SECONDA PARTE
CAPITOLO 4: CORRISPONDENZA E CENSURA POSTALE
4.3 Il Regno del Sud: l'occhio indiscreto degli alleat
Una serie di eventi strettamente legati agli sbarchi alleati e alla politica di occupazione tedesca avevano portato in Italia all'insediamento di due diverse autorità politiche e militari reciprocamente ostili. Le comunicazioni postali e telegrafiche private tra le due aree di occupazione furono interrotte, fatta eccezione per quelle avviate tramite i canali della Croce Rossa37. Il servizio postale riprese all'interno dei due rispettivi territori, secondo tempistiche e
37 La Croce Rossa sopperiva alla mancanza di comunicazioni tra il Nord e il Sud del paese
tramite un servizio di messaggistica: la Croce Rossa Italiana e la Croce Rossa della Repubblica Sociale Italiana, sebbene indipendenti ed isolate l'una dall'altra, tramite la sede di Ginevra si scambiavano i messaggi che i soldati del Regno del Sud e della RSI si scrivevano con le proprie famiglie residenti nel territorio avversario. «Agli italiani residenti nelle regioni invase dal nemico posso essere inviati, soltanto se il mittente sia parente prossimo del destinatario, brevi messaggi di non più di 25 parole facendo uso degli appositi formulari distribuiti dalla Croce Rossa italiana». Articolo tratto da “La stampa” di Torino, 8 giugno 1944, riportato in <http://www.ilpostalista.it/tramonto_009b1.htm>. [Ultima consultazione 13/01/2014.]
modalità proprie e il servizio di censura postale venne ripristinato con una rinnovata attenzione, data dalle necessità belliche emergenti. Nell'Italia centrale e settentrionale, superata la fase di sbandamento, i prefetti della neo costituita Repubblica di Salò riattivarono i servizi di censura integrando il modello già sperimentato nel precedente periodo fascista con alcuni provvedimenti in uso nella Germania nazista38. Facevano eccezione le province di Bolzano, Trento, Belluno e di Trieste, Gorizia e Zara rispettivamente sotto la OZAV e la OZAK39.
Nel Regno del Sud gli uffici della censura che per alcune settimane avevano continuato a funzionare vennero sciolti il 20 ottobre 1943, in previsione di una successiva riorganizzazione per il graduale ripristino delle funzioni40. Alcune cariche e competenze della censura epistolare vennero riassorbite in maniera provvisoria dall'Ufficio Servizi - Sezione Postale dello Stato Maggiore. Complessivamente il servizio di censura italiano delle comunicazioni, per tutta la durata della campagna d'Italia passò di fatto sotto la rigida direzione del Comando alleato del 15° Gruppo d'Armate in Italia e vi rimase per tutta la durata della campagna d'Italia. Embrione del nuovo servizio di censura postale italiano, l'organizzazione di servizio postale e di censura che gli Alleati organizzarono in
38 Tutto il servizio venne di nuovo ristrutturato nel corso del 1944, tornando al modello delle
precedenti commissioni provinciali alle dipendenze dei prefetti. La struttura ripeteva quella bipartita: era formata da una sezione militare composta da ufficiali dell'esercito repubblicano e una commissione civile costituita da funzionari civili fedeli alla RSI e diretti da un ufficiale superiore della GNR.
39 OZAV, acronimo tedesco di Operationszone Alpenvorland, che comprendeva le province
italiane di Bolzano, Trento e Belluno. OZAK o Operationszone Adriatisches Küstenland corrispondeva ad un'ampia area comprendente il Friuli, e le province slovene di Istria e Carniola. Annessi al Terzo Reich e retti rispettivamente dai Gauleiter Hofer e Reiner; la censura in questi territori venne svolta direttamente dai comandi militari tedeschi.
40 Nicola Della Volpe, Esercito e propaganda nella guerra di Liberazione (1943-1945), Roma,
Sicilia nei mesi estivi fu estesa successivamente al Regno del Sud e al resto dell'Italia cobelligerante e il controllo della corrispondenza civile e militare ebbe un nuovo inizio dopo lo sfacelo dell'apparato militare e politico dell'8 settembre 1943.
La corrispondenza, prima sequestrata per azioni di spionaggio e poi raccolta per regolare censura, poteva offrire una fonte inesauribile di preziose informazioni: la sua analisi permise alle forze alleate di controllare la popolazione e di verificare l'affidabilità delle truppe italiane, contro le quali avevano combattuto fino a poche settimane prima. La lealtà e la tenuta delle truppe non costituivano l'unico elemento di cui dubitare: durante la campagna di Tunisi ed in seguito con l'occupazione di Pantelleria, il sequestro da parte alleata di alcuni sacchi di corrispondenza militare appartenente all'Asse, permise alle autorità alleate di constatare già le gravi lacune al funzionamento della censura postale italiana41.
