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Verso la Linea Gotica: il Corpo italiano di liberazione

CAPITOLO 2: PREMESSE STORICHE RUOLO DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA NELLA

2.3 Verso la Linea Gotica: il Corpo italiano di liberazione

Contrariamente alle previsioni di rapida avanzata da parte degli Alleati, i ritardi e gli arresti subiti sulla penisola avevano causato un prolungamento inatteso della Campagna d'Italia fino a coincidere con l'operazione Overlord, già da tempo programmata e considerata nettamente prioritaria. Con l'avvicinarsi del previsto sbarco in Normandia, a partire dalla primavera 1944 intere grandi unità alleate ed ingenti quantità di materiali vennero prelevati dalle forze dislocate in Italia e trasferiti in Gran Bretagna. Si crearono nuove problematiche riguardo alla rotazione dei reparti stanziati in Italia per il riposo, l'addestramento, la ricostruzione, da risolversi con il criterio generale della massima utilizzazione. La stessa attività aerea venne progressivamente ridotta e dosata, impiegandola dove di volta in volta era più opportuno. Vennero eseguite opere difensive con reticolati e campi minati: delle buone condizioni difensive permettevano di risparmiare truppe che potevano essere inviate ai campi di

63 Dopo la conquista di Monte Marrone avvenuta il 31 marzo, gli alpini dovettero respingere un

attacco delle truppe tedesche sferrato nella notte del 10 aprile successivo nel tentativo vano di recuperare il settore perduto.

riposo o sottoposte a cicli addestrativi64. Già a partire da gennaio '44, fu particolarmente importante il concorso dei patrioti italiani operanti nelle retrovie, forti di una loro profonda conoscenza dei territori in cui agivano: alcune formazioni cooperarono in maniera più o meno continuativa e diretta con i reparti alleati per servizi di esplorazione e pattuglia nella cosiddetta “terra di nessuno” che divideva abitualmente le linee avversarie. Dopo un incontro con il maggiore Lionel Wigram e il loro comandante, Ettore Troilo, agli uomini della formazione partigiana del “Gruppo patrioti della Maiella” fu concessa la possibilità di combattere sotto il comando alleato, inquadrata nel 2° Corpo d'armata polacco65. La campagna d’Italia richiese dunque l’impiego, seppur marginale e gregario, di truppe combattenti che potessero parzialmente sostituire le truppe destinate al fronte francese: fu questo il motivo principale che portò gli alleati ad accettare un maggior contributo di soldati italiani in combattimento.

Il Corpo italiano di liberazione rappresentò la continuazione operativa del Primo Raggruppamento motorizzato di cui inizialmente mantenne inalterato l'organico: salvo il cambiamento di denominazione, la cui autorizzazione fu comunicata dagli alleati il 17 aprile 1944, sia la dislocazione, sia la dipendenza

64 Nella visione strategica alleata, addestramento e riposo costituivano ugualmente coefficienti

Nella visione strategica alleata, addestramento e riposo costituivano ugualmente indispensabili, coefficienti indispensabili per un buon rendimento delle truppe.

65 In seguito alla collaborazione delle brigate partigiane abruzzesi, l'8ª Armata impiegò in

combattimento la Brigata Majella, guidata dal tenente colonnello Lewicki. Trovandosi in settori di impiego contigui e sotto le dipendenze del medesimo corpo d'armata, gli uomini del CIL si trovarono più volte a contatto con gli uomini della brigata “Maiella”, durante il loro ciclo di operazioni sul versante adriatico. Successivamente altre divisioni partigiane vennero inquadrate dagli alleati e schierate in linea: l'8ª Armata britannica coinvolse la 28ª Brigata Garibaldi “Mario Gordini” costituita dai partigiani ravennati che nell'autunno 1944 si erano distinti in scontri frontali contro i tedeschi, favorendo la liberazione di Ravenna. La 5ª Armata inquadrò la divisione partigiana “Armando Modena”, composta da brigate modenesi e bolognesi per un totale di 2000 uomini.

