INTERVISTE ARTE MIGRANTE
5) INTERVISTA GIULIA – ARTE MIGRANTE (partecipante), Trento, BUC, 7 maggio
Buongiorno, grazie innanzi tutto per la disponibilità. Ti ho già brevemente spiegato in cosa consiste l’intervista. Avresti piacere, per iniziare, di descriverti brevemente.
Ciao, io sono Giulia e sono al terzo anno di Studi Internazionali. Sto per laurearmi e, niente, partecipo da Arte Migrante da fine febbraio, inizio marzo. Sono di Trento e ho quasi 22 anni.
Hai avuto modo di partecipare ad altre esperienze artistiche?
Ho fatto ballo. Un corso di hip hop con altri ragazzi in una scuola di ballo. E niente era molto bello. Mi diresti come sei arrivata al progetto di AM?
Per via amicale diciamo. Ho conosciuto un amico di mio fratello, Giongo e lui mi ha parlato, mi ha accennato un po’ di AM. E io mi sono detta “massì, vengo volentieri a dare un’occhiata” e poi mi sono affezionata molto e ho deciso di restare.
Mi descriveresti un elemento positivo di quest’esperienza?
Allora, la cosa che mi è piaciuta di più credo che sia questo sentimento di apertura e accoglienza, che ho percepito da parte di tutti i membri del gruppo. Credo che sia il motivo principale per cui poi sono tornata. Mi hanno fatta sentire subito molto parte del gruppo.
E un elemento invece che potrebbe essere migliorato?
A volte, con le differenze culturali che ci sono, possono portare a delle incomprensioni. Può capitare con alcuni ragazzi, comunque, diciamo. Abbiamo dei modelli interpretativi di alcuni comportamenti che sono diversi. Si creano delle situazioni nelle quali ci sono quindi delle incomprensioni.
182 Che è aperto a tutti, qualsiasi forma di arte ed espressione e rispettata. Essendo molto aperto poi è anche molto dinamico e molto vivo.
Mi racconteresti un aspetto artistico che è stato presentato che ha rappresentato una novità per te?
Sicuramente quello della musica, non ero abituata a sentire anche la musica africana, con i bonghi e altri strumenti che non avevo nemmeno mai visto e provato. Il didgeridoo per esempio non l’avevo mai provato e mi è piaciuto molto.
Mi diresti una cosa che è cambiata in te lungo l’arco delle serate?
Forse, boh. Ci devo pensare un attimo. Mi faresti un’altra domanda intanto che ci penso?
Ci sono stati dei momenti in cui hai potuto condividere con tuo fratello, la tua famiglia o amici … mi racconteresti quali sono state le loro impressioni?
Beh, le persone con cui ho parlato erano tutte entusiaste degli incontri. Magari ogni tanto c’era poca partecipazione, forse perché abbiamo sbagliato località o posto in cui trovarsi. L’organizzazione, ci sono stati dei momenti un po’ così, dove eravamo molto pochi. Non è stato un problema. Le persone con cui ho parlato erano comunque interessate e sarebbero venute volentieri. Anche delle mie amiche sono venute una volta ed è loro molto piaciuto. Una sta venendo ancora’
E mi racconteresti qualche pensiero o nuova idea che ti è nata dall’inizio del progetto ad oggi?
In realtà, non c’è stato molto. Forse perché con la laurea in arrivo, sono focalizzata su altre cose adesso e AM resta solo un momento di condivisione a cui partecipare per staccare un po’ la testa, diciamo.
Invece, mi racconteresti un esempio nel quale l’arte ti ha aiutata ad esprimerti?
La chitarra per me, per esempio. Abbiamo provato a suonarla assieme ai bonghi e con tutte le persone intorno che ballavano ed è un modo per sentirsi parte di una comunità ed uscire come si è veramente. Molto bello. Mi è stata d’aiuto in un qualcosa che normalmente a voce non direi, proprio l’unione e ad esprimere la mia vicinanza agli altri. Di solito, infatti, sono una piuttosto riservata.
E mi racconteresti di una persona o di un legame che si è creato con una nuova persona?