Per salvaguardare determinata corrispondenza dalla distruzione e garantirsi utili informazioni di tipo tattico-militare durante l'occupazione della Sicilia, gli alleati organizzarono un servizio di raccolta e controllo postale a campione della corrispondenza nemica italiana e tedesca: annesse alla 7ª e 8ª
41 «1.During the Tunisian Campaign vast quantities of Italian Naval, Military and Air forces
mail were captured and examination of this mail showed that security, insofar as mail was concerned was to all intents and purpose nil». London National Archive, WO 204/690,
Communication Censorship Division, Italian military Mail, AFHQ Information and Censorship Section, Censorship Branch, c/106II, Italian Naval, Military and Air Force Mail, 8 November. 1943. Il ritrovamento di numerosi sacchi di corrispondenza italiana abbandonati negli scantinati dell'ufficio postale di Pantelleria fornì all'intelligence britannica o prezioso materiale di studio sulla struttura e sul potenziali informativo del servizio postale italiano fornendo ulteriori occasioni di conferma.
Armata, le Censorship Liaison Units costituirono piccoli nuclei operativi composti ciascuno da cinque uomini, di cui tre ufficiali, che si stabilirono in aree strategiche di comunicazione per intercettare e sequestrare la corrispondenza nemica42. Quindi inviavano agli uffici di censura alleata dell'Allied Forces Headquarter tutte le intercettazioni di interesse rilevante riguardanti propaganda nemica, attività di copertura, indiscrezioni militari, con particolare attenzione rivolta alla posta militare italiana e tedesca e alla posta civile italiana estera43.
Completata l'occupazione della Sicilia, le unità della censura operativa del 15º Gruppo d'Armata, parallelamente ai già citati servizi di spionaggio postale, attivarono le procedure necessarie per avviare un efficace servizio di censura postale sul territorio siciliano; il 18 agosto vennero requisiti degli spazi nell'ufficio postale di Palermo per l'apertura del primo Ufficio di Censura Civile che, a dispetto del nome, si occupava anche di esaminare la posta militare44. Il servizio postale venne ripristinato il 20 agosto autorizzando inizialmente la sola circolazione di cartoline postali nei confini della città di Palermo ed includendo
42 «Communications containing information on the following subject will have the pertinent
portions copied and forward to Allied Censor. If the communication is considered to be of more than ordinary interest it will be forward to the Allied censor for decision as to display: A- Information on the Enemy[...]; B-Civil Affairs[...]; C-Morale of civilian Population in Italy[...]; D-Miscellaneous[...]». London National Archives, WO 204/693, Forward censor control
officers: special instructions. AFHQ Censorship Branch C/106, Instruction for Censorship
Liaison Units in Italian Territory-Information required from Italian censorship III, p 2, 27th
August 1943, Censor Control Officers.
43 La corrispondenza sequestrata non veniva esaminata in loco ma inviata per censura a Tunisi e
poi ad Algeri. La corrispondenza estera catturata in zone prossime alla linea del fronte e destinata a territori sotto l'occupazione o l'influenza tedesca vennero in seguito destinate agli uffici di censura a Londra o New York.
44 LNA, WO 204/701, History of Civil Censorship Group, all. CCB/21/81, 27 Novembre 1944,
gradualmente altre maggiori categorie di corrispondenza45. Dopo l'armistizio l’ufficio di Palermo divenne Quartier Generale e vi si affiancarono ulteriori uffici di censura dislocati nelle diverse province siciliane: il 17 settembre 1943 la circolazione della corrispondenza venne ampliata a tutte province della Sicilia46.
