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1.4 La creazione di Salazar: l’Estado Novo (1933-1945)

1.4.5. La fine del salazarismo?

Con il potere consolidato nelle proprie mani e con l’opera di fascistizzazione in atto, nel 1936 la Penisola Iberica si assestava nel panorama della destra autoritaria europea contemporanea. Il legame tra Spagna e Portogallo, nella metà degli anni Trenta si consolidò grazie al triennio della Guerra Civile spagnola, in quanto Salazar portò ad appoggiare la fazione belligerante – con l’aiuto della stampa del regime238 – che più gli garantiva certezze di vicinanza nel lungo periodo. Nel 1936, con la vittoria del Fronte popolare spagnolo che portò un governo di sinistra al potere, il livello di guardia portoghese si alzò. Salazar accolse nel territorio metropolitano rifugiati spagnoli contrari alla

232 Presentato nel 1934 dall’SPN, racchiudeva i principi basilari del regime: dall’Avanguardia morale dell’EN (I), al valore della Nazione (II), al rifiuto della libertà senza autorità (IV), all’esaltazione della «grandezza storica» portoghese (IX). 233 Secretariado da Propaganda Nacional, Decálogo do Estado Novo, Lisboa 1934.

234 Nel 1945 sarebbe stata sostituita dalla Polícia Judiciária (PJ) e utilizzata nel campo dell’investigazione criminale di carattere comune, in policiajudiciaria.pt/historial.

235 Legata alla GNR, collaborava all’arresto e alla redazione di rapporti nel breve periodo.

236 Stretto alleato della PVDE/PIDE dal 1944, fu un efficace aiuto nell’individuare e smantellare nel 1949, due case del segretariato clandestino del PCP e alla detenzione di Luísa Rodrigues, Militão Ribeiro, Álvaro Cunhal, Sofia Ferreira, in I.F. Pimentel, A história da PIDE, cit., p. 79.

237 Creata nel 1936 come forza paramilitare del regime, avrebbe coadiuvato l’Esercito durante la Guerra Fredda, combattendo la sovversione all’interno dei sindacati e dei movimenti studenteschi. Nonostante la collaborazione, fu l’organo rivale della PIDE, accusata di praticare intercettazioni alle emissioni clandestine senza inviare i resoconti alla PIDE, in I.F. Pimentel, A história da PIDE, cit., pp. 83-84; sull’organizzazione, l’azione svolta nella Guerra Civile spagnola e la posizione anticomunista della LP, si veda soprattutto L.N. Rodrigues, A Legião Portuguesa. A Milícia do

estado Novo 1936-1944, Editorial estampa, Lisboa 1996.

238 Nel salazarismo la stampa era, tranne in rari e mirati casi, soggetta alla censura. «Diário de Notícias», «O século» e Primeiro de Janeiro» rappresentavano la spina dorsale del mattino del regime, in aggiunta al «Diário da Manhã», organo ufficiale del regime, strettamente legato a Salazar e all’União Nacional e appoggiato finanziariamente dal Ministero dell’Interno. Ugualmente, i serali «Diário de Lisboa» e «República», insieme alla radio «Rádio Clube Português» supportavano la lotta franchista, anche a vantaggio dei 13.000 spagnoli che vivevano in Portogallo, in C. de Oliveira,

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Repubblica, conducendo il Portogallo a diventare un polo di cospirazione di estrema destra che avrebbe resistito fino agli anni Settanta239. Quando Franco guidò i nazionalisti spagnoli al golpe, Salazar si schierò al suo fianco, pur non intervenendo in maniera diretta e visibile ma fornendo appoggio logistico, armi e volontari portoghesi, i «viriatos»240. L’appoggio alla fazione antirepubblicana era dettato sia in funzione anticomunista che per una questione di prestigio internazionale, in quanto il Portogallo diveniva intermediario privilegiato con la Spagna, con risvolti politico-diplomatici, militari e di propaganda vantaggiosi da spendere in chiave europeista241. Una volta che la guerra spagnola si avvicinava al termine e la fazione vincitrice si approssimava da Burgos, accampamento momentaneo, a Madrid, iniziarono i dialoghi tra l’ambasciatore del governo del Generale Franco, suo fratello Nicola, con il governo Salazar, al fine di trovare un’intesa di carattere geopolitico in tempo di pace e in funzione di mutua difesa della Penisola Iberica in caso di un evolversi bellico in Europa242. Lo strumento politico e giuridico creato per dare forma a quell’intesa peninsulare avrebbe preso il nome di Patto Iberico o Patto Peninsulare, che inglobava il Trattato di amicizia e non aggressione tra la Spagna e Portogallo del marzo 1939 e che avrebbe incluso i successivi protocolli243. Con l’invasione tedesca alla Polonia, Salazar dichiarò il Paese neutrale, rendendosi favorevole alla creazione del «blocco latino» neutrale che comprendesse la Penisola Iberica, l’Italia, la Francia fino all’America Latina, inoltrando la proposta ai governi amici di Madrid e Roma244. Con l’accettazione dell’intento neutrale anche da parte inglese, storico partner politico ed economico, la neutralità lusitana fu accettata di buon grado, definendo la posizione geopolitica del Portogallo, ancora non essenziale al conflitto.

