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Le iniziative per la formazione e la diffusione della cultura della legalità

Nel documento Relazione annuale 2015 (pagine 74-78)

Gli accordi per la prevenzione della corruzione

2.1.4 Le iniziative per la formazione e la diffusione della cultura della legalità

Gli sviluppi della Carta d’intenti tra il MIUR, l’ANAC, la DNA e l’ANM

Nel corso dell’anno 2015, così come nei primi mesi del 2016, l’Autorità ha profuso un grande impegno nella strutturazione di una serie di accordi nel settore della “formazione”, inteso in senso ampio come formazione esterna verso altre PA e verso la società civile, ma anche come formazione interna del proprio personale.

Si tratta della formazione, in particolare, di una cultura che è più corretto definire “della corresponsabilità”, non solo e non tanto “della legalità” comunemente intesa, termine ormai spesso abusato. Corresponsabilità a partire dagli operatori pubblici chiamati ad attuare la normativa in materia di anticorruzione, trasparenza e gestione delle commesse pubbliche, sino ad arrivare ai vari settori della società civile, ordini professionali, scuole, associazioni.

Ed è proprio nel settore delle scuole che, nel periodo in esame, si sono raggiunti i maggiori risultati dell’efficace collaborazione dell’Autorità con altre istituzioni. Il riferimento è alla Carta d’intenti siglata agli inizi del 2015 tra l’ANAC, il MIUR, la DNA e l’ANM dal titolo “Educare alla legalità e alla deterrenza, al controllo e al contrasto dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata”, in virtù della quale i soggetti firmatari si sono impegnati a promuovere un programma pluriennale di attività, realizzabili nell’ambito dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, con particolare riferimento a percorsi di educazione alla legalità e alla deterrenza, al controllo e al contrasto dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata. In particolare, grazie al lavoro del Comitato nazionale cui è demandata la concreta attuazione della Carta, costituito anche da rappresentanti dell’Autorità, sono stati istituiti dal MIUR in ogni regione d’Italia i c.d. “tavoli tecnici per la promozione della cultura della legalità e della corresponsabilità”, composti da delegati locali delle istituzioni firmatarie della Carta stessa. L’ANAC, non avendo diramazioni sul territorio nazionale, ha chiesto alle maggiori università italiane di collaborare alla realizzazione dell’importantissimo progetto individuando docenti disponibili a prendere parte all’iniziativa; all’attivo, dunque, 55

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professori universitari sono stati designati nei tavoli regionali in rappresentanza dell’ANAC per parlare agli studenti di corruzione. Si è così creata una squadra attiva su tutto il territorio nazionale che, coordinata dal referente scolastico regionale e, in costante collegamento con la cabina di regia centrale del MIUR e del Comitato nazionale, è chiamata a svolgere interventi educativi nelle scuole secondarie superiori, realizzare progetti di educazione alla corresponsabilità e sensibilizzare i giovani sull’importanza di comportamenti virtuosi.

Da segnalare, infine, il contributo apportato dall’Autorità alla stesura delle Linee di indirizzo del MIUR per lo “Sviluppo della Cultura della Legalità e della Corresponsabilità”, di prossima pubblicazione ad opera del Ministero, contenenti specifiche riflessioni sull’impatto della corruzione per il futuro delle giovani generazioni.

Gli accordi con la SNA

Nel 2015 si sono intensificati i rapporti con la SNA. Da un lato si è data attuazione all’accordo-quadro già siglato nel 2014 - avente ad oggetto lo svolgimento di attività di formazione iniziale e permanente, di ricerca e studio inerente la prevenzione della corruzione nelle PA - attraverso l’organizzazione di corsi di formazione per gli stessi dipendenti dell’Autorità, di cui si dirà a breve.

Sul versante appalti pubblici è stato stipulato un secondo accordo-quadro con la SNA nel luglio del 2015, avente ad oggetto lo svolgimento di attività di formazione specialistica nella materia, finalizzata a garantire l’aggiornamento e l’ampliamento delle competenze attraverso la realizzazione di percorsi e programmi didattici, l’organizzazione di seminari, tavole rotonde, corsi e attività di ricerca. A detto accordo è stato allegato un primo progetto di alta formazione destinato ai dirigenti pubblici deputati a gestire gare e contratti, nonché a coloro che potranno essere chiamati in futuro a ricoprire tale ruolo per effetto dell’applicazione del principio di rotazione degli incarichi.