Il 26 agosto 1943 aveva avuto inizio la censura sulla corrispondenza civile e militare, lettere e cartoline venivano esaminate e lette dopo aver subito una prima classificazione: corrispondenza civile, militare italiana e militare tedesca, prigionieri di guerra, posta ufficiale degli AMGOT locali, proibita pre- occupazione e proibita estera47. Obiettivo della censura era quello di tastare il polso alla popolazione sull'isola, ottenere informazioni preziose sulle opinioni dei civili e dei militari e garantire la sicurezza alle operazioni belliche in corso. Nei diversi uffici provinciali lo smistamento e la classificazione venivano eseguiti da personale civile italiano selezionato tra i dipendenti postali e nominato dall'AMGOT solo dopo l'approvazione del British Intelligence Chief
of Staff. La censura spettava al personale militare alleato: si trattava di ufficiali
45 Il ripristino delle comunicazioni postali in Sicilia non coincise con la piena circolazione della
corrispondenza che fu per lungo tempo limitata a determinate categorie di corrispondenza e alla sola circolazione interna. Solo il 9 gennaio 1944 si riaprirono i servizi postali con il continente limitatamente alla corrispondenza ordinaria, mentre a marzo avvenne la normalizzazione dei servizi postali quali raccomandate e assicurate per gli uffici di Agrigento, Bari, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Enna, Lecce, Matera, Messina, Nuoro, Palermo Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Sassari, Siracusa, Taranto e Trapani.
46 Fatta eccezione per Caltanissetta e Enna, che erano accorpate, era presente una commissione di
censura in ogni provincia siciliana per un totale di 8 commissioni. Vi era inoltre una commissione responsabile dell'intera censura della Sardegna. London National Archives, WO 204/701, Censorship groups and detachments: histories. History of Civil Censorship Group, p 10.
47 Ibid. Le categorie “proibita pre-occupazione” e “proibita estera” comprendono tutta quella
corrispondenza, sia nazionale che estera, che era stata scritta prima dello sbarco alleato e che pertanto poteva contenere informazioni strategiche o pericolose per la sicurezza.
bilingui, addestrati ed esperti di censura internazionale che esaminavano tutta la corrispondenza e redigevano delle relazioni settimanali48. Queste venivano inviate al Quartier Generale di Palermo dove, oltre ad effettuare la censura sulla corrispondenza proveniente da tutta la provincia, si verificavano le relazioni delle province periferiche e le si indirizzavano alle autorità di competenza49.
La corrispondenza veniva sottoposta a censura parziale con una percentuale del 10% e le lettere da verificare venivano pescate casualmente da un mazzo: se trovate senza violazioni delle norme e senza informazioni rilevanti venivano timbrate, etichettate, fascettate e segnate con il timbro dell'avvenuto controllo, prima di venir messe in corso insieme a tutta la corrispondenza del mazzo in cui era stata trovata. La corrispondenza contenente informazioni utili per l'AMGOT veniva trattenuta il tempo necessario per copiarne i punti salienti nelle relazioni e per comunicarli alle autorità militari.
Lo sbarco sulla penisola italiana e la lenta avanzata verso Nord delle truppe alleate significarono per la censura alleata e per il servizio postale civile in generale un graduale aumento del territorio da controllare. La difficoltà maggiore non consisteva tanto nella riapertura degli uffici postali, che in alcuni casi erano rimasti aperti anche dopo l'8 settembre e pressoché funzionanti anche durante il mese di ottobre, quanto nel ripristino dei collegamenti, carenti a causa
48 Le relazioni, cui erano allegati gli stralci più significativi, costituivano dei rapporti dettagliati
non solo sulle violazioni alle norme di sicurezza ma anche sul morale della popolazione, sulle attività degli ufficiali di censura: iniziative intraprese, statistiche sul volume della posta circolante e della corrispondenza esaminata.
49 Molti furono i problemi logistici e procedurali incontrati, insorti per il coinvolgimento di
diverse autorità: trasporti difficili, incomprensioni tra il personale militare e personale civile, errori grossolani nel classificare la posta, lacune nel formare il personale civile e inadempienze italiane nell’informare il proprio personale sulle vigenti norme sulla censura.
delle limitazioni imposte dal governo militare alleato sulle zone di operazioni. Il nuovo territorio e la particolare fase bellica richiedevano un ampliamento del raggio d'azione e un'organizzazione capillare del servizio che da soli gli ufficiali operativi delle Censorship Liaison Units non erano in grado di gestire50. Si ipotizza possano essere questi i motivi che portarono le autorità alleate agli inizi del novembre '43 a valutare la possibilità di un passaggio della censura civile e militare nelle mani dei militari italiani51. L'8 novembre, in un lettera il Generale Holmes, capo della Information and Censorship Section presso l' AFHQ poneva le basi della ricostruzione della censura italiana, a patto che vi fosse collaborazione tra i vertici italiani e gli ufficiali alleati della censura di controllo. Nella missiva egli auspicava la promulgazione di specifiche norme, attraverso le agenzie che controllavano le funzioni governative italiane52.
