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IL PRINCIPIO DI CLASSIFICAZIONE SECONDO MAR

LE DATE IMPORTANTI DELLA VITA DI LUCILIO 

4. IL METODO DI COMPILAZIONE DI NONIO E LA CLAS­ SIFICAZIONE DEI FRAMMENTI LUCILIAN

4.2. IL PRINCIPIO DI CLASSIFICAZIONE SECONDO MAR

Partendo dai lavori parziali di Martin Hertz1 e Alfred Schottmüel­

ler2, Marx, nella sua edizione di Lucilio, ha tentato di ricostruire il

metodo di lavoro di Nonio e di stabilire, basandosi su di esso, la collo­ cazione relativa dei versi delle Satire.

A suo avviso, il “Dizionario” ricorre direttamente alle fonti e le cita secondo i testi originali, talvolta completati con delle glosse inscritte nei margini. Nonio era un uomo ricco e possedeva parecchi schiavi istruiti nelle lettere; egli avrebbe affidato a ciascuno di essi lo spoglio di alcuni volumi della sua biblioteca: uno si sarebbe occupato del De

oratore, degli Academicorum libri, delle Tusculanae disputationes; un

altro del De officiis, del De senectute, del De re publica…; un terzo, si sarebbe occupato dei libri I-XXV delle Satire di Lucilio (quello che in­ troduce i suoi esempi con la formula Lucilius Satyrarum lib.); un quarto, dei libri XXVI-XXX delle Satire (quello che introduce i suoi

1 M. HERTZ, A. Gellius und Nonius Marcellus, in Opuscula Gelliana, Berlino 1886, 85

ss.

2 A. SCHOTTMÜELLER, Über die Bestandtheile des ersten Capitels des Nonius Marcellus,

in Symbola philologorum Bonnensium in honorem F. Ritschelii collecta, Lipsia 1864- 1867, 809 ss.

esempi con la formula Lucilus lib.). Quando tutti gli spogli furono con­ clusi, Nonio Marcello avrebbe riunito le numerose persone in essi coinvolte e avrebbe proceduto come il pater familias che, nel De agri

cultura di Catone, prepara una torta: primum solum substernit, tum singula tracta imponit, id est singulas strues farinae subactae, postre­ mo opus totum melle inguit, “prima stende uno strato di pasta, poi

molti altri strati di pasta, cioè i singoli ammassi di farina lavorata, in­ fine li spalma di miele”. Nel “Dizionario”, lo strato “fondamentale” sa­ rebbe costituito dalle ventuno commedie di Plauto, alle quali, nello svolgimento dell’opera, succedevano Lucrezio, Accio, Pomponio; il se­ condo strato sarebbe formato dai libri I-XX e XXII delle Satire; il terzo, fra gli altri, dai libri XXVI-XXX. Infine, sull’intera opera sarebbero co­ sparse le citazioni di Orazio e di alcuni altri autori.

Una simile organizzazione lascia pieno potere agli schiavi. Ci sono quelli che decidono di riportare o di eliminare un frammento; ci sono quelli che introducono le citazioni nel “Dizionario”: primum alterum

servum litteratum opus Nonii iactis fundamentis auxisse excerptis e Lucilii l. I-XX et XXII, postea alterum accessisse et addidisse excerpta ex libris XXX-XXVI consentaneum est3. Ora, se è vero che un’opera

tanto vasta come il De compendiosa doctrina difficilmente può essere stata composta da una sola persona, non è meno vero che essa non potrebbe essere stata realizzata senza che un responsabile ne assu­ messe la direzione: è Nonio, infatti, che firma il “Dizionario”. Marx af­ ferma che, al momento della redazione definitiva del trattato, i fram­ menti di Lucilio tratti dai libri XXVI-XXX sono stati introdotti dopo i frammenti tratti dai libri I-XX e XXII perché lo schiavo che ne era in­ caricato è intervenuto dopo il suo collega che era incaricato dei primi libri. Bisognerebbe, però, spiegare perché lo schiavo n.2 si è espresso dopo lo schiavo n.1.

In ciascuno dei due strati delle citazioni tratte da Lucilio, Marx di­ stingue parecchie sequenze: alcuni frammenti vi si succedono nell’or­ dine in cui si potevano leggere nelle Satire (libro primo, libro secondo,

libro terzo…), cioè nell’ordine positivo; altri frammenti, invece, vi si succedono nell’ordine negativo o inverso (libro trentesimo, libro venti­ novesimo, libro ventottesimo…).