d'impiego dal 10° Corpo britannico rimasero immutate66. Riprendendo le parole del generale Crapanzano, la costituzione del C.I.L. si inquadrava, nelle intenzioni dei comandi italiani «in tutto l'intenso e assiduo lavorio […] al fine di ottenere una partecipazione delle nostre forze armate alla guerra di liberazione su scala sempre maggiore67». Tuttavia, questa opportunità di ampliare l'organico dei reparti combattenti trovò di nuovo un freno nel generale Alexander che, accampando il pretesto delle difficoltà di munizionamento, avevano fissato il limite organico massimo a 12.000 effettivi68. Durante una riunione del 16 aprile, gli ufficiali della sottocommissione per l'esercito ACC ribadirono al generale Berardi che non era possibile aumentare l'aliquota stabilita inserendo la divisione Nembo69.

Successivamente, nell'ottica di pieno utilizzo delle risorse disponibili, gli alleati acconsentirono alla richiesta italiana di trasferire sulla penisola le grandi unità rimaste in Sardegna, senza tuttavia assecondare le aspirazioni di autonomia operativa dello stato maggiore italiano che sperava di poter costituire di nuovo un corpo d'armata suddiviso in due divisioni, la “Nembo” e la “Legnano”.

66 Il raggruppamento passò alle dipendenze del 10° Corpo britannico in data 15 aprile. La data

ufficiale di nascita del CIL viene considerata il 18 aprile 1944, sebbene le prime consistenti modifiche risalgano al 17 maggio quando venne ampliato il settore d'impiego e la successiva assegnazione del 184º Reggimento Nembo alle dipendenze del CIL, avvenuta il giorno successivo. Cfr. S.E. Crapanzano, Il primo raggruppamento motorizzato italiano, p 130. ID, Il

corpo italiano di liberazione cit, p 29-20.

67 Cfr S. Loi, I rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, Relazione del Comando

Supremo del 29 marzo, documento n° 54 in appendice, pp. 328-331.

68 Crapanzano riporta una cifra equivalente a 14.100 effettivi riferendosi alla circolare G-6.1-35

del 6 aprile. Cfr. Id, Il corpo italiano di liberazione cit., p. 13.

69 Un ulteriore incontro tra Berardi e Browning, tenutosi il 23 aprile e ulteriori insistenza da

parte italiana portarono alla concessione alleata di ulteriori 10.000 uomini e all'assegnazione della divisione “Nembo” al CIL concessa dai comandi alleati il 16 maggio ma effettiva dal giorno 26 . Cfr. Ibid.,p. 15 e sgg.

Tabella 2: - 2 aprile '44- Organico del Corpo italiano di liberazione

(10.000 organici)

Comando Comando Legnano

Fanteria 1° Battaglione 68° Reggimento Fanteria Legnano

2° Battaglione 68° Reggimento Fanteria Legnano 3° Battaglione 68° Reggimento Fanteria Legnano

9° Reparto d'assalto

Bersaglieri 4° Reggimento Bersaglieri

33° Battaglione bersaglieri 29° Battaglione Bersaglieri

Alpini Battaglione alpini “Piemonte”

1 batteria da 75/13 di artiglieri Artiglieria 11° Reparto d'artiglieria:

-1° gruppo da 105/28 -2° gruppo da 100/22 -3° gruppo da 75/18 -4° gruppo da 75/18

Genio 60° Battaglione misto genio

Autogruppo 150° reparto salmerie

Sanità 51ª sezione sanità

470º e 866º ospedale da campo 34º nucleo chirurgico

244º ospedale da campo. 29ª ambulanza

CC RR 29ª Sezione e 51ª Sezione

Fonte: Ministero della Difesa, AUSSME, Il primo raggruppamento motorizzato, Roma 1949.

