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I PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI

2. GLI INCUBATORI UNIVERSITARI: LA LORO ATTIVITA’ E UN CONFRONTO CON GLI ALTRI INCUBATORI

2.2 GLI SPIN OFF UNIVERSITARI

“La realizzazione di efficaci strategie di trasferimento tecnologico (TT), dal contesto della ricerca al contesto della produzione di beni e servizi, rappresenta una delle condizioni fondamentali per lo sviluppo competitivo dei sistemi economici nazionali e locali. Con particolare riferimento ai processi di TT che orientano la ricerca verso un ampliamento dello spettro delle possibili ricadute applicative, è possibile identificare svariati meccanismi impiegati per consentire il dialogo tra Università e Industria, distinguendo tra quelli education-oriented e market-oriented (Coccia, Rolfo, 2002). La diffusione di questi ultimi è connessa con l’affermarsi del modello dell’università

“imprenditoriale”, che attribuisce agli strumenti di incentivo proprietario e di valorizzazione privata della ricerca un ruolo prevalente in chiave di sostegno al progresso scientifico ed economico. Tra questi vanno ricordati i contratti di ricerca, i progetti di ricerca operativi, le licenze di brevetto e le spin-off universitarie.”50

Però, spesso i risultati e le competenze raggiunte dai ricercatori universitari non riescono a trovare la via dell’applicazione industriale attraverso strumenti come contratti di ricerca o la cessione di licenze perché i risultati oggetto di scambio si trovano ancora in uno stato di prototipo o di semilavorato. Il trasferimento tecnologico verso l’ambito applicativo diventa così difficile perché il soggetto beneficiario può non avere le competenze e le risorse economiche per farsi carico dell’ulteriore fase di lavoro necessaria per passare da un lavoro di ricerca ad un prodotto/servizio/processo pienamente industrializzato. Gli Spin Off possono invece fornire un importante contributo nella fase di trasformazione/ingegnerizzazione. Il ricercatore universitario (magari appoggiato dall’incubatore) che ha portato avanti le ricerche specifiche, nel momento in cui decide di costituire una nuova impresa sulla base di esse non ha gli stessi problemi di comprensione e implementazione della nuova conoscenza che invece affronterebbe qualsiasi altro soggetto.

Le Spin off universitarie sono dunque quelle nuove iniziative imprenditoriali avviate dai ricercatori universitari per valorizzare i risultati delle loro ricerche scientifiche. In

50 Cfr. PATRISSI MICHELE, Ricerca, spin off, incubatori: strategie ed opportunità per le università italiane, TORINO PNICUBE 2007, p. 75

questo modo la valorizzazione è anche resa possibile dal supporto strutturale offerto dall’università, la quale permette di trovare all’interno degli atenei quel terreno fertile per affinare l’idea imprenditoriale e testarla dal punto di vista economico, commerciale e produttivo. Il risultato dello spin off è quindi la nascita di una impresa che sfrutta commercialmente alcune conoscenze nate internamente all’università, ma che risulta essere una cosa ben distinta dall’università stessa. Lo Spin off non è infatti nè una ramificazione nè una estensione dell’ateneo, e, anche se è controllata dall’università, agisce in maniera completamente autonoma.

“Per quello che riguarda il soggetto fondatore dello Spin off alcuni studiosi (Steffensen, 2000) evidenziano come solo i ricercatori possano farsi promotori di Spin off, mentre altri studiosi (Bellini 1999, Rapper 1999) sono meno restrittivi specificando che anche uno studente o un collaboratore può dare avvio ad uno Spin off. Questa differenziazione unitamente a quella che considera la natura di conoscenza che viene trasferita (codificate o tacite)51 porta a considerare diverse tipologie di Spin off. Nelle figure successive è possibile notare alcune specificazioni e come i quattro tipi di Spin off si differenziano per opportunità di business, tipo di imprenditore e risorse necessarie.”52 La figura qui di seguito rappresenta i 4 tipi di spin off che nascono dall’intersezione di due variabili, il soggetto promotore dello spin off e la natura della conoscenza trasferita.

