2000, v. I, pp. 14-15.

22 Fondato con la sigla CDE nel settembre del 1969 all’interno dell’Oposição Democrática per iniziativa del PCP, dopo il 25 aprile rimase in scia del PCP facendo parte di tutti i governi provvisori democratici (ad eccezione del VI). Si ufficializzò in partito durante le Jornadas Democráticas del novembre 1974 con la sigla MDP/CDE, in J. Andrade,

Dicionário do 25 de Abril, cit., pp. 85-86.

23 Frente Socalista Popular (FSP), socialista marxista, Centro Democrático de Macau (CDM), socialdemocratico. 24 Aliança Operária Camponesa (AOC), maoista, Frente Eleitoral dos Comunistas (marxistas-leninistas), (FEC(m-l)), Partido de Unidade Popular (PUP), maoista, Partido Revolucionário dos Trabalhdores (PRT), trotskista, Liga Internacionalista Comunista (FSP), trotskista, Movimento de Esquerda Socialista (MES), socialista marxista.

25 A. J. Telo, História contemporânea de Portugal. Do 25 de abril à actualidade, cit., p. 47. 26 Ivi, pp. 48-49.

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ben definite nel panorama politico di destra e di sinistra. In ogni caso, riporta ancora correttamente Telo,

la responsabilità […] non appartiene ai capitani e ai maggiori che fecero Aprile, ma sì all’alta gerarchia militare che non comprese né assunse le proprie responsabilità dinanzi alla Nazione nella congiuntura e si allontanò dal processo nella ricerca di un impossibile compromesso morale: non rovesciando il vecchio potere, che era incapace di trovare soluzioni all’altezza dei problemi nazionali, ma anche non appoggiandolo attivamente27.

Telo inserisce all’interno di questo schema anche gli unici due generali, su novanta ufficiali, Spínola e Costa Gomes, che rappresentano l’eccezione28, sebbene la scelta di non includere alte gerarchie al centro del centro operazionale era ben mirata e voluta dai capitani stessi. Otelo Saraiva de Carvalho, in un’intervista successiva al 25 aprile, spiegò con semplici parole il senso di quella precisa volontà: «Como era acreditar que os generais, assim vendidos, pudessem tomar algma atitudeem defesa do prestígio das Forzas Armadas e do bem do Povo? Além disso, é claro que os elementos mais lúcidos e inteligentes [...] passavam à reserva no posto de coronel»29.

Ad ogni modo, il richiamo all’unità nazionale richiesto nelle primissime fasi dai capitani, per certi versi fu rispettato e il mito arriva fino ad oggi. Non tanto dal punto di vista politico, infranto nella notte stessa del 25 aprile a causa delle divergenze tra i capitani promotori e António de Spinola in merito alla questione coloniale, quanto per il valore simbolico unificante che il 25 aprile ebbe in Portogallo da allora fino ad oggi. Non vi è città in Portogallo che non abbia oggi una manifestazione del sentimento del 25 aprile, dai murales ai garofani, dalle piazze e vie celebrative del 25 aprile o del Movimento delle Forze Armate alle targhe commemorative che fissano la data di frattura della storia del Portogallo attuale. Nonostante le difficoltà sociali, economiche, politiche e di contrasto sul giustizialismo conseguenti, l’idealismo e i valori portanti della Rivoluzione dei garofani che avevano mosso i capitani è a tutt’oggi presente nella società portoghese e ritorna nei momenti di maggiore difficoltà nazionale della Terza Repubblica. La canzone «Grândola, vila morena» è da allora la trasposizione canora più rappresentativa del 25 aprile e un richiamo all’unità e al bene comune così com’era stata intesa dal suo cantore, Josá “Zeca” Afonso. La Bella ciao portoghese è ritornata protagonista anche in seguito alla crisi finanziaria cominciata dal 2008, caratterizzata dalla Troika e

27 Ivi, p. 49. 28 Ibidem.

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dell’austerity strozzante. Nel clima di crisi generalizzata, di manifestazioni di piazza contro le misure di Bruxelles e contro il governo socialdemocratico di Pedro Passos Coelho, «Grândola» interruppe una sessione dell’Assemblea della Repubblica cantata da un gruppo di cittadini in un clima di commozione generale30.

Una posizione contrastante con le altre viene proposta invece dal generale della Forza Aerea Silva Cardoso31, secondo cui il Partito Comunista Portoghese avrebbe avuto un ruolo più importante di quel che viene dato sapere e che avrebbe avuto nell’URSS il suo tessitore per avere un vantaggio nella corsa bipolare all’Africa32.

