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Come si è visto in precedenza, dai dati attualmente disponibili744 i programmi di respiro regionale rappresentano una realtà importante in Italia, avendo finanziato nel solo 2012 circa 3.600 beneficiari con una somma globale di € 58.650.000.745

Focalizzandosi quindi, tra questi, sulle esperienze promosse dal settore pubblico, una spinta rilevante è stata data dalle diverse Regioni italiane che, nel corso degli ultimi dieci anni (specie negli ultimi cinque), hanno via via attuato vari programmi di microcredito od assimilabili ad esso, ognuna individuando priorità, ideando schemi e sfruttando strategie pure assai differenti fra loro. Anche poiché la legge italiana sul microcredito (la cui prima versione è datata 2010) è stata inapplicata fino al recente passato in mancanza della disciplina ministeriale attuativa, quasi ogni bando regionale ha presentato (e spesso presenta tuttora) caratteristiche differenti riguardo destinatari, tasso proposto, ammontare massimo del prestito, scopi del bando e progetti, attività, necessità e business finanziabili. Volendo trovare in sintesi alcuni aspetti salienti comuni alla maggior parte delle esperienze, si può dire che le Regioni intervenute in tale ambito:

744

Il presente paragrafo è stato ultimato in dicembre 2015.

 hanno istituito un fondo, solitamente specifico per tale scopo746, gestito da apposito ente, agenzia o azienda regionale e che beneficia di fondi europei747, regionali748 o di origine mista749;

 hanno usato tale fondo direttamente per erogare microcrediti750, oppure indirettamente come garanzia da fornire alle banche e/o ad altri partner finanziari convenzionati che effettivamente erog ano il prestito ai beneficiari751;

 hanno emanato specifici bandi o delineato particolari modalità e canali per presentare la domanda di finanziamento, che viene subordinata al rispetto di determinati requisiti prescritti.

Lo schema organizzativo seguito nella gran parte delle esperienze analizzate è quindi il seguente:

 presenza di un fondo pubblico apposito, alimentato con risorse nazionali e/o comunitarie. Questo fondo usualmente viene gestito

746 Si citano a titolo di esempio:

Piemonte, con il proprio Fondo di garanzia per il microcredito: Regione Piemonte (2010);

Sicilia, che ha istituito il Fondo etico della Regione Sicilia (Fers): Regione Sicilia (2009), art. 25, co. 3, 7-8.

Sul Fondo di garanzia della Regione Piemonte si evidenziano delle pagine web per approfondire:

Compagnia di San Paolo, Microcredito regionale, [vedasi in sitografia];

Fondazione Don Mario Operti, Linea Operativa "Dieci Talenti" - Opportunità di Microcredito, [vedasi in sitografia].

747

Si portano ad esempio il Fondo Microcredito FSE e il Fondo Microcredito Piccoli Comuni

Campani – FSE, entrambi finanziati dal Fondo sociale europeo (FSE) all’interno del Programma

operativo regionale (POR) “Campania FSE 2007-2013”. Si visionino:

 Regione Campania (2011);

 Regione Campania (2013).

748 Come le risorse messe in campo dalla Regione Toscana per le attività di Mc sociale. Si veda:

Regione Toscana (2013).

749

Ad esempio si cita il Fondo per il Microcredito della Regione Umbria che, oltre ai fondi regionali, potrà beneficiare anche dei fondi FESR e FSE a valere sulla programmazione comunitaria 2014-2020. Si riportano:

 Regione Umbria (2014);

 Regione Umbria (2011).

La stessa Regione Sicilia, se usa risorse proprie per finanziare il Mc sociale diretto alle famiglie, si è servita principalmente delle risorse del fondo comunitario Jeremie per il Mc all’impresa: PMI,

Sicilia: microcredito per imprese e famiglie, [vedasi in sitografia].