Tuttavia, Londra si aspettava una non belligeranza collaborazionista, in vista del passato anglo-lusitano diplomaticamente positivo. Ma le vittorie tedesche e la caduta francese nel 1940 modificarono gli assetti militari: il fronte si allargava e il Mediterraneo assumeva un importante ruolo strategico, al pari dello sbocco sull’Atlantico. Da un lato la Germania voleva l’ingresso della

239 Allo stesso modo comunisti, anarchici, democratici, e altre singole figure portoghesi non inquadrate nei tre movimenti parteciparono attivamente a fianco dei repubblicani, legati al Partito Comunista Español e alla sezione spagnola del Socorro Vermelho Internacional. Sul tema si vedano C. de Oliveira, Salazar e a guerra civil de Espanha, cit., pp. 263- 265; M. Guedes, F. de Sousa, El Paseo. Memórias de um reso político português, na Cadeia de Cárceres, durante a

Guerra Civil de Espanha, Edições Sociais, Lisboa 1974; sebbene con un taglio letterario, è interessante leggere Non agardei por ninguén e Era tempo de apandar del galego R. de Valenzuela, ambientati durante la Guerra Civile.

240 Sebbene le cifre non siano precise, si sarebbe trattato di un numero tra 12.000 e 40.000 unità volontarie, in J.L. Mesa Gutierrez, Voluntarios Portugueses en las Filas Nacionales, in «Revista Española de Historia Militar», n. 16, Outubro de 2001, p. 164-172.

241 J. Medeiros Ferreira, Carateristícas históricas da política externa portuguesa entre 1890 e a entrada na ONU, pp. 113-156, in «Política internacional», vol. I, n.6, , Lisboa 1993.

242 M. J. Tíscar, O pacto Ibérico, a NATO e a guerra colonial, Imprensa nacional – Casa da Moeda Instituo de Defesa Nacional, Lisboa 2014, pp. 16-17.

243 Ivi, p. 17. In particolare, si fa riferimento al Protocollo addizionale del 1940, il II Protocollo addizionale del 1948 e il III Protocollo addizionale del 1970.

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Spagna per poter controllare Gibilterra e da lì il Mediterraneo. Dall’altro la Gran Bretagna necessitava delle Isole di Madeira, dell’Arcipelago delle Azzorre e di Capo Verde, da utilizzare come basi d’appoggio e potersi garantire il controllo dell’oceano. La questione delle basi delle Azzorre sarebbe stata da quel momento una costante dei rapporti con l’alleanza e specialmente dall’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti.

L’essenziale per Salazar era appoggiare chi deteneva la supremazia marittima e, in modo particolare, gli permettesse il mantenimento delle colonie. Per il Portogallo nazionalista l’Impero veniva prima di tutto: la vittoria alleata e l’appoggio agli inglesi era la via da seguire. Il leader lusitano, in linea con la propria linea volta al futuro, ragionava già in termini di vittoria della guerra e di politica internazionale. Sedersi al tavolo dei vincitori sarebbe stata la scelta migliore per la nazione e avrebbe permesso il mantenimento delle colonie245.

Durante il secondo conflitto mondiale il Portogallo mantenne la propria posizione di non belligeranza ma non smise di attuare la sua politica del «doppio binario»: da un lato la Germania nazista, dall’altra gli inglesi. Nonostante temesse le ambizioni di Hitler e non stimasse particolarmente la guida del Reich, Salazar continuò a interagire con il regime nazionalsocialista anche in funzione anticomunista246. Hitler, dal canto suo, voleva prendere possesso di Gibilterra, della costa portoghese e delle isole atlantiche, prima che arrivassero gli inglesi. Con l’«Operazione Felix»247, elaborata nel novembre 1940 e fissata per il 10 gennaio 1941, la Spagna sarebbe entrata in guerra affianco alle potenze dell’Asse, agevolando l’esercito tedesco e anzi prendendo parte attiva all’invasione. Ma la sconfitta italiana in Grecia, che obbligò l’intervento delle forze tedesche, e l’attacco all’Unione Sovietica, fecero desistere dalla manovra iberica. Nonostante la minaccia di Berlino, Salazar vi mantenne relazioni proficue, specie a partire dal secondo semestre del 1941248. In cambio di armi e oro, il Portogallo vendeva tungsteno ai nazisti, portando ingenti quantità di materiale aureo rubato agli ebrei249.