Possono quindi esistere due tipi di spin off sia per quelli fondati da ricercatori o professori universitari sia per quelli fondati da studenti. Quindi gli accademic e gli student spin off possono essere, a seconda che la conoscenza trasferita sia codificata o tacita, un product oriented spin off, oppure un service oriented spin off. Le quattro tipologie di spin off sono classificate così dal punto di vista teorico ma occorre dire che è raro vedere in realtà l’applicazione pratica di tutte quante. Infatti, soprattutto in Europa, è raro vedere casi di student spin off. I casi di student spin off che si riferiscono ai Tipi III e IV sono difatti più comuni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, poiché in quei paesi gli studenti sono maggiormente spinti a studiare con uno sguardo al mercato e all’applicazione pratica.

51 Con i termini codificate e tacite vengono considerati quei tipi di conoscenze che nel primo termine comprende quelle applicate a dei prodotti, mentre nel secondo caso comprende quelle applicate a dei servizi.

52 Cfr. www.nbia.org

Figura 11: Tipologie di spin off universitari53 Codificata (Product oriented Spin off)

TIPO I TIPO III

Natura della conoscenza trasferita Tacita (service oriented Spin off)

TIPO II TIPO IV

Fonte: Pirnay, Surlemont, Nlemvo, 2003

Gli spin off si differenziano in quattro tipi perché hanno peculiarità che li caratterizzano in base a elementi che gli studiosi classificano in 3 macrocategorie: opportunità di business, caratteristiche dell’imprenditore e caratteristiche delle risorse richieste.

L’accademic spin off di Tipo I, per incrementare le proprie opportunità di business, necessita di molte conoscenze sia relative al prodotto sia in relazione ai servizi a esso accessori;dato che si trova spesso a confrontarsi con un mercato internazionale, è importante che sappia offrire un prodotto concorrenziale nei confronti dei prodotti simili già presenti sul mercato. Infatti il gruppo di fondatori si troverà a operare in un mercato caratterizzato da alti potenziali di esportazione, ma anche da alte barriere all’entrata, poste da coloro che già presidiano il mercato. La start up avrà in questo caso la possibilità di sopravvivere solo grazie ad un’offerta altamente tecnologica e ciò richiederà investimenti alti sin dall’inizio; tali investimenti andranno fatti sia in immobilizzazioni materiali, ma soprattutto in immobilizzazioni immateriali. Gli investimenti in immobilizzazioni immateriali spingeranno i fondatori a investire molto

53 Fonte: www.nbia.org

nelle competenze e nel know-how dei propri dipendenti portando così l’impresa a ridurre la dipendenza dagli interventi dei fondatori.

Per quanto riguarda il tipo II invece, per molti aspetti ci si trova di fronte a uno Spin off che è l’esatto contrario del tipo I. Infatti la differenza non si basa solo sull’orientamento a una attività di servizi basata sulla consulenza, ma anche sul fatto che tale attività raramente guarda a un mercato internazionale e questo fa trovare poche barriere all’entrata. La start up è stata spesso fondata da una singola persona dalla quale dipende, spesso e volentieri, l’intera attività. Tale dipendenza concentra l’attività sul mercato locale e di conseguenza non crea la necessità di alti investimenti. I bassi investimenti delle Spin off di Tipo II fanno sì che ci siano moderati livelli di fabbisogno finanziario e ciò le distingue fortemente dalle Spin Off di Tipo I.

Le caratteristiche delle Spin off di Tipo III e IV ricalcano quasi completamente le accademic Spin Off di Tipo I e II e hanno solo qualche differenza, sottolineata nella tabella qui di seguito.

Tabella 4: Descrizione di 4 tipi di spin off universitari54

Tipo attività tecnologica consulenza tecnologica consulenza

Barriere all'entrata alte basse moderate basse

Potenziale mercato internazionalelocale internazionale locale

Potenzialità di esportazione alte basse medie basse

Imprenditore

Fondatori gruppo singolo gruppo singolo

Dipendenza dal fondatore bassa alta alta molto alta

Risorse richieste

Fabbisogni finanziari ( seed

capital...) alti moderati moderati alti moderati

Fabbisogni materiali

(equipment, incubatoring...) moderati alti bassi moderati bassi

Fabbisogni immateriali

(networking, advice...) alti moderati

bassi moderati alti moderati bassi

Osservando le opportunità di business e le fasi della catena del valore che devono essere gestite per realizzare il prodotto o il servizio, è possibile individuare una mappa (vedi Figura 13) che individua e colloca i diversi modelli di business degli spin off universitari.