750 Ad esempio, si analizzi il seguente bando: Regione Campania (2014). 751 Si riportano le seguenti iniziative:

Microcredito per le famiglie, Accompagnare le famiglie oltre la crisi e contrastare l’usura, [vedasi in sitografia];

da un organismo ad hoc oppure dall’agenzia per lo sviluppo economico della data Regione, che si assume tale incarico;

 vaglio delle domande pervenute per accedere al microcredito. Spesso i potenziali destinatari possono fare domanda solo in determinate finestre temporali, allorquando sono emanati appositi bandi dalla Regione, mentre altre volte non sono posti vincoli temporali e si procede fino ad esaurimento delle risorse. Le domande possono essere vagliate dall’organismo che gestisce il fondo, da una banca convenzionata o da un soggetto terzo;

 erogazione del microcredito ai beneficiari, che avviene o in via diretta con le risorse del fondo, o mediante le banche convenzionate d’appoggio, con il fondo pubblico a fungere da garanzia;

 supporto da parte di organizzazioni e soggetti terzi (appartenenti per lo più al Terzo settore) ai beneficiari di Mc, sia per raccogliere i loro bisogni ed istanze, indirizzarli agli opportuni canali e aiutarli a preparare la domanda per richiedere il microfinanziamento, sia per assisterli molto spesso durante tutta la fase di rimborso del prestito e supportarli nell’avviare o consolidare il loro business. Il modello sopra descritto, seppur con molteplici variazioni, è come già detto quello imperante nei progetti di microcredito promossi dalla “mano pubblica” e quindi anche nella gran parte dei bandi regionali studiati. Esso può essere definito come uno “schema di intervento quadrangolare” (Andreoni, Sassatelli, Vichi, 2013) i cui attori, pur se non sempre tutti presenti in ogni esperienza, sono i seguenti:752

 ente pubblico, che predispone il fondo ed eroga risorse;

 operatore specializzato (interno o esterno), che a seconda dei casi gestisce il fondo, monitora o tutora l’attività microcreditizia e/o gestisce l’istruttoria dei potenziali beneficiari;

 banche e intermediari finanziari, che erogano il microcredito, facendo leva sul fondo di garanzia, ed usualmente partecipano con minor o maggior peso all’istruttoria e alla selezione dei possibili destinatari;

 soggetti del Terzo settore, centri d’ascolto e reti sociali, i quali intercettano la domanda di finanziamento, spesso svolgono una prima selezione e sovente assistono i beneficiari anche dopo l’erogazione del Mc.

Tornando alle Regioni che hanno realizzato programmi di microcredito, la maggior parte di esse si è concentrata sul microcredito all’impresa753, al fine di incentivare l’autoimpiego o lo sviluppo di piccole realtà imprenditoriali atte a rafforzare il proprio tessuto produttivo, altre si sono focalizzate su quello sociale754, per supportare singole persone o famiglie in difficoltà, altre ancora hanno puntato su ambo le tipologie di Mc, nell’ottica di raggiungere differenti target755. Sulla provenienza delle risorse che alimentato i fondi regionali in precedenza citati, la maggior parte delle Regioni sfrutta in toto o in larga parte risorse provenienti da fondi europei, in particolare dal Fondo sociale europeo (FSE). Tra le altre, si sono servite delle risorse del FSE: Campania, Puglia756, Sardegna757 ed Umbria, con quest’ultima che si è valsa pure delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).758

753 Ad esempio:

Umbria: Sviluppumbria, Bando Microcredito. Sostegno ai progetti di creazione d’impresa, [vedasi in sitografia];

Campania: Sviluppo Campania, MicroCredito FSE Campania. Diamo credito alle tue idee, [vedasi in sitografia].

754

Si pensi alla Toscana: Regione Toscana, Toscana solidale. Prestito sociale, [vedasi in sitografia].

