LE DATE IMPORTANTI DELLA VITA DI LUCILIO
2) Costituzione dei libri Per determinare le citazioni da attri buire a un dato libro, Nonio scorre in modo esauriente ciascu
4.4. LA PROBLEMATICA NONIANA DOPO MARX E LINDSAY E L’IM POSSIBILITÀ DI RICOSTRUZIONE DEL TESTO LUCILIANO ATTRA
VERSO IL “DIZIONARIO” DI NONIO
La problematica relativa all'opera di Nonio tace nei decenni seguen ti alle opere di Marx e di Lindsay e viene ripresa, negli anni ‘30, da due filologi che, al pari di Lindsay, vantano i maggiori meriti nel cam po degli studi sul De compendiosa doctrina, Strzelecki e Della Corte. Strzelecki1 sostiene che Nonio, prima di comporre singoli libri della
sua opera, attingeva a composizioni analoghe alla sua che trattassero
9 F. CHARPIN, Nonius Marcellus et le classement, cit., 301.; vd. anche F. CHARPIN, Luci
lius, I, cit., 58.
10 W. M. LINDSAY, Nonius Marcellus’ Dictionary, cit., 89.
1 W. STRZELECKI, Zur Entstehung der Compendiosa doctrina des Nonius, “Eos – Com
lo stesso argomento, ricavando così da esse un sostrato (“Grund stock”) di lemmi e citazioni che solo in un secondo momento comple tava con lo spoglio dei quarantuno testi della sua “ biblioteca”. L'e semplificazione di tale teoria si può osservare soprattutto nel libro terzo del De compendiosa doctrina, il De indiscretis generibus per il quale Nonio avrebbe ampiamente attinto all'analoga opera grammati cale di Flavio Capro. La teoria di Lindsay viene dunque sostanzial mente accettata da Strzelecki, anche se poi ne risulta ampiamente modificata e rimaneggiata.
Della Corte, invece, nell'ambito dei suoi studi sulla poesia di Varro ne2, sostiene che se si facesse affidamento sul metodo compilatorio di Nonio, si potrebbero ricostruire con una sufficiente approssimazione i libri di Plauto, Terenzio, Lucrezio, Sallustio, Virgilio o Cicerone. In ciascuna delle sequenze di rubriche tratte da questi autori, i fram menti sono citati nella loro normale collocazione in una proporzione di 150 contro 5 per Plauto I, 60 contro 2 per Plauto II, 18 contro 0 per Lucrezio, 20 contro 4 per Sallustio, 150 contro 20 per Virgilio, 15 contro 1 per Terenzio, 64 contro 0 per Aulo Gellio, 8 contro 1 per Ci cerone… Lo studioso conclude che, quando un'opera conosciuta è ci tata in una sequenza di rubriche, ha il 93% delle possibilità di essere citata nella collocazione in cui ricorre nell'opera originale.
Tra i filologi contemporanei, vi sono consensi e dissensi riguardo alle teorie di Lindsay e all'applicazione della lex. Per limitarci ai più recenti, osserviamo che Cèbe3 e Astbury4 non solo accolgono la rico
struzione fatta da Lindsay, ma ordinano anche i frammenti varronia ni secondo i dettami della lex, mentre al contrario Krenkel e Charpin, nelle loro edizioni luciliane, non ne tengono alcun conto e vi si oppon
2 F. DELLA CORTE, La lex Lindsay e i frammenti citati da Nonio, in Varrone, il terzo gran
lume romano, Genova 1954, 321 ss. (il capitolo non compare nella seconda edizione
dell’opera, aggiornata e riveduta, pubblicata a Firenze nel 1970). Della Corte, inol tre, a partire dagli anni ’60, fu promotore di una serie di ricerche sul De compendio
sa doctrina, che dal 1967 sono state pubblicate nella collana “Studi Noniani”.
3 J. P. CÈBE, Editio Varronis saturarum Menippearum, Roma 1972, praef. IX ss. 4 R. ASTBURY, Editio Varronis saturarum Menippearum, Lipsia 1985, praef. XVII ss.
gono fermamente o (Krenkel) propongono sensibili, anche se non sempre convincenti, ritocchi ad essa.
Cadoni, in uno studio dedicato alla problematica relativa alla com posizione del De compendiosa doctrina5, confronta la ricostruzione
fornita da Lindsay con l'effettivo stato del testo. Ne scaturisce un qua dro che, pur non stravolgendo del tutto le teorie dello studioso ingle se, mostra tuttavia quanto di aleatorio, di incerto e di ancora da veri ficare vi sia in esse, sia per quanto riguarda l'individuazione delle se quenze di autori, sia per quanto riguarda l'identificazione stessa di al cune fonti, talora proposte da Lindsay senza alcun supporto sicuro.
Malgrado tutte le ricerche che, nel secolo scorso, numerosi latinisti hanno effettuato, il metodo del De compendiosa doctrina resta molto misterioso. È quindi vano sperare di ricostruire uno dei libri o una delle Satire di Lucilio facendo riferimento soltanto a Nonio. Inoltre - come è stato messo in evidenza da Mazzarino6 - spesso il testo lucilia
no di Nonio sembra essere meno fededegno rispetto a quello attestato in altra tradizione indiretta.
Il problema della tradizione indiretta di Lucilio resta dunque irri solto. Troppe questioni di storia del testo del poeta e del testo delle sue fonti complicano i problemi posti dallo stabilimento del testo. Quali conoscenza dell'opera di Lucilio possedevano Cicerone, Macro bio, Nonio...? Come si presentavano le Satire nel I secolo a.C. e nel II secolo d.C.? Le edizioni complete sono scomparse nell'antichità o in un'epoca più recente? Come mai Nonio Marcello, che viveva a Tubur sico in Numidia verso il 323 d.C., cita tanti frammenti del poeta? L'o pera di questo lessicografo è conosciuta attraverso un grande numero di manoscritti del IX-X secolo perché serviva da manuale scolastico in epoca carolingia ed era molto conosciuta nella valle della Loira. Lo
5 E. CADONI, Studi sul De compendiosa doctrina di Nonio Marcello, Sassari 1987. 6 A. MAZZARINO, Per la tradizione di Lucilio, “Maia” 3 (1850), 137 ss. Lo studioso cerca
di dimostrare che al fr. XV 18 Ch. (480-3 M.) la lezione del mosaico di Althiburus, risalente ai Prata di Svetonio, è pozione rispetto a quella di Nonio, che probabilmen te lavorava su un’edizione risalente all’attività di coloro che, come Valerio Catone, avevano pensato di poter male factos emendare versus Lucili.
stabilimento di una storia reale del testo di Lucilio dipende dunque in gran parte da una tradizione manoscritta estranea a quella del poeta.