Secondo lo studioso luciliano, il fenomeno si spiega con i metodi di consultazione di un volumen. Questo era costituito da una lunga stri­ scia di papiro che si arrotolava intorno ad una bacchetta fissata ad una delle due estremità. Il lettore svolgeva le pagine, scritte nella lar­ ghezza della striscia, con disinvoltura sui rotoli che aveva alla sua de­ stra e alla sua sinistra. Certi schiavi – particolarmente quelli che si erano occupati dello spoglio dei libri XXVI-XXX – si sarebbero accon­ tentati di segnalare i passi che a loro sembravano notevoli nei margi­ ni, man mano che procedevano nella loro lettura. Giunti alla fine del­ l’opera, essi avevano alla loro sinistra un rotolo molto voluminoso; mentre alla loro destra il rotolo si riduceva alla bacchetta fissata all’e­ stremità del papiro. Conveniva, dopo l’uso, riporre il volumen nel suo senso positivo arrotolandolo intorno a questa bacchetta. Per rispar­ miare il loro tempo, gli schiavi di Nonio avrebbero approfittato dell’oc­ casione per dettare le citazioni che avevano individuato nel testo. Nel corso dell’operazione, i frammenti si presentavano nell’ordine negati­ vo4.

Secondo Charpin5, la spiegazione fornita da Marx è ingegnosa, ma

generalizza affrettatamente un sistema di ipotesi che sono completa­ mente arbitrarie:

1) Assai spesso i libri XXVI-XXX sono citati nell’ordine negativo, mentre i libri I-XX sono citati nell’ordine positivo. Marx sostiene arbitrariamente che l’ordine dei libri implica l’ordine dei fram­ menti di ciascun libro e che, per esempio, quando tutti i libri sono citati nell’ordine positivo, tutti i frammenti di ciascun libro sono citati nell’ordine positivo, o che, quando tutti i libri sono

4 L’ipotesi è ripresa da T. WEEPLE, Lucilius. An introduction to the Satires, and a Com­

mentary on the First Book, “Harvard Studies in Classical Philology” 70 (1965), 271.

5 F. CHARPIN, Nonius Marcellus et le classement des fragments de Lucilius, “Revue de

philologie, de littèrature et d’histoire anciennes” 52 [2] (1978), 287 ss.; vd. anche F. CHARPIN, Lucilius, I, cit., 53 ss.

citati nell’ordine negativo, tutti i frammenti di ciascun libro sono citati nell’ordine negativo. Noi non ne sappiamo niente. È possibile che, sul ripiano di una biblioteca, alcuni volumi siano disposti male, che, da sinistra a destra, si trovi libro trentesi­ mo, libro ventinovesimo, libro ventottesimo… Il lettore comince­ rà però ciascun volume dalla sua prima pagina. Uno schiavo distratto, poco scrupoloso, o soltanto poco accurato… può co­ minciare la sua lettura di Lucilio dal libro trentesimo. Questa non è una ragione per leggere tutte le composizioni che forma­ no il libro trentesimo alla rovescia! Supponendo che si prenda in considerazione una tale ipotesi, svolgendo le diverse pagine nel loro ordine negativo, niente prova che il compilatore ricopie­ rà le citazioni contenute in una stessa pagina cominciando si­ stematicamente dal basso (ordine negativo) o dall’alto (ordine positivo). È impossibile credere con Marx che l’ordine positivo o negativo dei libri impone un ordine positivo o negativo delle pa­ gine di ciascun libro e dei versi di ciascuna pagina.

2) Per i libri XXVI-XXX, la maggior parte delle sequenze, a parte alcune eccezioni, è disposta nell’ordine negativo; per i libri I- XX, la maggior parte delle sequenze, a parte alcune eccezioni, è disposta nell’ordine positivo. Il fatto è incomprensibile se si am­ mette che lo schiavo istruito nelle lettere ha consultato la sua fonte una sola volta; l’esistenza dell’ordine positivo e dell’ordine negativo in uno stesso gruppo di libri implica parecchie letture dell’opera. Ma è credibile che gli schiavi istruiti nelle lettere ab­ biano “ripercorso” 156 volte il loro autore come lascerebbero supporre le 156 sequenze che ha contato Marx? Quando lo schiavo attinge ai libri secondo, poi sesto in un primo tempo, ai libri sesto, poi quarto in un secondo tempo, è verosimile che, per economizzare il suo lavoro, abbia in un primo tempo sroto­ lato il suo manoscritto nel senso positivo, e poi, ricollocandolo dopo l’uso, abbia registrato delle altre citazioni nell’ordine nega­ tivo. Ma è credibile che, quando si succedono due sequenze

contenenti dei frammenti disposti nell’ordine negativo, lo schia­ vo si sia dato la pena di porre il suo volumen nel senso negativo prima di cominciare ciascuno dei due spogli?

Dunque, il sistema ipotizzato da Marx – conclude Charpin – manca di chiarezza e rigore; esso non merita affatto la fiducia che Marx gli accordava quando lo applicava alla ricostruzione delle Satire di Luci­ lio.