245 M. Carrilho, Política de defesa e de rearmamento, in M. Carrilho, F. Rosas, Portugal na Segunda Guerra Mundial,

cit., pp. 35-36.

246 Alla domanda di António Ferro su come vedesse Hitler, Salazar rispose «L’Europa deve a lui il grande servigio di aver fatto retrocedere, con una energia sorprendente e dei muscoli di ferro, le frontiere del comunismo», in VI intervista di ferro, luglio 1933, in A. Ferro, Salazar, cit., p. 210.

247 L. Suárez Fernández, Franco. Los años decisivos (1931-1945), Ariel, Barcelona 2011. Nel 2013 il «The Guardian» pubblicava documenti declassificati dell’MI6 sul pagamento di 200 milioni di libre (232 milioni di Dollari nel 2013) al circolo dei generali di Franco affinché la Spagna non entrasse nel conflitto bellico, in M. Morales, Descalsificados los

papales sobre sobornos del MI6 británico a militares de Franco, in «El País» 23 Mayo 2013 e R. Norton-Taylor, MI6 spent $200m bribing Spaniards in second world war, in «The Guardian», 23 May 2013.

248 F. Tavares Pimenta, Storia del Portogallo contemporaneo, cit., pp. 110-111.

249 A.J. Telo, A neutralidade portuguesa e o ouro nazi, Quetzal, Lisbona 2000; A. Louçã, Negócios com os nazis. Ouro e

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Dall’altra parte del «binario», la pressione inglese e alleata non venne mai meno, a causa di due fattori: il primo riguardava la vendita di wolframio ai tedeschi; il secondo poneva il punto sulla richiesta delle basi aeree nell’Oceano Atlantico. Il rifiuto persistente di Salazar agli Alleati scatenò l’ira degli anglosassoni. Per ovviare il problema, infatti, dal 1941, Churchill e Roosevelt elaborarono un piano d’occupazione delle Azzorre250, promuovendo un complotto separatista dei coloni bianchi in Angola, stanchi della poca autonomia e dell’autoritarismo dell’amministrazione di Lisbona251. Le tensioni proseguirono fino al 1943, rinnovate dall’interesse serrato degli Alleati, fino alla soluzione offerta a Salazar posta davanti al suo al pragmatismo. Con la guerra che volgeva a favore delle potenze alleate e per il bene del Portogallo e più di ogni altra cosa del proprio regime, iniziò a comprendere che l’unica maniera per mantenere il potere dopo il conflitto, ma anche rispondere alla crisi economica del momento, sarebbe stato assecondare le richieste d’oltremare252. Il gioco-forza aveva portato gli inglesi all’embargo delle sussistenze alimentari e dei rifornimenti dell’industria energetica, che causò l’aumento dei prezzi seguiti da picchi inflazionistici. Il Portogallo era in caduta libera, monetaria, finanziaria, sociale253. Per ovviare allo strozzamento economico, Salazar lavorò alle spalle degli Alleati stringendo un accorso segreto con Berlino, al quale vendeva 2100 tonnellate di tungsteno che avrebbe permesso libertà marittima alle flotte peschiere portoghesi e un accordo di navigazione254.

Mentre all’inizio di giugno del 1943 nei circoli del governo britannico era in preparazione l’operazione politica e militare per la presa delle Azzorre – nome in codice «Lifebelt»255 – il 23 giugno Salazar, conscio che un ulteriore rifiuto alle basi avrebbe portato alla capitolazione post- bellica, diede il consenso alle richieste inglesi. In seguito ad altre contrattazioni, il 17 agosto 1943 Portogallo e Inghilterra firmarono un accordo bilaterale con il quale gli inglesi avrebbero ottenuto la base aerea di Lajes e l’uso del porto di Horta, nelle Azzorre256. Gli Stati Uniti, esclusi dall’accordo, chiesero di contro l’installazione di una base militare nell’Isola di Santa Maria, anch’essa

250 J.F. Antunes, Roosevelt, Churchill, Salazar: a luta pelos Açores 1941-1945, Ediclude, Alfragide 1995.

251 Il 24 agosto 1941, intanto, il Portogallo stipulò un accordo sulla vendita di 3400 tonnellate di tungsteno agli Alleati, più della metà della produzione totale portoghese, che avrebbe avuto valore dal 1° marzo 1942 al 28 febbraio 1943, stipulando un accordo di commercio in chiave futura.