Anche sulla base di questo secondo accordo, che già ha dato vita a corsi per i dipendenti delle PA presso la SNA (peraltro con il riconoscimento di un diploma congiunto SNA-ANAC di “Esperto in appalti pubblici”), all’inizio del 2016 è partita la formazione interna all’Autorità, attraverso due articolati percorsi rivolti a tutto il personale: uno in tema di contratti pubblici, svoltosi nel mese di gennaio 2016, e uno, in fase di svolgimento, sulla normativa in tema di prevenzione della corruzione e trasparenza. I corsi hanno come obiettivo principale quello di uniformare e integrare le conoscenze del personale, in considerazione della eterogeneità della sua provenienza a seguito della riconfigurazione istituzionale dell’Autorità.

Gli accordi con le università e la partecipazione dell’Autorità a master universitari

Tra il 2015 e il 2016 l’ANAC ha inoltre siglato numerosi accordi con importanti università, aventi quale scopo comune quello di diffondere la conoscenza della normativa in materia di

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anticorruzione, trasparenza e contrattualistica pubblica e sensibilizzare studenti, operatori pubblici e professionisti sull’importanza di comportamenti virtuosi.

In alcuni di questi accordi è prevista la collaborazione dell’ANAC e dell’ateneo per la realizzazione di master universitari; a tale proposito con il comunicato del Presidente del 29 luglio 2015 sono stati stabiliti i criteri per la partecipazione dell’Autorità ai predetti master ed è stato istituito un Comitato di pilotaggio paritetico, composto da tutti i Consiglieri dell’Autorità, al quale competono la direzione scientifica del master, la progettazione della struttura e dei suoi contenuti, la scelta dei docenti, la partecipazione diretta all’attività di docenza e formativa, la selezione dei partecipanti al corso e la valutazione dei risultati dell’attività formativa.

Partendo dall’inizio del 2015 si possono dunque ricordare gli accordi con: la Seconda Università di Napoli, gli Atenei napoletani Federico II e Suor Orsola Benincasa, le Università brasiliane Universidade de San Paulo e Pontificia Universidade Catolica do Rio Grande do Sul, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Napoli, l’Università di Trento, l’Università di Pisa, l’Università di Perugia, l’Università di Torino e la SNA, l’Università La Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Il protocollo con l’ISTAT

Alla fine del mese di marzo del 2016 è stato raggiunto un protocollo di amplissimo respiro con l’ISTAT in materia di integrità, trasparenza e analisi del fenomeno della corruzione, anche in prosecuzione degli accordi già stipulati con l’ex-AVCP e l’ex CIVIT.

L’accordo è finalizzato alla cooperazione per lo scambio di conoscenze, dati, metodologie di analisi e buone pratiche che contribuiscano alla conoscenza del fenomeno corruttivo e degli aspetti collegati e, attraverso di essa, alla promozione dell’integrità, della trasparenza e della prevenzione della corruzione.

In particolare, si è convenuto di cooperare per la realizzazione della rilevazione sulla conoscenza e l’esperienza delle imprese relativamente ai fenomeni corruttivi e alla qualità delle informazioni diffuse dalle PA e la valorizzazione dei risultati; in tema di costi standard e prezzi di riferimento; per l’utilizzo delle banche dati, del patrimonio informativo e delle categorie di standardizzazione in gestione a ciascuna; per lo sviluppo della conoscenza del fenomeno della corruzione e dell’analisi delle cause e dei fattori della corruzione attraverso indagini strutturate sulla percezione e sulla esperienza del fenomeno e l’elaborazione di indicatori, anche nell’ottica di un migliore benchmarking internazionale.

Gli accordi con associazioni private e della società civile

Il 2015 ha visto poi la sigla di due importanti accordi con note associazioni quali Libera-Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie e Transparency International-Italia (TI-It).

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L’accordo raggiunto con l’Associazione presieduta da Don Luigi Ciotti ha ad oggetto la realizzazione di iniziative volte a favorire la diffusione della cultura della responsabilità, dell’etica pubblica e della trasparenza nella società civile, anche mediante l’organizzazione di campagne informative, conferenze, dibattiti pubblici e studi. La collaborazione con Libera riguarderà anche percorsi di educazione etica e civica e di diffusione della cultura anticorruzione, oltre che la realizzazione della “Giornata internazionale contro la corruzione”, prevista ogni anno per il 9 dicembre.

Del tutto analogo il contenuto del secondo accordo, quello con TI, impegnata a contrastare la corruzione e a promuovere trasparenza e integrità in tutto il mondo dal 1993 e in Italia dal 1996 attraverso TI-It.

È da segnalare che in entrambi i protocolli è stato posto in evidenza l’impegno delle associazioni per contribuire a diffondere una corretta cultura attorno all’istituto del whistleblowing, sensibilizzando l’opinione pubblica sulla necessità di tutelare e promuovere questo strumento di difesa dell’interesse pubblico, nel rispetto delle linee guida e degli atti adottati in materia dall’ANAC.