«Continuando senza interruzioni le operazioni svolte dal Primo raggruppamento motorizzato, il CIL svolse ininterrottamente attività bellica sino agli ultimi di

agosto del 194470»; inizialmente venne impiegato in una serie di piccole azioni belliche nel settore delle Mainarde, a protezioni dell'importante centro Colli al Volturno, eseguendo piccoli colpi di mano contro le postazioni nemiche. Nel frattempo giunsero nella zona i nuovi reparti che ne aumentarono l'organico71. Venne potenziato il volume di fuoco dell'artiglieria aggiungendo all'11º Reggimento Artiglieria parte del 58º Reggimento Artiglieria e il 26 maggio il 184º Reggimento Nembo venne schierato con il CIL a difesa di un settore instabile72. L'artiglieria tedesca aveva accentuato la propria attività, probabilmente nel tentativo di mascherare movimenti e cambiamenti nel proprio dispositivo difensivo, senza che tuttavia vi fosse alcun ripiegamento. Dopo l'inizio dell'offensiva alleati alla linea Gustav nel settore di Cassino, il CIL ricevette l'ordine di passare all'attacco, conquistò Monte Mare e Monte Cavallo, forzando la Linea Gustav sulla direttrice operativa della Valle del Liri73. Il battaglione alpino “Piemonte” stava conducendo l'operazione che aveva l'obiettivo di raggiungere Opi per tagliare la strada tra Avezzano a Alfedena, quando al CIL giunse l'ordine di trasferimento nel settore adriatico della Linea Gustav.

A causa della rigore della stagione invernale e della strenua resistenza

70SME, La guerra di liberazione. Scritti nel trentennale, cit, p.154

71 «I suoi ranghi si accrebbero infatti progressivamente fino a raggiungere la forza di non

trascurabile di 15 battaglioni, 11 gruppi di artiglieria e numerosi altri reparti minori a livello di compagnia per un totale di 25.000 uomini». Ivi

72 L'intera divisione “Nembo” trasferita dalla Sardegna a fine maggio, in seguito ad accorti con il

Comando alleato, passò formalmente al CIL il 26 maggio, assumendo la struttura organica delineata nella tabella 3. Ivi

73 La missione “Chianti” si svolse in un terreno montagnoso elevato, aspro e con viabilità

tedesca, questo versante della linea difensiva, poi denominata linea invernale, aveva visto arrestarsi gli alleati a dicembre 43, dopo la conquista di Ortona74.

Dopo il lungo ciclo operativo delle Mainarde, il comando dell'8ª Armata aveva deciso nuovamente di impiegare il CIL in un settore che presentava caratteristiche adatte all'impiego di truppe appiedate. Sebbene alle dipendenze operative del 5º Corpo d'armata britannico, la disciplina, la logistica e l'amministrazione del CIL dipendevano dalla Delegazione dello Stato Maggiore, guidata dal generale De Stefanis. Dislocati in una zona ricca di ostacoli naturali, le truppe del CIL liberarono numerose città abruzzesi75. L'avanzata proseguì con successo fino alla liberazione di Ascoli Piceno, Macerata e Tolentino76.

Nei mesi di luglio e agosto il Corpo italiano di Liberazione affiancò l'avanzata del 2º Corpo d'Armata polacco su Ancona, appoggiando le truppe polacche lungo una direttrice interna. Seguirono duri combattimenti per il superamento del fiume Fiumicello e la conquista di Filottrano, considerata una delle prove più dure della campagna di liberazione77. Successivamente riprese

74 L'offensiva si era spostata a gennaio sul versante tirrenico, con l'operazione Shingle e il

successivo attacco di Cassino: l'obiettivo era di sfondare il versante occidentale e raggiungere Roma.

75 Chieti fu liberata il 10 giugno, Sulmona l'11 giugno, L'Aquila il 13 e Teramo il 15 giugno. La

rapidità dell'avanzata era dovuta alla al ripiegamento precipitoso delle truppe tedesche, indotte dalla rapida avanzata dell'8Armata. In questa fase gli italiani furono impiegati in attività di rastrellamento più che in veri e propri combattimenti.

76 Il 17 giugno il CIL passò alle dipendenza del 2° Corpo d'armata polacco condotto dal generale

Anders che aveva inquadrato la Brigata Maiella. Il 18 giugno una pattuglia della 184ª compagnia motorizzata raggiunse Ascoli, abbandonata all'alba dai tedeschi. Macerata fu raggiunta il 30 giugno dopo che i tedeschi avevano opposto una forte resistenza sul fiume Fiastre e Chienti.