Il modello di business che risulta essere più gettonato dalle Spin off universitarie è quello relativo alla fornitura di servizi di R&S o di consulenza tecnica basati sull’attività di ricerca. Tale forma di organizzazione è la più immediata perché è quella più intrinsecamente vicina all’usuale occupazione di un ricercatore e non richiede un

54 Fonte: www.nbia.org

impegno consistente rispetto ai fabbisogni finanziari della start up. “In alternativa, la spin off può sviluppare un modello di business fondato sulla produzione di risorse tecnologiche (formule chimiche, processi, prototipi) e sulla successiva protezione attraverso forme di proprietà intellettuale, che successivamente vengono vendute o concesse in licenza. E’ il modello della development company, che trasforma una tecnologia di base (spesso acquisita in licenza) in un’applicazione innovativa. Il modello

“sviluppo e cessione di tecnologie” è praticato dalle imprese del settore delle biotecnologie, le quali si propongono di trovare un potenziale valore economico per tecnologie ancora “immature”, che possono riguardare lo sviluppo di principi attivi, per farmaci o dispositivi innovativi, da applicare a diversi ambiti. Il perfezionamento di una tecnologia è spesso un processo che richiede tempi lunghi e capacità di visione strategica, per questo motivo esso assorbe un’ingente quantità di risorse, soprattutto nella forma di finanziamenti necessari a sostenere la ricerca.”55

Il modello di business del software licensing è concettualmente vicino a quello del development company in quanto immediatamente successivo nella catena delle fasi di valore, ma si differenzia per il fatto che non si limita allo sviluppo e alla commercializzazione della proprietà intellettuale. Infatti le Spin off che operano secondo questo modello di business integrano la propria attività principale con attività di servizio e assistenza. Ciò richiede senz’altro un maggior impegno di risorse impiegate che implica un incremento dei fabbisogni finanziari.

I fabbisogni finanziari necessari all’attività delle start up aumentano sempre più man mano che ci si sposta in là nella catena del valore. Infatti il modello di business immediatamente successivo implica un impegno significativo in termini di risorse impiegate e di fasi della catena del valore da gestire. Il modello orientato alla realizzazione di prodotti unisce nella propria attività oltre alle fasi di ricerca tipiche della development company, anche gli indispensabili stadi della fisica del prodotto e ciò richiede un grosso impiego di risorse.

L’ultimo modello di business proposto dagli studiosi delle Spin off (Pittino, 2006) è quello relativo ad una articolazione dei modelli product oriented tale da proporre l’introduzione sul mercato di un sistema prodotto-infrastruttura. Start up di questo

55 Cfr. PATRISSI MICHELE, Ricerca, spin –off, incubatori: strategie ed opportunità per le università italiane, TORINO PNICUBE 2007, p. 76

genere sono costituite dalle imprese che operano nel settore delle tecnologie ambientali e che richiedono cambiamenti infrastrutturali per consentire ai clienti di usufruire di tali tecnologie.

Figura 12: Eterogeneità dei modelli di business delle spin off56

Gli Spin Off, nella loro diversità, svolgono un’attività di rilievo ai fini della valorizzazione della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico al mondo produttivo. Nel nostro Paese, ai fini della nascita di queste imprese, sono state introdotte ultimamente innovazioni legislative (in primis il DL 297/99 e successivi regolamenti attuativi) che hanno sottratto ad una sorta di sommerso il fenomeno in questione e hanno determinato un aumento di interesse nei confronti di questa tipologia di imprese.