755 Si cita la Sicilia:

PMI, Sicilia: microcredito per imprese e famiglie, [vedasi in sitografia];

Impact HUB Siracusa, Credito e Microfinanza, [vedasi in sitografia];

Regione Sicilia, Microcredito per le famiglie e le imprese familiari siciliane, [vedasi in sitografia].

756

Si guardi: Regione Puglia, Microcredito, [vedasi in sitografia].

757 Si visioni: Società finanziaria industriale Regione Sardegna (SFIRS), Microcredito FSE,

[vedasi in sitografia].

758 Per una panoramica, svolta a metà 2014, circa la ricognizione degli accenni e degli interventi a

favore del microcredito contenuti nei Programmi operativi regionali (POR) inerenti il Fondo

Le imprese che operano in agricoltura, allevamento e pesca – quindi, nel comparto primario - sono escluse da molti dei programmi di microcredito (e dei relativi bandi) promossi dalle amministrazioni regionali, oppure possono accedervi solo a condizioni differenti e meno favorevoli di quelle concesse ad imprese opera nti in altre aree di business. Ad esempio, le imprese del comparto primario sono escluse dal programma di Mc promosso dalla Regione Puglia,759 mentre possono accedere al Fondo di garanzia del microcredito siciliano a condizioni meno favorevoli rispetto ad im prese che svolgono attività differenti.760 Le possibili ragioni di questo diverso trattamento possono essere varie. In primo luogo, le agevolazioni connesse ad agricoltura, allevamento e pesca sono numerose: si pensi alla Politica agricola comune (PAC)761 nel suo complesso762, al Fondo europeo per gli affari marittimi e la

pesca (FEAMP)763 ed alle varie agevolazioni di settore a livello nazionale e regionale764. D’altronde, il settore agricolo è sempre stato un comparto con politiche particolari e nel quale, pure riguardo a credito e finanziamenti, agiscono anche attori od operano strumenti

759 Regione Puglia, Microcredito. A chi si rivolge, [vedasi in sitografia].

760 Tale Fondo è stato istituito grazie alle trattenute ai propri stipendi che i deputati del Movimento

5 Stelle presso l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) hanno accantonato nel corso della XVI

legislatura. Si leggano:

M5S Sicilia, Fondo di garanzia per il Microcredito Siciliano, [vedasi in sitografia];

Palermomania, Sicilia, al via il microcredito grillino: oggi al via le richieste online, [vedasi in sitografia];

La Repubblica (ed. Palermo), Al via il microcredito, ecco come funziona, [vedasi in sitografia].

761 Per una prima analisi, si rimanda a: Commissione europea (2014 m).

762 Quindi, dal regime dei pagamenti diretti agli agricoltori, il cosiddetto “primo pilastro” della

PAC, agli interventi strutturali finanziati in particolare tramite il Fondo europeo agricolo per lo

sviluppo rurale (FEASR), detto “secondo pilastro”. Si visionino per approfondire:

Parlamento europeo, Il primo pilastro della PAC: II — I pagamenti diretti agli agricoltori, [vedasi in sitografia];

Parlamento europeo, Il secondo pilastro della PAC: la politica di sviluppo rurale, [vedasi in sitografia].

763 Nel caso si voglia approfondire: Commissione europea, Riforma della politica comune della

pesca, [vedasi in sitografia].

764 A titolo di esempio, con riferimento alla Regione Emilia-Romagna, si riportano i seguenti link: Regione Emilia-Romagna, Agricoltura e Pesca. Aiuti e agevolazioni. Credito agrario, [vedasi

in sitografia];

Regione Emilia-Romagna, Notizie. Credito agevolato imprese agricole, priorità a giovani e

fortemente specializzati: si pensi a i confidi operanti nel settore agricolo

765

, a enti creditizi settoriali766 o a linee di credito specifiche767. Di conseguenza, vi potrebbero essere dei vincoli escludenti il comparto agricolo sulle risorse comunitarie, nazionali e/o regionali che finanziano, sostengono o concedono garanzia ai programmi di microcredito promossi da varie amministrazioni regionali italiane. Inoltre, essendo fortemente supportate a livello comunitario (si pensi alla predetta PAC), le imprese che operano nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli hanno forti limitazioni nell’accedere a forme di supporto pubblico da parte del proprio Stat o membro che rientrino nell’alveo dei già citati aiuti de minimis768.