Conseguentemente il servizio subì delle modifiche nella logistica e nella composizione degli organici direttivi e esecutivi alleati, il territorio servito dalla censura venne ampliato e le competenze aumentarono53. Il 13 novembre la Missione Militare Alleata di Brindisi comunicò all'Ufficio Servizi dello Stato
50 Gli ufficiali addetti alla censura non disponevano degli strumenti logistici sufficienti per
occuparsi di una controllo che riguardava un numero sempre più ampio di personale civile e militare distribuito in un territorio sempre più ampio e a stretto contatto con le truppe alleate perché sempre più coinvolto nelle operazioni di sbarco e manovalanza.e
51 La censura della corrispondenza proveniente dal personale navale militare e della
corrispondenza civile ebbe effettivamente inizio il 1 dicembre 1943.
52 In realtà si dovette attendere ancora dei mesi prima che le autorità italiane potessero redigere e
diffondere delle norme. Fino al 31 marzo 1944 ci si dovette attenere integralmente alle indicazioni emanate dal Censorship Branch.
53 Il personale alleato militare impiegato proveniva dalla British Imperial Censorship e dall'U.S.
Office of Censorship, addestrato alla censura delle comunicazioni nelle proprie nazioni e con
esperienza di censura internazionale Pur cercando di mantenere un certo equilibrio tra personale britannico e americano, tuttavia si finì per avere una prevalenza britannica ai vertici e una base amministrativa prevalentemente americana.
Maggiore la decisione presa dai vertici militari alleati di restituire agli italiani la responsabilità del servizio di censura civile e militare navale, da svolgere con l'ausilio di competenti Commissioni provinciali di censura, recuperando parzialmente la struttura organizzativa già in vigore durante il periodo fascista per adattarla all'organizzazione sperimentata già in Sicilia. A metà novembre iniziarono le procedure per il passaggio di ruoli: l'organico italiano proposto dai prefetti italiani venne selezionato dal personale di intelligence britannico in base all'integrità personale e al passato politico e fu quindi inviato al Quartier Generale di Palermo per seguire un programma di addestramento54; talvolta senza previa esperienza, ma più sovente provenienti dalle precedenti Commissioni di Censura Civile italiana, tutti i selezionati attraversarono una fase di formazione che prevedeva lo studio e la comprensione delle norme sulla censura civile e dei compiti di una sezione di censura secondo gli standard di sicurezza alleati. Spettava al personale delle commissioni la censura in percentuale variabile sulla corrispondenza civile in partenza55. Inoltre dalle Commissioni Provinciali di Censura, presto denominate “Commissioni di Censura di Guerra”, doveva transitare tutta la corrispondenza per le unità non mobilitate dell'Esercito e dell'Aeronautica dislocate nelle retrovie e quella del personale di Marina a terra ma questo esame restava prerogativa esclusiva degli
Allied Censor Control Officers, ufficiali alleati di controllo assegnati in numero
54 Pur nell'avvicendarsi di ruoli e competenze, la sezione di Palermo mantenne la propria
importanza svolgendo la funzione di Quartier generale della Sezione Censura Civile fino a dicembre 1944.
55 A quella data le province del Regno del Sud sotto il diretto controllo politico italiano erano
Bari, Brindisi, Cagliari, Lecce, Nuoro, Sassari e Taranto. Le province siciliane erano ancora sotto il controllo dei governi militari locali.
variabile a ciascuna commissione, come già da tempo avveniva nelle province siciliane.
L'11 dicembre, insieme al servizio postale ebbe inizio la censura nella zona peninsulare compresa tra Bari, Brindisi, Lecce e Taranto e fu esteso ad alcune province della Sardegna collegate al continente con voli aerei settimanali. Per quanto riguarda le province di Napoli, Salerno, che erano sedi importanti di autorità militari, la corrispondenza civile rimase proibita fino al 9 gennaio 1944; anche ai civili delle diverse province siciliane fu a lungo precluso qualunque collegamento postale con la parte peninsulare, autorizzandone il servizio solo nel febbraio 1944. In entrambi i casi la piena ripresa del servizio dipendeva non tanto dalla frequenza dei collegamenti stradali, ferroviari e marittimi, quanto da precise scelte imposte dall'occupazione militare alleata56.
In data 10 dicembre 1943 il ministero degli Interni inviò ai prefetti delle province la circolare privata nº 1609 relativa alla Censura di Guerra, dove si confermavano le funzione e le relative modalità di espletamento delle Commissioni provinciali di censura e si fissavano gli ambiti di azione dell'ufficiale alleato57.