Nonostante il supporto tecnico-militare e ideologico intrapreso dall’Unione Sovietica in Angola, Mozambico e Guinea-Bissau, diverso era il ruolo svolto da Mosca nelle relazioni con il Portogallo. Dalla Rivoluzione del 1917 a quella dei garofani del 1974 i rapporti politici ed economici tra i due Pesi erano minimi. Nel caso delle transizioni finanziarie continuavano ed essere puntuali ma solo grazie all’intermediazione della Francia e dell’Austria33. Solamente nel giugno del 1974 i rapporti tra Portogallo e URSS ripresero ufficialmente per la prima volta dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Dal punto di vista del legame con il PCP, il segretario Cunhal visse tra Mosca, Bucarest e Parigi34 durante il proprio esilio. Sull’esilio di Cunhal molto si è scritto sulla fuga, sulla Guerra di Spagna o sulla sua esperienza di prigionia e da militante. Con un retaggio dovuto alla lunga clandestinità35, meno avrebbe raccontato della famiglia36 e della sua vita in generale e, in particolare, in Unione Sovietica37. Il biografo più critico di Cunhal e del PCP, José Pacheco Pereira, ha dato un contorno più preciso degli spostamenti di Cunhal nel periodo lontano dal Portogallo, in cui il

30 RTP, “Grândola Vila morena” interrompe debate quinzenal no Parlamento, 15.02.2013. Sul filo rosso che lega il 1974 alla crisi finanziaria si veda il documentario realizzato Terra da fraternidade, di Lorenzo d’Amico de Carvalho, Rai cinema e RTP, Kino produzioni e Hora mágica, 2014.

31Brigadeiro dell’Aviazione portoghese, operò in Angola. Con gli accordi di Alvor venne nominato Alto Commissario e Presidente do Governo de Transição de Angola dal gennaio all’agosto 1975, in J. Andrade, Dicionário do 25 de Abril,

cit., p. 374.

32 A. Silva Cardoso, 25 de abril de 1974: a Revolução da Perfidia, Prefácio, Lisboa 2008. 33 Relazioni tra Portogallo e Russia in embrussia.ru.

34 Dal 1966 Cunhal abitò a Parigi, sede che permetteva maggiore libertà di azione, intellettualmente carica di stimoli e dalla massiccia presenza di esuli portoghesi collegati al PCP e a movimenti alla sua sinistra, in J. Pacheco Pereira, Álvaro

Cunhal, uma biografia política. O secretário-Geral (1960-1968), v. IV, Circulo de leitores, Lisboa 2015, pp. 350-364.

Della presenza di militanti del Partito Comunista marxista-leninista si rimanda all’intervista di Manuel Villaverde Cabral, 17.9.2018.

35 Anche durante il periodo di relativa libertà in Francia, Cunhal adottava pratiche di comportamento molto controllate ritenuti eccessivi dagli altri leader come Santiago Carrillo e Mário Soares, in J. Pacheco Pereira, Álvaro Cunhal, uma

biografia política, cit., p. 360 e S. Carrillo, Memorias, Planeta, Barcelona 2006, p. 743.

36 L’opera di disinformazione pagò particolarmente. Nel registro biografico della CIA, datato giugno 1966, Cunhal risultava “probabilmente” senza famiglia – «parece que nùao á casado» – e venivano registrate le sue attività «prima a Parigi e dal 1962 a Praga o nella Germania Orientale», in J. Freire Antunes, Nixon e Caetano. Promessas e abandono, Círculo de leitores, Lisboa 1993, p. 97.

37 L’unica eccezione è rappresentata dal testo di Á. Cunhal, F. Abreu, A arte, o artista e sociedade, Caminho, Lisboa 1996, in cui delinea l’esperienza prettamente culturale sovietica.

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segretario comunista veniva trattato con la massima attenzione dalla nomenklatura sovietica, alla pari di esuli comunisti di origine spagnola, greca, turca, brasiliana e successivamente cilena38. Un altro modo che ci fa capire quanto Cunhal fosse altamente tenuto in considerazione da Mosca è dato dal salario percepito. Nel 1961, con un salario pari a 500 rubli, Cunhal guadagnava più del terzo di un operaio moscovita, oltre a 150 rubli per la propria segretaria. Inoltre, gli era concesso di frequentare il refettorio del Cremlino, riservato esclusivamente ai membri del Politburo39. Ad ogni modo, nonostante gli evidenti rapporti privilegiati tra Cunhal e Mosca, una potenziale azione sovietica in Portogallo durante il regime di Salazar e Caetano non poteva essere manifesta per non compromettere i rapporti di forza tra USA e URSS e gli accordi di aree di influenza sottoscritti a Yalta. Nonostante sia attestata la presenza di residenti del GRU40 almeno dalla seconda metà degli anni Sessanta in Portogallo, una sezione del KGB a Lisbona sarebbe stata aperta solamente in seguito al 25 aprile. A renderlo noto è la documentazione conservata nell’Archivio Mitrokhin, dove viene riportato che nel dicembre del 1974 «Cunhal ebbe il suo primo incontro con il residente del KGB a Lisbona, Svjatoslav Fedorovič Kuznecov (nome in codice LEONID), che operava sotto copertura diplomatica all’ambasciata sovietica di recente costituzione. Anche se l’incontro ebbe luogo in un posto sicuro, nella sede del Partito Comunista Portoghese (PCP), avevano entrambi così paura che ci fossero delle microspie che condussero un dialogo completamente muto con foglio e matita»41. Ancora secondo i documenti ricomposti parallelamente dall’ex spia sovietica, Cunhal si sarebbe impegnato a passare materiale del servizio di sicurezza portoghese inerente la NATO – di cui il Portogallo era uno dei membri fondatori – e su altri «argomenti di interesse del KGB»42. Secondo i dati riportati da Mitrokhin, il PCP avrebbe passato alla residenza di Lisbona fascicoli dei servizi portoghesi contenenti informazioni militari e dei nuovi servizi di sicurezza costituiti dopo la rivoluzione. «Secondo uno dei fascicoli trascritti da Mitrokhin, il peso complessivo del materiale riservato fornito dal PCP alla residenza di Lisbona a metà degli anni Settanta arrivava a 474 chilogrammi»43.

