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Il ruolo dell’ICT e delle nuove tecnologie

Nel documento Quaderni del MIPA (pagine 186-191)

L’ICT è uno strumento per la competitività delle organizzazioni (imprese e P.A.) e per l’evoluzione dell’intero Paese: togliere gli investi-menti dal settore ICT significa ridurre l’efficienza della P.A. e la com-petitività delle imprese e, quindi, aumentare il costo e l’onerosità degli altri settori (è come se, per costruire una strada, invece di comprare delle macchine utensili che possono aiutare nella costruzione, si vuole costruirla con le sole risorse umane: certamente serviranno molte più risorse umane, molto più tempo e molte più risorse economiche che non comprando una o due macchine).

La situazione dello sviluppo dell’ICT, dunque, deve essere attentamen-te valutata e devono essere riconsiderati gli investimenti previsti. Con il documento Linee guida per lo sviluppo della società dell’informazione

nella legislatura il governo italiano si è impegnato a condurre il Paese in

posizione di protagonista nell’era digitale, modernizzandolo attraverso un utilizzo diffuso delle nuove tecnologie ICT sia nel pubblico che nel privato, favorendone la competitività attraverso l’accelerazione dell’eco-nomia della rete e sviluppando un modello di società dell’informazione basata sull’innovazione e la conoscenza che migliori la qualità della vita e prevenga da esclusioni di natura sociale ed economica.

Nella strategia indicata, infatti, il ruolo dell’ICT e delle nuove tecnolo-gie è considerato fondamentale e si individuano tre direttrici di inter-vento: la trasformazione della Pubblica Amministrazione (e-government), gli interventi nel sistema paese e un’azione di supporto internazionale. In tale contesto si dovrebbe instaurare un circolo virtuoso fra ammini-strazioni, cittadini e imprese che permetta di coniugare queste tre fon-damentali realtà della società dell’informazione, attraverso l’e-government. Questo circolo virtuoso è ben disegnato e sono stati definiti vari stru-menti per attuarlo, portarlo avanti e controllarlo. Ciò che manca è un po’ il carburante che possa far funzionare il motore.

Infatti, è evidente per il raggiungimento di questo obiettivo:

1) l’importanza di un piano coordinato nel raggiungimento degli obiettivi della Società dell’Informazione;

2) il coordinamento e indirizzo delle risorse finanziarie con la gestio-ne diretta di risorse per interventi mirati;

3) il coinvolgimento di tutte le amministrazioni basato su un modello di cooperazione operativa grazie a diverse figure chiave nelle diver-se organizzazioni;

4) la necessità di misurare il raggiungimento degli obiettivi con stru-menti di monitoraggio formalizzati.

È interessante analizzare alcuni aspetti inerenti più specificatamente l’attuazione dei progetti di e-government. Innanzitutto un aspetto

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zativo delle amministrazioni: passare da una gestione tradizionale a una gestione on-line, a un sistema on-line, implica dei grandi cambiamenti organizzativi, in termini di procedure, di strutture e di personale. C’è, poi, un aspetto tecnologico da considerare. Certamente oggi le tec-nologie sono diffuse in vari settori, ma ci sono anche altri aspetti da tenere in conto. Infatti, il piano e-government si colloca in una realtà infra-strutturale e applicativa già esistente nelle amministrazioni centrali e locali: vi sono sistemi, procedure, applicazioni che stanno andando avanti, che stanno funzionando a volte bene a volte benissimo, a volte con qualche carenza.

In questo contesto le attuali procedure devono evolvere verso una gestione on-line dei servizi e le applicazioni esistenti devono essere integrate nel nuovo sistema.

Un altro dei punti fondamentali del piano e-government sono i portali, forse lo strumento principale per avvicinare i cittadini alla Pubblica Amministrazione.

È, però, necessario, che onde evitare che nascano mille portali tutti più o meno uguali e che il cittadino non capisca più niente, si realizzi un “Sistema” di portali, cioè un’architettura organica che preveda l’inter-connessione dei diversi livelli di portali. Il portale nazionale, i portali regionali, i portali comunali o degli altri Enti Locali dovrebbero essere collegati tra loro in un disegno omogeneo e coerente, magari attraver-so l’adozione di un “Repository” comune.

Inoltre, altri aspetti importanti sono:

1) gli archivi, nel senso che essi devono cooperare tra di loro e per-mettere lo scambio delle informazioni;

2) i sistemi di ricerca dell’informazione, che devono essere ancora più facilitati, per permettere l’accesso alle varie categorie sociali, in par-ticolar modo ai disabili;

3) l’infrastruttura portante di telecomunicazioni;

4) la banda larga, che, però, sta procedendo sopratutto con impulsi privati, ma che, invece, deve trovare da parte pubblica adeguate misure di sostegno e impulso;

5) la sicurezza informatica e la privacy, aspetti che devono essere tenu-ti nel dovuto conto nello sviluppo dei progettenu-ti di e-government per non vanificare o ridurre gli obiettivi che il Programma si prefigge. Inoltre, non devono essere dimenticati gli aspetti finanziari, che, forse, preoccupano maggiormente.

I fondi ex UMTS, che sono gli unici fondi oggi di fatto realmente disponibili per i programmi, si stanno assegnando per una metà, l’altra metà è in corso di assegnazione.