Secondo una recente ricerca57 in Italia operavano nel 2006 circa 454 spin-off generate da Enti Pubblici di Ricerca; erano tutti relativamente giovani, considerato che circa l’80% aveva preso avvio dopo il 2000. Le regioni “pioniere” nella creazione di spin off universitari sono state Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana; solo in un momento successivo si sono mosse il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto e il Sud Italia. Le altre regioni d’Italia stanno cercando di recuperare il gap che le divide

56 Cfr. PATRISSI MICHELE, Ricerca, spin off, incubatori: strategie ed opportunità per le università italiane, TORINO PNICUBE 2007, p. 77

57 La ricerca in questione è quella tratta da Piccaluga A, Balderi C, La valorizzazione della ricerca nelle università italiane. Quarto rapporto annuale (dati relativi al periodo 2002-2005)., IL NETWORK PER LA VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA UNIVERSITARIA (www.netval.it), (2006)

dalle regioni “pioniere”. Oggi le prime 4 regioni, unite al Friuli Venezia Giulia, sono ancora leader nella creazione di Spin off, infatti ne ospitano il 65% del totale. Molto significativo appare il dato relativo al tasso di resistenza di queste start up che indica per loro una sopravvivenza pari al 97%.

“Per quanto riguarda la distribuzione delle imprese per settore economico, si registra una prevalenza di iniziative nelle ICT (29%), seguito da Scienze della Vita (16,2%), Energia e Ambiente (13,1%), Elettronica (12,2%) e Servizi per l’Innovazione (8.9%).

Le Spin-off presentano una forte disomogeneità dimensionale: se il fatturato medio supera i 480.000 Euro, nella Microelettronica il valore raggiunge i 5 milioni di Euro e nei servizi solo 500.000 Euro; negli altri comparti si registrano dati molto inferiori alla media. Anche dal punto di vista dell’organizzazione del personale, il dato medio di 8,8 addetti a tempo pieno viene superato nella Microelettronica (36,5), nelle Nanotecnologie (20) e nelle ICT (10); negli altri settori le unità hanno dimensioni intorno ai 3-4 addetti. Infine, il confronto con il 2005 evidenzia un consolidamento sia del fatturato (+24,4%) sia dell’organismo personale (+13%).”58

Nell’analisi della realtà italiana degli Spin-Off bisogna aggiungere che negli ultimi anni alcune università si sono impegnate nell’incentivazione del fenomeno utilizzando attività di promozione, di predisposizione di regolamenti e servizi ad hoc, con riflessi positivi anche in termini di sviluppo economico. L’esperienza della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa appare significativa a titolo di esempio sia per il fatto che la prima impresa è stata costituita nel 1990, sia perché da quella data sono state create ben dodici Spin off. L’esperienza maturata ha determinato nel tempo una maggiore articolazione delle azioni nel campo delle ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico e una molteplicità di iniziative che, partendo dalla Scuola, hanno riguardato sia l’imprenditoria locale che quella di altre aree del territorio nazionale. Inoltre, anche l’attività di incubazione svolta negli spazi della Scuola nei confronti delle start up ha progressivamente assunto caratteri di maggiore sistematicità , intensità e articolazione.

Infatti, accade sempre più spesso che giovani ricercatori colgano nell’ attività di ricerca in corso gli stimoli adeguati per avviare iniziative imprenditoriali, portando nelle nuove imprese dei risultati concreti. Le quindici Spin off costituite negli anni dalla Scuola

58 Cfr. PATRISSI MICHELE, Ricerca, spin –off, incubatori: strategie ed opportunità per le università italiane, TORINO PNICUBE 2007, p. 78

hanno avuto percorsi di crescita interessanti sia dal punto di vista innovativo che economico. Anche se la dimensione occupazionale non è elevata (lo Spin off più anziano raggiunge i 15 dipendenti), il tasso di sopravvivenza è altissimo (100%)59. Infine, c’è da dire che per queste start up, come per le altre in Italia, l’appoggio degli Enti territoriali e degli Incubatori d’impresa costituisce una grande importanza sia dal punto di vista degli strumenti amministrativi e gestionali di accompagnamento, sia dal punto di vista dell’incentivo ad entrare in un network di partners di varia natura , nell’ambito del quale si possano trovare nuove opportunità commerciali, finanziarie e tecnologiche.

2.3 L’ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: LA CREAZIONE DI NETWORK