38 J. Pacheco Pereira, Álvaro Cunhal, uma biografia política, cit., p. 89.

39 J. Milhazes, Cunhal, Brejnev e o 25 de Abril, Dom Quixote, Lisboa 2013, p. 158.

40 Glavnoye Razvedyvatel’noye Upravleniye, Direttorato Principale di Informazione, era il servizio segreto atto alla disinformazione. Nonostante facesse parte delle Forze Armate sovietiche, diversamente dal KGB, non dipendeva dallo Stato maggiore dell’Esercito, in J.M. Diogo, As grandes agências secretas, Clube do autor, Lisba 2013, p. 245. Sulla presenza di residenti del GRU in Portogallo si veda il paragrafo internazionale nel capitolo che segue.

41 C. Andrew, V. Mitrokhin, L’archivio Mitrokhin. Le attività segrete del KGB in Occidente, Rizzoli, Milano 1999, p. 354.

42 Viene riportata una nota esplicativa secondo cui Cunhal promise che «avrebbe fatto di tutto per aiutare il Mpla, compreso utilizzare canali illegali per inviargli personale scelto tra i quadri dei militari esperti», anche se l’aiuto del PCP venne «sminuito» da quello fornito da Unione Sovietica e Cuba, in Ibidem.

43 Riportava altre importanti informazioni. «Sono state ottenute informazioni di estrema importanza sulle strutture, i metodi di lavoro e la rete di agenti dei servizi speciali [di intelligence] di Stati Uniti, Francia, Germania Federale e Spagna in territorio portoghese; sulla loro collaborazione col la loro rete di agenti del PIDE/DGS in Portogallo e nelle sue ex colonie; sulle forze armate portoghesi contro l’Unione Sovietica e altri Paesi socialisti; sulla situazione operativa degli

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Indipendentemente dall’innegabile e comprovato legame tra PCP e Mosca e i suoi apparati44, il grado di infiltrazione del PCP all’interno delle Forze Armate era esistente, come analizzato, ma relegabile alla mera divulgazione di informazioni, da parte di “talpe”45, più che a una vera e propria azione militare dall’interno. Alcuni militari che avrebbero composto l’MFA avevano inflessioni socialiste, filosofiche e marxiste46.

Le informazioni più precise in merito alla politicizzazione dei militari aderenti al Movimento dei Capitani si trovano nella lettura di interviste fatte ai militari stessi. Alcune sono state pubblicate47, altre sono disponibili nel più importante Centro di Documentazione 25 de Abril dell’Università di Coimbra. Il Centro, creato nel 1984 dal Rettore dell’Università di Coimbra, è uno dei più importanti archivi del Portogallo. Raccoglie i documenti originali prodotti dal Movimento dei Capitani, dal Movimento delle Forze Armate, interviste alle principali figure coinvolte nella Rivoluzione dei Garofani48 – per un totale di 5 giorni di registrazioni – e una raccolta bibliografica di oltre 25.000 fra testi, articoli e manifesti49. Attraverso queste fonti è possibile ricostruire la formazione personale e familiare, la critica acquisita dai capitani e la nuova opera di coscienza costituitasi durante la guerra coloniale, spesso gravosa, seguita a un’opera di smantellamento di convinzioni assorbite dall’instancabile propaganda del regime salazarista.

Melo Antunes ricordava ad esempio come i genitori fossero conservatori – «mio padre era particolarmente sostenitore del regime vigente, ma aveva una formazione umanistica, che lo faceva distinguere tra le opzioni politiche» – ma dai quali venne influenzato dalla «visione umanistica»50. Con una grande predilezione per la letteratura portoghese, Melo Antunes si avvicinò ai filosofi