252 La bilancia dei pagamenti del Portogallo e delle colonie, previsto con un surplus di 4.543 milioni di Scudi nel 1942, scese invece a 509 milioni nel 1946 e avrebbe avuto un saldo negativo di 2.970 milioni di Scudi nel 1947, in F. Rollo,

Portugal e o Plano Marshall, Editoriale stampa, Lisbona 1994, pp. 236-237.

253 F. Nogueira, Salazar. As grandes crises (1936-1945), vol. III, Atlântica Editora, Coimbra 1978, pp. 414- 415. 254 A.J. Telo, Portugal na Segunda Guerra Mundial, cit., p. 210.

255 J.F. Antunes, Roosevelt, Churchill, Salazar, cit., pp. 91-93.

256 Il porto di Horta sarebbe servito per rifornimento e riparazione delle navi inglesi; a ciò si aggiungeva l’uso del porto di Ponta Delagada, la pista di Rabo de Peixe, stesura di un cavo sottomarino tra Horta e Terceira, in A.J. Telo, Portugal

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nell’Arcipelago delle Azzorre257, offrendo in cambio il proprio appoggio militare nella riconquista del Timor Est258.

La scelta di Salazar di interrompere gli scambi commerciali con il Terzo Reich e abbracciare l’ineluttabile vittoria degli Alleati furono essenziali per il mantenimento del potere nel dopoguerra. Il passo era stato compiuto da Salazar e il mancato riconoscimento della Repubblica Sociale Italiana di Salò rappresentava un ulteriore indizio del cambiamento della situazione bellica. Gli ultimi due anni di guerra erano stati caratterizzati da un riavvicinamento diplomatico ai governi anglofoni e gli stessi negoziati tendenti alla firma dell’armistizio tra gli Alleati e l’Italia s svolsero a Lisbona. Allo stesso tempo Salazar sfruttò la propria posizione intermediaria per far accettare il regime franchista alle potenze vincitrici: il mantenimento dello status quo della Penisola Iberica era l’obiettivo principe per il professore di Coimbra. Il realismo di Salazar e la sua oculata visione di politica estera in merito alle sorti del conflitto in generale e del Portogallo in particolare, lo inserirono naturalmente in un’ottica di politica atlantica ben prima della fine della guerra. La concessione delle Azzorre agli Alleati fu difatti una delle ragioni del suo mantenimento del potere. Nella Conferenza di Postdam del giugno ’45, Stalin fu inflessibile rispetto a Franco e alle origini esogene del suo regime «imposto al popolo spagnolo da Hitler e Mussolini»259. José Freire Antunes analizzava lucidamente le fasi che si susseguirono alla sconfitta dell’Asse: «O que Salazar esteve muito lnge de prever, vendo o mundo a partir das suas janelas de São Bento, era que Estaline o pouparia por omissão»260. Le Azzorre sarebbero difatti diventate il lasciapassare portoghese per l’ingresso nelle NATO, nel 1949. Conclude Antunes, «Come accadeva in epoche anteriori della propria storia, il Portogallo si alleava con la potenza marittima (prima l’Inghilterra, oggi gli Stati Uniti) contro la potenza continentale (prima la Spagna, ora l’Unione Sovietiva). La nozione storica che certo non mancava all’”intollerante” Salazar»261.

Ad ogni modo, con la sconfitta dell’Asse e la morte di Mussolini e Hitler262 una nuova speranza di cambiamento raggiunse anche il Portogallo che aveva visto gli sconvolgimenti della nuova guerra relativamente da lontano. La popolazione portoghese, in preda a un’euforia incontrollata, si riversava

257 Ivi, pp. 163-164. Nell’accordo era inserita anche la concessione a uso civile degli scali delle Azzorre, con la Pan American Airlines e la Trans World Airlines individuate per operare regolarmente tra Lajes e la Scozia, in J.F. Antunes,

Roosevelt, Churchill, Salazar, cit., p. 133.

258 Occupata prima dall’Australia nel 1941 e dal Giappone nel 1942, creò non pochi imbarazzi al governo portoghese. Nonostante il conflitto diplomatico in atto Lisbona decise di non troncare le relazioni con entrambi i Paesi.

259 H. Truman, Mémoires. L’année des décisions. De Postdam a Hiroshima 1945-1946, vol. II, Plon librairie, Paris 1955, p. 21.

260 J.F. Antunes, Roosevelt, Churchill, Salazar, cit., p. 143. Dal 1938 il Palácete de São Bento era ed è la residenza del Primo Ministro, diversamente dal Paláco de São Bento, Parlamento della Repubblica.

261 Ibidem.

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per le strade delle maggiori città festeggiando la vittoria delle democrazie sui due maggiori regimi totalitari europei. Non sapevano che il desiderio avrebbe dovuto attendere ancora quasi un ventennio.