Beh, ho conosciuto Elio. L’ho conosciuto nel momento in cui, insieme a Giongo, mi ha invitata ad AM. E poi, ovviamente abbiamo iniziato a vederci principalmente partendo da AM. E poi, da lì ho scoperto che è una bellissima persona ed è stato anche una delle persone che mi ha stimolato maggiormente a venire alle serate e a proseguire quest’esperienza.
183 Forse i venerdì nei quali c’era poca voglia di fare qualcosa. Era più un incontro solo tra amici, però non c’era veramente una condivisione artistica. Era comunque uno stare insieme molto bello, ma non era uno stare insieme facendo arte. È capitato un paio di volte. Forse mancava un po’ la gente trainante, le idee … poi magari in quelle serate qualcuno cercava di condividere, ma faceva molta presa, diciamo. Poi magari la Pasqua di mezzo e le vacanze non hanno stimolato o aiutato, con lo stacco dei fuorisede. Magari con la bella stagione, la gente è anche più invogliata, è più facile … poi nevica a maggio, però …
Un cambiamento che hai notato nel gruppo da quando hai iniziato?
L’ultima volta, ad esempio, eravamo in tanti, c’è stato un bello scambio, anche di idee nuove. Con il ballo ad esempio abbiamo fatto molto. Poi abbiamo anche introdotto qualche giochino partecipativo … è stata un’evoluzione in positivo direi. Avevamo ancora fatto qualche gioco, ma questa volta, essendo in tanti, ancora di più. Mi piacerebbe aggiungere ancora più parti interattive da coinvolgere un po’ sempre tutti, non solo nell’ascolto attivo, ma anche proprio nella partecipazione fisica.
Mi racconteresti di qualche pregiudizio, che magari inizialmente avevi e che è cambiato?
Ma, non sono partita con molti pregiudizi in realtà. Ero proprio curiosa di vedere cosa fosse, quindi non posso dire di avere avuto preconcetti.
Invece un caso in cui la metodologia artistica ha facilitato l’interazione nel gruppo?
Magari dei balli più facili, più fattibili per tutti. Tipo battere le mani, avanti e indietro, favorisce l’inclusione. Quasi tutti sanno farlo, quindi non esclude nessuno.
Mi racconteresti di un momento di condivisione con l’esterno?
Io sono arrivata dopo gli eventi. Ogni tanto nelle serate si aggiunge qualcuno di nuovo. Ma al di fuori delle serate non ti saprei dire perché non ho mai partecipato. Però, per esempio, anche venerdì sera, dopo la serata, siamo andati al tendone quello al Santa Chiara e ci siamo messi a suonare in mezzo al tendone e a proseguire la serata lì. E tutte le persone passavano curiose, si sono avvicinate, hanno chiesto e hanno fatto un video di noi che ballavamo intorno ai bonghi. E anche il signore, il responsabile del tendone, ci ha detto “ragazzi, non fate troppo troppo casino, però tranquilli, restate a suonare quanto volete, bellissimo!”. Anche le altre persone sono rimaste entusiaste nel vedere come noi stavamo facendo arte improvvisata in mezzo alla piazza. Una grande curiosità.
Ti è mai capitata una reazione negativa? Anche in ostello?
Io non sono mai stata all’ostello. Ma al Santa Chiara, non c’è mai stato nessuno che si è avvicinato in modo violento o critico.
184 Diciamo che sarò qui ancora per un tempo limitato, quindi fare progettualità per me è difficile. Andrò a studiare fuori e spero di trovare qualcosa di simile fuori. Riguardo ad AM Trento, spero di aver lasciato dei bei ricordi di me. Le successive volte che parteciperò spero di lasciare qualche cosa di arte, qualche gioco o ballo, una parte di me insomma, positiva. Ogni tanto sono passata anche al coordinamento e anche lì magari spero di aver lasciato un bel ricordo, anche se ci sono andata poco. Magari inizierei prima AM.
Uno spunto che riassuma AM, con una parola diciamo? Inclusione, espressione e rispetto.
Come ti senti alla fine dell’intervista?
Bene, mi ha fatto piacere condividere le mie idee. Grazie.