• Non ci sono risultati.

La dissoluzione dell’Unione Sovietica, aveva messo in tavola un problema assai difficile per la politica estera iraniana, perché Teheran aveva investito molto per migliorare le relazioni tra i due paesi. Soprattutto la Russia era la principale fonte di approvvigionamento di risorse militari.

Gli obiettivi di politica estera di Teheran nei confronti dell’ormai collassata Unione Sovietica erano176:

Incoraggiare la stabilità nell’Asia Centrale e nel Caucaso: già prima del collasso dell’Unione Sovietica, l’Iran aveva mostrato molta preoccupazione per il malcontento nelle repubbliche islamiche, e esortava i governi a mantenere l’ordine. Teheran era preoccupata particolarmente per la possibilità che le rivalità etniche potessero portare a una guerra civile. Il governo iraniano temeva una nuova ondata di profughi( già ospitava più di un milione di rifugiati afghani e

175

Nel 1995, Newt Gingrich, il nuovo “House Speaker”, cercò di attuare un programma che avrebbe dovuto portare la Cia a rovesciare il regime iraniano, proprio come nel 1953. Cercò di far inserire 18 milioni di dollari di finanziamento alla Cia per un’operazione segreta che doveva “cambiare il comportamento dell’Iran”. Il suo desiderio di rovesciare il regime di Teheran divenne pubblico sui maggiori quotidiani americani a partire dall’ottobre 1995 , e così sugli altri quotidiani del mondo, provocando violente reazioni a Teheran. http://www.globalsecurity.org/intell/ops/iran-gingrich.htm, http://articles.latimes.com/1995-12-10/news/mn-12511_1_covert-action

176

“Iran Under Rafsanjani”, op.cit.,

89 iracheni), che avrebbe sovraccaricato sempre di più un già gremito Iran. L’altra minaccia proveniva dalle repubbliche sovietiche del Sud, nelle quali si faceva sempre più insistente il rischio di derive nazionaliste. L’Iran quindi agiva con lo scopo di evitare rischi derivanti da eventuali guerre civili.

Espandere l’influenza iraniana: l’obiettivo era quello di estendere la sua influenza alle ex repubbliche sovietiche islamiche, proponendosi come guida spirituale e partner economico-politico. Secondo le fonti della Cia l’Iran non avrebbe potuto esercitare molta influenza, se non per le affinità religiose tra i paesi in questione177.

Preservare la relazione commerciale con la Russia in ambito militare: questo ultimo punto era quello cruciale negli obiettivi di politica estera di Teheran. Dato che l’Iran aveva avviato un “re-build” della sua forza militare, aerea, terrestre navale e da quel momento anche nucleare, voleva cercare di assicurarsi che la Russia continuasse a fornirlo con materiale bellico, anche se voleva evitare una totale dipendenza.

La Russia infatti era d’accordo nel sostenere il programma nucleare iraniano. Bisogna risalire però a un bel po’ di anni prima, precisamente agli anni Settanta quando la Germania dell’Ovest decise di costruire due reattori ad acqua leggera da 1300 MWe, a Bushehr, a circa 750 km a sud di Teheran. La costruzione dei reattori iniziò nel 1974, ma il regime dello Shah nel 1979 venne rovesciato a seguito della Rivoluzione islamica nel 1979. Nello stesso anno la Germania sospese i lavori, e, a seguito della guerra con l’Iraq durata 8 anni, i reattori non ancora completati, vennero pesantemente danneggiati a causa dei raid aerei iracheni. La Germania, una volta finita la guerra, rifiutò di completare la costruzione dei reattori, sia per i dubbi che nutriva sul reale utilizzo che l’Iran volesse fare dell’energia nucleare, sia per le pressioni esercitate dagli Stati Uniti. L’Iran provò a convincere altri paesi nel portare avanti i lavori a Bushehr ma gli sforzi risultarono vani178.

177 Ibid. 178

“Tra i quali Brasile, Francia, India, Repubblica Ceca, Italia, Spagna, Svezia, Corea del sud.”, Micheal Eisenstadt, “Iranian Military Power”, op.cit, p.14

90 L’accordo tra Russia e Iran relativo al nucleare, arrivò solo dopo diversi anni di negoziazione. Alla fine nel gennaio 1995 riuscirono ad arrivare ad un accordo di cooperazione, che prevedeva il completamento da parte della Russia di uno dei due reattori parzialmente terminati, e la costruzione di un reattore VVER-1000, a Bushehr. In cambio la Russia avrebbe ricevuto una somma pari a 800 milioni di dollari179. L’accordo prevedeva, inoltre, la fornitura di uranio arricchito e l’insegnamento ai lavoratori iraniani sul funzionamento dei reattori. Infine, la Russia avrebbe messo mano anche al completamento del secondo reattore a Bushehr, se prima questi lavori fossero andati bene180. Circa seicento specialisti russi furono mandati a lavorare sul progetto; in seguito gli operai e scienziati arrivarono a essere circa 3000. Il progetto secondo gli accordi doveva completarsi entro 4 anni181 e ogni reattore nucleare fornito dalla Russia sarebbe stato sotto stretta sorveglianza dell’AIEA.

Le autorità statunitensi, invece, erano preoccupate che l’accordo tra Iran e Russia, creando una connessione tra i loro programmi nucleari, potesse nascondere la volontà iraniana di sviluppare l’arma atomica. La Russia possedeva il più grande programma per l’arricchimento dell’uranio del mondo e ciò preoccupava non poco i paesi occidentali. Si pensava infatti che l’Iran avrebbe cercato segretamente di entrare in contatto con esperti e società russe, molti dei quali, in cambio di profumate ricompense, sarebbero stati disposti ad andare oltre la legge. Inoltre, era molto difficile credere a quanto dicevano i funzionari iraniani, e cioè che un programma nucleare era necessario all’Iran per colmare il deficit nella produzione nazionale di energia elettrica, perché l’Iran era seconda al mondo per riserve naturali di gas; cioè una risorsa molto più economica e meno rischiosa rispetto all’energia nucleare.

Alla luce di questo era lecito pensare da parte delle potenze occidentali, in primis gli Stati Uniti, che, la tattica iraniana era sbandierare l’uso civile

179 Shai Feldman, “Nuclear Weapons and..”, op.cit., pp.47-48 180

David Allbight, “An Iranian Bomb?”, op.cit., pp.22-23,

http://books.google.ca/books?id=VQwAAAAAMBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summa ry_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

181 Ibid.

91 dell’energia nucleare per nascondere il vero obiettivo, e cioè impossessarsi delle conoscenze necessarie per costruire testate nucleari182. Nel febbraio 1993 e novembre dello stesso anno, l’AIEA effettuò due ispezioni anche se a carattere non ufficiale. Entrambe fallirono nel tentativo di rivelare impianti e materiali clandestini per la costruzione di armi nucleari, e i verbali dei funzionari dell’AIEA riportarono che l’Iran, almeno per il momento, stava utilizzando gli impianti per un uso civile del nucleare183.

182

David A. Schwarzbach, “Iran’s Nuclear Program: Energy or Weapons?”, Nuclear Weapons Databook, Natural Resources Defense Council, Washington, DC, September 7, 1995, p.10

183

92

Capitolo Quarto. Muhammad Khatami e George W. Bush:

questione afgana e sfida nucleare