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Arte Migrante Trento, negli anni, è stata invitata a diversi momenti ed eventi cittadini. In particolare, vengono ricordati il 25 aprile, il Friday’s for Future, la Festa di Povo, nonché la presenza nelle scuole.

In ognuna di queste esperienze si sottolineano in particolare, da parte di tutti i partecipanti di Arte Migrante, una forte sensazione, di condivisione e comunità, nessuna reazione negativa: si è creata una grande energia e comunanza, nonché consenso, da parte di coloro che hanno partecipato a questi momenti, in altre parole, si è creata vitalità:

“(…) a Friday’s for Future ero con una persona di Rovereto ed era super contenta e gli è piaciuto il clima bello, c’erano molti studenti e tutti hanno iniziato a ballare. Sono state proposte alcune canzoni che ci hanno insegnato i ragazzi insomma, africane ed è stato molto bello.” (Mariluce)

“È stato bellissimo perché c’erano tantissime persone e perché eravamo in mezzo alla piazza, che è una piazza in mezzo ad un punto centrale di passaggio principale (…) è stato molto simbolico perché a santa Maria c’è anche tutta la questione della droga, degli stranieri, il comitato Santa Maria pulita, e che ne so… molte persone. Quindi bellissimo essere in questa piazza aperta alla città (…) E poi alcuni ragazzi hanno iniziato a suonare i bonghi e così nel giro di pochissimo c’era metà parco a fare le danze con questo amico che le proponeva e da

101 … sì, è stato bello perché tante persone ci hanno visti e conosciuti e abbiamo proprio animato la giornata.” (Angela)

Bellissimo è stato il momento dove abbiamo ricreato il cerchio, nonostante ci fossero novanta, cento persone. Abbiamo fatto un cerchio su tutto il Dos e lo abbiamo riempito tutto. Un cerchio di ottanta persone che ballavano e giravano a ritmo di musica, tutti sorridenti, tutti felici e ci si guardava negli occhi. E lì, anche se uno sconosciuto ti teneva per mano alla tua sinistra, mi sono sentita totalmente nel mio posto. Proprio bellissimo, tanta gioia. (Margherita)

“Io direi che 25 aprile 2018 è stata una giornata incredibile. Partendo da Piazza Santa Maria Maggiore, siamo arrivati a questo parco dove siamo ora. È stata una giornata veramente incredibile. Abbiamo fatto AM, non abbiamo mai fatto una cosa simile. Veramente incredibile. Torno le cinque di pomeriggio, le sei … tutto pieno intorno, tutte le persone, i volti. Noi eravamo in quella parte là del parco, eravamo pienissimi. Proprio centinaia e centinaia di persone, una cosa incredibile. Eravamo abbastanza organizzati, una persona faceva l’hennè alle persone, io ho portato i colori e i fogli per fare disegni, artistici … c’erano più punti, altre persone con le magliette di AM, quelle con le montagne e il sole, alcuni l’hanno presa anche.” (Mamudu)

Questi momenti hanno restituito forza. Vedere che quest’esperienza, diversa da qualsiasi altra sul territorio, abbia riscosso approvazione, ha mostrato il volto di Trento che “resiste”. Tuttavia, resta sempre l’interrogativo su come raggiungere quelle persone che, lontane da queste tipologie di eventi (che comunque implicano una certa sensibilità), sono di pareri e ideologie contrastanti a quelle del movimento di Arte Migrante. Inoltre, ci sono altre due criticità portate in evidenza. La prima, la sottolinea Margherita e riguarda la poca comprensione di Arte Migrante da parte di alcuni. Infatti, essendo Arte Migrante una realtà totalmente altra (non un’associazione, non un gruppo di volontariato, non un servizio), non sempre viene capita fino in fondo:

“Molti non capivano “Cos’è? Perché? Ma quindi fate tipo attività? Fate solo attività?”. C’era gente che ci chiedeva se siamo un gruppo che andava alle feste ad animare, ad intrattenere. (…) Attiri l’attenzione. Vedi questo gruppo che ti arriva con il senzatetto, il migrante che non parla l’italiano, lo studente e il siorotto di ottant’anni tutti assieme, che ridono e scherzano e si abbracciano e dici “chi è ‘sto gruppo di pazzi?”. Però è divertente. (…) anche i miei genitori, secondo me, non l’hanno ancora capito. Non hanno ancora capito che cavolo vado a fare ogni venerdì. Soprattutto all’inizio, pensavano che io andassi a fare volontariato, ma non è volontariato. Io non mi sento in dovere di andare ad aiutare …” (Margherita)

Un altro problema è invece la relazione con il sistema politico pubblico, che non trapela, ovvero è totalmente assente nelle interviste. Forse per la mancanza di uno “status” chiaro del gruppo, forse perché non si sa come categorizzarlo, forse perché non si conosce abbastanza, la sfera pubblica non si è mai interessata ad Arte Migrante. A volte anche le associazioni hanno fatto difficoltà a considerare Arte Migrante, che tuttavia è stata chiamata in alcune occasioni e in alcune assemblee scolastiche.

102 “A livello di pubblico, zero! Nella sfera pubblica nessuno ci ha detto niente, nessuno ci ha invitati da nessuna parte. Ma, non è neanche questo il nostro obiettivo. Ci piacerebbe ci dicessero “che bello che siete al Parco Santa Chiara la sera fino alle undici così la gente ha meno paura”, ma nessuno ce lo ha mai detto. Non c’è stata nessuna curiosità. No! Aspetta, aspetta. Nel pubblico no. Adesso che è arrivata la Lega non non … non ci interessa nemmeno in realtà! Basta che non ci mandino via. A livello di altre associazioni, invece sì. Ci hanno invitati in tanti che ci conoscevano. (…) Siamo stati qualche volta nelle diverse residenze. Poi a livello di scuole: siamo stati al Rosmini, siamo stati al Da Vinci e basta mi pare. Però ci invitano e continuano a invitarci. Ed è sempre bellissimo. E con le scuole è proprio bello. Sempre positivo. L’unico è il pubblico che proprio non ci ha mai calcolato e mi stupisce che nessuno voglia sapere e conoscere.” (Matteo)

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