Viceversa, seppur siano rari, sono presenti in Italia anche alcuni programmi di microcredito specifici per imprese o lavoratori del

765 Sono considerati “confidi operanti nel settore agricolo”, spesso detti pure “agriconfidi” o

“agrifidi”, quei confidi ‹la cui base associativa è per almeno il 50 per cento composta da

imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del Codice civile›. Si visioni: Parlamento italiano

(2003), art. 13, co. 23, 61-bis.

Nel Fondo nazionale di garanzia a favore delle piccole e medie imprese si fa riferimento, con definizione analoga alla precedente, a “confidi operanti nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca”: Banca del Mezzogiorno - MedioCredito Centrale (2015 e), p. 7.

Fra i molti attori del settore, a titolo esemplificativo se ne indicano alcuni:

 Agrifidi, [vedasi in sitografia];

 AgrifidiUno, [vedasi in sitografia];

 CreditAgriItalia, [vedasi in sitografia];

Confederazione italiana agricoltori (CIA), Agriconfidi, [vedasi in sitografia];

Confederazione italiana agricoltori (CIA), Agriconfidi, il nuovo strumento creditizio della Cia, [vedasi in sitografia].

Infine, si fa presente che secondo l’art. 2135 del Cod. civ. si definisce “imprenditore agricolo” ‹chi

esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse […]›. Citazione tratta da: Parlamento italiano (1942 a), Libro V, Titolo II, art.

2135.

766 Si porta ad esempio: Banca della nuova terra, [vedasi in sitografia]. 767 Si menzionano:

Unipol Banca, Finanziamenti. Credito agrario, [vedasi in sitografia];

Gruppo Banca Carige, Credito Agrario: i finanziamenti agevolati per le imprese agricole, [vedasi in sitografia].

768 In particolare, si ricorda che uno Stato membro può concedere un supporto pubblico che si

configuri come aiuti de minimis a un’impresa unica che opera nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli per un valore di non oltre € 15.000 nell’arco di tre esercizi finanziari. Si veda: Commissione europea (2013 g), art. 1, par. 1 e art. 3, par. 1-2.

Tuttavia, sempre con riferimento alle imprese agricole si ricordano gli aiuti pubblici, da parte delle amministrazioni dei vari Stati membri, che sono ammessi dalla UE e non rientrano nella disciplina degli “aiuti de minimis”. Si rinvia a: Commissione europea (2014 e), artt. 14 ss.

comparto primario: si riportano un Fondo di rotazione per il piccolo

credito in agricoltura in Sardegna rivolto alle imprese agricole,769 che a fine 2015 tuttavia non era di fatto ancora operativo,770 ed un bando di microcredito sociale in Calabria dedicato ai pescatori e alle loro famiglie771. In Sardegna degno di nota è anche il programma di microcredito collegato al Fondo PISL–POIC FSE, finanziato con risorse del Fondo sociale europeo a valere sulla programmazione 2007 -2013 e soggetto al regime comunitario degli “aiuti de minimis”: grazie a tale fondo, nei comuni sardi con popolazione non superiore a 3.000 abitanti (quindi in gran parte comuni marginali e rurali) dove sono stati implementati dei “progetti integrati di sviluppo locale” (PISL) è stato erogato microcredito a fini imprenditoriali a numerosi beneficiari, allo scopo di incentivare lo sviluppo del tessuto produttivo locale.772 Un buon esempio di “microcredito rurale”, a parere dello scrivente.

Sul microcredito applicato allo sviluppo rurale e d all’agricoltura, comunque, si tornerà a parlare più avanti nel testo.773