77 La battaglia di Filottrano, condotta tra il 2 e il 9 luglio, assunse particolare rilievo nella

memorialistica istituzionale e di corpo della guerra di liberazione. L'azione, sostenuta con combattimenti ravvicinati e perdite consistenti da parte del nucleo avanzato della Nembo, venne

l'avanzata verso nord del CIL con il superamento dei fiumi Musone, Esino e Cesano. Il 18 luglio i polacchi liberarono Ancona e le truppe italiane liberarono Iesi. Il 10 agosto le truppe del CIL liberarono Corinaldo, prima che nuovi ordini imponessero loro di cambiare fronte, dislocandosi tra Sassoferrato e Gubbio. Il 17 agosto il CIL assunse la responsabilità del nuovo fronte e il giorno successivo riprese l'offensiva superando la linea del fiume Metauro e liberando Pergola, Urbino, Urbania e Peglio.

Nonostante Clark non avesse acconsentito all'arrivo congiunto e tempestivo di unità italiane a Roma, per le truppe italiane fu psicologicamente molto importante il fatto di aver potuto liberare molti centri e capoluoghi di provincia: i cittadini delle città liberate, riconosciute le bandiere e i distintivi italiani, accolsero e acclamarono calorosamente le truppe liberatrici del CIL, alzando notevolmente il morale delle truppe78.

Tabella 3 – Giugno '44 - Struttura organica definitiva del CIL.

( circa 20.000 effettivi )

Comando Comando e quartier generale Corpo Italiano di liberazione 1ª Brigata 4º Reggimento Bersaglieri:

29º Battaglione bersaglieri 33º Battaglione bersaglieri

1ª Compagnia bersaglieri

3º Reggimento alpino: Battaglione alpini Piemonte

Btg. alpini Monte Granero

esaltata come la dimostrazione del pieno recupero delle qualità militari italiane. Cfr. M. di Giovanni, I paracadutisti italiani. Volontari, miti e memoria della seconda guerra mondiale cit., p. 256.

motociclisti

185º Reparto Battaglione arditi paracadutisti 4º Gruppo artiglieria alpina someggiata da 75/13

servizi di brigata 2ª brigata 68º Reggimento fanteria

Legnano: 1º Battaglione fanteria 2º Battaglione fanteria

Reggimento San Marco: Battaglione “Bafile” Battaglione “Grado”

9º Reparto d'assalto Squadrone Cavalleggeri guide

5º Gruppo artiglieria alpina (someggiata) da 75/13 Divisione “Nembo” 183º Rgt. Parac. Nembo 15º Battaglione paracadutisti 16º Battaglione paracadutisti 183ª compagnia paracadutisti cannoni controcarro da 47/32 184º Rgt. Paracadutisti Nembo 13º Battaglione paracadutisti 14º Battaglione paracadutisti 184ª compagnia paracadutisti cannoni controcarro da 47/32 184º Reggimento artiglieria paracadutisti Nembo:

1º Gruppo cannoni campali da 75/27 2º Gruppo obici campali da 100/22 184ª Batteria contraerea da 20/65 Varie

sezioni della div. Nembo

184ª Compagnia genio minatori-artieri

184ª Compagnia genio telegrafisti/radiotelegrafisti

184ª Sezione fotoelettricisti 184ª Compagnia paracadutisti motociclisti ;184ª Compagnia paracadutisti mortai da 81

5º Gruppo artiglieria controcarro: 9ª Batteria cannoni controcarro da 47/32

10ª Batteria cannoni controcarro da 47/32 Artiglieria 11º Reggimento di Artiglieria:

1º Gruppo cannoni pesanti campali da 105/28 2º Gruppo obici campali da 100/22

3º Gruppo obici campali da 75/18 4º Gruppo obici campali da 75/18 5º Gruppo cannoni controcarro da 57/50 Batteria contraerea da 20/65

166º Gruppo artiglieria di Corpo d'armata da 149/19 CC.RR. 324ª Sezione carabinieri

Trasporti 150º autogruppo misto + 150º autogruppo salmerie Genio 51º Battaglione misto genio:

51ª Compagnia genio artieri;

51ª Sezione fotoelettricisti

Sanità 51ª sezione sanità, 34º nucleo chirurgico,

270º Ospedale da campo, 244º Ospedale da campo, 332º Ospedale da campo, 886º Ospedale da campo, 29ª ambulanza radiologica

+ 1 nucleo sanità + 1 nucleo sussistenza

Varie 51ª sezione sussistenza 35ª squadra panettieri

Fonte: Ministero della Difesa, AUSSME, Il primo raggruppamento motorizzato, Roma 1950.