«[...] è compito demandato personalmente ai Presidenti delle Commissioni il curare che i rapporti con l’Ufficiale alleato addetto a servizio di censura si svolgano con ogni
56 La posta ufficiale e quella proveniente dai militari rimasero a lungo le uniche tipologie di
corrispondenza autorizzate a circolare dalla Sicilia al continente e viceversa.
57 A distanza di dieci giorni dall'avvio del servizio, il ministro sentiva la necessità di definire gli
ambiti di competenza e le relazioni che dovevano esistere tra le diverse autorità coinvolte. Il disbrigo della censura aveva già sperimentato nel 1940 la coesione di militari e civili all’interno delle Commissioni provinciali e ne erano sorti conflitti e problemi di diversa natura.
cordialità ed in pieno accordo...».58
Il personale di ciascuna “Commissione di Censura di Guerra” agiva sotto la vigilanza costante degli Allied Censor Commission Officers e la situazione era delicata: i Presidenti delle diverse Commissioni provinciali, incaricati dai Prefetti, dovevano salvaguardare il rapporto con gli ufficiali alleati superiori, cui era stato assegnato un ampio potere59. Era ferma opinione del Dipartimento di guerra statunitense e del War Office britannico mantenere un assoluto fermo controllo dell'organizzazione censoria italiana. Dalla lettura integrale della circolare nº1609 si percepisce chiaramente l'importanza dei vari ufficiali alleati a disposizione di ciascuna Commissione provinciale, cui spettava un potere superiore agli stessi Presidenti. Gli ufficiali avevano la facoltà esclusiva di consultare in maniera prioritaria gran parte della posta: spettava loro la corrispondenza relativa a sicurezza militare, attività segrete, indiscrezioni militari, rivelazioni nemiche ma anche notizie relative alla vita civile ed economica italiana e possibili informazioni relative alle organizzazioni di soccorso italiane e internazionali, dei prigionieri di guerra e del personale diplomatico di qualunque nazionalità60. I Presidenti di Commissione, gerarchicamente inferiori solo ai prefetti, di fatto sottostavano agli ufficiali alleati che esercitavano un controllo totale anche sulla posta civile italiana:
58 Circolare riservata n°1609 del Ministero dell’Interno diretta ai Prefetti di Bari, Brindisi, Lecce,
Nuoro, Cagliari, Lecce, Nuoro, Sassari e Taranto in data 10 dicembre 1943, ACS Min. Int., Censura di Guerra 19440-45, busta 1 fasc. 5.
59 Cfr. LNA, WO 204/701, Censorship groups and Detachment:histories. History if Civil Censor
Group, Censorship of italian Civil Communications in all but Forward Areas, Politics and Procedures, pp. 18-19 .
60 Rientravano tra queste la tipologia delle “indiscrezioni” ovvero tutte quelle comunicazioni o
notizie relative a atteggiamenti e atrocità che avrebbero potuto gettare discredito sulle forze armate alleate.
infatti avevano la precedenza nella consultazione della corrispondenza, l’autonomia di togliere dal corso determinate corrispondenze e il diritto di richiederne copia degli stralci prima della restituzione alla Commissione per l’inoltro61. Spettava al Presidente di Commissione la redazione e l'invio delle relazioni dei civili e dei reparti non mobilitati. I prefetti e il Servizio Informazioni Militari dello Stato Maggiore italiano vennero in certa misura tenuti a distanza dalle informazioni militari, in quanto potevano disporre della corrispondenza italiana solo dopo che gli alleati l'avevano visionata. I vertici militari italiani vennero inoltre esclusi dalla lettura “di prima mano” della corrispondenza degli ufficiali di marina, che veniva riunita in mazzi e inviata direttamente alla commissione di Taranto per essere sottoposta alla censura dell'Allied Censor Control Officer 62.
Particolare importanza rivestì la procedura di raccolta e censura della corrispondenza militare in zona di operazioni che rimase monopolio esclusivo degli Alleati. Il cambio di alleanza e le operazioni in atto sul territorio richiedevano entrambi un grado di riservatezza e sicurezza cui il servizio postale
61 Gli ufficiali non erano autorizzati a trasmettere istruzioni né ai presidenti di commissione né si
prefetti; ogni tipo di direttiva o istruzione veniva emanata dalla Censorship Branch attraverso la sezione Governo Militare della AFHQ che la indirizzava al Governo italiano. Gli ufficiali assegnati alle diverse province non erano ufficiali di collegamento, avevano invece funzioni strettamente operative in merito alla raccolta di informazioni di utilità militare ed economica; avevano la libertà di trattenere la corrispondenza il tempo necessario per soddisfare i grado di