Altre iniziative inerenti la diffusione della cultura della legalità

Nell’ambito delle iniziative volte ad avvicinare i giovani alla cultura della legalità e della prevenzione della corruzione nella PA, nel mese di dicembre 2014, l’Autorità ha stipulato un accordo di programma con il Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale nei confronti del quale, tra l’altro, si è impegnata a corrispondere le somme necessarie per l’avvio di quattro volontari vincolandone l’impiego, ai sensi del co. 2, dell’art. 11, della legge 6 marzo 2001, n. 64 (Istituzione del servizio civile nazionale), al progetto denominato “Piani Nazionali Anticorruzione: diffondere la cultura della legalità nella Pubblica Amministrazione”. Tale accordo è stato recepito nel bando di selezione per complessivi 985 volontari dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale del 1 luglio 2015. Obiettivo del progetto è quello di ottenere, attraverso il monitoraggio di un campione selezionato di Piani triennali, elaborati dalle amministrazioni pubbliche, elementi di valutazione utili per la predisposizione del nuovo PNA, nonché di elaborare analisi e soluzioni rispetto alle eventuali criticità sollevate dalle amministrazioni nell’attuazione della normativa anticorruzione. La selezione dei volontari è stata effettuata da una commissione esaminatrice, appositamente nominata dal Consiglio dell’Autorità, che ha valutato i candidati sulla base dei titoli posseduti, delle pregresse esperienze lavorative e di un colloquio sul livello di conoscenza della normativa anticorruzione relativa al servizio civile e di condivisione degli obiettivi del progetto. Le domande pervenute sono state complessivamente 89 e i candidati in possesso dei requisiti previsti nel bando e ammessi al colloquio 53. I lavori della commissione si sono conclusi nel mese di novembre 2015 e i candidati risultati idonei sono stati 17. A conclusione dell’iter amministrativo previsto dalla procedura selettiva, i quattro candidati selezionati hanno iniziato il servizio civile il 3 febbraio 2016 svolgendo, preliminarmente, una

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formazione di carattere generale presso la Prefettura di Roma che ha riguardato, essenzialmente, la normativa del servizio civile nazionale, il ruolo e le funzioni dei volontari di servizio civile, il ruolo della Prefettura nell’organizzazione della PA, l’etica e la solidarietà sociale. Successivamente, i quattro volontari sono stati inseriti in un progetto di formazione specifica in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, presso l’Autorità, per permettere loro di approfondire i meccanismi che favoriscono l’insorgere dei comportamenti corruttivi, la normativa in materia di prevenzione e contrasto della corruzione, i poteri attribuiti all’ANAC, i sistemi di vigilanza e controllo funzionali alla prevenzione del rischio di corruzione e la disciplina in materia di trasparenza. Terminato il training formativo, i volontari hanno iniziato l’attività di monitoraggio dei PTPC affiancando i dirigenti e i funzionari dell’Autorità, nonché il funzionario referente dell’anticorruzione presso la sede della Prefettura di Roma. I volontari termineranno il loro servizio il 2 febbraio 2017.

In aggiunta all’iniziativa con il Dipartimento della gioventù e del servizio civile, l’Autorità ha proceduto, altresì, all’espletamento di procedure per la partecipazione a tirocini curriculari e extracurriculari presso la propria sede.

In considerazione delle sempre più numerose funzioni attribuite all’ANAC e delle conseguenti occasioni di formazione venutesi a creare, specie nell’ambito della diffusione della cultura della legalità, i tirocini rappresentano una buona occasione per seminare e far sedimentare nei giovani l’importanza dell’etica e la cultura della legalità nell’ambito delle PA. Nel 2015 l’Autorità ha attivato cinque tirocini della durata di sei mesi; i giovani neolaureati sono stati inseriti presso le segreterie del Presidente e dei Consiglieri collaborando con i rispettivi tutor nelle analisi di alcune istruttorie relative ai lavori del Consiglio che hanno consentito agli stessi di acquisire una discreta conoscenza in relazione alle diverse competenze dell’Autorità sia sulla materia di appalti pubblici che sulla trasparenza.

La finalità del tirocinio viene raggiunta attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle attività istituzionali dell’Autorità e con la partecipazione operativa del tirocinante alle attività di competenza dei singoli uffici.

È intenzione dell’Autorità procedere periodicamente a selezioni per lo svolgimento di tirocini presso la propria struttura.

Nel documento Relazione annuale 2015 (pagine 74-78)