Gli Incubatori privati esterni al mondo del private equity e della consulenza e che non traggono origine da grandi gruppi industriali o da grandi imprese in generale, sono da ricondurre alla categoria degli Indipendent Private Incubators. Essi sono costituiti, come già detto, da singoli individui che erano o sono imprenditori o manager in altre aziende;
possono, in qualche caso, essere costituiti anche da gruppi di individui o di singole imprese.
Gli incubatori di questa categoria agiscono anch’essi acquisendo partecipazioni in nuove imprese, utilizzando capitale proprio o legandosi a fondi di venture capital; in altri aspetti operativi assomigliano molto ai corporate business incubators, ma, diversamente da loro, non operano al servizio di un’unica impresa promotrice. Essi, infatti, agiscono in modo completamente indipendente e hanno necessità di essere noti al mondo imprenditoriale per poter avere il maggior numero possibile di clienti.
Comunque, anche gli indipendent private incubators traggono profitto dalla speculazione derivante dall’acquisto di quote azionarie o dalla vendita di servizi alle start up ospitate.
Alcuni tipi di indipendent private incubators sono:
• I venture accelerator: “sono forme di incubazione privata specializzata nel fornire accesso a competenze specialistiche, interne ed esterne, a imprese che si trovano oltre la fase di ideazione e di definizione del business, ma hanno bisogno di un’iniezione di capitale e di servizi ad alto valore aggiunto e di competenze per svilupparsi più velocemente (Chinsonmboom, 2000).”
• Il Mentor capitalist: “è quella figura che aiuta gli imprenditori a definire e a ridefinire il proprio modello di business, a trovare le risorse e le competenze di cui hanno bisogno, a testare le loro idee sul mercato, ad attrarre fondi. Più che fornire asset interni, i mentor capitalist aiutano le nuove imprese nell’accesso a risorse e servizi esterni necessari al loro sviluppo.”27
Per concludere, i privati che fondano e promuovono gli indipendent private incubators offrono il proprio supporto alle start up perché sono soggetti che ritengono che la combinazione delle loro competenze e delle esperienze precedenti con quelle dei partner esterni sia strumentale per la selezione, il lancio, il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali. Questo avviene perché l’incubatore privato, così come gli altri incubatori, ritengono che per fare raggiungere il successo alla start up occorre far circolare conoscenze, idee e saperi verso gli operatori economici localizzati e serviti nell’incubatore.
27 Cfr. CIAPPEI CRISTIANO, SCHILLACI STEFANIA, TANI SIMONE, Gli incubatori d’impresa:
esperienze internazionali a confronto, FIRENZE UNIVERSITY PRESS 2006, p. 65
1.5 GLI INCUBATORI NO-PROFIT IN ITALIA: I PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI, I BUSINESS INNOVATION CENTRES
Gli incubatori no profit sono quei soggetti che sono gestiti da operatori pubblici/
istituzionali, che hanno interesse a promuovere una nuova imprenditoria nella propria area geografica/locale di operatività. Gli obiettivi che sostengono la loro attività sono la creazione di nuovi posti di lavoro, lo sviluppo di aree e settori depressi o con esigenze di riconversione, lo sviluppo di attività caratterizzate da tecnologie avanzate, mediante l’utilizzo prevalente di risorse pubbliche.
Spesso le figure chiave che sono all’interno degli incubatori provengono da precedenti esperienze manageriali o imprenditoriali; questo permette di supportare al meglio i neo-imprenditori che potranno facilmente contare su persone di comprovata esperienza.
Tuttavia, la presenza di tre distinti operatori no profit (BIC, PST, Università) fa sì che emerga una differenza sul background delle diverse figure di supporto al neo-imprenditore. I Business innovation centre necessitano infatti, soprattutto di competenze consulenziali o finanziarie, mentre i Parchi scientifici tecnologici e gli incubatori universitari richiedono la presenza di manager o di soggetti appartenenti al mondo universitario e a quello della ricerca.
“Per quanto riguarda i servizi offerti, BIC e PST sembrano offrire un ventaglio maggiore di servizi, mentre le università, forse per via della loro ancora giovane età, non garantiscono all’impresa incubata lo stesso livello di servizio. I PST e le Università si differenziano dai BIC, perché offrono anche un servizio specialistico come l’assistenza del deposito di brevetti e ciò fa notare che tali strutture sono più orientate alla gestione del trasferimento tecnologico.
Anche la funzione di recruitment o reclutamento sembra essere considerata più importante nei PST e nelle università, piuttosto che nei BIC; questo, molto probabilmente, a causa delle maggiori competenze tecnico/scientifiche che un’azienda innovativa solitamente richiede.”28 In ogni caso, i servizi offerti (vedi Tabella 2) da tutti e tre gli incubatori no profit non sono completamente gratuiti e spesso le start up richiedenti debbono pagare delle commissioni in cambio del loro ottenimento.
28 Cfr. GERVASONI ANNA, Dall’idea all’impresa: il ruolo degli incubatori, MILANO GUERINI E ASSOCIATI 2004, p. 95
Fra i compiti degli incubatori pubblici rientra spesso quello di offrire un sostegno finanziario alle imprese, sostegno che può essere diretto o indiretto e che mira a fornire i capitali per avviare e sviluppare il business. I PST e le università tendono a supportare indirettamente le imprese, cercando di fornire i contatti di possibili finanziatori. Mentre, i BIC tendono a intervenire direttamente nella start up, offrendo finanziamenti a tasso agevolato o acquisendo addirittura delle partecipazioni.
In ogni caso, queste tre categorie, vivono anch’esse le quattro fasi del processo di incubazione che saranno trattate più dettagliatamente nei paragrafi e nel capitolo successivo: l’attività di promozione dell’imprenditoria locale, le attività di scouting di idee di imprese, l’attività di incubazione di impresa vera e propria e il possibile sostegno finanziario alle imprese incubate.
Di seguito alla prossima tabella vengono analizzati, in uno specifico paragrafo, i Business innovation centre e i parchi scientifici tecnologici, mentre è stato scelto di rimandare al capitolo successivo l’analisi dettagliata dell’altra tipologia di incubatori no profit: gli incubatori universitari.
Tabella 2: I Servizi offerti dagli incubatori no profit oriented29 TIPOLOGIA BUSINESS
INNOVATION CENTRE
PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI
INCUBATORI UNIVERSITARI
Assistenza Business Plan
95% 75% 100%
Cosulenza Manageriale 80% 63% 50%
Consulenza Marketing 50% 75% 25%
Consulenza Legale 25% 63% 50%
Assistenza Brevetti 25% 75% 75%
Contabilità 25% 38% 0%
Recruiting 25% 38% 25%
Call Centre 10% 25% 0%
29 Fonte: AIFI in collaborazione con l’APSTI, Research Paper: L’incubazione no profit in Italia, www.bic-italia.net