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Ma, per la completa ed efficace realizzazione del Piano sarebbe oppor-tuno pensare anche ad altre formule di finanziamento, quali ad esempio il project financing.

In questo contesto, le possibili proposte nel breve termine sono: 1) escludere gli investimenti ICT dai tagli previsti per le

amministra-zioni pubbliche in quanto risorsa infrastrutturale per il Paese; 2) riconsiderare la strategicità dell’e-government, secondo quanto

sto nel DPEF, ripristinando e\o adeguando i finanziamenti previ-sti;

3) incentivare il ricorso all’outsourcing nel campo dei Servizi della P.A. e sperimentare/avviare formule di project financing;

4) verificare il miglior utilizzo dei fondi europei, a vantaggio dell’inno-vazione.

Nel medio termine:

a) elaborare un piano di legislatura, da denominare Patto per

l’Innovazione, per il raggiungimento degli obiettivi relativi al pieno

consolidamento di una società dell’informazione in Italia;

b) definire - e condividere a livello europeo - i parametri relativi al pieno sviluppo di un’economia digitale, in modo da misurare perio-dicamente i risultati ottenuti e i ritardi accumulati;

c) coinvolgere le amministrazioni competenti - in una logica di coor-dinamento e di collaborazione - sia al giusto livello politico (Comitato dei Ministri per la società dell’informazione), sia attra-verso un modello di collaborazione operativa (responsabili di rife-rimento);

d) al Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, che è incaricato dal governo di presiedere queste tematiche, deve essere assegnato sia il coordinamento del piano sia la gestione delle risorse finanziarie previste, in stretta sinergia con il Ministero dell’Economia.

In una simile prospettiva, dunque, l’Assinform intende:

1) monitorare con grande attenzione gli impatti che l’ICT ha sul siste-ma delle imprese pubbliche (efficienza, servizi, best practice, ecc.); 2) consolidare il dialogo sia al centro che in periferia, agevolando tutte

le opportunità che emergono dal mercato e favorendo la collabora-zione tra enti pubblici, a tutti i livelli, soprattutto quello regionale; 3) supportare in forma diretta quegli enti (amm. centrali, Regioni ed

Enti Locali) che hanno necessità di una collaborazione “pre-com-petitiva” (in tal senso si è operato verso la regione Lazio, per la

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quale è stato sviluppato il piano di e-government regionale, e verso la regione Emilia Romagna con cui è in essere una collaborazione per il monitoraggio del Piano Telematico regionale).

Per far ciò, l’Assinform ha sviluppato una logica di “Centri di Competenza” a supporto dei principali ambiti della domanda di tecno-logie e intende dedicarne uno alla P.A., sia centrale che locale, poiché è uno dei settori chiave del mercato ICT, a supporto sia delle aziende associate che del mercato.

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Il Formez ha svolto un’indagine molto importante, per il momento unica con questo grado di dettaglio in Italia, sulle dotazioni tecnologi-che e i fabbisogni formativi nelle pubblitecnologi-che amministrazioni locali di tutta Italia. L’indagine, coordinata dalla dr.ssa Bevilacqua, ha coperto un numero significativo di Comuni, quasi tutte le Province, tutte le Regioni. Da due anni, inoltre, il Formez sta finanziando l’indagine annuale Rur-Censis sulle città digitali, che produce – assieme alla prece-dente – i dati quantitativi più significativi in Italia sullo stato di svilup-po dell’e-government. Venendo ad altri ambiti di attività sull’e-goverment, il Formez sta assistendo il Dipartimento della Funzione pubblica e il ministro Stanca su diverse iniziative, una in particolare è lo sviluppo dei Centri Regionali di Competenza per l’e-government e la società dell’infor-mazione, che si stanno attivando in tutte le regioni in collaborazione tra ministero e amministrazioni regionali. Altra attività in fase di conclusio-ne, preliminare all’avvio del piano di e-government, è stata il Progetto pilo-ta sull’alfabetizzazione e formazione informatica, che ha visto coinvol-ti anche l’Aipa e la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, che ha portato a sviluppare interventi sperimentali in aree Obiettivo 1 e 2.

Infine, il Formez è impegnato in attività che riguardano lo sviluppo delle comunità professionali sull’e-procurement nella Pubblica Amministrazione e sugli sportelli unici per le imprese. Con il progetto “Fare qualità”, inoltre, sta affrontando il tema della re-ingegnerizzazio-ne dei processi organizzativi re-ingegnerizzazio-nell’ambito dei servizi di e-government. Vi sono, poi, le attività nel campo della comunicazione pubblica: il ciclo dei convegni regionali sull’e-government con il ministro Stanca, che stan-no progressivamente coprendo tutte le regioni italiane; le attività del servizio Tele-P.A. e call center, che danno risposta alla Pubblica Amministrazione con modalità innovative anche sui temi

dell’e-govern-ment.

Interpretando il concetto di valutazione come valutazione ex ante di politiche pubbliche, più che di programmi o progetti specifici, si pro-pone una testimonianza su un’azione di valutazione, compiuta tra feb-braio e luglio 2002, su richiesta del Gruppo di lavoro società dell’infor-mazione nell’ambito del Quadro comunitario di sostegno obiettivo 1. Tale gruppo di lavoro vede la collaborazione tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, la stessa Commissione europea e le Regioni. Il Gruppo ha promosso un comitato tecnico di valutazione delle strategie regionali

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