Durante i mesi estivi il CIL vide un primo importante incremento dei complementi grazie all'attiva campagna di promozione di arruolamento volontario di cui si erano resi protagonisti il Governo e il Partito Comunista79.

Il lungo periodo, suddiviso in tre diversi fasi operative fu caratterizzato da vicende alterne che videro attività statiche di pattuglia alternate a rapide avanzate verso nord. Delle tre, il secondo ciclo operativo con l'impiego dalla zona di Lanciano al fiume Chienti, fu caratterizzato da una maggiore lentezza nell'avanzata del CIL e da un più o meno irrigidimento della resistenza opposta dal nemico, con gli scontri armati più importanti ed un grande numero di perdite umane. «I reparti italiani dovettero affrontare una guerra di movimento assai logorante anche nel breve periodo per la scarsità di mezzi a disposizione80». Riprendendo le parole di Crapanzano, «la nota saliente in tutta l'avanzata del CIL fu la grave deficienza in genere dei mezzi, soprattutto gravissima fu quella

79 Il volontari, arruolati direttamente dai comandi di divisione, andavano a colmare i vuoti

organici creatisi per i decessi subiti in combattimento.

80 Più volte nella loro avanzata le unità di avanguardia, costituite dal 184° Battaglione Nembo, si

trovarono isolate rispetto al grosso delle altre unità italiane e prive di potenza di fuoco per la lentezza dei movimenti delle unità di artiglieria. Cfr. Marco di Giovanni, I paracadutisti

dei mezzi motorizzati, la quale ebbe notevoli ripercussioni in campo logistico, strategico e tattico» a cui si aggiunse uno scarso munizionamento e l'assenza totale di mezzi corazzati81.

L'impiego delle truppe del CIL iniziato sulle Mainarde e conclusosi con la liberazione di Pegli e Urbino, nonostante le perdite umane subite, si era attirato la stima dei vertici militari alleati82. Il 23 luglio la Commissione Alleata di Controllo, presieduta dal generale Browning autorizzava la costituzione di due Gruppi di combattimento italiani. Quando il CIL venne ritirato nelle retrovie, la linea del fronte era giunta alla Linea Gotica. Dotata di complesso sistema di difesa, la linea Gotica fu attaccata dagli alleati nel settembre del 1944, e benché questi riuscissero a sfondare le prime linee in numerosi punti, non furono tuttavia in grado di portare l’attacco fino in fondo83.

Le pesanti perdite subite, le difficoltà nell’ottenere i rinforzi e gli approvvigionamenti necessari per continuare l’attacco, insieme all’arrivo della brutta stagione, costrinsero gli alleati a sospendere le operazioni. Il 25 settembre il CIL venne sciolto nella zona di Piedimonte d'Alife e gli uomini dei suoi reparti vennero equipaggiati e addestrati secondo le tecniche di combattimento alleate per formare i Gruppi di combattimento che avrebbero partecipato alla nuova offensiva alleata di primavera.

81 S. E. Crapanzano, Il Corpo italiano di liberazione cit, p. 204

82 Durante i sei mesi di impiego il Corpo italiano di liberazione riportò 377 morti e 880 feriti.

Cfr. Ibid, p. 200.

83 Costituita da campi minati, reticolati, fossati anticarro, trincee, ricoveri e bunker per

l’artiglieria e per le mitragliatrici, la Linea Verde, più conosciuta come Linea Gotica, tagliava in due la penisola italiana da Massa-Carrara a Rimini, estendendosi per una lunghezza di 320 km e per una profondità che in alcuni punti raggiungeva i 30 km. Le zone maggiormente fortificate della Linea Gotica erano quelle costiere ed il settore a cavallo del Passo della Futa.